Attraverso i libri di Stephen King e la (fittizia) ambientazione de La Signora in Giallo è facile rischiare di inquadrare il Maine in una cornice distante dalla realtà, immaginando una terra a metà strada tra l’isolamento e la piccola provincia. Ma le sue ricchezze sono molte e non si limitano alle spiagge protette o alle aragoste: è il paese delle vacanze, per tutti i gusti.

Confina con il Canada ed è bagnato dall’Oceano Atlantico, in merito alle bellezze naturali raccoglie catene montuose, laghi, picchi e pianure, poche città e centri urbani di dimensioni assai ridotte: non si avvicina alla natura incontaminata del grande Nord ma rappresenta ancora il polmone verde del New England.
Il Maine è considerato una delle mete predilette dagli americani durante le vacanze estive perché offre paesaggi sempre vari, lasciandosi corteggiare dai surfisti così come dagli amanti del trekking: vacationland appare anche sulle targhe della auto, un soprannome che affonda le sue radici già nei primi anni ’30.
Tra le sue peculiarità c’è anche la tappa finale dell’Appalachian Trail – il Sentiero degli Appalachi –, un percorso di circa 3500 km che parte dalla Georgia e termina proprio in Maine: il Monte Katahdin, il più alto della regione, è l’ultimo approdo degli escursionisti.
Sua maestà l’aragosta
La regina indiscussa del Maine è l’aragosta, non solo nel piatto dei turisti e tra le reti dei pescatori ma anche e soprattutto in qualità di “mascotte”.

La troviamo cucita su tovaglie e presine, disegnata su ogni sorta di souvenir, personificata sui cartelloni pubblicitari – dal meccanico, a fare pilates, in barca a vela – e nella sua popolarità ricorda ciò che il castoro rappresenta per il Canada.
Il business ha origine in una tradizione che si rinnova di padre in figlio, lungo la costa e sulle isole.
Chi si occupa della pesca svolge la professione seguendo gli insegnamenti tramandati e aggiungendo la propria firma sul quadro di un lavoro molto duro e incostante: affacciati sul mare troviamo ovunque i tipici lobster pounds, palafitte in legno dedicate alla vendita delle aragoste… rigorosamente appena pescate e ancora vive.
Acadia National Park

Il variegato territorio del Maine è impreziosito da laghi e boschi protetti dall’abbraccio dell’Acadia National Park: come gli altri parchi nazionali degli Stati Uniti raccoglie in sé specie rare – i loons o divers ne sono un esempio, volatili che nidificano tra i giunchi e la fanghiglia delle paludi (in italiano sono noti col nome di Strolaghe), al riparo da sguardi indiscreti – e panorami straordinari.
Non esiste una linea di demarcazione netta tra i diversi ambienti: laddove la costiera si erge a picco sulle onde, il paesaggio balneare cessa di esistere e si trasforma in roccia da scalare, incastonata com’è tra mare e montagna.
I laghi sono spesso salati e nascondono tra i sassi conchiglie e stelle marine, tra gli alberi si avvistano facilmente – principalmente nelle prime ore del giorno – famiglie di cervi che vagano indisturbate.
Dall’alba al tramonto la luce gioca con le superfici e l’atmosfera non cessa mai di stupire, con il sole bollente così come con la più suggestiva e tipica nebbia mattutina: è una ricchezza di cui gli abitanti del luogo vanno molto fieri, impegnandosi quotidianamente nel proteggerla.
Sempre in movimento
Esistono molte alternative per chi fa dell’outdoor la propria palestra: lo sport è vissuto a trecentosessanta gradi, dalla barca a vela all’arrampicata, passando per il trekking così come la canoa.

Numerosi sono gli hiking trails che intrecciandosi conducono in luoghi panoramici (come le cime di Sargent Mountain e Cadillac Mountain, tra le più alte della zona ed emblematiche nel parco nazionale): i sentieri perfettamente segnati sono alla portata di tutti e possono comprendere anche piccoli tratti esposti – ma sempre attrezzati –.
Le pareti rocciose delle scogliere ospitano spesso arrampicatori, così come le pochissime spiagge sabbiose (tra le quali Sand Beach, perla della Mount Desert Island) sono il regno dei surfisti.
Mal’attività principe – nonché usuale mezzo di trasporto tra terra ferma e isolotti – è andare in barca a vela: i giovani imparano presto, già in età di liceo possono prendere il patentino necessario e gareggiare per la propria scuola.
La quotidianità che stupisce
Il turista si meraviglia della quantità di barche ancorate nei porti e della tipicità che rappresentano: non solo barche a vela o pescherecci, ma anche dei veri e propri traghetti sostano sul molo.

Si fermano per poco tempo, poi ripartono e coprono sempre la stessa tratta, nei due sensi possibili: sono gli “autobus” che portano i bambini a scuola e gli adulti a lavoro, laddove tra un’isola e l’altra – o tra l’isola e la terraferma – non sia stato possibile costruire un ponte.
Questa è la vita di chi non gode del Maine solo come “vacationland” ma come casa, perfettamente in equilibrio con l’ecosistema circostante e al contempo fuori dagli schemi: vedere cerbiatti oltre l’uscio della propria casetta in legno è quasi quotidianità.
In equilibrio tra turismo e green

Ormai le foche si sono abituate alla presenza umana e sul far della sera si affacciano nei pressi del molo, incuriosite dalle luci o forse solo intenzionate a godersi il cessato movimento di fine giornata: è possibile scorgere il loro muso appena sopra la superficie anche nei pressi di centri meno isolati e di dimensioni più consistenti come Bar Harbor, una delle perle del Maine.
Un’ulteriore conferma dello stretto rapporto che si è creato tra l’uomo e la terra intorno.
Negli anni il turismo si è evoluto: un tempo la vacanza estiva portava con sé il profumo del mare e la sabbia bianca sotto i piedi, oggi invece sembra esser cresciuto il desiderio di isolamento e di avventura: il Maine offre un posto per tutti, non mancano né la varietà di ambienti né la freschezza di una natura amata e protetta.
Niente a che vedere con gli scenari lugubri descritti da Stephen King.
Per informazioni dettagliate sul turismo negli Stati Uniti visitare il sito dell’Associazione Visit USA.
Testo di Giulia Colangeli |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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