Lago Trasimeno, toccata e fuga tra natura e gastronomia

Allo scoccare del tana libera tutti tra regioni, ci siamo ritrovati sull’autostrada, destinazione Lago Trasimeno.

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Tramonto sul Lago Trasimeno ©Viviana Biffani

Erano i primi di maggio e la sottoscritta non si era più mossa dal proprio comune, per meglio dire quartiere, da sette mesi e spiccioli.

Tra dubbi amletici del tipo:

  • Siamo sicuri che anche l’Umbria sia zona gialla?
  • Ah, boh! Credo di si! Tanto ormai siamo partiti, al massimo ci arrestano.

La nostra gita iniziava all’insegna della sregolatezza e delle nuvole, senza che l’una ne le altre potessero turbare l’emozione di varcare finalmente i confini casalinghi.

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La nostra Suite vista lago ©Viviana Biffani

Mai nessuna prenotazione era stata riprogrammata tante volte, come quella fatta al Cantico della Natura. Nato come un regalo di Natale per Emanuele, ad ogni nuovo DPCM vedevo sfumato il mio sogno romantico, rimbalzando di mese in mese, dall’inverno, fino alla primavera inoltrata. Credo possiate capirmi tutti molto bene.

Un rifugio nel verde

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Il Cantico della Natura, Lago Trasimeno ©Viviana Biffani

Nella scelta iniziale, ero stata attirata dal fascino di un rifugio immerso nel verde, che magari ci avrebbe regalato qualche fiocco di neve. Abituati a fuggire oltre oceano ad ogni inverno, il divieto di recarsi all’estero mi sembrava un’opportunità per rivalutare i mesi più freddi e gli italici paesaggi collinari.

Sogno sfumato e magicamente trasformato in un lungo inverno passato tra le gelide mura di casa, con lavori di ristrutturazione, polvere, noia e paranoia.

Ma non deprimiamoci ulteriormente, e torniamo alla nostra gita primaverile: come novelli Marco Polo, eccoci varcare il confine del Lazio ed addentrarci nella Terra del Tartufo e di Brancaleone!

Quello che mi aveva attirato del Cantico della Natura era soprattutto un parco privato di oltre 25 ettari, e la vista a perdita d’occhio sul lago ed i poggi circostanti.

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La vista a perdita d’occhio sugli uliveti e sul lago ©Viviana Biffani

Immaginare di camminare per chilometri, senza incontrare nessuno è il leit motiv  dei nostri viaggi e questo borgo rivisitato nel pieno rispetto della Natura, mi sembrava un ottimo punto di ripartenza post lockdown.

In effetti, è un luogo incantevole, nel quale riscoprire il profumo delle erbe aromatiche ed il fascino primitivo del silenzio.

In una mattinata dal cielo grigio e l’aria carica di brina, abbiamo esplorato il sottobosco collinare per ore. Un paesaggio fatto di rosa canina, erbe spontanee ed ulivi, vecchi ruderi trasudanti familiari epopee ed il Lago a tenerne le redini, in lontananza ma onnipresente.

Il Trasimeno, quarto lago d’Italia

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Panorama sul Lago Trasimeno dal Poggio del Belveduto ©Lucio Rossi

Sapevate che il Trasimeno è tra i laghi più estesi del Bel Paese? Primo tra quelli dell’Italia Centrale e quarto nell’intero Stivale. 128 chilometri quadrati di superficie, che cozzano con una profondità quasi ridicola: in media 4,5 metri, con un massimo di 6 nel punto più profondo.

Il Trasimeno è un cosiddetto lago chiuso – alimentato prevalentemente dalla pioggia e senza emissari naturali – questo significa che in base alle vicende meteorologiche che si alternano di anno in anno, può presentare fenomeni di:

  • Impaludamento – se non piove, il livello diminuisce e l’acqua ristagna
  • Allagamento – quando le precipitazioni sono copiose

Già in epoca Romana e poi man mano nel corso dei secoli, ci si preoccupò di realizzare una serie di canali artificiali che, in caso di bisogno, potessero gestire momenti di piena o eccessiva carenza d’acqua.

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Lago Trasimeno, Il Castello di Isola Polvese ©Lucio Rossi

In questo possente specchio d’argento, sonnecchiano silenziose tre isole:

  • L’isola Maggiore, l’unica che possa vantare una popolazione di ben 15 abitanti stabili, nei suoi 24 ettari di estensione.
  • L’Isola Minore: minuscola, altamente boscosa e popolata dai cormorani.
  • L’Isola Polvese, la più grande – quasi  70 ettari – e  la più spumeggiante in materia  di  ambientalismo e ricerca scientifica. Dichiarata a tutti gli effetti Parco scientifico-didattico, organizza diverse attività di educazione ambientale e percorsi per turisti. Insomma, da visitare assolutamente.

Guida ai sapori del lago

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Lago Trasimeno, Castiglione del Lago, Pesci fritti e insalata di luccio del Ristorante La Cantina ©Lucio Rossi

Nella nostra toccata e fuga, oltre a lunghe passeggiate boschive e giri in auto per le colline ed i borghi circostanti, ci siamo dedicati ad un’altra attività esplorativa che ci vede campioni: i sapori del territorio. Ovvero, laute mangiate.

