Le Isole Faroe, così piccole e remote da passare quasi inosservate, sono un segreto gelosamente custodito dall’oceano Atlantico. Ecco quello che c’è da sapere per preparare un viaggio verso questo arcipelago.
Testo e foto e di Riccardo Melca

Un viaggio alle Isole Faroe è un salto indietro nel tempo. Questo piccolo arcipelago, composto da 18 isole di origine vulcanica, si trova a 430 km dall’Islanda e 300 km dalla Scozia: un luogo estremamente isolato, dove si conservano cultura e tradizioni e si convive con una natura aspra e selvaggia. Viste da lontano queste isole (chiamate anche Fær Øer o Føroyar) appaiono cupe e inospitali: un gruppo di montagne spoglie avvolte dalla nebbia che spuntano da un mare scuro e tempestoso. I rilievi, formatisi dalla stratificazione del basalto grigio-nero vulcanico, sono stati poi plasmati dall’azione dei ghiacciai, che hanno creato stretti fiordi e profonde vallate, solcate da un intreccio di fiumi, laghi e cascate. Una volta giunti sulle isole noterete subito l’assenza di alberi. In compenso erba, falasco, muschi e licheni dal colore verde accesso ricoprono ogni centimetro di terreno, spingendosi fin sulle scogliere. Il clima è estremamente piovoso e del tutto imprevedibile, e proprio a questo si deve la presenza di un numero incalcolabile di cascate e corsi d’acqua. È quindi importante partire preparati e pensare ad un programma di viaggio flessibile, in grado di cambiare in base alle condizioni meteorologiche. Non è facile organizzare un itinerario alla scoperta di queste isole: le guide di viaggio sono praticamente inesistenti e le informazioni riguardanti escursioni e luoghi di interesse sono molto scarse. Si tratta di una destinazione poco conosciuta ed ancora indifferente al turismo, e forse proprio a questo si deve il suo fascino. Qui cercheremo di parlarvi dei luoghi più affascinanti e che non dovete assolutamente perdere se deciderete di visitare questo remoto arcipelago.
Vágar Island

Iniziare il vostro viaggio dall’isola di Vágar rappresenta la scelta più logica, in quanto qui si trova l’unico aeroporto delle Faroe. Vágar vanta scenari mozzafiato, tra cui imponenti scogliere battute dal vento, paesini di pescatori e cascate che si gettano tra le onde dell’oceano. C’è così tanto da vedere che consigliamo di dedicare a quest’isola almeno due giorni. L’escursione alla scogliera Trælanípa è una delle più spettacolari. Per raggiungere la scogliera dovrete costeggiare il più grande lago delle Faroe, chiamato Leitisvatn o Sørvágsvatn, lungo 6 km e profondo 6 m. Dalla cima della scogliera il lago vi sembrerà sospeso sopra l’oceano. Le sue acque si gettano in mare proprio alla fine del percorso, dando vita alla cascata Bøsdalafossur, con un salto di 30 m; da qui potete osservare in lontananza anche Geituskorardrangur, una piramide di basalto di 116 m che si staglia a poca distanza dalla scogliera. Fiancheggiate il Sørvágsfjørður e dirigetevi a Bøur, un grazioso villaggio con casette in legno scuro dai tetti di torba e uno straordinario panorama sulle isole rocciose di Tindhólmur e Gáshólmur. Visitate il villaggio e concedetevi una piccola pausa prima di proseguire. Da Bøur potrete continuate in direzione ovest, superate un tunnel inaugurato nel 2006 e raggiungete il piccolo villaggio di Gásadalur, dove la strada finisce.
Fino al 2003 il paese è rimasto isolato, raggiungibile solo in barca, a piedi o in elicottero. Oggi questo luogo è famoso per la maestosa cascata Múlafossur, che si getta nell’oceano. Nei dintorni non è raro avvistare i graziosi Puffin, o Pulcinella di mare, che ricordano buffi pappagalli boreali, dal piumaggio nero e bianco, zampe arancioni e becco multicolore. L’escursione a Drangarnir e Tindhólmur è sicuramente la più spettacolare. L’unico modo per affrontarla è con una guida locale che accompagna i visitatori in giorni prestabiliti. La partenza è nei pressi della cittadina di Sørvágur, che vanta una delle poche spiagge di tutto l’arcipelago. Dopo circa 2/3 ore di cammino lungo un sentiero che fiancheggia il Sørvágsfjørður raggiungerete la vostra meta: gli speroni rocciosi “StóriDrangur” e “LítliDrangur”, conosciuti come Drangarnir. Alle loro spalle si erge dal mare l’isolotto Tindhólmur, dalla cima frastagliata. La natura mostra qui tutta la sua potenza: il vento che soffia da ovest è così forte da far perdere l’equilibrio e le onde del mare, che negli anni hanno scolpito queste incredibili architetture di roccia, sono in costante movimento.
Streymoy Island

