“Avvicinatevi, vi prego, esaminate questo spettacolo che senza ombra di dubbio è una delle cose più belle, potenti e straordinarie di cui questo pianeta disponga… Sono pietre o nuvole? Sono vere oppure è un sogno?” Ascoltiamo anche noi il suggerimento dello scrittore Dino Buzzati e andiamo a scoprire le Dolomiti delle Pale di San Martino, decretate Patrimonio dell’Umanità Unesco per la loro eccezionale bellezza naturale ed una serie di paesaggi montani unici al mondo.
Testo di Manuela Crepaz foto di Pierluigi Orler
L’eclettico narratore, pure giornalista, poeta e pittore, amava le Pale di San Martino: il vasto altopiano della Rosetta che le caratterizza lo ha ispirato per il suo romanzo più celebre, “Il deserto dei Tartari”.
Il racconto “Notte d’inverno a Philadelphia” è ambientato sulla Cima del Coro e, nel pieno della maturità, Buzzati vi dedica un profondo, struggente addio poetico “O Pale di San Martino, o vecchie, o patria!”.
Le Pale di San Martino costituiscono il gruppo dolomitico più esteso, a cavallo di due regioni tra le più pittoresche e conosciute: il Trentino Alto Adige e il Veneto.
Dominano maestose, imponenti e slanciate la Valle di Primiero, dove batte il cuore di uno dei “Borghi più belli d’Italia”, Mezzano, di cui parleremo tra un po’.
Alpe Tognola, il balcone sulle Pale di San Martino
Intanto, il balcone privilegiato per ammirare in tutta la loro possanza le cime di pura roccia corallina più belle del mondo è l’Alpe Tognola (2200 metri slm), soprannominata l’Alpe delle Marmotte perché – oltre ad essere il regno delle simpatiche cugine degli scoiattoli – è il paradiso dei piccoli scalatori in erba.
La si raggiunge comodamente con la cabinovia che parte a due passi dal noto centro turistico di San Martino di Castrozza (1450 metri slm), capitale dello sci ma anche dell’alpinismo storico, patria delle Aquile, le guide alpine locali.
Mentre i genitori contemplano le pallide pareti delle Pale, i bambini possono scalare come provetti climber le grandi lettere dell’alfabeto in legno di larice e divertirsi con i giochi all’aria aperta in tutta sicurezza.
La Tognola è anche il luogo del gusto, dove piatti gourmet fantasticano con i prodotti tipici del territorio. Dulcis in fundo, dicevano i latini: dopo una giornata di giochi, escursioni e pedalate in mountain bike su e giù per l’Alpe, pancia mia fatti capanna, e le possibilità non mancano.
L’ora dell’aperitivo è la più consigliata per ammirare lo spettacolo dell’enrosadira, quando le Pale di San Martino si tingono di rosa. L’acquolina in bocca viene al pensiero di qualche scaglia di sapido Trentingrana o di un particolare filetto locale di manzo Sorana, aromatizzato con prugne e pino, oppure la lonzetta di maiale alle mele e prosecco o lo speck al pino cirmolo della macelleria dell’eclettico Luigi Valline a Mezzano: esatto proprio lì vi volevamo portare.
Mezzano, un gioiello protetto dai monti
È, come dice il nome, medianum rispetto alla Valle di Primiero, gioiello turistico che ha fatto dell’accoglienza il suo marchio di eccellenza, con un’altitudine tra i 650 e i 750 metri, a pochi chilometri da San Martino di Castrozza, ideale per tutte le età e in tutte le stagioni.
Offre strutture ricettive di pregio, centri benessere favolosi (uno fra tutti lo Sky Spa dei Brunet Hotels con piscina fra terra e cielo) e infinite possibilità di vacanza.
Girando nell’antico centro storico di Mezzano, noterete una sedia rossa su cui è posato un campanello: suonatelo e accorrerà un residente, pronto a darvi ogni indicazione utile, ma soprattutto ad aprirvi il suo cuore narrandovi la storia di quel borgo antico, che poggia su fondazioni romane e ha saputo conservare, rinnovandola, la propria architettura tipica rurale.
Mezzano è un luogo fuori dal tempo, che il tempo se lo prende per contemplare l’arte di chi la montagna la vive e la abita. Un’arte fuori dai canoni classici, in cui il legno detta le proprie regole per un’estetica del bello che esalta la natura.
