L’India raccontata senza mezze misure in un libro di Silvio Grocchetti

Un mercato in India foto Lucio Rossi

Quando qualcuno mi comunica con leggerezza di aver deciso di andare in India per la prima volta, la mia reazione iniziale sarebbe quella di mollargli un ceffone a bruciapelo. Non per cattiveria, ma per amore, per prepararlo, per dirgli: “Vacci, ma vacci cauto”.

Nelle ultime settimane ho letto un libro che trasforma quello schiaffo in un avvertimento meno fisico e più completo: si tratta de Le forme dell’India uscito a gennaio 2019 e scritto da Silvio Grocchetti per Alpine Studio.

I racconti di quest’opera sono semplicemente giusti: non indorano la pillola. Parlano senza mezze misure della diffidenza che caratterizza gli occidentali che arrivano in India, dove tutto – almeno all’inizio – assume le sembianze del pericolo e della violenza, e dove si viene a contatto con una povertà che – a differenza di quella che sperimentiamo in Occidente – là viene scritta con un’enorme P maiuscola.

Silvio Grocchetti mette i lettori di fronte a realtà atroci come la situazione della donna, che continua non solo ad essere sottomessa a leggi medievali, ma anche e soprattutto ad essere uccisa ad un ritmo disarmante.  Descrive del Nulla e del buio che ammantano la campagna indiana: è un’oscurità a cui noi non siamo abituati. Eppure, è proprio in mezzo a questa tenebra – reale o metaforica – che avvengono delle illuminazioni e l’autore ci accompagna attraverso diversi tentativi di rinascita.

Narra, giustamente senza romanticismo, di Varanasi: qui si va ad aspettare il Moksha, la liberazione dal ciclo delle esistenze, in case di accoglienza dove si viene curati e dove si aspetta la Morte, ma non si smette di vivere.

Oppure parla della Casa delle Vedove Nepalesi, che dà ospitalità a coloro che, per le ragioni più disparate, si trovano nella città della Mother Ganga e lì possono aspettare la fine del Samsara con dignità. Passa ad Agra, e invece di soffermarsi solo sulla magnificenza del Taj Mahal, Silvio ci parla del Sheroes Hangout, un locale a due passi dal Grande Polpo Bianco (NdR altro nome del Taj Mahal): qui alcune vittime hanno avuto l’opportunità e la forza di rinascere lavorando come cameriere dopo aver subito attacchi con l’acido, che sono solo una delle declinazioni di violenza inaudita perpetrate nei confronti delle donne in questo continente.

Silvio Grocchetti ci butta in faccia l’India, e fa bene: la luce, le tenebre, i sorrisi, la vita e la morte, l’Uomo-Scimmia, i maghi che ne affollano le strade, gli odori e gli inganni, i timidi atti di ribellione e le spinte estreme verso il cambiamento. Tutto questo è l’India. Preparatevi a precipitare.

Libro: Le forme dell’India di Alpine Studio – Autore: Silvio Grocchetti

Testo di Vanessa Marenco  |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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