Germania rivoluzionaria: i luoghi della Bauhaus

Un itinerario attraverso la Turingia e la Sassonia-Anhalt, per arrivare fino a Berlino, seguendo le tappe della scuola di architettura più importante del 20° secolo: la Bauhaus.

Testo di Stefano Ghetti

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Arte, architettura, design, avanguardia, futurismo. Sperimentazione pura. Questa è la Bauhaus. E nacque in Germania cento anni fa, a Weimar, per mano di un visionario che di nome faceva Walter Gropius. Una scuola di design che, malgrado la sua vita brevissima, ha influenzato l’architettura mondiale del 20° secolo. In occasione del centesimo anniversario dalla sua fondazione abbiamo ripercorso l’itinerario che ha portato la Bauhaus dalla nascita alla sua fine, dalla Germania centrale fino alla Capitale.

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La nascita: Weimar

La Scuola a Weimar. © photo 100Bauahaus

Fondendo la Scuola d’arte e la Scuola di artigianato di Weimar, e diventandone il direttore, Gropius crea un nuovo genere di scuola che unisce l’arte e la tecnica. Così nasce la Bauhaus.

Già nell’edificio del Rettorato, progettato tra il 1904 e il 1911 da Henry van de Velde, si può notare un respiro moderno, diverso dal secolo precedente. E tutti gli edifici successivi dell’Università, come la Facoltà di Ingegneria e la Biblioteca (quest’ultima eretta nel 1991) seguono questo filone modernista. L’esperienza architettonica della Bauhaus è iniziata. Questi fabbricati si trovano nel centro di Weimar, raggiungibili a piedi. Proseguendo un poco dal centro verso nord, ecco il nuovissimo Museo Bauhaus, inaugurato in occasione dei 100 anni della Scuola: un museo che da subito ha destato diverse critiche per il suo profilo architettonico. Ma del resto quante volte capita che un edificio di architettura moderna faccia storcere il naso a qualcuno?  A sud del centro invece, nelle vicinanze del parco urbano an der Ilm, sorge la prima (ed unica, qui a Weimar) testimonianza della Scuola già vivente: la Haus am Horn, che risale al 1923 su progetto di Georg Muche, insegnante alla Bauhaus.

Proprio davanti a questa abitazione nasce una domanda che rimarrà presente nella mente durante tutto l’itinerario: cosa c’è di speciale in questa architettura? Certo, è una bella casetta, ma a prima vista potrebbe essere tutto lì. E invece no: la Rivoluzione della Bauhaus sta nel fatto di avere inventato prototipi di oggetti di design ed edifici che poi si sono diffusi in tutto il mondo. Non ci sembra niente di speciale perché siamo abituati alla vista di oggetti simili. Ma all’inizio del ‘900 erano una rivoluzione, che ha avuto talmente successo da diventare la norma.

Una deviazione nel circondario di Harz: Quedlinburg

Quedlinburg. © photo  Stefano Ghetti

La scuola Bauhaus si spostò nel 1926 a Dessau, e proprio quella dovrebbe essere la tappa successiva dell’itinerario. Prima però, proseguendo verso nord, c’è una città che merita una tappa, sia per la sua bellezza, sia perché la Storia ha voluto che fosse collegata con la Bauhaus.

Quedlinburg. Una piccola città di 24000 abitanti, decisamente sottovalutata. Ed è un vero peccato perché, oltre ad essere uno dei più estesi siti protetti dall’UNESCO di tutta la Repubblica, conserva una magia medioevale che non si può spiegare senza averla visitata. Il centro è quasi completamente pedonale, e i tetti storti e disuguali creano un’ambientazione da favola dei fratelli Grimm; ci si aspetta di vedere passare maghi, streghe e animali incantati per quelle piccole stradine.

