La scelta di presentare i laghi lombardi dell’alta Italia partendo da ovest, ha dato un primo risultato perlomeno buffo: il primo lago (Orta-Cusio) è interamente piemontese, mentre il secondo – quello di oggi – nella porzione di lago Maggiore-Verbano scelta, è interamente svizzero!

Superato il confine
Cannobio è l’ultimo centro della sponda piemontese, poi si entra nel Canton Ticino svizzero raggiungendo Brissago, centro noto in patria e in Italia perché sede di una Manifattura Tabacchi che da oltre un secolo lavora tabacco di qualità e confeziona i sigari Brissago.
Le due isolette che prendono nome dal paese sono San Pancrazio, l’isola maggiore, che ospita un rigoglioso Orto Botanico e un’elegante villa del 1929, trasformata in un centro congressi. L’isola minore (Sant’Apollinare) poco distante, non è accessibile al pubblico.
Ascona, anticamera di Locarno

Situata sull’ampio terreno alluvionale tagliato dal fiume Maggia, la città non è più quella che era verso la fine dell’Ottocento: un paese di pescatori. Oggi, grazie al turismo e soprattutto ai nuovi apporti residenziali, Ascona è una cittadina colta, votata all’arte.
Soffre un po’ di germanizzazione strisciante, questo è vero, perché i tedeschi, che qui hanno le loro seconde case, fanno sì che la loro sia la lingua dominante a partire da scritte e insegne; l’amministrazione locale, per contro, sta mettendo in atto misure che tutelino la lingua italiana.
I luoghi simbolo di Ascona: anzitutto piazza Motta, una passeggiata lunga circa mezzo chilometri (più viale, che piazza!) con vista sulle isole Brissago, sui monti lombardi oltre il lago.
Interessante ad Ascona la comunità di Monte Verità, fondata a cavallo fra Ottocento e Novecento da intellettuali europei che ospita anche, dal 1913, una scuola di danza naturale ed espressiva, frequentata persino dalla famosa danzatrice Isadora Duncan. Bello il palazzo del Cinquecento che è sede del Museo Comunale e deliziose le viuzze del centro che ospitano negozi di artigianato, oreficerie, atelier di moda.
Locarno internazionale e i suoi sobborghi

Dall’Ottocento in poi, Locarno ha sempre avuto una vocazione turistica. La città è circondata da giardini traboccanti di palme, cipressi, camelie, bungaville e i viali sono abbelliti da oleandri e magnolie.
Nel lontano 1925 Locarno ha rappresentano la speranza del mondo: qui è stato infatti firmato tra le potenze europee l’ultimo trattato, al fine di scongiurare nuove guerre, dopo quella del 15-18; purtroppo senza successo.
Il centro storico di Locarno è formato da viuzze acciottolate e da vecchi palazzi rinascimentali; piazza Grande, con i suoi loggiati, gli eleganti caffè, le passeggiate attraverso vie ricche di negozi, gallerie d’arte, boutique, è il cuore della città vecchia.
I turisti conoscono la barocca Chiesa Nuova, la cui facciata contiene una grande statua di San Cristoforo, così come percorrono la via Sant’Antonio con l’omonima chiesa del Seicento, ricostruita in parte nel 1863 per il crollo della copertura; famosi poi sono la splendida settecentesca Casa Rusca e Il Castello Visconteo, sede dell’interessante Museo Archeologico.
Nel vicino borgo di Muralto merita una sosta la basilica romanica di San Vittore, eretta nel XII secolo su una preesistente chiesa del X secolo.

La frazione di Orselina, raggiungibile con la funivia, risalta per il magnifico Santuario della Madonna del Sasso dal prevalente color ocra, edificato in cima a una rupe boscosa. La chiesa, consacrata nel 1487, è stata costruita nel punto in cui, sette secoli prima, la Madonna era apparsa a un frate francescano.
Nei primi giorni di ogni mese d’agosto, infine, ha luogo a Locarno il Festival Internazionale del Cinema, oggi considerato fra i più noti cinque festival mondiali dedicati alla settima arte.
Lungo il lago, sino al confine lombardo
Lasciata Locarno si entra nella piana che ospita l’ingresso nel Verbano del fiume Ticino. C’è il piccolo aeroporto della città, ma soprattutto la zona nella quale il fiume confluisce nel lago, detta Bolle di Magadino, c’è la sede di una nota riserva biologica.
Il lago Maggiore svizzero si conclude, costeggiando le sponde, nella piccola località di Vira, poco prima del confine con l’Italia. Da Vira, volendo, si può raggiungere il borgo montano di Indemini, a 930 metri d’altezza.
Un paesino che da anni ospita pittori, scultori che qui hanno i loro atelier. Oltretutto, la vista sull’alto lago di pertinenza elvetica, è stupenda.
Libertas Dicendi n°309 del ‘Columnist’ Federico Formignani |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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