Nell’isola dei canguri e dei leoni marini

Le acque tempestose che circondano Kangaroo Island, ©Lucio Rossi

Terza settimana di “rivisitazioni” estive. Perché solo paesi dei cinque continenti e niente Italia? Perché avendo esaurito il ciclo dei miei viaggi – ma non ancora quello della scrittura – l’esercizio mentale mi consente di arrivare in terre vicine e lontane e ricordare episodi ed esperienze “minori” (persone viste e ambienti conosciuti) entrambi interessanti per un racconto; per quanto riguarda il nostro bellissimo paese, in questo momento è presente via Radio! 

Il salto di oggi è lungo: addirittura nell’Isola dei Canguri che ospita tanti tipi di animali, molti dei quali di salti davvero se ne intendono! Kangaroo Island è un’Australia in miniatura; lo dice chi è nato qui e lo confermano gli australiani che l’hanno visitata, desiderosi di un contatto ravvicinato con le atmosfere di un Oceano Antartico che qui si preannuncia per quello che realmente è: mare spesso tempestoso e biancheggiante di onde possenti sulle rocce.

Un’isola senza tempo

Chris, che sa tutto di quest’isola, è uno dei circa cinquemila individui che popolano Kangaroo, estesa come mezza Umbria; come dire che ci stanno tutti comodi, animali compresi: pecore, cavalli, cani, gatti, canguri, wallabies (canguri più piccoli) koala, leoni marini, foche, un buffissimo animaletto (echidna) simile a un istrice e un’infinita varietà di volatili, da quelli grandi (falchi, pellicani) ai pappagallini colorati e bianchi (i cacatua).

Un paradiso di silenzio e di pace per tutti e un luogo appartato per le coppie innamorate; non a caso l’isola dei canguri è una delle mete preferite dagli sposi in viaggio di nozze. Chris qui ci vive bene; ha una casetta affogata nel verde nell’interno dell’isola e un grosso cane dal pelo bianco che gli tiene compagnia; ad ogni fine settimana arriva sua moglie che vive ad Adelaide e fa l’infermiera, oppure prende lui l’aereo e la va a trovare. Hanno quattro figli ormai adulti che vivono sparsi nel continente.

La guida perfetta

Escursionisti discendono verso la Rocky River Mouth and Beach nel Flinders Chase National Park. Kangaroo Island

Chris, girando l’isola, sa cosa mostrare ai propri ospiti; sa scegliere le ore della giornata migliori per valorizzare l’impatto visivo su spiagge sconfinate, popolate da leoni marini grandi e piccoli, che fanno il dentro e fuori nel mare, poltriscono al sole mentre i grossi maschi – dopo aver stabilito quale sia il loro territorio e aver costituito l’indispensabile harem – consentono ai piccoli di giocare festosi tra loro; giochi che già tracciano future gerarchie dominanti o vite gregarie. Le strade dell’isola, buone anche quando sterrate, arrivano dappertutto, come quella che conduce alla Vivonne Bay, una vasta spiaggia a forma di mezzaluna con un lungo pontile in legno e barche di pescatori ormeggiate.

Cassette postali a Kangaroo Island ©Federico Formignani

La zona prossima alla baia ha diverse villette sempre di legno (più case che villette) dai colori spenti, tenui (grigie, verdi); le case sono tutte munite di grosse padelle TV e, un po’ discoste dalle abitazioni, ci sono stranissime cassette per la posta: vecchi frigoriferi, botticelle di legno ecc.; Chris spiega che i locali che qui vivono sono abbastanza diffidenti nei confronti delle autorità di controllo e oltretutto mal sopportano le periodiche calate di turisti; sposini in testa. Il tempo per visitare Kangaroo è molto ben sfruttato perché le pause per il pranzo sono, per così dire, integrate nel programma predisposto.

La pausa pranzo

Kangaroo Island, South Australia, Australia

L’isola ha posti di ristoro un po’ ovunque; sono luoghi coperti, dotati di banconi per le vivande, cucina barbecue, frigoriferi e servizi.  La sosta è piacevole: ci si riposa, si mangia bene (la specialità di Chris sono bisteccone che cuoce alla griglia) e ci si diverte con la compagnia di invadenti uccelli bianchi e neri, un po’ più piccoli dei corvi, che compiono incredibili acrobazie (a terra e in volo) per ingoiare bocconi di cibo gettati o rubati.

Le attività locali

Kangaroo Island, South Australia ©Lucio Rossi

Il bello di questi posti è che la vita e le attività dei residenti fatalmente si accavallano. Come avviene per i coniugi Lyn e Graham Wheaton, proprietari di Stranraer Homestead, una solida villa del 1920 che, unitamente ad alcune depéndance, è stata ristrutturata e adattata per ricevere ospiti. La villa albergo sorge nel bel mezzo di circa 1300 ettari di proprietà ed è gestita dagli stessi coniugi: allevano pecore dalle quali ricavano lana, coltivano grano e altri prodotti della terra poi commerciati.

Hanno circa otto camere luxuriously appointed, abbellite da suppellettili un po’ fuori moda. Anche la cena e la colazione del mattino sono luxuriously imbandite e Mr. Graham suscita tenerezza nel vederlo servire a tavola – con un’infinità di tragitti table-dining roomclaudicando vistosamente. Ma il mattino successivo, in sella al suo trattorino, con la cagnetta Rose che gli corre appresso felice, Mr. Graham dona l’ultimo affresco di una vita operosa, serena, naturale e possibile solo nell’isola dei canguri.

Libertas Dicendi n° 271 del ‘Columnist’ Federico Formignani |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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