Il viaggio di Dante

Nel 2021 ricorrerà il centenario alla morte del Sommo Poeta, l’autore simbolo della nostra cultura e della nascita della letteratura italiana. La ricorrenza ha ispirato la mostra fotografica di Massimo Sestini, i cui scatti sono dedicati alla figura di Dante a 700 anni di distanza. Vi proponiamo alcuni scatti della mostra ed alcune curiosità su Dante viaggiatore, fra ieri e oggi. Foto di Massimo Sestini Testo di Costanza Bersani.

Castello di Poppi (AR), busto di Dante ©Foto di Massimo Sestini

Il nostro viaggio inizia con una convinzione errata che ha infestato il nostro pensiero per secoli e che è ancora dura a morire: il Medioevo e la terra piatta. Nel Medioevo nessuno dubitava della sfericità della terra, neanche la Chiesa Cattolica, che seguiva invece il sistema tolemaico: la Terra al centro del cielo, immobile, con intorno gli altri pianeti in movimento. L’idea che il Medioevo considerasse la terra piatta è un pregiudizio nato nel XIX sec., insieme a molti altri preconcetti per quel periodo, che già l’Umanesimo considerava secoli bui.

La conferma di questa teoria la troviamo proprio nella Commedia: secondo la cosmologia dantesca, il mondo era diviso in due emisferi: quello settentrionale, formato dalle terre emerse e quello meridionale, formato dalle acque, al cui centro sorgeva la collina del Purgatorio, volta verso il Paradiso. Il viaggio di Dante comincia quindi nell’emisfero delle terre emerse, calandosi poi nell’Inferno, che attraversa l’emisfero boreale per uscire dall’altra parte, nell’emisfero della Collina del Purgatorio.

Salimmo sù, el primo e io secondo,

tanto ch’io vidi de le cose belle

che porta il ciel, per un pertugio tondo

E quindi uscimmo a veder le stelle.

La guida

La guida turistica Riccardo Starnotti durante uno dei suoi scenografici tour alla scoperta dei luoghi danteschi, Foto di Massimo Sestini

Dante non può fare il suo viaggio da solo: ha bisogno di una guida. Il suo cicerone attraverso per gli orrori dell’Inferno e del Purgatorio non poteva essere meno che un altro grande poeta, il massimo rappresentate della letteratura latina, Virgilio. La scelta dell’autore dell’Eneide come compagno di viaggio non è casuale: Dante lo considerava l’ispirazione per la sua poesia, nonché il poeta in grado di raccontare le origini di Roma e quindi dell’Italia di Dante.

Tu se’ il mio maestro e ‘l mio autore,

tu se’ colui cu’io tolsi

lo bello stilo che m’ha fatto onore

Virgilio, guida esperta per l’Inferno dove vive, nel Limbo, accompagna Dante fino alle soglie del Paradiso Terrestre, dove è costretto ad abbandonarlo per lasciarlo alle cure di Beatrice, la donna amata da Dante in vita, ora donna beata e poi guida per il Paradiso. Ecco un altro mito da sfatare: Dante non incontra Beatrice né nel Paradiso né all’inizio della cantica ad esso dedicata, ma alla fine del Purgatorio, una volta giunto sulla cima del Monte. Il Paradiso Terrestre, appunto.

I due traghettatori

La barca di Dante, opera in bronzo dello scultore georgiano Georgy Frangulyan, Foto di Massimo Sestini

Dante non può accedere immediatamente all’Inferno: bisogna percorrere l’Acheronte, il fiume infernale, guidati dalla brusca guida di Caronte, il traghettatore infernale, che così minaccia le anime che devono passare all’aldilà:

Guai a voi, anime prave!

Non isperate mai veder lo cielo.

i’ vegno per menarvi a l’altra riva

ne le tenebre eterne, in caldo e ‘n gelo

Altrettanto complesso è il passaggio al Purgatorio per i defunti, che devono aspettare di essere considerati degni del viaggio. Fino a quel momento se ne stanno sulla spiaggia e attendono. Anche quelli già pronti, solo per il fatto di fermarsi a parlare con Dante, vengono rimproverati da Catone l’Uticense, il grande stoico ed ora guardiano del Purgatorio:

Che ciò è, spiriti lenti?

qual negligenza, quale stare è questo?

