In Friuli lungo la strada del vino e dei castelli

Cividale del Friuli © Fabrice Gallina

In epoca romana il Friuli Venezia Giulia è stato teatro di violente e sanguinose contese territoriali. Era allora, ed è tutt’oggi, una terra di confine: crocevia di popoli, lingue, commerci e tradizioni, con influenze mitteleuropee, mediterranee e slave. Oggi, si può rivivere il fascino di quel tempo, lungo strade lastricate di castelli, ma anche di cantine e locali dove bere vini, che hanno la grazia delle botti antiche in cui sono stati lasciati riposare.

Per gli amanti del turismo slow, sempre a caccia di borghi e castelli, ottimo vino e cibo tipico, non c’è niente di meglio che andare a spasso lungo le strade del vino e dei castelli sulle dolci colline moreniche friulane, formatesi in seguito al ritiro dei ghiacci scivolati lungo il fiume Tagliamento e formando un triplice cerchio concentrico, conosciuto come Anfiteatro Morenico. Con la loro forma ondulata hanno abbellito la piana del Friuli e sono diventate il luogo ideale sul quale costruire castelli e piantare vigneti di ottima qualità.

A voler essere precisi, fra Udine e il Tagliamento, ci sono due strade dei castelli, quasi parallele, tanto da poter decidere di non seguire un vero e proprio itinerario.

A pochi passi dal Tagliamento c’è Ragogna. Il suo castello viene citato per la prima volta in alcuni scritti seicenteschi. Di certo merita una visita anche il suo lago, uno degli ultimi morenici e anche uno dei pochi in cui cresce la Castagna d’acqua, un tubero commestibile importato anticamente dall’Asia.

Lasciata Ragogna, il primo paese lungo la strada è una tappa obbligatoria, dato che il suo nome è finito in bocca a tutto il mondo assieme al suo prosciutto, San Daniele. Del castello sono rimasti solo una torre e dei terrapieni, ma proprio lì di fianco c’è la chiesa del paese, ricavata da una torre castellana. La collina è oggi un parco pubblico, che offre una magnifica vista della piana sottostante. Impossibile lasciare San Daniele, senza prima aver fatto un giro per le sue stradine e una sosta in una delle tante prosciutterie artigianali.

Da qui ci si può dirigere a Villalta, il cui castello è considerato uno dei più suggestivi di tutta la regione. Nonostante sia stato più volte distrutto e riedificato, per via di guerre e rivolte feudali, il castello conserva ancora il suo fascino medievale.

Risalendo verso nord, in auto solo una ventina di minuti da Villalta, si arriva a Colloredo. Il castello, distrutto quasi del tutto dal terribile terremoto del 1976, è oggi in ricostruzione. È caro ai friulani per la sua Torre con L’Orologio e perché qui vissero Ippolito Nievo e altri scrittori. Infatti, il maniero è anche conosciuto con il nome di castello degli scrittori e dei cantastorie.

Per quanto riguarda il vino, la scelta di strade è ampia, infatti il Friuli Venezia Giulia è la più importante regione italiana per la produzione di vini bianchi, con i suoi quasi ventimila ettari di vigneti. Ci sono ben sei strade, ma di certo la più suggestiva è la Strada dei Colli Orientali, che in parte incrocia le strade dei castelli.

I famosi prosciutti di San Daniele © Fabrice Gallina

Infatti, San Daniele e Colloredo fanno parte anche di questo itinerario e da qui, senza spingersi troppo lontano, arrivando a Tarcento, Fagagna, Reana del Rojale e Cividade del Friuli, si trovano aziende vinicole locali, spesso a conduzione familiare, che producono vino di ottima qualità, grazie ad uve come il Tocai Friulano, Sauvignon Blanc e Chardonnay. Si possono gustare vini secchi, dolci, frizzanti, orange, cioè, ottenuti lasciando macerare il mosto a contatto con le bucce dell’uva, e vini passiti, di cui uno è in modo particolare considerato una gemma dell’enologia italiana, il Picolit. Non ha caso definito il vino del papà o dei principi, per via della scarsa produzione.

Citando proprio Ippolito Nievo: il Friuli è un piccolo compendio dell’universo. Qui le tradizioni sono ben radicate, ma proprio la sua posizione di confine, nel tempo lo ha reso una terra all’avanguardia. Le strade dei castelli e del vino sulle dolci colline moreniche friulane sono a loro modo un emblema di questo carattere antico e nuovo al tempo stesso.

Testo di Lorenzo Belvederesi foto di Fabrice Gallina|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

Informazioni: www.turismofvg.it

Come arrivare: autostrade A4, A23, A28; ampia scelta di treni o autobus; aeroporto di Trieste.

Quando andare: il periodo consigliato è tra aprile e settembre.

Caro lettore,

Latitudes è una testata indipendente, gratis e accessibile a tutti. Ogni giorno produciamo articoli e foto di qualità perché crediamo nel giornalismo come missione. La nostra è una voce libera, ma la scelta di non avere un editore forte cui dare conto comporta che i nostri proventi siano solo quelli della pubblicità, oggi in gravissima crisi. Per questo motivo ti chiediamo di supportarci, con una piccola donazione a partire da 1 euro.

Il tuo gesto ci permetterà di continuare a fare il nostro lavoro con la professionalità che ci ha sempre contraddistinto. E con lo stesso coraggio che ormai da 10 anni ci rende orgogliosi di quello facciamo. Grazie.