Lapponia svedese: una delle ultime regioni incontaminate dell’Europa. Qui, nell’estremo nord della Svezia, l’inverno ricopre di neve, ghiaccio e silenzio centri abitati, foreste e laghi, anche in primavera.

Kiruna, nell’estremo nord della Svezia
Il clima di quest’area della Lapponia Svedese, particolarmente secco, regala giornate invernali con cielo terso e notti stellate nelle quali l’aurora boreale danza nel cielo.
Motoslitte e slitte trainate da cani sono i mezzi privilegiati con i quali attraversare un ambiente naturale di grande suggestione, popolato da alci e renne che non è raro incontrare lungo le strade.
La città più a nord della regione, e dell’intera Svezia, è Kiruna, nella contea di Norrbotten, situata duecento chilometri a nord del Circolo polare artico fra montagne, ghiacciai, fiumi e oltre seimila laghi.
In quest’area si trovano la montagna più alta della Svezia, il Kebnekaise, due parchi nazionali e foreste protette.
La città vanta una delle chiese in legno più grandi della Svezia, il cui aspetto ricorda una grande kåta sami, e che in futuro sarà interamente spostata in un centro abitato di nuova costruzione a circa tre chilometri di distanza.
Kiruna, infatti, è anche nota per le sue miniere di ferro: l’attuale città, che sorge sulla miniera LKAB, uno dei depositi più grandi al mondo, sarà quasi interamente demolita in quanto il suolo sul quale poggia è indebolito a causa dell’intensa attività estrattiva.
Il piccolo villaggio di Jukkasjärvi

A circa 20 chilometri da Kiruna, circondato da abeti e laghi, si trova il piccolo villaggio di Jukkasjärvi. La sua particolarità è quella di ospitare la chiesa più antica della Lapponia svedese, costruita nel 1608. La chiesetta in legno, dipinta di rosso e di bianco, per gran parte dell’anno è ricoperta da una spessa coltre di neve.
Il vivace altare in teak è opera dell’artista Bror Hjorth. All’organo in corno di renna e betulla, che si trova sopra l’ingresso, è appeso un tamburo sciamanico decorato con immagini della mitologia Sami e una croce cristiana.
Sotto il pavimento della chiesa si trovano i corpi mummificati degli abitanti del villaggio deceduti durante il XVIII secolo.
L’Icehotel Winter

Non lontano da questo grazioso esempio di architettura tradizionale, si trova il più antico e più grande hotel del mondo costruito con ghiaccio e neve che, sulle rive del fiume Torne, prende vita in una nuova veste ogni inverno in un perfetto equilibrio tra architettura e sostenibilità.
L’iconico hotel è infatti in armonia con la natura e l’ambiente circostante: il ghiaccio con il quale è creato l’Icehotel Winter proviene dall’incontaminato fiume Torne e, quando in primavera le camere si sciolgono, l’acqua defluisce naturalmente in quella del fiume.
L’Icehotel 365, progettato dall’architetto e designer svedese Hans Eek, rimane invece aperto per tutto l’arco dell’anno con suite artistiche a tema in ghiaccio e neve.
Il parco di Abisko: dove ammirare le luci del nord
La Lapponia svedese è ritenuta la zona con il clima più secco del Paese ed è considerata, per questo motivo, un’area privilegiata per assistere al fenomeno dell’aurora boreale che si può osservare dal mese di ottobre sino a marzo.

Björkliden, Jukkasjärvi, Gällivare e il Parco nazionale di Abisko sono considerati i luoghi migliori nei quali vedere le surreali luci dell’aurora boreale, condizioni atmosferiche permettendo, e proprio nel parco di Abisko si trova l’Aurora Sky Station dalla quale si possono ammirare scorci paesaggistici di grande bellezza e le affascinanti luci del nord.
Il parco, che si estende lungo la sponda meridionale del Lago Torneträsk per circa 75 chilometri quadrati, è caratterizzato da un paesaggio vario che cambia con il mutare delle stagioni: nei mesi invernali è ricoperto da uno spesso manto di neve e la maggior parte dei laghi, fiumi e torrenti sono completamente ghiacciati.
Gammelstad e Luleå: la vecchia e la nuova città
Viaggiando verso sud, in direzione Luleå, è imperdibile una sosta a Gammelstad, un villaggio parrocchiale situato su una piccola isola nel delta del fiume Lule, dove si trova la più grande chiesa in pietra del tardo medioevo del nord della Svezia.

Sino al XVII secolo questo insediamento abitativo è stato il centro della città, ma quando, per cause naturali, il sollevamento della terra ha reso il porto poco profondo e inutilizzabile, gli abitanti sono stati costretti a spostare la città e la sua parte commerciale più vicino alla costa.
Il nuovo insediamento ha così preso il nome di Luleå, o Nystan (Città nuova), mentre l’antico nucleo è stato denominato Gammelstad (Città vecchia). Il trasferimento dell’area commerciale ha permesso a Gammelstad di rimanere intatta e di non subire il processo di industrializzazione della regione avvenuto nel XIX secolo.
La chiesa, dal 1996 patrimonio mondiale dell’Umanità, è inserita in un ampio villaggio parrocchiale; il complesso architettonico rappresenta l’esempio meglio conservato di questa tipologia di città che un tempo era molto comune nel nord della Scandinavia.
Le antiche case per i fedeli

