L’Associazione Città del Vino indica la strada per salvare l’enoturismo.

Defiscalizzazione delle spese per i viaggi e i soggiorni nelle località che fanno parte delle “Città del vino”, ovviamente quando l’emergenza sanitaria legata al coronavirus permetterà agli italiani di spostarsi. L’obbiettivo è quello di rilanciare il turismo nostrano e offrire qualche giorno di relax a prezzi contenuti. È questa la proposta avanzata dall’Associazione Nazionale Città del Vino, alla stregua di quanto accade con le spese mediche e sanitarie.
Perché, in fondo, oltre al corpo bisogna curare anche la mente: lo stress e le ansie accumulate in questo difficile periodo possono creare problemi al fisico. Un viaggio, non appena sarà possibile farlo, potrebbe essere la medicina per curare anche lo spirito.

Gli obbiettivi
L’Associazione è nata a Siena nel 1987 per volontà di un gruppo di 39 sindaci che decisero di dar vita a questo sodalizio per contribuire a rilanciare l’immagine del vino italiano. L’obiettivo dell’associazione, alla quale aderiscono varie province ed enti, fra cui la Strade del Vino, è quello di aiutare i comuni a sviluppare, intorno ai prodotti locali ed enogastronomici, tutte quelle attività e quei progetti che permettono una migliore qualità della vita e uno sviluppo sostenibile del territorio.
Attendiamo le decisioni del governo per riorganizzare la vita sociale, i servizi, le attività e la riapertura dei nostri territori all’enoturismo, nel rispetto delle misure di tutela della salute pubblica, ha spiegato il presidente di Città del Vino, Floriano Zambon. Nell’ottica del rilancio crediamo che poter detrarre le spese di viaggio e soggiorno, debitamente documentate, così come facciamo per le spese mediche incentiverebbe l’enoturismo e darebbe un contributo importante di solidarietà economica alla filiera e alle economie dei territori.
Il provvedimento dovrebbe affiancare le iniziative del Governo per sostenere l’economia e le imprese. Il made in Italy – ha concluso Zambon – va tutelato prima che sia troppo tardi. L’agricoltura e il turismo sono due dei tanti pilastri dell’identità, del benessere e della bellezza italiana.

La situazione attuale
La realtà attuale è davvero difficile: molte aziende vitivinicole, custodi delle tradizioni dei territori stanno attualmente vivendo una forte crisi economica e finanziaria. La situazione attuale ha infatti provocato il ridimensionamento e la riorganizzazione delle vendite, nonché la chiusura dei ristoranti e della filiera dell’accoglienza. Inoltre, con la fase 2, le circostanze potrebbero anche peggiorare.
Aiutare il vino italiano
Per questo la Città del Vino ha lanciato su internet l’hastag #iobevoitaliano a sostegno delle aziende vitivinicole e del loro importante contributo al mantenimento dei paesaggi italiani del vino. A questo invito si aggiunge la campagna #iobevoirpino, lanciata dagli Ambasciatori delle Città del Vino dell’Irpinia, in provincia di Avellino.
L’acquisto di un buon vino italiano Doc e Docg, soprattutto in questo momento, può sostenere tutte le aziende in crisi. Aziende vitivinicole che molto spesso offrono accoglienza enoturistica e, vista l’impossibilità di muoversi e viaggiare, sono doppiamente penalizzate dalla crisi legata all’emergenza sanitaria.
Testo di Gabriele Laganà|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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