Quasi certamente nel prossimo futuro si dovrà ripensare a come fare turismo. Ecco cosa potrebbe accadere una volta passata la pandemia.

Le cose nella vita cambiano e spesso anche in tempi molto stretti. Il turismo è un settore che incide positivamente sulle economie di molti stati; eppure nel difficile periodo dell’emergenza sanitaria legata al coronavirus i viaggiatori, per turismo o per lavoro, sono stati mal visti e sopportati a fatica dai residenti che vedevano in loro un sostanziale pericolo. Una fase inaspettata quanto pericolosa, ma che è durata poco: ormai con al sensazione che il peggio sia passato, in molti rimpiangono le folle di persone che sbarcavano da navi, aerei e treni.
Meno turismo per tutti

Come spiega il sito Travel Industry Today, dall’ultima analisi dell’Organizzazione mondiale del turismo delle Nazioni Unite (Unwto) emerge che il turismo globale potrebbero diminuire dell’80% quest’anno a causa della pandemia. Se la stima disastrosa dovesse essere confermata dai fatti, si creerebbe un corto circuito potenzialmente devastante che metterebbe a rischio le economie di numerosi Paesi; è infatti possibile che centinaia di milioni di persone potrebbero perdere il lavoro quest’anno.
Reinventarsi

Un disastro che, inevitabilmente, si ripercuoterebbe su tutte le nazioni, in considerazione della globalizzazione e che pregiudicherebbe anche i progressi compiuti nel campo dello sviluppo sostenibili; infatti le parti interessate potrebbero concentrare le risorse sul recupero delle perdite e sulla ricostruzione delle imprese, più che su una riorganizzazione ambientale. Molte organizzazioni turistiche non si aspettano un ritorno ai livelli di attività pre-covid prima di diversi anni e così anche molti posti di lavoro non sarebbero recuperati subito.
Come ogni cosa nella vita, anche il turismo di massa ha lati positivi e negativi. Con la possibilità di viaggiare in modo più comodo e rapido, negli ultimi decenni sono aumentati l’inquinamento, i consumi e in alcuni casi danni vari all’ambiente. Serve trovare un equilibrio che sia il migliore possibile, in considerazione che in questo mondo non esiste la perfezione.
Il turismo del futuro

Molto probabilmente, il turismo nel prossimo futuro sarà diverso da quello che abbiamo conosciuto fino ad oggi. Le dinamiche di viaggio cambieranno anche a causa delle norme di prevenzione come il distanziamento sociale. Prima della pandemia, la crescita del turismo aveva continuato senza sosta per dieci anni consecutivi ed era addirittura raddoppiata dal 1998.
L’ex segretario generale dell’Unwto, Taleb Rifai, nel 2017 affermò: La crescita non è il nemico; i numeri non sono nemici; la chiave è gestire la crescita in modo sostenibile, responsabile e intelligente e utilizzare il potere della crescita a nostro vantaggio.
Aggiunse poi: Non possiamo continuare a costruire hotel a cinque stelle in comunità a tre stelle. Lavoro e beneficenza non bastano: dobbiamo diversificare le attività dei visitatori, ridurre la stagionalità e sensibilizzare verso destinazioni meno affollate
Le sue parole sono state quasi profetiche. Cosa accadrà di preciso in futuro è difficile prevederlo. La certezza è che nel breve periodo ci sarà un modo diverso di fare turismo. Quale, solo il tempo lo dirà.
Testo di Gabriele Laganà|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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