Borghi, piazze, colline, castelli e le campagne più iconiche del mondo. Ogni cosa vista da una nuova prospettiva: sorvolando la Toscana.
Testo di Stefano Ghetti Foto di Vittorio Sciosia

“Toscana” significa colline dai profili dolci, campi coltivati e interrotti da boschetti e da filari di cipressi, borghi protetti da antiche mura e castelli rinascimentali. In questo reportage vediamo tutto questo, anzi: voliamo su tutto questo. Immagini aeree ci accompagnano attraverso l’entroterra di questo patrimonio che è la Toscana, partendo dalle geometrie rinascimentali di Arezzo e costeggiando l’Arno, poi superando le montagne per giungere a Certaldo. Da qui a sud, verso San Gimignano, città dell’olio e del vino, e poi Monteriggioni. Una deviazione all’abbazia di San Galgano, per concludere l’itinerario a San Quirico d’Orcia, adagiato su quella che probabilmente è la valle collinare più bella del mondo.
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Arezzo geometrica

Un’ora esatta di auto separa Arezzo da Firenze, a nord-ovest, e da Perugia, a sud-est. Questa vicinanza con il capoluogo della Toscana e con quello dell’Umbria si esprime anche osservando la cultura e le architetture cittadine, che si perdono tra la poesia dei poeti medievali (Petrarca nacque proprio ad Arezzo), e i palazzi gotici e rinascimentali.
Nell’estremità settentrionale del centro storico ecco la lunga e sottile Piazza del Duomo, dominata dall’ampia scalinata che delimita la facciata della Cattedrale dei Santi Pietro e Donato. Lo stile gotico si percepisce ancora di più nell’interno, illuminato da alti e sottilissimi finestroni.
Appena fuori dal centro ecco il Monumento a Francesco Petrarca, in mezzo al verde Passeggio del Prato, e poi l’imponente Fortezza Medicea, sull’apice del lieve promontorio su cui sorge la città.
Scendendo su Corso Italia è facile distrarsi davanti alle vetrine dei negozi e concedersi un caffè nei bar e nei ristoranti su entrambi i lati della strada. Numerose piazzette si aprono sul corso, ma la principale è quella che si raggiunge attraverso via di Seteria: è Piazza Grande, il più importante punto di ritrovo della città, e indubbiamente il più caratteristico. Su di essa si affacciano palazzi di epoche differenti, ma ad una prima impressione ciò che più colpisce è la pronunciata pendenza della piazza stessa, che si adatta alla morfologia del promontorio. Bandiere colorate appese ai balconi, mercati, bar sotto le logge dei palazzi animano questo luogo, eppure il disegno geometrico sul selciato della piazza si può osservare alla perfezione solo dall’alto: così irregolare, eppure così perfetto: un quadrato inscritto in un trapezio e al centro un piccolo cerchio. All’inizio e alla fine dell’estate la piazza diventa il palcoscenico della Giostra del Saracino, il torneo equestre che ha reso celebre Arezzo nel mondo.
Da Petrarca a Boccaccio: Certaldo

Se Arezzo diede i natali a Petrarca, Certaldo può vantare, tra i suoi personaggi famosi, nientemeno che Giovanni Boccaccio: qui il poeta nacque e qui morì, dopo aver donato al mondo alcune delle opere più importanti del panorama letterario italiano. Ma Certaldo non è “solo” poesia e letteratura: i suoi palazzi storici e la sua ubicazione ne fanno un borgo davvero piacevole. Si adagia sui lievi pendii della Val d’Elsa, e la cinta muraria del borgo medievale, Certaldo Alto, lo rende perfettamente intonato con il verde circostante. Dall’alto le mura si notano ancora meglio, così come il tessuto urbanistico: in effetti Certaldo Alto, grazie alle sue vie e alle sue fortificazioni, è uno dei borghi medievali meglio conservati d’Europa: a parte pochissimi interventi rinascimentali, questo centro è rimasto identico a com’era quasi 7 secoli fa.
La spina dorsale del borgo è, nemmeno a dirlo, Via Giovanni Boccaccio, che sale fino al Palazzo Pretorio, sede del Comune. Una breve ma ripida funicolare a cremagliera (a cui si accede da Piazza Boccaccio) collega la parte bassa di Certaldo con il borgo medievale, in meno di un minuto.
Le torri a San Gimignano

