Pavia longobarda e Certosa

Foto Eugenio Bersani

Stiamo attraversando un inverno primaverile e in primavera, di solito, è consuetudine fare le famose “gite fuori porta”, lasciando la città per escursioni culturali, gastronomiche, comunque piacevoli. Se il clima in febbraio-marzo rimane “matto”, ecco la proposta di una gita in un certo senso speciale: le superstiti vestigia della Pavia longobarda e la vicina Certosa. Luoghi e monumenti di assoluto interesse culturale.

Pavia longobarda – A partire dal VII secolo, Pavia (Ticinum e Papia i nomi precedenti) è stata la capitale del regno Longobardo; città più importante di Milano, di Monza e di Brescia, località parimenti conquistate dalle genti venute dal nord Europa. Dopo la conversione dei Longobardi alla religione cattolica, per merito della regina Teodolinda, ha fatto seguito la costruzione di molte chiese e monasteri, eretti principalmente tra il VII e l’VIII secolo. Molti non sono sopravvissuti alle vicende storiche e al tempo; ad ogni modo, accanto ai frammenti architettonici e agli oggetti conservati nel museo civico, le testimonianze longobarde di Pavia non sono poche; eccole:

Cripta di Santa Maria alle Cacce – Probabilmente fondata da Ragimperto, re per un solo anno (VIII secolo), dell’antica basilica rimane una colonna con capitello corinzio di età tardo-antica, mentre è la cripta a conservare le tracce più leggibili dell’epoca longobarda.

Cripta di Sant’Eusebio – Il principale edificio religioso pavese d’età longobarda è situato in piazza Leonardo da Vinci; costruita come cattedrale ariana da Rotari (636-652) è divenuta in seguito il fulcro della conversione dei Longobardi sostenuta, proprio a Pavia, da re Ariperto I (653-661) e dal vescovo Anastasio. Della cripta del VII secolo restano oggi alcuni preziosi capitelli.

Monastero di Teodote – Un tempo monastero femminile, risale all’VIII secolo ed è nel recinto del Seminario Vescovile.Il monastero avrebbe preso il nome dalla giovane Teodote, violata dal re longobardo Cuniperto e da lui fatta rinchiudere in questo luogo.

Foto Eugenio Bersani

Monastero di Santa Maria e Sant’Aureliano detto del Senatore – Già monastero femminile, si trova in via Bossolaro ed è stato edificato nella prima metà dell’VIII secolo. Abitato dal nobile Senatore e dalla moglie Teodolinda, diviene per volere dei coniugi un cenobio nel quale vivono come monache Sinelinda (figlia di Teodolinda) e Liceria, sorella di Senatore.

Monastero di San FeliceSi trova in via Orfanotrofio e risale all’epoca dell’ultimo re longobardo Desiderio, qui vissuto con la moglie Anna. Gli scavi archeologici hanno portato alla luce la presenza di tombe dell’VIII secolo. Nella zona absidale della cripta sono esposte tre arche funerarie di età ottoniana (X secolo). Con il nome di Palazzo San Felice, è ora sede universitaria.

San Giovanni Domnarum – Chiesa delle “signore” (per via di un fonte battesimale dedicato alle sole donne) si trova in via Mascheroni ed è chiesa fondata da Gundiperga, moglie di re Rotari. La parte più autentica è costituita dalla cripta, che conserva capitelli corinzi con foglie angolari.

San Pietro in Ciel d’Oro – Sorta all’inizio del VII secolo, questa splendida chiesa è stata menzionata per la prima volta dallo storico longobardo Paolo Diacono. Fondata da re Liutprando per ospitare le spoglie di Sant’Agostino, custodite sino all’anno 722 a Cagliari. La Basilica è stata completamente ricostruita alla fine del XII secolo.

Basilica di San Michele Maggiore – La prima edificazione, dedicata a San Michele Arcangelo, risale al periodo longobardo e si trovava dove in precedenza c’era la cappella del Palazzo Reale.

La Certosa di Pavia Foto di Pascvii on YouTube🎬 da Pixabay

Certosa di Pavia – La costruzione risale agli ultimi anni del 1390 sotto la guida di Bernardo da Venezia e il completamento al primo trentennio del Seicento, con l’aggiunta della foresteria ad opera di Francesco Maria Ricchino. Il monumento era stato concepito da Gian Galeazzo Visconti come suo personale mausoleo. Gli interventi originari – specie le fondamenta – mostrano la fusione di elementi architettonici tardo romanici e gotici, presenti anche nella grande chiesa iniziata nel 1450 sotto la direzione di Giovanni Solari, coadiuvato dal figlio Guiniforte; gradevoli sono i due chiostri dell’abbazia. Un aspetto particolare del complesso è rappresentato dalle ventiquattro casette allineate attorno al perimetro dell’edificio, piccoli eremi per i frati certosini che le abitano. Nei locali della certosa i frati vendono liquori alle erbe e prodotti cosmetici ricavati da sostanze vegetali naturali. Un “mercatino” di grande tradizione e successo.

Libertas Dicendi n° 249 del ‘Columnist’ Federico Formignani |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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