Protetto dai monti, circondato da boschi millenari e prati sfalciati con passione, è uno dei piccoli tesori italiani da conoscere, per un turismo sapiente, lento, consapevole e di riscoperta.
Il legno non poteva che essere il tratto distintivo e caratterizzante. Fin da epoca romana infatti, accanto ad un’agricoltura di sussistenza, il commercio del legname era il fulcro dell’economia rurale. Ancor oggi i boschieri, i boscaioli, continuano la loro attività atavica, dura e difficile ma libera e mossa da una passione viscerale tramandata di padre in figlio.
E l’arte rende loro omaggio con un’installazione simbolica in legno che li rappresenta in uno dei momenti più intensi della loro giornata, quando dopo cena, stanchi ma sereni, intonavano il loro Rosario, che si chiudeva in modo struggente con la Salve Regina.
Un museo a cielo aperto dove il legno è protagonista
Mezzano è anche uno straordinario museo en plein air, che mette in mostra una trentina di cataste artistiche di legna che arricchiscono le vie del centro, trenta tappe per permettere alla mente di lasciarsi cullare dal pensiero, dal ricordo, dalla meditazione, dalle emozioni che l’arte sa ridestare.
Ecco allora l’occhio che osserva lo scorrere del tempo e delle persone; la clessidra chiusa in un abbraccio tra il sole e la luna che ci ricorda che tutto inizia e tutto finisce tranne le tradizioni; il bosco vecchio in cui gli alberi si trasformano in colonne del cielo con i rami che si intrecciano simbolizzando relazioni umane; la casa di bambole tra ciocchi, oltre a parole, disegni e citazioni che interpreta una canzone popolare d’amore, ma anche messaggi “forti”, come la copiosa lacrima azzurra su un volto addolorato che protesta contro la privatizzazione dell’acqua.
Tra una catasta e l’altra, si aprono cinque piccoli musei etnografici, scrigni di ricchezze agro-silvo-pastorali ricavati da altrettanti tabià (fienili) in cui toccare con mano le cose semplici di una quotidianità che caratterizza le Terre Alte.
L’arte del legno non contempla solo il passato, ma anche il presente, con l’abilità di mani che ne traggono sculture come quelle dei fratelli Zeni oppure strumenti musicali le cui casse armoniche sono create con l’abete di risonanza della foresta di Paneveggio, cara a Stradivari.
E a pochi passi da Mezzano, l’arte su legno esplode in una forma innovativa, quella di Street Barch, una serie di graffiti in chiaroscuro che rende artistiche le facciate dei i barchi – i fienili di assi – del paese di Imèr.
Una forma d’arte contemporanea, mai proposta prima, basata su un’originale lettura della montagna, partorita dalle agili menti di due scultori primierotti, Nicola Degiampietro e Gian Zeni. Si va dal ghigno agghiacciante di Jack Nicholson nel film Shining, rivisto in chiave locale, ironica e volutamente impattante: non si sa mai cosa nasconda un barch!
Un tempo esclusivo ricovero del fieno, oggi può contenere di tutto e il tema diventa intrigante.“Assolato paradiso ittico”, è ancora più stuzzicante: tre grossi salmonidi, ricchezza dei laghi e torrenti della Valle di Primiero, stanno per abboccare all’amo.
Il contorno del graffito è un immediato rimando alle tre cime dolomitiche che fanno da fondale naturale: Madonna, Sass Maor e Cimerlo. Ad un secondo livello, il significato va ben oltre. Alla base, il barch è circondato da pannello perimetrale di latta, come se fosse messo dentro una scatola di sardine.
Il messaggio è chiaro e provocatorio: una certa montagna è venduta come un prodotto preconfezionato a basso costo, propinandolo alla massa in serie e i turisti abboccano all’amo di vacanze mordi-e-fuggi.
Escursioni e passeggiate nei dintorni
Ovviamente non è il caso di Mezzano e dei suoi dintorni, circondati da una natura forte e rigogliosa, che accoglie le tradizioni quotidiane della gente di montagna e si fonde con essa.
Ci sono tante piccole perle che circondano il paese, mete di passeggiate o pedalate in relax, alla scoperta dei romantici scorci di questo angolo della Valle di Primiero: malghe, rifugi, ma anche chiesette alpine in luoghi suggestivi come San Giovanni ai Prati Liendri, seguendo sentieri di bassa e media quota ben battuti e segnalati.