Ma cos’avrebbe a che fare una (pur incantevole) cittadina medievale con la Bauhaus? Per capirlo basta uscire di qualche metro dal centro (pochissimi minuti a piedi) e raggiungere Breischeid straße, una breve via residenziale. Le case a graticcio sono alle spalle, proprio lì, con i tetti spioventi coperti di tegole rosse. Ma le case di questa via non hanno niente a che fare. Sembrano portate qui da un’altra epoca. Ecco la testimonianza architettonica della Bauhaus.

Questa via fu progettata dall’architetto Herbert Puls, di cui si sa poco: ma sicuramente ha subito l’influenza della Bauhaus. Le poche case realizzate sul suo progetto hanno le caratteristiche della Scuola di Gropius: bianche, squadrate, con tetti piatti, create a moduli e quasi identiche tra loro.

Dopo aver abituato l’occhio a questo tipo modernissimo di abitazioni, e rientrando in centro, si notano altre costruzioni che si mescolano ai tetti antichi. Sorge con caratteristiche simili lo Städtebundtheater di Marschlinger Hof, progettato dall’architetto Carl Fugmann, e, proprio nella piazza centrale di Quedlinburg – la Piazza del Mercato, ecco la Sparkasse, l’ultimo lavoro di Puls in questa cittadina.

Il fulcro della Bauhaus qui però è la Lyonel-Feininger-Gallery, che prende il nome da uno dei più importanti professori della Bauhaus, e comprende la collezione di sue vignette e disegni raccolta da uno dei suoi studenti e amici, Hermann Klumpp. La modernità al centro di un paese che custodisce con cura il passato lontano: ecco un centro in cui l’arte contemporanea e l’architettura medievale si incontrano senza scontrarsi.

Dessau, la “sede centrale” della Scuola

Bauhaus Dessau. © photo Bauhaus Museum Dessau

“Dessau is the headquarter of Bauhaus” spiega Jans, la guida, entrando nel centro abitato. E qui di storia antica non c’è – quasi – traccia. Il motivo è semplice: Dessau venne completamente rasa al suolo durante la Seconda guerra mondiale, perché era un importante centro di produzione di armi. Prima però, nel 1926, era un notevole nucleo industriale, e accolse la Bauhaus a braccia aperte, dopo che le condizione politiche di Weimar costrinsero Gropius & co. a cercare una nuova sede. E qui la Bauhaus esplose con le architetture più interessanti, divenute Patrimonio UNESCO.

L’apoteosi della Bauhaus è la vera e propria Scuola, progettata da Gropius e dagli stessi studenti dei tempi di Weimar (alcuni dei quali divenuti a loro volta professori).

È incredibile pensare che i nuovi studenti potessero studiare architettura secondo i canoni con cui era stata costruita la scuola stessa in cui si trovavano. Le stanze dello studentato, le finestre immense e squadrate, i colori bianco e nero all’esterno, gli oggetti di design: ogni cosa era firmata Bauhaus. Nella scuola dove quello stile modernissimo era insegnato e praticato.

Entrando negli ambienti che una volta accoglievano gli studenti durante i laboratori e le lezioni (adesso la Bauhaus Dessau non è più una scuola ma una Fondazione) si può avere di nuovo l’impressione di trovarsi davanti a qualcosa di bello ma “normale”; nonostante ciò non si può non respirare quell’aria di futurismo che nel 1926 respiravano gli studenti e i professori, creando e sperimentando nuove forme, nuovi materiali, nuovi colori, da applicare agli oggetti e agli ambienti stessi della scuola.

Casa di Gropius, Dessau. © photo 100Bauahaus

Vicino alla scuola, il complesso abitativo delle Case dei Professori costituisce un altro gioiello (in parte intatto fin dagli anni ’20) di questa esperienza architettonica. Nella casa dei Direttori abitarono Gropius (che la progettò personalmente), Hannes Meyer e Ludwig Mies van der Rohe. Nonostante sia la più fotografata dai turisti, questa casa fu demolita e ricostruita pochi anni fa. Le altre case erano bifamiliari, perché vi abitavano contemporaneamente due professori, e hanno preso il nome dai primi insegnanti che le abitarono. Di queste, due sono originali: una è la Schlemmer-Muche; l’altra è quella in cui vissero contemporaneamente due leggende come Kandinskij e Paul Klee, che lì consolidarono la propria amicizia e crearono un vasto numero di opere, oggi sparse nei musei di tutto il mondo. La casa è quasi vuota, salvo qualche sedia in stile Bauhaus, ma è incredibile pensare che proprio lì, in quel preciso punto, Kandinsky o Klee realizzarono alcune delle loro composizioni.

