Prosegue il nostro viaggio in Romania, questa volta lungo i tornanti e le gole di una delle più famose strade nazionale del paese, la Transfăgărășan.

Per tutto il nostro viaggio on the road attraverso i Carpazi, ero stata incollata al finestrino per non perdere nessun dettaglio e scattare foto, con ritmi quasi maniacali.
Incontri sorprendenti
Una mattina, mi son voltata verso la radio per scegliere una canzone, ed in un battito di ciglia, qualcosa nell’aria era cambiato: Emanuele aveva radicalmente diminuito la velocità di crociera e l’atmosfera si era cristallizzata. Istintivamente avevo alzato lo sguardo verso di lui e la scena che mi si presentava era la seguente: occhi sbarrati che vagavano alle mie spalle, mascella crollata, postura frozen.
Giusto il tempo di voltarmi per capire cosa accadesse, ed ecco accanto a me, all’altezza del guardrail, un orso grandezza Side-car che seraficamente faceva colazione. Scatto felino per recuperare il cellulare, ma il pachiderma stava già svanendo tra le fratte.
La foto che ho scattato non mi sento di condividerla, perché ritrae un enorme deretano di pelo; non estremamente edificante né per il soggetto, né per la fotografa.
Senza sminuire il quoziente avventuroso della mia vita, vi assicuro che quello è stato uno dei momenti più emozionanti che possa ricordare!
L’eccitazione ci ha accompagnati per tutto il giorno, ormai il nostro unico scopo era quello di imbatterci in un altro orso dei Carpazi. Cosa che naturalmente non è più successa, ma che avrebbe potuto. La concentrazione di orsi bruni tra quelle montagne è estremamente alta: dei circa 16.000 esemplari presenti in tutta Europa, circa la metà vive nascosto – più o meno – tra le foreste del castello di Dracula e compagnia bella.
Devo dire che gli wow effect della giornata non erano finiti li, il climax l’avevamo sicuramente raggiunto mentre io armeggiavo inutilmente con la radio, ma il panorama che ci aspettava era quanto di meglio potessimo auspicare.
Un’opera imponente

La Transfăgărășan era li ad accoglierci, con tutta la sua maestosa tortuosità.
Facciamo un piccolo passo indietro, siamo nei primi anni Settanta, Nicolae Ceaușescu alla guida dissennata della Romania, decide di aprirsi un varco tra i Monti Făgăraș che possa rivelarsi strategicamente utile, in caso di invasione russa. Centocinquantadue chilometri di tornanti d’asfalto, che si inerpicano fino ai 2.000 metri di altezza, tra le cime più alte della Romania.
Un’opera imponente che richiese grandi sacrifici economici e soprattutto umani: l’impiego di oltre sei milioni di chili di dinamite ed il coinvolgimento di soldati molto giovani ed inesperti nel maneggiare esplosivi.
I rapporti ufficiali parlano di 40 vittime nel corso dei quattro anni di lavorazione, in realtà si sussurra che centinaia di uomini persero la vita, nel tentativo di addomesticare quelle montagne impervie con mezzi inappropriati.
La dinamite ebbe la meglio, e per quanto stolti ed insensati siano stati i motivi e la messa in opera, percorrendo la Transfăgărășan si rimane incantati da cotanta bellezza.
Tra boschi e montagne

Questa strada panoramica che si dipana tra boschi e montagne impervie ha le sue regole: rigidi limiti di velocità, accessibilità vietata durante le ore notturne ed apertura stagionale che oscilla da luglio a settembre, in base alle condizioni meteo.
Le limitazioni rendono ancora più affascinante il percorso, perché lungo quei chilometri respiri l’energia di un luogo molto potente, laddove la Natura è incontrastata sovrana, e ci si deve adeguare ai suoi ritmi. I tornanti panoramici fanno di questa strada la meta incontrastata di centauri avventurosi e ben allenati ciclisti.
Se volete godervi un tour virtuale della Transfăgărășan a bordo di fiammeggianti Ferrari, c’è una puntata di Top Gear – programma di motori e viaggi firmato BBC – che illustra in maniera scanzonata e leggera, alcune delle bellezze che rendono la Romania una meta da wish-list.
Lungo i chilometri della Transfăgărășan, molte sono le attrazioni naturali che richiedono una sosta, noi abbiamo provato un paio di volte, ma laddove c’era un luogo da visitare, come la diga ed il suo Lago artificiale, il Vidraru, aumentava esponenzialmente la densità di turisti, quindi passavamo oltre.
Il lago delle leggende

Il Lago di Bâlea e l’omonima cascata sono tra le tappe obbligate della zona: d’estate gli amanti del trekking si sbizzarriscono lungo i percorsi alpini che partono da questa piccola vallata. D’inverno, grazie ad una lunga funivia, il lago diventa meta di appassionati sciatori, rumeni e non.
Questo specchio d’acqua glaciale incastonato tra le montagne, deve il suo nome ad un’antica leggenda. Si narra che Bâlea fosse un coraggioso pastore che osò affrontare e sconfiggere un grande orso bruno.

Grazie a questa prova di forza, l’impavido giovane di umili origini,entrò a far parte della guardia reale, ma non solo. Il Re gli concesse la mano della figlia. Fin qui tutto bene, ma si sa, le leggende spesso hanno come protagonisti sfortunati amanti ed epiloghi funesti … ed infatti, il giorno delle nozze ci fu una grande tempesta, ed il nostro eroe morì tragicamente.
Tra le soste più o meno obbligate lungo il percorso, una non ce la siamo fatta sfuggire: comprare formaggio, salumi e Palinca presso uno dei chioschi ambulanti presenti un po’ ovunque. Perché, come si sa, la montagna mette appetito!

Impazienti di assaggiare le primizie rumene appena acquistate, ci siamo goduti un pic-nic immersi nel verde, sulle rive tranquille di un ruscelletto e circondati dai cartelli che intimavano a non abbandonare i percorsi obbligati, causa l’onnipresente comunità di orsi bruni.
Fino all’ultimo, abbiamo sperato in un altro fuori programma a quattro zampe, ma nessun pachiderma goloso si è più palesato lungo il nostro cammino.
Sarà per la prossima volta perché, poco ma sicuro, torneremo a trovarvi!
Testo e foto di Viviana Biffani|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

I nostri blogger in viaggio
Viviana Biffani
Sognatrice per vocazione, viaggiatrice per coincidenza. Racconta con sana ironia di spiagge, compromessi matrimoniali e onde oceaniche. Leggi i suoi racconti di viaggio.
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