La zona che da Milano conduce al fiume Ticino è oggi densamente popolata, ma è un territorio ricco di acque e di persistente vocazione agricola. Piccoli e grandi borghi accompagnano il visitatore, lungo i Navigli e sino al fiume, attraverso panorami di grande bellezza.
Testo di Federico Formignani foto di Lucio Rossi

Milano è senza mare e purtroppo anche senza fiumi. Se lo fate presente a un milanese non vi risponderà, ma è probabile vi guardi un po’ storto. I milanesi sostengono infatti di avere ben due fiumi: l’Olona e il Lambro; il primo a sinistra e il secondo a destra rispetto al Duomo. Ma sono fiumi che in città sono quasi del tutto “spariti”: inghiottiti dall’espansione urbana e mortificati per lunghi tratti in percorsi sotterranei.
Ma se volete approfondire con quelli di Milano il discorso sulla presenza e l’importanza dell’acqua nella zona, subito vi diranno che questa è la terra dei Navigli e della Darsena, di un grande fiume (il Ticino) e di un altro ancora più grande (il Po); entrambi collegati per vie traverse a quei due canali artificiali costruiti all’epoca dei Visconti e degli Sforza e studiati, disegnati e in parte concepiti, addirittura da Leonardo da Vinci. Se non è nobiltà d’acque questa, che altro si può pretendere? L’area lombarda pianeggiante che si distende fra la metropoli e il Ticino è densamente innervata dalle acque di fiumi, canali, rogge, ruscelli, con l’aggiunta (un tempo) delle marcite, una forma di irrigazione inventata dai monaci. Non mancano, infine, i campi allagati per la coltivazione del riso; molta di quest’acqua è ancora acqua mera (acqua pura) come la definiva Dante Alighieri. Una “passeggiata” nei terreni del Parco del Ticino e attraverso le località dell’ovest milanese, rappresenta ancor oggi per molti la possibilità di vivere a contatto con una natura dalle molteplici attrattive.
Un itinerario vario e coinvolgente
Da Milano il Naviglio Grande arriva diritto e continuo ad Abbiategrasso, passando per Gaggiano; quindi punta verso nord e il primo centro interessante che si incontra è Cassinetta di Lugagnano. Mentre Cassinetta (piccola cascina) si spiega da sé, desta sorpresa Lugagnano, che pare derivi dal nome latino Lucanius (uomo dei boschi) a testimonianza di una presenza umana antica. Cassinetta è divisa in due parti dal Naviglio, collegate da uno storico ponte costruito nel Seicento all’epoca della dominazione spagnola del Ducato di Milano, accanto al quale c’è la statua di San Carlo Borromeo, venuto in visita nel 1584. Cassinetta è famosa per le sue molte ville del Settecento, edificate dalle più importanti famiglie milanesi (Trivulzio, Visconti, Mantegazza, Castiglioni, Parravicini); erano “ville di delizia”, case nobiliari frequentate per la villeggiatura e in occasione dei periodici controlli sulla gestione dei terreni da parte dei fittavoli. Le ville più importanti sono villa Negri, la cinquecentesca villa Birago Clari Monzini e la neoclassica villa Visconti Castiglione Maineri, che si riflette nel canale. A Cassinetta c’è l’attracco del battello che porta i turisti a navigare lungo il Naviglio; lo scenario del Parco del Ticino è particolarmente apprezzato dai visitatori: è ricco di fauna, di verde, di piste ciclabili e offre scorci panoramici incantevoli.
Pochi chilometri e si incontra Robecco sul Naviglio, località e terreni circostanti un tempo di pertinenza dell’Abbazia di Morimondo e della Basilica di Sant’Ambrogio; beni successivamente incamerati dai Visconti prima e dagli Sforza dopo. Robecco affaccia sul Naviglio Grande e il centro storico conserva l’antico impianto fatto di stradine e vicoli caratteristici; numerose anche le ville un tempo di proprietà di nobili famiglie milanesi, quali i Borromeo-Visconti, gli Archinto, i Litta, i Clerici, i Verri e i Castelbarco. La villa forse più nota è quella chiamata “Villa Gaia” perché Ludovico il Moro la utilizzava come piccola corte dei divertimenti; il cortile è ricco di decorazioni cinquecentesche e il bellissimo giardino sovrasta il Naviglio. Prossimi a Villa Gaia si trovano il bel Palazzo Archinto e gli splendidi giardini di Villa Gromo di Ternengo.

Due località, strettamente collegate al Naviglio Grande e al fiume Ticino, molto vicine una all’altra, sono Boffalora Sopra Ticino e, superata Bernate Ticino con la sua splendida Canonica Agostiniana, Castelletto di Cuggiono con la maestosa scalinata di Villa Clerici. Nell’Ottocento e sino al 1913, anno di soppressione definitiva, c’era una “barca-corriere” di trasporto sul Naviglio, chiamata dai milanesi Barchètt de Boffalora; resa famosa da una commedia in dialetto di Cletto Arrighi, questa barca partiva dalla Darsena della città e terminava sulle sponde del Ticino. Un’altra curiosità di Boffalora: pare che da queste parti sia passato persino Scipione l’Africano, impegnato a combattere Annibale, quello che era disceso dalle Alpi con i suoi elefanti! Ricorsi storici a parte, sia Boffalora che Castelletto sono località cresciute nel tempo grazie alla vicinanza del Ticino, come luoghi di transito e commerci.
Dal Naviglio Grande a sud, lungo il fiume