Anche a Dessau arriva l’ora di cena, ma per restare sul main theme del viaggio c’è il Kornhaus, un ristorante meraviglioso sulla riva dell’Elba, non lontano dal centro, costruito nel 1929-30 da Carl Fieger (anche lui insegnante alla Bauhaus), con un servizio e una scelta di cibi all’altezza dei prezzi non modesti.

Al centro di Dessau, come a Weimar, è stato inaugurato pochissime settimane fa il Museo Bauhaus, con oggetti di design, dipinti e racconti degli studenti della scuola, nell’edificio appena eretto da uno studio di architetti spagnoli, completamente in vetro.

Chi non è ancora sazio di Bauhaus può visitare anche il palazzo del Centro di Collocamento, su progetto di Gropius, e il complesso residenziale, che porta la stessa firma.

La parentesi berlinese e la fine della Scuola: il seguito della Bauhaus

Un edificio nell’Hansaviertel, Berlino. © photo Stefano Ghetti

Con i nazisti al potere la Bauhaus è braccata per le sue idee progressiste e rivoluzionarie: chiude a Dessau per spostarsi (molto ridotta) a Berlino, per meno di un anno, dove chiuderà definitivamente. Ma nonostante la breve “permanenza” la Capitale celebra il centenario della Scuola con la mostra “Original Bauhaus” al Museum für Moderne Kunst, per mettere a confronto gli oggetti di design degli anni ’20 con le opere moderne degli artisti che hanno preso spunto da questa corrente architettonica e di design, attraverso esperienze sensoriali per il pubblico (è possibile toccare alcune delle opere e creare disegni grafici con le proprie mani). Molti dei pezzi qui esposti provengono dall’Archivio Bauhaus, ad oggi chiuso.

Sembra che finisca tutto qui, eppure c’è dell’altro.

Berlino dopo la guerra cambia volto, si divide, e deve ricostruire le sue strade con architetture portatrici di messaggi politici: così a Berlino Est i socialisti chiamarono prima Hans Scharoun, e poi, dopo averlo licenziato, Henselmann e Paulick. A ovest venne richiamato lo stesso Scharoun che, con un piano architettonico che ha richiesto l’intervento di architetti di fama mondiale (tra cui Gropius stesso), ricostruì il quartiere Hansaviertel. E proprio tra le strade di questo complesso si possono ancora ritrovare le tracce di una scuola che aveva chiuso già 30 anni prima, ma le cui influenze rimangono tuttora. Si stagliano sul cielo grattacieli di Aalto, Le Corbusier, Ruf e Niemeyer, in un quartiere che forse ha qualche difetto e sembra troppo “normale” (di nuovo), ma è stato eretto secondo la logica “bauhausiana” della sperimentazione.

Informazioni

Come arrivare: Weimar è raggiungibile dagli aeroporti di Francoforte e Hannover (in circa 3 ore di auto in entrambi i casi). Entrambi gli aeroporti sono serviti da diverse compagnie aeree. Per il ritorno da Berlino, entrambi gli aeroporti della capitale (Schönefeld e Tegel) sono ben collegati ai principali aeroporti italiani, e facilmente raggiungibili con i mezzi pubblici dal centro città.

Dove dormire: A Quedlinburg consigliamo l’Hotel Schlossmühle.

Dove mangiare: A Dessau consigliamo il ristorante Kornhaus.

Documenti: è sufficiente la carta d’identità.

Linkutili: Hotel Schlossmühle

Ristorante Kornhaus

Ente Turismo Germania

Testo di Stefano Ghetti|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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