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Uno scorcio del centro storico di Alba, città natale di Beppe Fenoglio ©Stefania Spadoni

Che cosa avranno di speciale queste colline, ora morbide e regolari, ora aspre e scoscese improvvisamente tagliate da dirupi e calanchi? Già, perché qualche motivo deve pur esserci se nelle basse alture che si inseguono tra Cuneo, Asti e Savona, signoreggiate dalle Langhe, sono nati o hanno ambientato le loro storie grandi scrittori.

Come Cesare Pavese, Davide Lajolo, Beppe Fenoglio, Giovanni Arpino. Una chiave può essere l’identificazione ideale con il paesaggio interiore di ciascuno, le contraddizioni, le asperità e i momenti di calma, l’ignoto e la certezza dello scorrere del tempo.

Ma anche lo scenario di esperienze fondamentali di vita, mediate da un mondo contadino orgoglioso e tenace, nonostante miseria e, spesso, disgrazia. Ogni scrittore ha i suoi luoghi d’elezione.

Luna e falò a Santo Stefano

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La Casa di Nuto a Santo Stefano Belbo, ©Fondazione Cesare Pavese

Per Pavese è Santo Stefano Belbo, paese natale, in cui tornava d’estate dopo essersi trasferito a Torino. Qualche angolo è rimasto intatto. Certo lo è il fiume a dividere le colline di Gaminella e il Salto, la casa di famiglia e il laboratorio dell’amico Nuto. E la stessa ferrovia conduce a Canelli e ad Alba, già con l’odore diverso della città. La Langa è fonte continua d’ispirazione.

Sarà la donna amata, compiutamente incarnata dal silenzio generoso e presago della vigna. Oppure il labirinto incantato che colpisce la fantasia del bambino.

O ancora le cascine con i padroni che dopo il raccolto si giocavano fino all’ultimo tutti i marenghi e poi la terra e poi la casa e infine la moglie.

E anche l’ultima tragica scelta, Pavese la persegue con “la stessa testardaggine, la stessa stoica volontà delle Langhe”.

Guerra in terra di Langa

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Una foto storica di Beppe Fenoglio ©Archivio Ente Turismo LMR

Un rapporto ancora più stretto lega a queste terre Beppe Fenoglio, dalle quali non si è mai allontanato. Abitando e formandosi nella nativa Alba, ma trovando nelle colline delle valli Tanaro, Belbo e Bormida tutta la materia e l’epica necessaria ad una narrazione originale.

Racconto sostenuto in maniera mirabile dall’uso apparentemente estraneo dell’inglese. Considerato ai vertici del Novecento Italiano, Fenoglio rimane un insuperabile scrittore guerra partigiana. Mai prima di lui narrata con tanta poesia e così poca retorica.

La Langa con i suoi anfratti, i boschi, i rittani segreti è il rifugio ideale per Johnny e i suoi compagni, la vera barriera contro il nemico. E sarà lieve terra, madre ancestrale, per quei giovani caduti in nome di una libertà soltanto sognata.

La forza delle radici contadine

Proprio di Pavese e Fenoglio fu insigne biografo Davide Lajolo. Nato a Vinchio Monferrato, fu giornalista, narratore e parlamentare, intimamente legato alla sua terra.

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I filari regolari dei vigneti della Langa ©Franco Cappellari

Il paesaggio delle vigne regolari dal Bricco di San Michele, dove il padre aveva il suo piccolo appezzamento, gli permette ogni volta che vi fa ritorno di ritrovare le radici e l’anima contadina. Spiriti guida per svelare con pagine illuminanti le case, le strade, i sentieri, gli abitanti, i mestieri e i miti di un mondo immortale.

Vita dura, gente dura

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Una veduta di Bra, città d’elezione di Arpino – Archivio Ente Turismo LMR

Tanto poliedrico quanto inafferrabile, Giovanni Arpino fu scrittore raffinato e brillante, ma polemista vivace e cronista sportivo tagliente, sempre immerso n contemporaneità. Nato a Pola in Istria e vissuto perlopiù a Torino, la madre era originaria di Bra e le colline materne sono lo sfondo di romanzi per niente mitizzanti, ma rivelatori della crudezza nei rapporti familiari ed economici delle Langhe.

Ritrovarsi nella cascina di Johnny

Dunque non è difficile nel viaggio incontrare luoghi letterari di queste terre, proprio perché ancora molto si conserva. E certe atmosfere le ritrovi intatte, radicate nelle tradizioni e nei caratteri inossidabili al tempo. In un itinerario ideale non può mancare Cascina Langa.

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Murazzano è uno dei luoghi in cui sono ambientati i racconti di Beppe Fenoglio

Nell’alta collina tra Benevello e Mango, a dieci minuti d’auto da Alba, sulle alture dove la vigna lascia campo a noccioleti e boschi, nutrimento principe dei migliori tartufi. Beppe Fenoglio, che qui combatté e trovò rifugio, ne racconta sovente nei suoi scritti, consegnandoci parole definitive. “Chi non conosce, chi non è mai stato a Cascina della Langa, vuol dire che di queste Langhe lui non può parlare.”  

Da questa sommità si controllavano le valli sottostanti e si poteva esser sicuri di accoglienza, protezione, ristoro (“La padrona era una delle più forti, ardite e cupide donne della collina” – il Partigiano Johnny).  

E ancora oggi è così, per il corpo e la mente. Con una sapiente e saggia ristrutturazione tutto è rimasto esternamente come allora, tranne l’aia, luogo di contemplazione, che domina le colline guardate dal Monviso.

Cascina Langa offre stanze confortevoli, ognuna diversa, spa comfort zone e colazioni superlative, arricchite da una specialissima crema di nocciole bio della casa. In più una ristorazione radicata al meglio del territorio, iniziative culturali, musica dal vivo, escursioni sui sentieri dei dintorni, e le suggestioni di una storia speciale.

Testo di Gianfranco Podestà foto Archivio Ente Turismo LMR|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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