L’isola di Streymoy è la più grande dell’arcipelago. Per raggiungerla da Vágar vi basterà attraversare il tunnel sottomarino di 4,9 km inaugurato nel 2002. L’isola è caratterizzata da un paesaggio montagnoso, interrotto da laghi e cascate. Su quest’isola risiede il 40% dell’intera popolazione delle Isole Faroe, la cui maggioranza si concentra nella città di Tórshavn, la capitale più piccola del mondo. Conta circa 20.000 abitanti ed è la sede del governo e delle università, nonché il principale porto commerciale di tutte le isole. Passeggiate nella città vecchia, conosciuta come “Reyn”, dalle caratteristiche case in legno scuro, con infissi rossi e l’immancabile tetto d’erba, e visitate il Museo Nazionale, Tjóðsavnið, per conoscere la geologia di queste isole e la storia dei suoi abitanti. La capitale è un ottimo punto di partenza per visitare l’isola di Streymoy. Iniziate dirigendovi a sud, verso il piccolo villaggio di Kirkjubøur, che è anche il sito storico più antico delle Isole Faroe: durante il medioevo fu scelta come sede episcopale e divenne il centro spirituale della società faroese. Il sito ospita la chiesa medioevale di St. Olav e le rovine in pietra dell’antica cattedrale.

Dirigetevi poi verso nord e, se il tempo è soleggiato, fate una piccola deviazione lungo il percorso per raggiungere il punto panoramico sulla vetta della montagna Sornfelli, a 749 m di altezza, per godere di un panorama magnifico sulle isole dell’arcipelago. Lungo la costa nord-orientale dell’isola di Streymoy si trova Fossá, la più grande cascata delle Isole Faroe. I due salti lungo la scogliera di roccia nera totalizzano un dislivello di 140 m. La portata d’acqua cambia drasticamente in base alle condizioni atmosferiche, in quanto il bacino d’acqua in alta quota che la alimenta viene riempito da acqua piovana. Spingendovi ancora più a nord raggiungerete il villaggio di Tjørnuvík, antico sito di sepoltura vichingo, dove oggi vivono in serenità una settantina di abitanti. Il sito deve la sua fama all’incredibile scenario naturale: un’enorme vallata di origine glaciale fiancheggiata da ripide montagne che termina con una spiaggia di sabbia nera. Da qui la vista spazia fino ai bellissimi faraglioni Risin e Kellingin, che si stagliano nel mare in lontananza. Prima di lasciare l’isola di Streymoy visitate il villaggio di Saksun, all’estremità nord-occidentale dell’isola. Il villaggio, che si integra perfettamente nel paesaggio naturale con le sue case dai caratteristici tetti d’erba, è diviso in due dal fiume Dalsá e si affaccia su un ampio lago, conosciuto come “Pollurintidallagoon”. Questa laguna dalle acque limpide, alimentata dai fiumi che scendono dalle ripide montagne, era un tempo un porto naturale, rimasto chiuso dall’accumulo di sabbia durante una tempesta. In presenza di bassa marea, quando l’acqua si ritira, è possibile raggiungere a piedi il mare aperto.
Eysturoy Island

