Le isole greche più battute dal turismo internazionale sono in maggioranza lontane dalla capitale. Quelle più vicine alla costiera di Atene, affacciate sul Golfo del Saronico, sono spesso fuori dai circuiti turistici classici. Ma hanno tanto da offrire a chi cerca atmosfere autentiche, natura, storia e mare sempre magnifico, con alcune spiagge fra le più incantevoli del Paese.
Hydra

Nel Golfo del Saronico di fronte al Peloponnesso Hydra è un’isola a dir poco sorprendente. I palazzi in stile veneziano sono una suggestiva visione arrivando al porto. Testimoniano un passato di ricchezza, dovuto alla grande attività navale e commerciale. E quando si sbarca la sorpresa si accresce ancor più scoprendo che le automobili sono quasi assenti e il mezzo di locomozione principale è l’asino. La lentezza, il piacere di una sosta nelle tante taverne, i sentieri per raggiungere monasteri e spiagge deliziose, saranno gli ingredienti di una vacanza fuori dal tempo.
Le mete possono essere il monastero di San Nicola. Oppure il monastero della Vergine Maria attraverso strade bianche e una lunga scalinata per raggiungere uno dei punti più panoramici. Sempre a piedi, o risparmiando forze e fiato, in barca, si arriva a Vlycos. Una spiaggia di piccoli sassi con acqua trasparente, per un bagno rigenerante. Altrettanto piacevole a pochi minuti la spiaggia di Plakes, silenziosa e isolata. Via mare si scopre l’incanto di Bisti, circondata da una foresta di pini e lambita da acque turchesi, e poi Aghios Nikolas, in una punta estrema, riparata e invitante. Molto belle anche Spilla e Hydronetta.
L’atmosfera di quiete, raccoglimento, semplicità in una cornice pervasa di antica eleganza ha fatto da tempo di Hydra una meta molto amata dal jet set greco e internazionale. Non a caso qui vennero girati diversi film tra gli anni cinquanta e sessanta. E si consumò la tormentata storia d’amore fra un giovane Leonard Cohen e l’indimenticata Marianne, musa ispiratrice che fece sbocciare la sublime vena artistica del grande cantautore. Anche solo per questo, vale il viaggio.
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Spetses

Quando arrivarono sull’isola i Veneziani furono colpiti dal profumo di spezie che proveniva dalla vegetazione rigogliosa. E così la battezzarono Spetzes e lasciarono ampie tracce del loro passaggio nell’architettura, soprattutto del capoluogo, Dàpia. Sebbene la più lontana del Saronico, d’estate è molto amata dagli ateniesi, per questo ha un carattere verace, ma nei week end può essere un poco affollata. Lo spazio comunque non manca e le spiagge sono godibilissime. Le più note? Agia Paskevi, circondata da una fitta pineta, Zogeria, considerata la più bella, Vrellos, anche detta Paradise, Agioi Anargiroi, grande e attrezzata.
Il pittoresco capoluogo è il centro della vita di Spetses, dove passeggiare, fare shopping e, soprattutto, dove non mancano bar e locali per rilassarsi. I caffè sono sempre pieni, giorno e notte. Spicca nell’abitato la casa, oggi museo, di colei che fu personaggio eccezionale dell’isola. Laskarina Bouboulina, agli inizi dell’ottocento imprenditrice abile, armatrice di una flotta mercantile che non esitò a dispiegare durante la rivoluzione contro l’impero ottomano del 1821. Diede battaglia al comando la nave da guerra Agamemnon, diventando in seguito la prima donna ammiraglio del paese.
Nella Grecia Antica l’isola veniva chiamata Pytiousa, per i numerosissimi pini che la ricoprivano. Spetses fu occupata da Macedoni e Romani, e successivamente Bizantini. L’isola si distinse fin dall’antichità grazie all’abilità dei suoi abitanti nella costruzione delle navi. Un importante ruolo ebbero i Veneziani che per un lungo periodo del Medio Evo dominarono l’Egeo.
Una prospettiva spettacolare si ha percorrendo la strada che a cerchio costeggia tutto il lungomare di Spetses, tra i profumi del Mediterraneo e l’azzurro profondo. La vita qui è dolce e divertente, un’allegra movida abita le notti. E soprattutto per via di una significativa quota di upper class ateniese, oltre alle classiche trattorie di cucina popolare, ci sono ristoranti raffinati da non mancare.
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Egina – Aegina

