Dalla Russia un reportage sulle rive del gelido lago che costituisce la più grande riserva naturale di acqua dolce del pianeta.
Testo e foto di Enrico Barbini

Febbraio, ore 6.00 del mattino. Tutti e tre siamo già svegli da un’ora. Per ragioni logistiche e organizzative la nostra guida ci ha lasciati su una riva dell’immenso lago indicandoci il percorso per raggiungere a piedi un isolotto poco distante. Verrà a recuperarci più tardi come d’accordo. Gira l’auto e ci lascia nel silenzio assoluto.
Dobbiamo camminare sulle acque ghiacciate. Sono solo poche centinaia di metri, ma è buio e la temperatura fuori dal nostro alloggio segna -32°. Il silenzio è rotto solo dal rumore dei nostri ramponi sul ghiaccio e dai frequenti e sinistri scricchiolii provocati dalle spaccature superficiali che si creano distanti da noi. È ancora notte e illuminiamo il tragitto con le nostre lampade frontali. Ci scambiamo qualche battuta ogni tanto. Meglio non parlare troppo: l’aria gelida che ti entra in bocca ti fa passare subito la voglia.
Raggiungiamo il luogo stabilito e ci mettiamo in attesa dell’alba che vogliamo fotografare.
Aspettando che il cielo s’illumini approfitto della luce emessa dalla frontale di un mio amico per uno scatto dalla suggestione aliena.
Photogallery
Una vertigine blu

Mi trovo sul Lago Bajkal, la più grande riserva naturale di acqua dolce sulla Terra. Contiene circa un quinto di quella di tutto il pianeta escludendo ghiacciai e calotte polari.
Le sue dimensioni sono più che ragguardevoli: lungo oltre 600 km e con una larghezza media di circa 50. Ma è soprattutto la sua profondità che sbalordisce: nella parte centrale supera i 1600 metri, rendendolo il lago più profondo al mondo e quello con il maggior volume. Una vertigine blu che richiama alla mente quella della Fossa delle Marianne. Il Bajkal è nel territorio della Siberia orientale a circa 150 km dal confine nord della Mongolia.
Il primo impatto col gelo: Irkutsk

Il primo impatto con il clima della regione lo abbiamo ricevuto appena toccato il suolo dell’aeroporto internazionale di Irkutsk, dove la temperatura esterna al momento dell’atterraggio era di 35° sotto lo zero!
Inalare la prima boccata d’aria sulla scaletta dell’aereo è stato come ricevere un pugno dritto nello stomaco. Un attimo di autentico stordimento al quale ci si riesce ad adattare a patto di essere adeguatamente abbigliati. È pertanto opportuno portare in cabina indumenti pesanti.
Irkutsk, una volta definita la “Parigi della Siberia”, è collegata con più voli giornalieri da Mosca. Nata come avamposto commerciale fondato dai cosacchi nel XVII secolo, nel tempo è prosperata col commercio delle pellicce e dell’oro, sviluppando un’urbanistica importante impreziosita da diversi palazzi nobiliari di fine Ottocento e da chiese ortodosse dalla tipica architettura russo-bizantina. Negli ultimi anni ha beneficiato di una crescente richiesta turistica e il centro cittadino caratterizzato da edifici in legno ristrutturati si è arricchito di negozi, pub, alberghi e ristoranti di classe.
Una delle mete preferite della città è la passeggiata lungo il fiume Angara (unico emissario del lago Bajkal) frequentata soprattutto d’estate, quando la temperatura più mite invita a percorrerne a piedi le sponde attrezzate con viali rialzati e ben illuminati. In inverno si assiste allo scorrere lento del fiume che, nel superare una centrale idroelettrica, attraversa la città con la temperatura dell’acqua più calda rispetto all’aria esterna creando un’affascinante cortina di vapori che s’innalza sopra gli argini sia di giorno sia di notte.
Nelle vicinanze della sponda settentrionale sorge la splendida Cattedrale dell’Epifania, una delle più belle chiese ortodosse al mondo, apprezzabile per la facciata e gli interni riccamente decorati.
Una 4×4 per raggiungerre il Lago

Il lago Bajkal dista da Irkutsk una sessantina di chilometri. Alcune località lacustri, come Listvjanka, si possono raggiungere anche con il pullman, ma se si ha intenzione di girare un po’ per conoscere le bellezze naturali e paesaggistiche del Bajkal, la soluzione migliore è noleggiare un’auto. Ovviamente nella stagione invernale è d’obbligo una vettura a trazione integrale 4×4 e possibilmente alta da terra.
Il congelamento delle acque

È bene sapere che le acque del Grande mare o Mare sacro (come i locali definiscono il Bajkal) ghiacciano, a volte in una sola notte, in un periodo compreso tra novembre fino ai primi di aprile, raggiungendo uno spessore minimo di 50 cm fino a un massimo di un metro e mezzo. Questa incredibile solidità consente di sopportare un carico di alcune tonnellate; tanto è vero che nei cinque mesi invernali sfrecciano anche grossi camion molto pesanti sulla sua superficie lucente.
Proprio il fenomeno del congelamento consente spostamenti rapidi per raggiungere i vari centri abitati tra una sponda e l’altra; cosa che in estate costringe invece a percorrenze interminabili, considerando che bisogna girare intorno al suo immenso perimetro lungo oltre 2000 km.
Occorre ovviamente estrema prudenza quando l’arrivo della primavera e l’innalzamento della temperatura possono provocare scioglimento e rotture improvvise con le disastrose conseguenze che si possono immaginare. Per esplorare il Bajkal in sicurezza è bene affidarsi a una guida esperta.
Lo spettacolo dei colori del ghiaccio