Per raggiungere l’isola di Eysturoy vi basterà attraversare il ponte stradale conosciuto come l’unico ponte sull’Oceano Nord Atlantico. Quest’isola è la seconda delle Faroe per dimensioni ed è ricca di rilievi. I principali punti di interesse si trovano tutti nella parte settentrionale, a poca distanza gli uni dagli altri. Il monte Slættaratindur, che raggiunge gli 882 m, è il più alto dell’arcipelago. La sua cima è raggiungibile seguendo la cresta orientale e inerpicandosi lungo il pendio della montagna per circa un’ ora. La vista che si gode dalla cima è mozzafiato e spazia dall’isola di Viðoy a nord fino ai confini di Suðuroy a sud. Gjogv è un villaggio incantevole fatto di case colorate che guardano verso l’oceano e l’isola di Kalsoy. Il suo nome significa letteralmente “gola”, a testimonianza della presenza di una profonda spaccatura nella roccia al lato della città, dove le onde del mare entrano prepotentemente. Un nuovo sentiero di recente costruzione, che parte dal versante occidentale del villaggio, raggiunge la cima di un’imponente scogliera a picco sul mare, da cui si gode di un ottimo panorama sulla vallata e sulle isole orientali. Per raggiungere il monte Slættaratindur e il paesino di Gjogv, sarete sicuramente passati per il villaggio di Eiði, a cavalcioni di un piccolo istmo. La strada che collega Eiði a Finningur è estremamente panoramica e offre viste mozzafiato sugli isolotti rocciosi Risin e Kellingin: il suggerimento è di osservarli al tramonto se si presenterà l’occasione.
Viðoy Island

L’isola di Viðoy è la più settentrionale delle Isole Faroe. Il suo nome in lingua locale significa “isola del legno”, a dispetto del fatto che non ci siano alberi su queste isole: l’appellativo infatti è dovuto al legno spiaggiato proveniente dalla Siberia e dal Nord America, trasportato fin qui dalle correnti oceaniche. È proprio con questo legname che i faroesi costruirono i primi insediamenti sulle isole.
Viðareiði è il punto di partenza dell’escursione al Cape Enniberg che, con i suoi 754 m di altezza, è la seconda scogliera più alta d’Europa. La camminata è piuttosto faticosa e consigliamo di farla solo in caso di buona visibilità. Abbiamo deciso di affrontare questo trekking nonostante il brutto tempo camminando per ore in mezzo alle nuvole, intorno solo qualche pecora solitaria, ma in condizioni climatiche migliori, la vista dall’alto e magnifica e ripaga la fatica della salita.
Borðoy Island

Borðoy è la più grande delle isole settentrionali, collegata all’isola di Eysturoy da un secondo tunnel sottomarino, di 5,6 km. Le principali caratteristiche di queste isole sono la scarsità di popolazione e la bellezza del paesaggio. La sensazione di trovarsi in un luogo estremamente remoto e fuori dal mondo, è qui ancora più forte. Klaksvík è la seconda città delle Faroe ed ospita la più grande flotta di pescherecci dell’arcipelago. Il porto è racchiuso tra due imponenti rilievi ed è dominato dagli impressionanti pendii dell’isola di Kunoy, posti sull’altro lato del braccio di mare. Consigliamo vivamente l’escursione al monte Klakkur, un balcone panoramico sui fiordi che sovrasta la città di Klaksvík. Da qui la vista spazia dalla vicina Kalsoy fino a Nolsoy.
Kalsoy Island

Kalsoy ha una forma molto particolare: è stretta e lunga, con una cresta di rilievi appuntiti. Il versante occidentale è formato da scogliere alquanto scoscese e impraticabili, mentre il lato orientale ospita quattro piccoli villaggi, collegati tra loro da una serie di gallerie piuttosto rudimentali scavate nella roccia. Per arrivare sull’isola dovrete prendere il traghetto da Klaksvík, raggiungendo il molo per l’imbarco con almeno mezz’ora di anticipo, poiché il traghetto accoglie solo una ventina di automobili e non è prenotabile. Una volta sbarcati a Syðradalur, dirigetevi a Trøllanes, all’estremità settentrionale dell’isola e punto di partenza dell’escursione al faro di Kallur. Il sentiero è praticamente inesistente e il terreno è estremamente umido, ma ci vorrà poco per raggiungere la vostra meta: un piccolo faro situato sulla cima di una ripida scogliera popolata da una miriade di volatili che si librano nel cielo sfruttando il vento incessante. Se la giornata è limpida la vista spazierà fino agli scogli di Risin e Kellingin a ovest e al Cape Enniberg a est. Presso le scogliere del villaggio di Trøllanes è facile avvistare qualche pulcinella di mare che si nasconde tra l’erba alta: un’ opportunità da non perdere. Prima di lasciare l’isola di Kalsoy fermatevi nei pressi di Mikladalur, un paesino silenzioso con una vista bellissima sui pendii dell’isola di Kunoy. Se scendete la ripida scalinata in pietra fino al mare potrete osservare la statua della donna-foca, ispirata ad una leggenda popolare piuttosto curiosa che avrete modo di leggere grazie ad un cartello informativo.
Mykines Island

