Napoleone, da Duecento anni “immobile”

…tutto ei provò: la gloria / maggior dopo il periglio, / la fuga e la vittoria, / la reggia e il tristo esiglio; / due volte nella polvere, / due volte sull’altar…

morte-di-Napoleone
La morte di Napoleone in un quadro di Charles de Steuben

L’orecchiabile Manzoni

Sarebbe stato troppo facile ricordare la data appena trascorsa del 5 maggio, giorno della morte di Napoleone nell’esilio di Sant’Elena, ricorrendo alla strofa iniziale che tutti conoscono: (…Ei fu. Siccome immobile, / dato il mortal sospiro…) che molti hanno sinceramente odiato ai tempi della scuola.

Lo confesso: a livello personale non sono mai riuscito a capacitarmi come il grande Alessandro Manzoni, che tante emozioni mi aveva procurato con la trama dei suoi Promessi Sposi – per non parlare di quel monumento culturale scaturito dalla sua costante ricerca e perfezionamento della lingua italiana – si sia così aulicamente speso nel comporre una poesia dai molti equilibrismi espressivi e apertamente elegiaca verso un personaggio come Napoleone.

Una figura di sicura importanza planetaria, ma di altrettanta riconosciuta considerazione avversa, al pari di altri nomi celebri (Garibaldi, Churchill, Cristoforo Colombo ecc.) tutti vittime dell’emergente e disfattista cancel culture.

Esageratamente negativa questa; con troppi ridondanti aggettivi celebrativi l’ode manzoniana.

Il grande Corso padrone d’Europa

Pochi condottieri e uomini di conquista, qual è stato Napoleone, hanno avuto moltitudini di studiosi che ne hanno ripercorso le avventure terrene, celebrandone le gesta militari e l’accidentato percorso umano; non c’è inoltre alcun dubbio che il Bonaparte sia stato l’uomo politico e il militare francese tra i più gloriosi e influenti della sua epoca.

waterloo-monumento-napoleone
Il monumento a Waterloo Foto di Ben Kerckx da Pixabay

Dopo aver assunto il potere nel 1799, diviene Imperatore dei Francesi nella storica notte del 4 dicembre del 1804 nella quale viene incoronato.

Sotto l’aspetto militare, Napoleone è unanimemente considerato il più grande stratega di tutti i tempi, qualità che gli ha permesso di assoggettare quasi tutta l’Europa continentale.

Manzoni, con i suoi versi, dà un’idea dell’estensione geografica delle sue imprese: …dall’Alpi alle Piramidi, / dal Manzanarre al Reno, / di quel securo il fulmine / tenea dietro al baleno; /scoppiò da Scilla al Tanai, / dall’uno all’altro mar.

Come dire: dall’Italia all’Egitto, dalla Spagna alla Germania – con le sue azioni rapide di pensiero e di esecuzione – sposta uomini e mezzi dalla Sicilia al fiume Don, dal Mediterraneo all’Atlantico.

La disastrosa campagna di Russia dell’anno 1812 decreta la rovina di Napoleone e lo induce ad abdicare due anni dopo, affrontando il primo esilio all’isola d’Elba.

Ma non cede; ritorna a Parigi nel 1815 e riprende il potere: i famosi cento giorni. Ma con la battaglia di Waterloo viene sconfitto definitivamente e viene fatto prigioniero degli Inglesi.

Verso Sant’Elena

Napoleone-in-viaggio-verso-Sant'Elena
Napoleone in viaggio verso Sant’Elena

Il 7 agosto del 1815 Napoleone Bonaparte, l’invincibile di tutte le guerre, sale a bordo della nave Northumberland che lo condurrà a Sant’Elena. Dall’Inghilterra, occorreranno due mesi e una settimana di navigazione per raggiungere l’isola d’origine vulcanica in mezzo all’Atlantico meridionale, lontana 1900 chilometri dalle coste africane.

Lo sbarco avviene infatti il 15 ottobre; il 10 dicembre Napoleone prende possesso della sua definitiva abitazione, alla presenza del governatore provvisorio dell’isola, l’ammiraglio Cockburn.

Longowood House è situata in una zona pianeggiante di Sant’Elena, quindi adatta ad essere sorvegliata in maniera più blanda rispetto al primo periodo dell’approdo, nel capoluogo Jamestown; l’area è tuttavia esposta ai venti alisei, è umida e nebbiosa per via dei violenti temporali; quando però c’è sole, il caldo è torrido. 

La solitudine di Longwood

Longwood House, isola di Sant’Elena it.wikipedia.org

Malgrado l’isolamento, la sorveglianza dei guardiani è continua e la libertà di movimento è ridotta al minimo. Il clima, un’alternanza di umido e calore, fiacca la resistenza del prigioniero.

L’imperatore trascorre le giornate dettando le sue memorie ma negli ultimi anni si limita alla lettura. Alessandro Manzoni così descrive la sua fine: …il Dio che atterra e suscita, / che affanna e che consola, / sulla deserta coltrice / accanto a lui posò.

Il 15 aprile del 1821 Napoleone redige il proprio testamento; rifiuta l’assistenza dei medici inglesi e dopo otto giorni d’agonia esala l’ultimo respiro, pronunciando le sue ultime parole: …Armée… tête de l’Armée…Joséphine.

Viene sepolto per sua volontà nella Valle dei Gerani il 9 maggio, prevedendo che non l’avrebbero riportato in Europa. Ma nel 1840, su ordine di Luigi Filippo I e in accordo con gli inglesi, il corpo viene definitivamente traslato in Francia.

Fu vera gloria? I posteri (cioè noi) non possono che dare un giudizio affermativo.

Libertas Dicendi n°312 del ‘Columnist’ Federico Formignani |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

Caro lettore,

Latitudes è una testata indipendente, gratis e accessibile a tutti. Ogni giorno produciamo articoli e foto di qualità perché crediamo nel giornalismo come missione. La nostra è una voce libera, ma la scelta di non avere un editore forte cui dare conto comporta che i nostri proventi siano solo quelli della pubblicità, oggi in gravissima crisi. Per questo motivo ti chiediamo di supportarci, con una piccola donazione a partire da 1 euro.

Il tuo gesto ci permetterà di continuare a fare il nostro lavoro con la professionalità che ci ha sempre contraddistinto. E con lo stesso coraggio che ormai da 10 anni ci rende orgogliosi di quello facciamo. Grazie.