Ambiente 2021: Banchise galleggianti e Terre subacquee

Domani, sabato 5 giungo, è la Giornata Mondiale dell’Ambiente; una ricorrenza annuale seria e importante, tra altre fantasiose o ridicole di un affollatissimo calendario.

Antartide
La nave da crociera Plancius in navigazione nel Lemaire channel, Antarctica. ©Sergio Pitamitz

Ambiente, problema costante

Che l’ambiente sia oggi una preoccupazione collettiva è assolutamente certo; chi non ha ancora acquisito sensibilità al riguardo, è probabile abbia altri e più seri problemi di vita da affrontare e risolvere. 

I motivi di preoccupazione per lo stato di salute del nostro pianeta aumentano di giorno in giorno e molti di questi timori sono dovuti a disinformazioneerrato e talvolta criminale comportamento della specie umana. 

La natura reagisce di conseguenza, punendoci con catastrofi naturali quali terremotieruzioni vulcaniche, uraganialluvioni

Spesso, c‘è ben poco da fare; non di rado è colpa nostra, come nel caso del riscaldamento globale e del conseguente innalzamento delle acque dei mari. Si prospetta dunque un mondo futuro diverso al quale ci si dovrà giocoforza adattare. 

Antartide al collasso 

Il continente più remoto della terra ha preso la cattiva abitudine di darci ricorrenti pensieri: si sta spaccandosbriciolando, sta andando in pezzi.

Il Mare di Weddel, che si insinua nella calotta antartica in profondità, bagna la piattaforma ghiacciata di Ronne sulla quale è attiva Halley, una delle molte stazioni polari di ricerche scientifiche, costruita in questo caso dalla Gran Bretagna nel 1950 e attualmente disabitata; è situata ad appena venti chilometri di distanza dal punto in cui un mostro di ghiaccio si è staccato dalla banchisa.

L’iceberg, classificato come A-76, misura più di 4300 chilometriquadrati: come le isole Baleari messe insieme, come la regione italiana del Molise. In questo momento è il più grande iceberg del mondo ed è stato individuato dalle immagini satellitari; il gigantesco pezzo di ghiaccio ha la forma di un enorme dito, lungo 170 chilometri e largo 25.

Gli esperti dicono che per fortuna non influirà sull’innalzamento dei mari, dato che già galleggiava sull’acqua. L’iceberg A-76 ha strappato il primato a quello battezzato A-23A (poco meno di 4000 chilometri quadrati) che a sua volta aveva detronizzato l’iceberg A-74 di soli 1270 chilometri quadrati: piccolo come la provincia di Como!

La fine di questi iceberg? Si frantumeranno poco per volta, vagando nell’Atlantico australe, con qualche reale pericolo per la navigazione. Un secondo aspetto delle conseguenze favorite dal distacco dalla banchisa di ghiacci simili al mega sigaro A-76, è dato dalla sopravvivenza della fauna antartica.

Chissà quanti pinguini imperatore, foche di diverse specie (di Weddell, foche mangia granchi ecc.) leopardi marinibalenotterecalamari giganti, avranno vita più dura man mano che le isole si dissolveranno.  Chi soffrirà di meno sarà il minuscolo krill e i molti uccelli marini: albatri, petrellisterne

Terre sotto il mare

Un libro di recente pubblicazione (Viaggio nell’Italia dell’Antropocene, la geografia visionaria del nostro futuro, Aboca, pag.189, € 22) scritto dal filosofo della biologia Telmo Plevani e dal geografo Mauro Varotto, entrambi docenti all’Università di Padova, traccia un quadro fisico dell’Italia, meta di un ipotetico Grand Tour del futuro: lo stesso viaggio intrapreso da Goethe nel 1786, fatto però mille anni dopo: 2786. Gli autori danno per scontato l’avvenuto e completo discioglimento delle calotte polari, dei residui ghiacciai terrestri, evento che ha causato un aumento della superficie marina pari a ben 65 metri sopra l’attuale linea costiera.

Gli autori non mancano di aggiungere che si tratta di uno scenario forse irrealistico, ma sempre possibile se non si adotteranno misure efficaci per evitare sconvolgimenti irreparabili. Superato lo shock e la sorpresa di immaginare un Paese modificato, resta la curiosità di scoprire come l’Italia del 2786 sarà diversa rispetto all’epoca di Goethe.

Ad esempio, la riviera adriatica non sarà più lineare ma densa di piccoli fiordi, fenomeno che si ripeterà anche in alcuni tratti della costa tirrenica, attorno a Roma, a Napoli. Roma avrà un clima tropicale e la Sicilia sarà arida come l’attuale deserto libico-tunisino. Venezia sarà sottomarina e il campanile di San Marco emergerà dal mare come l’attuale piccolo campanile del lago di Resia. 

Completamente sott’acqua anche la Pianura Padana, con nuove isole: i monti Berici e i colli Euganei. Le nuove spiagge marine saranno a Pavia, a Lodi, con una inedita riviera emiliana dove iniziano le colline. Non basta? Ecco allora che Napoli, il Vesuvio, il Salento, il Gargano diventeranno isole, mentre la Sardegna si dividerà in due, perché il mare avrà sommerso il Campidano da Cagliari a Oristano.

Sta a noi, concludono i serio-spiritosi autori, evitare tutto ciò, avendo cura del nostro pianeta. Questo, sia ben chiaro, per rendere omaggio al 5 giugno, giornata dell’ambiente.

Libertas Dicendi n°316 del ‘Columnist’ Federico Formignani |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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