
Tra le città della East Coast la capitale del Massachusetts ricopre un ruolo di rilievo in quanto sede di due università tra le più prestigiose al mondo, è madre dei Boston Red Sox ed è celebre per l’annuale maratona, ma questo non è tutto ciò che ha da offrire: è un polo culturale moderno e green.
Boston si presenta come un buon connubio tra tradizione e pragmaticità: è a misura di studente, ospita la casa dei Red Sox (lo stadio di baseball Fenway Park) è di dimensioni contenute per essere una capitale americana e presenta una gran varietà di iniziative.
E’ a metà strada tra il caos compulsivo di New York e la desolazione delle città del centro dell’America settentrionale, la tecnologia la fa da padrona ed è protagonista ma senza togliere spazio alle aree verdi: si respira a pieni polmoni.
I sogni son desideri… all’università

Il prestigio che vantano università come Harvard o MIT non è un mistero: dietro i cancelli in ferro battuto di una e sotto gli archi dell’altra c’è una lunga tradizione di menti che hanno cambiato la storia.
Senza contare l’enorme importanza che hanno nell’istruzione della futura classe dirigente, sono entrambi poli molto attivi, per gli studenti e non solo.
Entrambi i campus universitari sono visitabili – autonomamente o con visita guidata – e ciò che salta immediatamente all’occhio sono le dimensioni: vaste mini-città immerse nella metropoli intorno che offrono centri sportivi, circoli accademici privati – di poesia, dibattito, matematica, Dungeons & Dragons, non manca nulla –, biblioteche (quella di Harvard è la più grande biblioteca universitaria del mondo!) e bande musicali.

Generalmente i corsi sono autogestiti: chi ha un talento, una qualità o semplicemente conosce qualcosa che possa essere insegnato, si mette a servizio del prossimo fondando un club. Facile, no?
Alcune attività sono legate alla vita accademica, altre invece sono aperte a tutti (e, talvolta, gratuite): la grande sala d’ingresso del MIT in particolare tende a reinventarsi come pista da ballo per chiunque voglia imparare i passi dello swing.
Una città da girare a piedi
Per essere una capitale, Boston ha dimensioni decisamente ridotte rispetto alle sue sorelle: si gira facilmente a piedi e in una giornata di cammino la si scopre quasi completamente.

Il modo migliore per poterne apprezzare ogni dettaglio è il Freedom Trail, il percorso che unisce i luoghi del centro storico: un mosaico dalle fattezze serpentine si snoda per 4 chilometri ene costituisce la segnaletica.
Seguirlo porta sicuramente ad avere una visione d’insieme della storia di Boston – una città dal passato culturalmente ricco, nonostante la sua giovinezza – ma soprattutto a godere dei suoi angoli tipici: impossibile rinunciare a un cannolo siciliano nella Little Italy bostoniana!
Si parte dal Boston Common, il parco pubblico più antico d’America: fu istituito nel 1634 ma la terra apparteneva in origine a William Blackstone, il primo europeo a colonizzare l’area.

Si prosegue giungendo alla Massachusetts State House, sede del governo fin dal 1798, e alla Park Street Church: fu fondata nel 1809 sopra un edificio con la funzione di granaio. In passato la chiesa, dall’architettura sottile e sviluppata in altezza, rappresentava il primo punto di riferimento che i viaggiatori notavano avvicinandosi a Boston.
Tra cultura e rivoluzione

La statua di un giovane Benjamin Franklin segna un luogo speciale: la Boston Latin School, la più antica scuola pubblica d’America. Fondata nel 1635, fu una delle prime istituzioni a offrire gratuitamente un’educazione ai ragazzi (mentre le ragazze seguivano lezioni private a casa).
Molti sono i siti legati alla cultura: uno di essi è la Old Corner Bookstore, una libreria ad angolo costruita nel 1718 e divenuta nel diciannovesimo secolo casa dell’editore Ticknor & Fields, produttore di grandi classici della letteratura americana, tra i quali Walden di Thoreau.
Se invece si ha voglia di tornare sui passi dei rivoluzionari c’è la Old South Meeting House, edificio che ospitò l’organizzazione del Boston Tea Party!
Era il 16 dicembre 1773 quando 8000 partecipanti vi si riunirono per scatenare la scintilla della Rivoluzione: in seguito alcuni giovani patrioti americani si travestirono da indiani Mohawk, salirono a bordo delle navi inglesi ancorate nel porto di Boston e rovesciarono il carico di tè in mare, in segno di protesta per il continuo innalzamento delle tasse da parte del governo britannico.
Fu la goccia che fece traboccare il vaso, ma il seme della rivolta aveva radici più profonde.
Piccoli scienziati crescono
Amato in modo particolare dai più piccini – ma non meno dagli adulti – è il Museum of Science, una tappa da non perdere a Boston. Raccoglie ampie sale dedicate alla matematica, alle illusioni ottiche, alla biologia così come ai misteri del cosmo: tutto è interattivo e costruito in ottica sperimentale, per permettere ai visitatori di mettersi alla prova, di toccare con mano la scienza e vederne la bellezza in prima persona.
In alcune aree è possibile seguire speciali exhibitions a tema: una di esse è il planetario, proiettato sul soffitto come in un enorme cinema a cielo aperto.
Il Butterfly Garden, una piccola serra all’interno dell’edificio, è dedicato a tutti gli insetti ma con particolare attenzione alle farfalle, libere di volare e posarsi sul naso dei curiosi.
Lo spettacolo più conosciuto e amato è però il Lighting Show, nel quale sono ricreati veri fulmini al chiuso, sfruttando le bobine di Tesla: è scioccante quanto straordinario sperimentare una tale forza della natura riprodotta e controllata entro quattro mura.
Lungo il fiume

Il corso del Charles River attraversa la città e offre sia su un argine che sull’altro ampie aree verdi attraversate da più corsie: una pista ciclabile, una zona pedonale e un marciapiede.
C’è spazio per tutti, dai runner che si preparano con diligenza per l’annuale maratona alle famiglie con bambini che vogliono godersi la vista e passeggiare in tranquillità.
E’ inoltre possibile noleggiare una tavola da “stand up paddling” (SUP), la canoa o il kayak per godersi il fiume in modo decisamente originale.
Nonostante Boston sia una città all’avanguardia non ha sacrificato l’etica per la tecnologia, anzi, di quest’ultima ha sfruttato ogni caratteristica coerente con la sostenibilità: filari di alberi e parchi non mancano, il verde è protagonista della capitale e in perfetto equilibrio con i suoi giganti di ferro.
Testo di Giulia Colangeli foto di Lucio Rossi|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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