Il ghiaccio rappresenta una delle tante meraviglie del Bajkal e probabilmente la principale attrattiva. Al variare degli orari, della direzione e intensità della luce, della profondità dell’acqua, la superficie del ghiaccio muta il suo riflesso e i suoi colori. Soprattutto in prossimità delle rive e delle insenature, all’alba e al tramonto si può assistere ad autentiche epifanie cromatiche.
Il ghiaccio cattura la luce solare restituendo sfumature dorate o argentee; bagliori azzurri o verdognoli con una successione di variabilità che non sfuggono neanche ad un occhio distratto. In molti tratti e per aree piuttosto estese appare nero e lucido con venature superficiali che ricordano preziosi pavimenti in marmo. Un susseguirsi di incredibili suggestioni che affascinano al punto da far (quasi!) dimenticare il freddo secco e pungente che ti avvolge.
Altrettanto affascinanti le formazioni di bolle intrappolate nel ghiaccio. Il Bajkal ha un’altissima attività gassosa. Le sue acque sono riccamente ossigenate, pure e limpidissime e con una visibilità subacquea da record che arriva fino a 40 metri di profondità. Le alghe presenti sul fondo rilasciano discrete quantità di metano. Guardarle riuscendo a isolarle mentalmente in modo opportuno è come osservare una galassia di stelle. Suggestioni da fotografo!
Le scaglie di un drago sulla superficie del lago

In alcune zone le faglie di pressione generano il formarsi disordinato di lastre e blocchi di ghiaccio anche di dimensioni considerevoli che si ammucchiano o emergono dalla superficie come scaglie di drago. Camminarci sopra diventa esercizio di equilibrio e destrezza. La possibilità di cadute, pur calzando i ramponi, è sempre presente. Lo spostarsi o il solo oscillare delle lastre produce suoni. Una “musicalità” incredibile che rimane impressa nella memoria, così come i tonfi in lontananza, effetto di spaccature in superficie, o il cadere di qualche frammento ghiacciato dalle rocce emerse e dai vari isolotti di cui il lago è punteggiato.
Ol’chon e le altre isole del Bajkal

E a proposito di isole, merita senz’altro una visita quella di Ol’chon: uno scrigno pieno di tesori e diversi ambienti naturali come steppe e spiagge di sabbia. È uno dei punti di riferimento da cui intraprendere escursioni sul lago senza però tralasciare di visitare l’isola stessa. Sull’isola di Ol’chon si vive “l’altro Bajkal”, quello intriso di misticismo; con case di legno intagliato e variamente colorate dove è nutrita la presenza di Buriati, un’etnia di origine mongola la cui Repubblica federata con la Russia inizia proprio sulla sponda opposta del Bajkal.
Il principale centro abitato dell’isola è il villaggio di Khuzhir, la cui popolazione è dedita soprattutto alla pesca e, da alcuni anni, alle attività turistiche. Il soggiorno è possibile non solo negli alberghi di nuova costruzione, ma anche nelle case dei buriati che praticano ancora ancestrali riti sciamanici. È qui infatti che si trova Capo Burkhan, detto anche “Roccia dello Sciamano”: una scogliera alta 40 metri alla cui base si trova una grotta che una leggenda narra fosse abitata da una divinità mongola; qui i monaci buddisti erano soliti venire in pellegrinaggio.
Il luogo è delimitato da una linea di tredici pali alti circa tre metri, distanziati regolarmente e ornati da nastri colorati lasciati da chi vi si reca in preghiera: come una virtuale porta d’accesso all’area sacra.
Oggi è meta soprattutto di turisti che lo affollano specialmente al tramonto per godere delle suggestioni di luce e colori che il calar del sole offre.
Non è però raro osservare persone dai chiari tratti asiatici (buriati e mongoli) abbracciare un albero che vive nei pressi e lasciare il loro nastro colorato avvolto al tronco.
La natura del Lago: un Patrimonio dell’Umanità

Oltre ai paesaggi incredibili il Bajkal è ambiente particolare e ricchissimo anche sotto il profilo naturalistico. Nel territorio circostante e nelle sue acque vivono tantissime specie endemiche come la foca nerpa, l’unica d’acqua dolce al mondo, e lo zibellino, un mustelide dalla pelliccia molto pregiata; poi il pesce omul, una varietà di salmone rinomato per le sue carni oleose che viene consumato secco e crudo oppure affumicato.
Forse anche per queste sue peculiarità ambientali il Bajkal, quest’antichissimo bacino formatosi 25-30 milioni di anni fa, dal 1996 è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità UNESCO.
Informazioni
Come arrivare: Da Mosca partono giornalmente voli per l’aeroporto internazionale di Irkutsk.
Quando andare – Clima: di tipo continentale, con ampie escursioni termiche annue; gli inverni sono molto rigidi (minime fino a -35°C), e le estati sono temperate e piovose, con temperature medie variabili dai 17 ai 19 °C.
Fuso orario: UTC/GMT +8.
Documenti: Necessario il passaporto.
Lingua: russo.
Valuta: rublo (1€=71 rubli).
Caro lettore,
Latitudes è una testata indipendente, gratis e accessibile a tutti. Ogni giorno produciamo articoli e foto di qualità perché crediamo nel giornalismo come missione. La nostra è una voce libera, ma la scelta di non avere un editore forte cui dare conto comporta che i nostri proventi siano solo quelli della pubblicità, oggi in gravissima crisi. Per questo motivo ti chiediamo di supportarci, con una piccola donazione a partire da 1 euro.
Il tuo gesto ci permetterà di continuare a fare il nostro lavoro con la professionalità che ci ha sempre contraddistinto. E con lo stesso coraggio che ormai da 10 anni ci rende orgogliosi di quello facciamo. Grazie.