Fuori dagli itinerari del Naviglio, poco più a sud ma località intimamente legata alla vita del Ticino, ecco l’Abbazia di Morimondo, fondata nell’anno 1136 da monaci cistercensi che venivano dalla località di Morimond (a nord di Digione). Lo scopo primario dell’abbazia, sin dai primi anni, è stato quello di fungere da centro promotore della colonizzazione agricola nel sud di Milano, al pari delle due altre famose abbazie di Viboldone e Chiaravalle. Da sempre, Morimondo è una meta turistica di rilievo, in Lombardia. La Fondazione Abbatia Sancte Marie de Morimundo è un importante centro di documentazione storica sull’architettura e sull’agricoltura praticate dai monaci fondatori; dispone di una biblioteca specializzata sulla cultura cistercense e conserva interessanti documenti d’archivio sulla vita monastica del complesso religioso. Fra le molte iniziative culturali dell’abbazia – mostre, corsi e viaggi per approfondire la conoscenza della cultura nata nei monasteri d’Europa – vengono anche organizzati eventi d’aggregazione, come ad esempio quelli relativi al “cibo del pellegrino”: pranzi con vivande approntate secondo ricette originali del medioevo.

Ancora un po’ più a sud, sempre lungo il fiume, ed ecco Bereguardo, orgogliosa del suo splendido Castello Visconteo che conserva tutt’attorno le tracce dell’antico fossato; il castello, che si trova nel centro cittadino, sorge su un terrazzamento naturale prospiciente il fiume. La “perla” turistica di Bereguardo è stata edificata da Luchino Visconti inizialmente come baluardo difensivo, per poi divenire una residenza di caccia. È interamente costruito in laterizi a vista e conserva una splendida grande finestra bifora sulla facciata sud. Molto interessante è inoltre la merlatura della parte sommitale e, senza dubbio rievocatori di lontani periodi storici, i resti del ponte levatoio. Il castello di Bereguardo oggi ospita gli uffici dell’amministrazione comunale. Altro monumento distintivo della cittadina è la Chiesa Parrocchiale dedicata a Sant’Antonio Abate, edificata nel 1762 su un’area un tempo occupata da una cappella fatta costruire dai Visconti nel 1425. La chiesa è a forma di croce greco-latina, sovrastata da una bella cupola ottagonale.

Parlando del Ticino che bagna Bereguardo, non si può dimenticare il famoso Ponte delle Barche che è uno degli ultimi esempi di ponte di chiatte in Italia. Costruito come opera provvisoria alla fine dell’Ottocento con barche di legno, è sopravvissuto a due guerre mondiali e “sopportato” un traffico col tempo sempre più intenso, anche se le chiatte originali sono state sostituite. Caratteristica di questo tipo di ponte è quella di seguire la portata del fiume: quando il livello dell’acqua si alza si alzano anche le barche. Con la bella stagione, il contatto diretto con il fresco Naviglio Grande e con l’impareggiabile fascino del “fiume azzurro” rappresenta, per tutti, una carica di salute e di svago, indispensabili per vivere meglio.
INFOUTILI
Per programmare una visita nella zona del Parco Naturale del Ticino si consiglia di visitare il sito del Parco
Come arrivare: l’itinerario proposto in questo servizio ha origine alla periferia ovest di Milano, raggiungibile con l’Autostrada A4 per chi proviene dal Piemonte, la A8 per chi proviene dai Laghi e la A1 per chi proviene da Sud, innestandosi poi con la Tangenziale Ovest e utilizzando l’uscita Lorenteggio. Se si desidera iniziare da Castelletto di Cuggiono, Boffalora sopra Ticino, Robecco sul Naviglio e Cassinetta si proseguirà verso nord; oppure piegando a sud in direzione di Morimondo, Motta Visconti e Bereguardo.
Quando andare – Clima: la primavera e l’autunno sono le stagioni più indicate per la bellezza dei boschi circostanti e dei corsi d’acqua che li attraversano ma questo è un itinerario che si può fare tutto l’anno, ogni stagione ha qualcosa da offrire.
Dove dormire: In questa zona è facile trovare ospitalità in bed & breakfast o piccole strutture; a Robecco potete provare Cascina Lema
Dove mangiare: A Cassinetta di Lugagnano l’Antica Osteria del Ponte, un altro indirizzo, questa volta nei dintorni dell’Abbazia di Morimondo è la Cascina Caremma. Poco distante del ponte di Castelletto di Cuggiono si trova ancora un’altra osteria con lo stesso nome, Osteria del Ponte
Testo di Federico Formignani foto di Lucio Rossi |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
Caro lettore,
Latitudes è una testata indipendente, gratis e accessibile a tutti. Ogni giorno produciamo articoli e foto di qualità perché crediamo nel giornalismo come missione. La nostra è una voce libera, ma la scelta di non avere un editore forte cui dare conto comporta che i nostri proventi siano solo quelli della pubblicità, oggi in gravissima crisi. Per questo motivo ti chiediamo di supportarci, con una piccola donazione a partire da 1 euro.
Il tuo gesto ci permetterà di continuare a fare il nostro lavoro con la professionalità che ci ha sempre contraddistinto. E con lo stesso coraggio che ormai da 10 anni ci rende orgogliosi di quello facciamo. Grazie.