Il bello di Egina è il fatto di essere ben poco turistica, nonostante sia piuttosto vicino alla capitale. Questo la rende diversa e gradevole per chi cerca autenticità e tracce di una storia antica. L’isola vive di agricoltura, ed è rinomata per il pistacchio, ma sono molto apprezzate pure le ceramiche tipiche.
La città di Egina, capoluogo e porto dell’isola, è un centro attraente con case neoclassiche di diversi colori. Da visitare sono la pittoresca chiesetta di Agios Nikolaos al porto, la cattedrale di Agios Demetrios, il Palazzo del Governo di Kapodistrias, sede oggi di una importante biblioteca. D’estate le strade sono animate, e il lungomare è sempre affollato e pieno di ragazzi. Ma tutto all’insegna dello stile di vita greco: interessante e coinvolgente per i rari turisti e veri intenditori.
Non mancano le vestigia di una storia che inizia molto lontano nel tempo. In realtà fu in queste acque a svolgersi nel 480 a.C. la cosiddetta battaglia di Salamina che contrappose la lega panellenica ai Persiani. Non ci sono cimeli sull’isola di questo evento, in compenso molti preziosi reperti dell’antichità si trovano nel Museo Archeologico.
Mentre a 4 chilometri da Agia Marina, su una collina, è situato l’importante sito archeologico del tempio di Afea, una divinità antichissima, protettrice dell’isola. È un tempio periptero, in stile dorico; nelle fondamenta si distinguono tracce di un tempio precedente. Dal sito si gode di una vista incredibile sul Golfo Saronico e in lontananza si può vedere la costa di Atene.
Egina è perfetta anche per famiglie con bambini. Il mare, sempre pulito, è fruibile da alcune spiagge, come Kamares e Agia Marina, ideale per i più piccoli, con l’acqua che degrada molto lentamente. Carine anche Marathonas, Souvala, Aeginitissa e incantevole Moni, dai colori caraibici, sull’isolotto al largo della costa sud-orientale dell’isola. Partendo dal porto di Perdika con una breve traversata si approda in questo minuscolo angolo di paradiso; a tenervi compagnia in spiaggia ci saranno cerbiatti e pavoni, liberi di muoversi e particolarmente socievoli.
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Kea

L’isola di Kea, o Tzia, appartiene all’arcipelago delle Cicladi, ma essendo situata a non molti chilometri dalla capitale costituisce un ambìto rifugio degli ateniesi. Scordiamoci Mikonos, Naxos o Santorini. Qui la mondanità è piuttosto contenuta. In compenso l’atmosfera che si respira sta recentemente catturando l’interesse di alcuni stranieri decisi a farne un accogliente buen ritiro, e non solo per i mesi estivi. Le attrattive dell’isola sono davvero molte, esaltate dall’assenza del turismo di massa.
Su Kea si trovano infatti alcune fra le spiagge più belle del Mediterraneo. Molte sono raggiungibili solo a piedi oppure in barca. La costa frastagliata è costellata da cale e baie irresistibili: unico problema, l’imbarazzo della scelta. Abbastanza frequentate sono Galiaskari, nelle vicinanze di Korissa e Otzias, lunga all’incirca 700 metri. Meno battute Koundouros, Kampi e la solitaria Liparo, e ancor più le remote spiagge di Poles, Spathi e Sikaminia.
L’interno collinare rivela un paesaggio dolce ricco di vigneti e mandorleti. Bello da conoscere e percorrere anche sfruttando i tanti sentieri che coprono tutta Kea, magari con un’escursione con destino finale una spiaggia appartata per un bagno ristoratore. Sentirsi come una divinità rigenerata dalle acque dell’Egeo.
L’esplorazione dell’interno mostra il gran numero di chiese e chiesette sparse un po’ ovunque, creando un scenario suggestivo. E poi ci sono i siti archeologici. Il Tempio dorico di Apollo è situato a strapiombo sul mare. Costruito tra il VI e V secolo a.C., è il più antico di tutte le Cicladi: albe e tramonti da colpo al cuore.
L’isola di Kea è famosa per i tanti relitti sparsi sui suoi fondali. Il più noto è quello dell’HMHS Britannic, la nave sorella del Titanic, scoperto da Jaques Cousteau. Sono molti gli appassionati di diving a prediligere le sue acque: le emozioni sono garantite e l’ambiente naturale ricco e vario.
La vita dell’isola si concentra in particolare nel capoluogo Ioulis, piccolo paese con i tetti di terracotta posto in cima a una collina. Il divieto di transito alle auto rende il centro dell’abitato estremamente tranquillo e piacevole da girare, approfittando di taverne tradizionali per un assaggio delle specialità locali.
Informazioni utili www.visitgreece.gr/islands/cyclades/kea/
Poros