Proseguendo nella Val d’Elsa, su una collina più alta delle altre si scorge San Gimignano. Non a caso questo borgo è inserito nella lista dei Patrimoni dell’Umanità UNESCO già dal 1990. E il motivo è chiaro già a una prima occhiata: oltre ad aver conservato un’atmosfera “feudale” e a contenere numerosi capolavori d’arte italiana del ‘300 e del ‘400, San Gimignano ha conservato ben 14 torri medievali. Similmente ad altri centri, le famiglie nobili della città costruirono delle case-torri come simboli della loro ricchezza e del loro potere. In epoca tardo medievale probabilmente in questo borgo erano addirittura 72. Ad oggi, sebbene il numero sia diminuito, questi alti edifici sono ancora il simbolo della città. La più alta misura 54 metri, ed è la Torre del Podestà, detta anche Torre Grossa. La più antica fu eretta all’inizio del ‘200, ed è la Torre Rognosa. I profili degli alti edifici si stagliano sulle colline verdi, e si vedono ancora meglio proprio dall’esterno del centro, e dalle foto dal cielo.
Le mura circolari di Monteriggioni

Forse non saranno un cerchio perfetto, ma ci manca poco. Eppure, giungendo a Monteriggioni, le mura – pure impressionanti tanto sono perfette e ben conservate – non rendono appieno l’idea. Le foto aeree mostrano ciò che, da terra, non riusciremmo a vedere in un sol momento: il borgo è totalmente ed efficacemente difeso dalle spesse mura, mai intervallate se non da 11 torri (in origine erano 15, ma 4 sono state ridotte all’altezza delle mura stesse, e quindi non sono più visibili) e da 2 porte, uniche vie d’accesso al borgo. Sarebbe in pratica ancora possibile percorrere l’intero perimetro sulla cinta anche se, per ragioni di sicurezza, solo alcuni tratti del camminamento sono aperti. E da questi si può godere di un panorama classicamente toscano, sul Chianti e sulla Montagnola Senese: boschetti verdi e grandi vigneti interrotti da lunghi viali alberati. Su piazza Roma, nel cuore del borgo, sorge la chiesa di Santa Maria Assunta, la cui facciata risale al 1235. Fuori dalle mura altri edifici, sempre all’interno del territorio comunale di Monteriggioni, meritano una sosta, come l’abbazia dei Santi Salvatore e Cirino, e il museo Casa Giubileo sul Montemaggio.
Una deviazione a San Galgano

Di abbazie ne esistono tante, anche in Italia e nella stessa Toscana. Eppure questa è un unicum, ed è chiaro il perché: entrando in chiesa la luce non diminuisce: manca il tetto. In effetti l’abbazia di San Galgano è completamente ridotta in rovina, e conserva solo le mura, che però le conferiscono quell’atmosfera che affascinava tanto i pittori romantici ottocenteschi quando dipingevano i ruderi di antichi palazzi di epoche remote. La totale mancanza di una copertura evidenzia le forme architettoniche e la pianta a croce latina, che è molto più chiara rispetto a qualsiasi altra chiesa “completa”: e dall’alto si nota ancor meglio. Per questa caratteristica l’abbazia è unica in Italia (l’unica altra abbazia “scoperta” di questo genere è quella della Santissima Trinità di Venosa, ma non è una rovina, bensì il risultato di un cantiere mai terminato), e ricorda incredibilmente altre chiese sparse in tutta Europa, come il Convento Do Carmo a Lisbona, l’abbazia di Jedburg in Scozia, il monastero di Eldena in Germania. A pochi passi dall’abbazia sorge la Cappella di San Galgano a Montesiepi, che conserva la spada che, secondo la tradizione, San Galgano inserì nella roccia in segno di rinuncia alla vita dissoluta. Un piccolo mito arturiano “made in Italy”.
San Quirico: la Val D’Orcia e i suoi cipressi