Avremmo voluto dedicare l’ultima giornata del viaggio alla visita dell’isola di Mykines, raggiungibile in battello dall’isola di Vágar, ma ancora una volta le condizioni metereologiche imprevedibili delle Isole Faroe hanno rovinato i piani: la corsa in traghetto è stata cancellata il giorno stesso per condizioni climatiche avverse e mare burrascoso. L’isola è raggiungibile in barca o elicottero: per entrambi consigliamo di prenotare con almeno due settimane di anticipo, in quanto i posti sono limitati e c’è molta richiesta. Se siete veramente intenzionati a visitare l’isola, famosa per il suo faro e la grande colonia di puffin, è preferibile realizzare più prenotazioni per evitare eventuali cancellazioni impreviste. Altrimenti le Isole Faroe offrono altrettanti luoghi di interesse che per motivi di tempo sono stati esclusi da quest’itinerario e che potete visitare in alternativa a quelli proposti, tra cui le scogliere di Vestmanna, l’escursione a Dunnesdrangar e le isole di Sandoy e Suduroy.
Testo e foto e di Riccardo Melca|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
INFOUTILI
Informazioni: le Isole Faroer sono una regione autonoma, con un proprio parlamento, del Regno di Danimarca, quindi l’Ente del Turismo di riferimento è quello danese www.visitdenmark.it ma ci si può rivolgere anche all’ente locale: www.visitfaroeislands.com
Quando andare – clima: il tempo è un aspetto molto mutevole alle Isole Faroer, dal sole più splendente si può passare a una tempesta di grandine e finire con la nebbia. Le temperature vanno dai 2-3 gradi in inverno (grazie alla Corrente del Golfo), ai 12 gradi dell’estate. L’aria è sempre pulita. I mesi migliori per visitare l’arcipelago sono quelli estivi
Come arrivare: dall’Italia si vola con SAS su Copenhagen e poi in connessione si prosegue per le Isole Faroer con Atlantic Airways fino all’aeroporto di Vagar.
Dove dormire: Hotel Tórshavn, Tórsgøta 4, di fronte al porto. Doppia a partire da 120 €
Dove mangiare: nella zona del porto si trovano numerosi ristoranti dove si serve cucina internazionale come il Glitnir e il Hvonn Brasserie, nello stesso edificio dell’ Hotel Tórshavn. Per degustare i piatti della cucina locale, come la carne e il grasso di balena affumicati, oppure la coscia di pecora seccata al vento, si deve andare al ristorante Glasstovan dell’Hotel Føroyar, a Tórshavn.
Fuso orario: – 1 ora rispetto all’Italia.
Documenti: per i cittadini europei occorre il passaporto senza visto.
Lingua: la lingua parlata è il Faroese; diverso dal danese che è pure parlato dalla popolazione locale. L’inglese è la lingua internazionale parlata da tutti.
Religione: l’80% appartiene alla Chiesa Evangelica Luterana.
Valuta: Corona faroese , la Corona danese e l’EURO sono largamente accettati
Elettricità: 220 volt
Prefisso telefonico: il prefisso internazionale per chiamare alle Isole Faroer è +298
Abbigliamento: Il tempo cambia in un istante: in qualsiasi stagione servono capi pesanti e antivento. Le scarpe più indicate sono quelle da trekking leggero, se non si hanno in programma escursioni di grado più difficile.
Acquisti: per oggetti in lana tessuti a mano l’indirizzo giusto è Sirri in centro a Tórshavn www.sirri.fo
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