Poros è un altro di qui luoghi adatti al viaggiatore curioso, che ama incontrare realtà fuori dagli stereotipi della località balneare. Le spiagge sono poche, anche se piacevoli, e il bello dell’isola risiede soprattutto nel brulicante capoluogo, chiamato Poros anch’esso, e nella rigogliosa foresta di pini che la ricopre quasi per intero. Poros è in realtà composta da due isole unite da uno stretto e sottile istmo.
La più piccola e dirimpettaia del continente, è quella che ospita il capoluogo. Un braccio di mare di soli 300 metri la separa infatti da Galatà, sull’opposta costa peloponnesiaca della Trezenia. La parte più grande è verdissima e scarsamente abitata, escludendo d’estate alcune strutture turistiche.
Secondo la mitologia su questa lussureggiante isola nacque Teseo. Scavi archeologici hanno portato alla luce tombe del periodo miceneo, suggerendo l’ipotesi che l’isola sia stata abitata fin dall’età del bronzo. Secondo alcuni storici del periodo Ellenistico, Poros fu sede di un’amfizionia (lega di città) di cui avrebbero fatto parte oltre ad Atene anche la lontana Orchomenus in Beozia. Nell’interessante Museo Archeologico sono custoditi importanti reperti provenienti dall’isola e dall’antica Trezenia.
Per toccare con mano la genuina vitalità dell’isola basta girovagare attorno al porto di Poros città. Un via vai di persone e merci e un’infilata di taverne e locali, sempre affollati. Ma sarà un piacere passeggiare tra le sue belle e ospitali vie con case così greche, tutte bianche e dai tetti coperti di tegole arancioni. Seduti al tavolino sorseggiando un ouzo l’imbrunire sembrerà l’ultima pennellata del sole su un mondo diverso ma accogliente e fraterno.
Basta uscire dall’abitato e la prospettiva cambia. E le spiagge sono un richiamo irresistibile. Dalla più prossima, Kanali, a ovest del capoluogo, si va ad Askeli, la più lunga e affollata. Scenografica e gradevole Monastiri sotto il monastero Zoodochos Pigis. A est troviamo invece per prima Mikro Neorion, e quindi Calypso Bay e Megalo Neorion. Citazione a parte per Vagionia, nella baia a nord dell’isola: bella e solitaria.
Informazioni utili www.visitgreece.gr/islands/saronic-islands/poros/
Agistri

È l’isola forse meno conosciuta del Golfo Saronico, e anche la più piccola e meno popolata. I pini la ricoprono quasi totalmente e la rendono fresca e gradevole anche in piena estate. Il suo nome in greco significa “amo da pesca”, un indizio importante per comprendere quale sia una delle peculiarità di Agistri. Qui il pesce è un autentico culto. Verde, tranquilla e rilassante, tutta da girare a piedi o in bici. Slow per inclinazione, semplice e autenticamente friendly, è perfetta per una vacanza di qualche giorno magari in abbinamento alla visita alla capitale, raggiungibile in un’ora di traversata.
C’è però chi si innamora di quest’atmosfera e decide di fermarsi per periodi più lunghi. A Megalochori, capoluogo e porto, si trovano diverse strutture, ed è facile trovare una sistemazione. Ma la zona più godibile si trova proprio nei pressi dell’area portuale. Si tratta di Skala l’insediamento più esclusivo dell’isola, con la sua giusta quota di alloggi, completata da taverne, caffè bar e persino una discoteca ai margini del villaggio. Chi se ne intende consiglia di venire qui per gustare una delle prelibatezze dell’isola, il polpo alla brace. Ovviamente ogni isolano ha il suo indirizzo segreto da rivelare: la sfida è scovare il migliore.

