
Il territorio è ricchissimo di attrattive e non è facile fare una selezione. Tanto che un metodo utilizzato da molti è semplicemente quello di perdersi fra questo meandro di colline e centri pieni di storia. Qualcosa di sorprendente e indimenticabile sempre si troverà. Tuttavia qualche suggerimento può essere utile: esperienze da vivere e imprimere nella memoria.
Sicuramente le 6 aree del sito UNESCO, complessivamente un’estensione di oltre 10.000 ettari:
Langa del Barolo
La Langa del Barolo. Qui si produce uno dei migliori vini del mondo, longevo e di grande struttura, meta di pellegrinaggio dei veri appassionati. Per visitare Barolo con il museo del vino, quello curioso dei cavatappi e le tante cantine. Una per tutte la cantina Vajra, in frazione Vergne di Barolo.
Un’azienda familiare che procede indifferente alle tendenze, compatta ed entusiasta nel produrre vini eleganti, complessi, delicati, con competenza artigiana sposando tradizione e inventiva.
Quindi non solo l’illustre e redditizio Barolo, ma anche l’idea rivoluzionaria di introdurre il Riesling in Langa, con risultati lusinghieri, di perseverare col Barbera, di riportare in auge il sottovalutato Dolcetto e dare vita a una Freisa da applausi,
Colline del Barbaresco
Altra area è quella delle colline del Barbaresco, per un vino altrettanto blasonato, prodotto nei comuni di Barbaresco, Neive, Treiso e Alba. Salire sulla torre di Barbaresco per godersi il panorama dall’alto. E forse ancora si potrà prendere un aperitivo sulla cima, molto piacevole.
Castello di Grinzane Cavour

Il Castello di Grinzane Cavour, bellissimo e inserito in uno degli scenari più suggestivi della Langa, dove tra l’altro si tiene l’asta del tartufo bianco.
Canelli e le cattedrali sotterranee
È la zona tipica del Moscato Bianco. Per un vino spumante, l’Asti, fra i bianchi italiani più esportati all’estero. In più il sottosuolo di Canelli è percorso da un’estesa rete di costruzione ipogee, lunghe in tutto 20 km!
Queste gallerie risalenti in gran parte al basso Medioevo furono costruite con lo scopo di stoccare merci destinate ai porti liguri. Sono capaci di mantenere una temperatura costante di 15°C tutto l’anno, dunque perfette per la produzione vinicola.
Nel tempo infatti sono state trasformate in cantine. Una rarità di grande fascino. Quelle normalmente visitabili sono Contratto, Bosca, Gancia e Coppo. Tutte su prenotazione.
La capitale del Barbera
L’area di Nizza Monferrato, la “capitale” del Barbera, ed eccezionale esempio di città “villanova” medievale. L’area che racchiude anche importanti testimonianze della cultura del vino, tra cui il Museo Bersano ed è famosa per l’originalissima Corsa delle Botti, un inno alla tradizione contadina.
Il Monferrato degli Infernot
Ovvero la zona del Basso Monferrato in cui si trovano le vecchie cantine, destinate alla conservazione vino. Profonde diversi metri e scavate direttamente in una particolare roccia simile al tufo.
Gli originari proprietari e costruttori di queste cantine, sebbene non avessero ampie nozioni di edilizia o di geologia, hanno saputo realizzare opere perfette, bellissime da visitare. (Comuni di Cella Monte, Ozzano Monferrato, Sala Monferrato, Rosignano Monferrato, Ottiglio, Olivola, Frassinello Monferrato, Camagna Monferrato, Vignale Monferrato).
E gli altri must …
Le Rocche del Roero
Un fenomeno geologico di erosione che ha dato vita a veri e propri canyon profondi oltre cento metri. Straordinari tagli nelle pareti, con guglie e anfiteatri maestosi che nelle ore del tramonto si tingono di un inconfondibile rosso acceso. Le Rocche sono attraversate da un reticolo di sentieri naturalistici per conoscere questo prezioso ecosistema.
Il Bagna cauda day & C.