Ci sono luoghi che si godono meglio su due ruote, come la pista ciclabile che circumnaviga la conca, con diverse soste per godersi il panorama in completo relax.
Altri che conquistano i più avventurosi, come la Val Noana, con i suoi orridi, in uno dei quali si pratica il canyoning con le Aquile, o il ponte tibetano che fa da collegamento tra i rifugi Caltena e Fonteghi o ancora il Sentiero degli Abeti Giganti, con i suoi alberi secolari che svettano fino a toccare i 50 metri ed hanno il diametro del tronco che può arrivare a misurare un metro di larghezza.
A Mezzano, tutto parte dalla natura e alla natura riconduce artisticamente. Per rispondere alla domanda iniziale, non è un sogno, è realtà.
Infoutili
Come arrivare:
A13 (Bologna-Padova) uscita Padova Sud oppure Padova Ovest
- SS47 della Valsugana (direzione Bassano/Trento) fino a Cismon del Grappa
- SS50bis (direzione Feltre/Belluno) fino ad Arten
- SS50 per Primiero, San Martino di Castrozza e Passo Rolle
Nota: 130 km circa da Padova a San Martino; il tratto Padova-Cittadella della statale nr. 47 della Valsugana è molto trafficato nei giorni feriali.
A4 (Torino-Trieste) fino a Vicenza + A31(Vicenza-Valdastico) uscita Dueville
- SS47 della Valsugana (direzione Bassano/Trento) fino a Cismon del Grappa
- SS50bis (direzione Feltre/Belluno) fino ad Arten
- SS50 per Primiero, San Martino di Castrozza e Passo Rolle
Nota: 100 km circa da Dueville a San Martino.
A22 (Modena-Verona-Brennero) uscita Trento Sud
- SS47 della Valsugana (direzione Bassano/Padova) fino a Cismon del Grappa
- SS50bis (direzione Feltre/Belluno) fino ad Arten
- SS50 per Primiero, San Martino di Castrozza e Passo Rolle
Nota: 110 km circa da Trento a San Martino; gran parte del tratto Trento-Cismon del Grappa della statale nr. 47 della Valsugana è una superstrada molto veloce.
A22 (Modena-Verona-Brennero) uscita Egna-Ora (BZ)
- SS48 (direzione Val di Fiemme – Val di Fassa) fino a Predazzo
- SS50 per Passo Rolle, San Martino di Castrozza e Primiero (nell’ordine)
Nota: 70 km circa da Ora a San Martino di Castrozza.
Quando andare-Clima: tutte le stagioni sono consigliate per visitare il centro storico di Mezzano e la Valle di Primiero. Se si amano però gli sport invernali, il top è tra dicembre e marzo soggiornando a San Martino di Castrozza. Lo sci continua normalmente fino ad aprile inoltrato al Passo Rolle, a 9 km di distanza, a quota 2000 m. Se si preferisce una vacanza per scappare dalla calura cittadina, i mesi estivi sono i più consigliati, ricchi di eventi e manifestazioni.
Dove dormire: noi vi consigliamo l’Hotel Regina a San Martino di Castrozza e i Brunet Hotels a Primiero. Ma la scelta è innumerevole, per tutti i gusti e tutte le tasche, contemplando hotel, rifugi, bed&breakfast, agriturismo, appartamenti in affitto e residence. Una ricerca completa la si può fare sul sito dell’Azienda per il Turismo.
Dove mangiare: merita una piccola deviazione verso la Val Canali per gustarsi una tipica cucina primierotta curata nei minimi dettagli dal cuoco e guida alpina Giampaolo Depaoli alla sua Baita La Ritonda. Il sito dell’Azienda per il Turismo, poi, racchiude tutti i ristoranti della Valle, dai locali tipici, ai rifugi, agli agriturismo, a quelli gourmet. Per portarsi a casa i sapori del territorio, la tappa obbligata è il Caseificio Sociale di Primiero che vende anche on line non solo formaggi, ma anche paste, salumi, miele, marmellate, birra, biscotti, succhi, infusi prodotti a Primiero.
Testo di Manuela Crepaz foto di Pierluigi Orler |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com