Skala possiede anche la spiaggia più bassa e meglio attrezzata di Agistri, e per questo è la preferita dalle le famiglie. Le altre spiagge non si possono considerare spettacolari, ma offrono acque limpidissime e un ambiente rilassato. Mare blu e smeraldino a Dragonera, Aponisos, Mareza, Chalikiada.
Le escursioni sono facili, la pineta è invitante. Le mete più interessanti i piccoli villaggi come Limenaria, nella parte meridionale dell’isola, non lontano dal mare, abitato da un centinaio di persone. Molto semplice, molto verace e un po’ sonnacchioso si distingue per la chiesa di Agia Kyriaki e per una taverna dai piatti genuini e accattivanti. Altra possibilità il minuscolo villaggio di Metochi: una manciata di case, alcune molto antiche e una vista strepitosa su Skala e Megalochori e su tutto il Saronico.
Informazioni utili athensattica.com/things-to-see/islands/agistri
Kythnos

È l’isola delle Cicladi, a sud di Kea, ricompresa ancora nell’orbita di Atene, e infatti la stragrande maggioranza dei turisti sono ateniesi. Qui vengono per comodità, ma anche perché vi si trovano due attrazioni notevoli: una spiaggia da incorniciare e acque termali preziose, che infatti conferiscono l’altro nome all’isola, Thermia.
Kythnos ha un aspetto già decisamente cicladico: piuttosto arida, non mancano coltivazioni a vite, albicocchi, gelsi. I centri abitati mostrano le tipiche case bianche nell’inconfondibile stile dell’arcipelago, stradine acciottolate, piazze, cortili fioriti. Cappelle e mulini a vento sono sparsi un po’ ovunque, disegnando panorami di grande suggestione.
Chora, o Messarià, è il grazioso capoluogo, e così come le altre località principali si trova in alto, in posizione dominante sul mare. Al porto di Merihas non ci sono che poche case, e alcuni hotel panoramici. Nel capoluogo si trovano diverse chiese. La più antica é quella di Aghia Triada che risale al XVI sec. Meritano una visita anche la chiesa di Aghios Savas (1613), Aghios Sotiris e Aghios Nikolaos. Nel bel villaggio di Dryopida si trova invece la chiesa di Aghios Minas. Per quanto riguarda le spiagge ce ne sono 65, per tutti i gusti.
Le più belle secondo molti sono quelle di Merichas, Episkopi, Flambouria, raggiungibile solo in barca, e Aghios Stefanos. La spiaggia più impressionante, però, è Kolona. Qui una corsia di sabbia collega l’isolotto di Agios Loukas a Kythnos, formando due anse contrapposte. Sembra il disegno di un paesaggista invece è soltanto l’opera di madre natura. Che non si è risparmiata per offrire un’altra meraviglia, non lontano dal borgo di Dryopida. È la grotta di Katafiki una delle più grandi della Grecia con bellissime stalattiti e stalagmiti.
Del resto alla particolare conformazione geologica dell’isola si devono le fonti termali. Un moderno centro è in funzione a Loutra, con due sorgenti calde nella zona, famose per la loro efficacia terapeutica fin dai tempi antichi. Si tratta della sorgente di Agioi Anargyroi, e la sorgente di Caucaso, a 50 m. dalla prima, con una temperatura che raggiunge i 52 gradi Celsius. Kythnos, piccola, poco turistica, tutta da vivere, da scoprire e ritrovare l’Egeo come gli dei lo avrebbero lasciato.
Informazioni utili www.visitgreece.gr/islands/cyclades/kythnos/
Testo Gianfranco Podestà |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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