Della fiera del tartufo ne abbiamo già parlato, e anche di quella del Bue Grasso. Un evento che da qualche anno coinvolge tutta la zona è il Bagna cauda day.
Ad Asti viene preparata una grande tavolata in piazza e tanti ristoranti del vasto territorio basso piemontese (ma anche oltre) offrono la famosa salsa di acciughe, aglio e olio evo.
L’accompagnamento è con verdure, carne cruda, e per finire l’ovetto e la sorpresa della pera. Vengono anche proposte le versioni eretica, senz’aglio, e vegana.
Il Palio di Asti

L’anno esatto di istituzione non si conosce, ma sicuramente già prima del 1275 si correva il Palio di Asti. attualmente si tiene la terza domenica di settembre, in onore del patrono cittadino San Secondo.
Per chi viene da fuori il Palio dura un giorno ma per gli astigiani dura tutto l’anno, ed è preceduto da usanze e “liturgie” proprie molto sentite dalla popolazione. Qui il Palio è più di una tradizione, e appartenere ad una contrada o un’altra fa la differenza.
Un momento da non perdere è la sfilata dei figuranti in costume medievale, uno dei eventi clou della domenica: sono circa milleduecento i personaggi abbigliati con riproduzioni fedeli nei minimi dettagli agli originali dell’epoca. Emozionante è la corsa, ma è d’uopo guadagnarsi un buon punto d’osservazione.
Le degustazioni in cantina

Lasciandovi il piacere della scoperta: ecco cinque cantine dove degustazione e acquisto sono una vera esperienza. Ad Alba si va dai fratelli Adriano per la loro produzione di Barbaresco.
Per degustare dell’ottimo Dogliani andate da Anna Maria Abbona, a Farigliano. Dai Ceretto di Alba si va ovviamente per degustare grandi vini, ma anche per farlo nello spazio d’artista dell’Acino e per approfittare del meraviglioso punto panoramico.
Infine, a Barolo si va dai Mascarello, nelle cui cantine sono state scritte pagine di storia del Barolo, ma la scelta è infinita.
I piatti della tradizione

La citata bagna cauda of course, gli agnolotti del plin, piccolissimi ravioli ripieni di carne e serviti nature su un tovagliolo di lino. Fantastici, buonissimi anche quelli al Seirass, una ricotta tipica, da assaggiare in uno dei tanti ristoranti.
Segnaliamo per i plin Madonna della Neve a Cessole e Trattoria Pautassi a Govone.
E poi il vitel tonnè, il tonno di coniglio, il bollito misto, la finanziera, il fritto misto piemontese. Per finire il bunet, un budino al cacao e con gli amaretti è il più tipico, la panna cotta, la torta con le pere madernassa, quella alla nocciola e il cioccolato, davvero speciale, come questo angolo di Piemonte.
Parlare di cibo qui significa anche rendere omaggio a chi ne ha fatto il cardine per un movimento ideale di respiro internazionale. Per questo vale la pena di andare a Bra, per il barocco, certo, ma soprattutto per un pellegrinaggio nel tempio di Slow Food. Quella via Della Mendicità Istruita da cui partì un’avventura destinata a incidere nelle coscienze l’importanza fondamentale di produrre “buono, pulito e giusto”.
Info: Visit Monferrato Langhe Roero; paesaggivitivinicoli.it; langheroero.it; astiturismo.it; alexala.it
Testo di Teresa Scacchi |Riproduzione riservata ©Latitudeslife.com
Caro lettore,
Latitudes è una testata indipendente, gratis e accessibile a tutti. Ogni giorno produciamo articoli e foto di qualità perché crediamo nel giornalismo come missione. La nostra è una voce libera, ma la scelta di non avere un editore forte cui dare conto comporta che i nostri proventi siano solo quelli della pubblicità, oggi in gravissima crisi. Per questo motivo ti chiediamo di supportarci, con una piccola donazione a partire da 1 euro.
Il tuo gesto ci permetterà di continuare a fare il nostro lavoro con la professionalità che ci ha sempre contraddistinto. E con lo stesso coraggio che ormai da 10 anni ci rende orgogliosi di quello facciamo. Grazie.