La dogana

Dario Cecchini, il macellaio di Panzano in Chianti, con una versione “carnivora” del poema dantesco

L’ultima barriera per accedere all’Inferno, sia per Dante che per tutte le anime dannate, è il giudice infernale, una sorta di dogana ante-litteram dove i defunti scoprono a quale girone infernale sono destinati. Il giudice non è altro che Minosse, il terribile re di Creta, padre del famoso Minotauro.

Nell’opera dantesca presenta fattezze animalesche e demoniache, con la sua lunga coda che si attorciglia intorno al suo corpo tante volte quanti sono i gironi che il dannato dovrà attraversare per trovare la sua dimora ultraterrena. Un passaggio obbligato, insomma, per proseguire il viaggio.

Stavvi Minòs orribilmente, e ringhia:

essamina le colpe ne l’intrata

giudica e manda secondo ch’avvinghia

Un diavolo abbattuto

Il Giudizio Universale di Giorgio Vasari e Federico Zuccari nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze Foto di Massimo Sestini

Dopo un percorso segnato dalla paura e dalle pene, l’ultima tappa del viaggio infernale di Dante è il più terribile di tutti i gironi infernali, il Cocito, sede dei traditori. Qui incontra Lucifero, la cui rovinosa caduta dal Paradiso ha portato alla creazione dell’Inferno, sul cui fondo sta conficcato.

Il diavolo di Dante è la massima espressione della visione medievale di Lucifero: non il diavolo astuto mefistofelico, non l’orrido Lucifero obeso di Giotto, né il mangiatore dei dannati con i serpenti che gli escono dalle orecchie, come nel mosaico di Vasari a Firenze.

Il diavolo di Dante è il grande sconfitto, costretto alla terribile pena di dare la pena a tre più grandi traditori dell’umanità: i due cesaricidi, Bruto e Cassio, che cercarono di ostacolare il progetto dell’Impero Romano, naturalmente voluto da Dio, e Giuda, il traditore per eccellenza. Nella sua immensa figura, con le sue tre bocche Lucifero maciulla i tre traditori e graffia con le enormi unghie l’Iscariota. Intanto soffre e piange per la sua condizione, con le lacrime miste al sangue che gli colano sul mento.

Con sei occhi piange, e per tre menti

gocciava ‘l pianto e sanguinosa bava.

Un viaggiatore impaurito

Un portale ligneo, proveniente dal Museo di Palazzo Vecchio, realizzato su disegno di Sandro Botticelli Foto di Massimo Sestini

Nella raffigurazioni e nell’immaginario comune Dante è una figura immensa, un monumento della nostra cultura. In realtà nella Commedia il Dante viaggiatore è una figura profondamente umana: si infuria, si dispera, piange, addirittura sviene. L’esperienza dell’Inferno è devastante per lui e spesso si aggrappa alla sua guida per non perdersi.

Particolarmente commovente è il congedo con la sua prima guida, Virgilio, alla fine del Purgatorio: il poeta latino non può seguirlo in Paradiso, in quanto pagano. Improvvisamente, quando Dante vede avvicinarsi Beatrice, rivolge la parola a Virgilio, ma questi è sparito. Dante, sgomento, piange.

ma Virgilio ci aveva lasciati scemi

di sè, Virgilio, dolcissimo patre,

Virgilio a cui per mia salute die’mi

Scoprire Dante oggi

La statua di Dante di Piazza Santa Croce si specchia in una pozza d’acqua, Foto di Massimo Sestini

Come abbiamo anticipato, ha aperto da poco aperto a Firenze una bellissima mostra fotografica dedicata alla figura di Dante oggi, con una raccolta degli scatti di Massimo Sestini.

L’esposizione è organizzata da organizzata dall’Associazione MUS.E e promossa dal Comune di Firenze e dai Musei Civici fiorentini ed è stata presentata in anteprima a Roma, nelle sale del Quirinale, dove è rimasta fino all’11 ottobre, dando il via alle celebrazioni del VII centenario della morte del Sommo Poeta.

Il 29 ottobre ha finalmente aperto a Firenze e sarà visitabile fino 6 gennaio 2021, con orari diversificati fra novembre e dicembre.

Info utili

Per maggiori info visitare il sito ufficiale.

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