Intorno alla chiesa di Nederluleå, risalente agli inizi del XV secolo, si trovano 424 abitazioni in legno, costruite allo scopo di ospitare i fedeli che giungevano qui dalla campagna circostante e che non erano in grado di rientrare nelle proprie case, soprattutto nei mesi invernali, a causa del lungo viaggio in condizioni climatiche difficili e in un ambiente naturale aspro.
Le case erano perciò utilizzate come alloggi temporanei, prevalentemente alla domenica o nei giorni nei quali ricorrevano particolari festività cristiane. In Svezia la regolare frequentazione della chiesa era infatti prescritta dalla legge.
L’intero complesso parrocchiale e l’impianto urbanistico che si è sviluppato organicamente nel corso di diversi secoli sono ottimamente conservati: i cottage della chiesa, la chiesa, le case pubbliche e private, le strade medievali disposte a raggiera.
Sul Golfo di Botnia a bordo di un aeroscafo
Soggiornare nell’area di Luleå nella stagione invernale, offre la possibilità di esplorare il Golfo di Botnia a bordo di un hovercraft.

Il Golfo riceve le acque di molti fiumi ed è per via della ridotta salinità che diventa ghiacciato rapidamente ed è il primo tratto del mar Baltico a ghiacciare nei mesi invernali.
L’aeroscafo è un mezzo di trasporto molto utilizzato a queste latitudini per la sua versatilità in quanto in grado di spostarsi su superfici di diversa composizione a velocità considerevoli.
È un’esperienza insolita ed emozionante scivolare sul ghiaccio della baia fra isolette che affiorano dal bianco accecante del ghiaccio con minuscole foreste di abeti a cassette rosse in legno e camminare sulla baia, avvolti da un freddo pungente, per raggiungere i piccoli villaggi di pescatori.
La riserva di Storforsen e Jokkmokk
Risalendo verso nord si incontra un altro fenomeno naturale di grande bellezza: la riserva naturale di Storforsen. È un’ampia foresta nella quale scorrono rapide che, con 5 chilometri di lunghezza e un salto pari a 82 metri, sono le più grandi in Europa.

È possibile osservare da vicino la grande potenza dell’acqua che non gela mai completamente nonostante le temperature invernali estremamente rigide.
Proseguendo in direzione nord si incontra Jokkmokk, un villaggio cuore della cultura sami. Qui, da più di quattrocento anni, nel mese di febbraio si tiene un mercato nel quale si possono gustare cibi e bevande tradizionali e assistere a manifestazioni culturali e gare di renne.
Jokkmokk, il cui nome significa “curva del fiume”, sorge su un’ansa del fiume pochi chilometri a nord del Circolo polare artico e ospita un museo dedicato alla cultura sami e un istituto d’istruzione superiore con corsi in lingua sami dedicati all’artigianato, all’ecologia e alle tecniche di allevamento delle renne.
La popolazione sami…
In questa piccola cittadina dalla chiesa color panna e verde pastello, che sembra tratta da un’illustrazione di un libro di fiabe, molti Sami vivono e vestono in maniera tradizionale e sono più tollerati che in altre zone della Svezia.

La regione sami, detta Sápmi, comprende la parte settentrionale della Scandinavia e della penisola russa di Kola. L’insediamento originale era più grande, ma i Sami furono gradualmente costretti a cedere la loro terra, prima agli agricoltori e poi alle industrie.
Per i Sami non esiste un censimento vero e proprio, ma si ritiene si tratti di circa 80.000 individui, dei quali 20.000 risiedono in Svezia, 50.000 in Norvegia, 8.000 in Finlandia e 2.000 in Russia.
I Sami svedesi iniziarono a dedicarsi alla pastorizia delle renne nel XVII secolo seguendone le migrazioni. Oggi possiedono una dimora permanente e una capanna in montagna per la pastorizia.
Conducono uno stile di vita semplice e a contatto con la natura basato sulla cura delle renne (in Svezia se ne contano circa 260.000) e scandito dalle stagioni delle migrazioni dalle foreste del nord verso le montagne e viceversa.
…e la cultura oggi

I Sami vantano una propria bandiera: dal 1986 i colori del vessillo (blu, rosso, giallo e verde) sono quelli che si trovano più comunemente sugli abiti tradizionali. Il cerchio raffigura il sole, in rosso, simbolo che compare su molti tamburi sciamanici; la metà blu del cerchio rappresenta la luna.
La millenaria cultura sami è fortemente radicata e sopravvive ancora ai nostri giorni, tramandata di generazione in generazione. Ne è un esempio lo Yoik, il canto tradizionale, ritenuto una delle più antiche forme di musica in Europa e, in origine, strettamente legato alla religione.
Visto come un’attività pagana e non colta, lo Yoik è stato a lungo bandito dalla Chiesa luterana svedese, ma è conservato all’interno del focolare domestico delle famiglie sami che intonano queste vibranti melodie dedicate a persone, animali o paesaggi per alimentare e tenere in vita ricordi.
Testo di Nadia Ballini Foto di Luca Bracali|Riproduzione riservata ©Latitudeslife.com
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