Per quanto il comune di San Quirico sia costituito da un suggestivo borgo antico, la scena viene rubata dalla campagna al di fuori dell’abitato, e in particolare dal panorama classico e più fotografato della Val D’Orcia e dell’intera Toscana: quello dei cipressi di San Quirico.
La Val D’Orcia è un Patrimonio UNESCO per i suoi centri storici ma soprattutto per i suoi paesaggi, che mostrano l’ eccezionale sintonia tra la natura e l’uomo che ha saputo trasformarla in modo intelligente, creando viali alberati, gradevoli edifici, campi coltivati. Atmosfere che hanno ispirato molti artisti rinascimentali. E trovarsi davanti a quei cipressi fa sorgere subito quell’emozione che provarono gli antichi pittori e, in tempi più recenti, i registi e gli attori che qui hanno ambientato le scene di alcuni dei film più famosi della storia del cinema: Romeo e Giulietta, Il Paziente inglese, Il Gladiatore.
Davanti ai gruppetti di cipressi isolati in mezzo ai campi non si può che restare in contemplazione, ammirando un paesaggio perfetto, specialmente al tramonto, quando le ombre allungate degli alberi si stendono sulla terra arata, prima che venga sera.
Nel mese di marzo la seconda puntata di “Toscana dal cielo”!
Informazioni
Come arrivare:
In auto
Arezzo è facilmente raggiungibile in auto da Firenze percorrendo l’autostrada A1 verso sud, oppure da Perugia tramite il raccordo Bettolle-Perugia e poi sull’A1.
Certaldo si può raggiungere sia da Firenze sia da Siena tramite il raccordo autostradale Firenze-Siena. Stesso itinerario per raggiungere i vicini comuni di San Gimignano e Monteriggioni.
L’abbazia di San Galgano si raggiunge tramite la Strada Provinciale 73 bis da Siena, e da Firenze tramite la Provinciale 541 “Traversa Maremmana”, uscendo dal Raccordo Firenze-Siena.
San Quirico è raggiungibile uscendo a Bettolle (sia per chi percorre l’A1 da nord, sia per chi arriva da Perugia sul raccordo Bettolle-Perugia), e poi seguendo le indicazioni in circa 40 minuti.
In treno
Arezzo si trova sulla linea Firenze-Roma, ed è quindi facilmente raggiungibile in treno. Anche Certaldo è servita da stazione ferroviaria, trovandosi sulla linea Empoli-Siena.
La stazione più vicina a San Gimignano è quella di Poggibonsi, sempre sulla Empoli-Siena, e sulla stessa linea si trova la stazione di Castellina in Chianti, da cui raggiungere Monteriggioni in meno di 10 minuti di auto.
La stazione più vicina a San Quirico d’Orcia è quella di Buonconvento, sulla linea Siena-Grosseto.
Gli aeroporti più vicini alle tappe dell’itinerario sono quelli di Pisa, Perugia, Firenze e Bologna.
Suggerimenti: La linea ferroviaria Grosseto-Siena è considerata una delle più belle d’Italia: i panorami visibili dal finestrino sulla Val d’Orcia sono davvero piacevoli. Questo itinerario può essere un’ottima occasione.
Eventi: La Giostra del Saracino si disputa ad Arezzo, in Piazza Grande, due volte l’anno: il penultimo sabato di giugno, in notturna, e la prima domenica di settembre.
Linkutili: Comune di Arezzo
Comune di Certaldo . L’ufficio turistico di Certaldo si trova in Via Giovanni Boccaccio, 2.
Pro Loco di San Gimignano . L’ufficio turistico di San Gimignano è in Piazza Duomo, 1.
Per informazioni sull’Abbazia di San Galgano, è possibile recarsi all’ufficio informazioni turistiche di Chiusdino (10 min di auto dall’abbazia).
Informazioni turistiche sul sito del comune di san Quirico

Testo di Stefano Ghetti Foto di Vittorio Sciosia|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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