All’epoca dell’inaugurazione, nel 1889, con i suoi 167 metri e mezzo di altezza, era l’edificio in muratura più alto d’Europa. Oggi, la Mole Antonelliana, opera dell’architetto Alessandro Antonelli, inizialmente concepita come una sinagoga, è il simbolo del capoluogo piemontese.

Al suo interno ha sede il Museo Nazionale del Cinema, fra i più importanti al mondo per le collezioni custodite. A rendere davvero unico lo spazio museale è l’allestimento che si sviluppa a spirale verso l’alto, su più livelli. Accompagnati da una cornice scenografica eccezionale, con giochi di luce, fotografie, bozzetti e abiti di scena si procede in un percorso di visita che permette di scoprire cosa capita dietro la macchina da presa e le fasi che precedono la proiezione di un film.
Il museo illustra tutta la storia del cinema a partire dal teatro delle ombre sino agli effetti speciali dei giorni nostri.
L’Archeologia del Cinema

In questo spazio al piano terra si possono visitare otto sale tematiche in cui diventare protagonisti degli spettacoli ottici e di tutti quei dispositivi che hanno reso possibile la nascita della settima arte. Bambini e adulti hanno qui la possibilità di toccare con mano, nel vero senso della parola, gli strumenti visivo-tattili esposti, oltre che percorrere e ammirare la lunga vetrina con le collezioni del museo.
Se il tempo a disposizione non è molto, un percorso highlights segnala le opere da non perdere assolutamente.
L’Aula del Tempio

Senz’ombra di dubbio il cuore pulsante dello spazio museale con le aree espositive dedicate a animazione, cinema dell’assurdo, horror, fantastico, cinema degli specchi, western. Si prosegue poi col musical, fantascienza, cinema sperimentale e familiare, melodrammi d’amore e morte, 3D.
Senza dimenticare l’area sul capolavoro del cinema muto italiano, Cabiria di Giovanni Pastrone, e quella su Torino “Città del Cinema”.
Ci si può anche sdraiare comodamente sulle chaises longues rosse e assistere alla proiezione di film sui maxi schermi. Se le immagini ogni tanto s’interrompono, non preoccupatevi: alzate semplicemente gli occhi fin sulle pareti della cupola per farvi sorprendere dallo spettacolo di suoni e luci.
Proprio dall’Aula del Tempio si accede alla rampa che si srotola e sale verso gli altri livelli espositivi, come una pellicola cinematografica.
La Macchina del Cinema
Studi di produzione, regia, sceneggiatura, attori, costumi di scena, storyboard (quei bozzetti che rappresentano la composizione delle inquadrature che si succedono nel prodotto finito) e sala cinematografica.
È tutto ciò che si può osservare nell’area dedicata alle varie fasi dell’industria del cinema. Inoltre, grazie a un vero e proprio film, a cura di Davide Ferrario, si scoprono i segreti della realizzazione di un prodotto cinematografico.
La Galleria dei Manifesti

Colorati e di diversa grandezza, ripercorrono la storia del cinema, i film e gli autori in un viaggio nel tempo fra l’evoluzione della grafica e della cartellonistica pubblicitaria.
La visita accompagna fra classici americani, il grande cinema italiano, la Nouvelle Vague francese, il cinema tedesco, le produzioni orientali e altro ancora.
L’ascensore panoramico e la vista su Torino
Situato al piano terra della Mole Antonelliana, attraversa il museo in verticale e in 59 secondi raggiunge la terrazza panoramica posta a 85 metri di altezza. Da qui si gode una veduta straordinaria sulla città e sull’arco alpino che la circonda.
È anche possibile effettuare un percorso a piedi fino alla terrazza salendo le scale dell’intercapedine della cupola: se cercate una visita guidata alle meraviglie architettoniche e ai luoghi mai visti della Mole Antonelliana è quello che fa per voi.
Da non perdere: i nostri consigli
In 20 anni, da quando la Mole Antonelliana è stata aperta come Museo del Cinema, più di 10 milioni di persone l’hanno visitata. Fra questi anche Peter Greenaway, regista gallese, che vi entrò nel 1995, prima dei lavori di ristrutturazione, e ne rimase talmente affascinato da tornarvi altre volte, ambientarci un racconto e ritrarla in 92 piccoli disegni in parte esposti nella saletta del Caffè Torino (lo si incontra nel percorso di visita).
Questi piccoli schizzi realizzati fra il 2001 e il 2002 da Greenaway raffigurano la Mole in diversi aspetti e forme, trasformata di volta in volta in vascello, lampadina, pagoda cinese o chiesa; alcuni sono disegni a matita su carta bianca, altri acquarelli, altri ancora realizzati su scontrini della spesa, pagine di quotidiani sbiaditi o post-it. Per noi il più singolare è quello su una bustina di tè.
Infine, a concludere il percorso espositivo, proprio sulla rampa sotto la cupola, c’è lui, l’abito La Mole, realizzato dall’atelier Annamode Costumes che ha saputo riprodurre l’architettura dell’edificio torinese con le proporzioni e la vestibilità adatte a una donna pronta a sfilare su un red carpet.
Un oggetto con una manifattura preziosa, lavorazioni eseguite con maestria e materiali di ottima qualità: unico dettaglio tecnologico, per illuminare l’interno delle finestre, i led. Da vedere anche se l’alta moda non è fra le vostre preferite.
Testo Sonja Vietto Ramus Foto S.Vietto Ramus e Massimo Valentini |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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