L’obiettivo principale era quello di gustare le primizie ittiche del posto, quindi ci siamo affrettati a prenotare in uno dei migliori ristoranti di pesce della zona: il Sottovento, a Passignano sul Trasimeno. Atmosfera ricercata, servizio gentile e piatti saporiti.

Per quanto riguarda le porzioni, fate attenzione a cosa ordinate: fortuna ha voluto che a me arrivassero piatti pantagruelici, mentre ad Emanuele elaborazioni da nouvelle cuisine un po’ stitiche. Tutto assolutamente gustoso, fresco e seducente, però se avete appetito, non dimenticate di ordinare un bel piatto di pasta: a quel punto sarete sicuri di soddisfare sia palato che pancia!

Scorrendo la carta delle pietanze, sorgeva immediata una domanda: ma il pesce di lago? Voglio dire, l‘offerta di primizie era accattivante e variegata, ma si trattava esclusivamente di pescato marino. Assolutamente fresco, ma neanche lontanamente di  lago. Questo dettaglio meritava un’attenta investigazione.

Pesci d’acqua dolce

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Lago Trasimeno, ci sono ancora alcuni pescatori in attività nel porticciolo di San Feliciano ©Lucio Rossi

Prima di tutto, abbiamo scoperto che la richiesta del grande pubblico preferisce il fascino intramontabile degli scampi o la tartare di spada, piuttosto che il sapore sincero del pesce persico o del luccio.

Secondo poi, il Trasimeno non è un lago pescoso. Provate a ragionarci su: se piove troppo, le acque da limpide si trasformano in paludose. Se non piove, il livello si abbassa ulteriormente quasi a diventare una bacinella di acqua tiepida, poco ospitale per la fauna locale.

Perché il Trasimeno possa dare un pescato soddisfacente, deve mantenere un equilibrio delicato, precario e tendenzialmente raro.

Ma quando si tratta di cibo, come avrete capito, a noi piace andare fino in fondo, e da buoni segugi, abbiamo trovato quello che cercavamo.

Spuntino veloce?

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Un piatto del Sottovento ©Viviana Biffani

Il Chiosco a San Feliciano, proprio sul lungo lago. Un baretto che non richiama propriamente esperienze gourmet, ma che può riservare gustose sorprese.

Il paté di Tinca, ad esempio: un mix perfetto tra cremosità al pepe rosa, pesce fresco e gusto affumicato.

Abbiamo cercato di carpirne i segreti, ma il cuoco si è guardato bene dal rivelarci alcunché. Non vi aspettate i fuochi d’artificio, ma per uno spuntino o un cono gelato con vista lago, val bene una sosta.

Portate i contanti, perché non hanno il POS.

Pranzo tipico?

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Lago Trasimeno, Castiglione del Lago, Carpa Regina in porchetta del Ristorante La Cantina ©Lucio Rossi

Chi cerca, trova un ristorante dove assaporare la vera cucina del territorio, non solo di terra, soprattutto di Lago. A Castiglione, La Cantina.

Una terrazza spaziosa con vista lacustre, tavoli e coperti a volontà che potrebbero trarre in inganno, perché le pietanze rimangono quelle di una cucina casalinga, appassionata e del territorio.

Dalla terrina di Tinca – con zucchine marinate alla menta e panna acida – alla Carpa Regina in porchetta, la tavola si riempie di piatti colorati e gustosi, che attirano il palato e provocano sorrisi di spontanea approvazione.

Per finire, la Crescionda un dolce tipico Umbro che vede i suoi Natali perdersi nella storia. Nel Medioevo veniva eseguita in agrodolce con brodo, miele, farina di farro e chi più ne ha. Nel tempo l’originaria crescia unta –  ovvero focaccia bisunta di grasso – si è adeguata ai gusti correnti, fino a diventare un ottimo dessert che vanta innumerevoli rivisitazioni.

Noi l’abbiamo assaporata accompagnata da crema all’Amaretto e crumble salato: da leccarsi i baffetti.

Per smaltire un pranzo ad alta soddisfazione calorica, Emanuele si è buttato in macchina – con la scusa che era  scaduto il ticket – ed io mi sono data allo shopping gastronomico, tanto per  cambiare genere.

La Cantina è proprio nel corso principale di Castiglione del Lago, Via Vittorio  Emanuele, quindi con pochi passi si possono raggiungere una serie di botteghe che offrono artigianato ed enogastronomia locale.

Salutando l’Umbria, non potevo esimermi dal mettere in valigia: ragù di Chianina e finferli, finocchietto selvatico e formaggio stagionato. 

Testo e foto di Viviana Biffani|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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Viviana Biffani

Sognatrice per vocazione, viaggiatrice per coincidenza. Racconta con sana ironia di spiagge, compromessi matrimoniali e onde oceaniche. Leggi i suoi racconti di viaggio.

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