
Vi ricordate The Rokes? Un gruppo britannico degli anni ’60/’70 che cantava: «…bisogna saper perdere, non sempre si può vincere…».
La squadra inglese, che ha contribuito a magnificare una domenica di grande sport azzurro, l’11 luglio 2021, non deve aver prestato molta attenzione a quelle parole e lo ha dimostrato in campo attirandosi gli sfottò e lo scherno del mondo intero.

Cronaca di una domenica quasi perfetta
Ma andiamo per ordine:
Il pomeriggio vedeva Matteo Berrettini, il tennista romano, “servire” un aperitivo a Wimbledon, in tutti i sensi. Si aggiudicava il primo set contro in #1 al mondo, Novak Djokovic, soccombendo poi di fronte al migliore.
Peccato, ma gli resta il record di primo italiano ad aver raggiunto una finale sull’erba del leggendario torneo.
Ma il piatto forte era alle 21, all’arena di Wembley dove i maestri del calcio (secondo loro) hanno iniziato a vendere la pelle del piccolo orso italiano, “ciccando” miseramente lo slogan tormentone: “It’s coming home”, perché in realtà, se fossero stati più attenti avrebbero dovuto scrivere Rome, non home!
Vedete quale può essere il peso di una trascurabile consonante?

La sicumera ostentata dai leoni albionici ha portato un’Italia quadrata, coriacea, capace, mai doma, che ha fatto del gruppo la propria forza agli ordini di un immenso Mancini, a diventare campione d’Europa dopo aver battuto la troppo presuntuosa Inghilterra.
Allo stesso modo in cui, nella Coppa America ha trionfato, prevalendo sugli spesso supponenti “maestri” Brasiliani, pentacampeon del mondo, l’Argentina, i cugini nettamente underdog, quindi sfavoriti nei pronostici di oltre Atlantico.
11 Luglio: data storica
Doveva andare così, e l’11 luglio 2021 resterà nella storia dell’Italia dello sport come una giornata memorabile.
E questa grande sicurezza, i proclami, gli atteggiamenti, gli arbitraggi discutibili che hanno lasciato a desiderare e aperto domande maliziose, la fantasia dello sfottò, sia prima che dopo, e non solo fra gli italiani, hanno prodotto una serie infinita di meme che l’hanno detta e la dicono lunga sul tifo mondiale e da che parte stessero i favori e le simpatie.
Meme: vediamo i più simpatici

Secondo noi la palma la vince quello dedicato Roberto Mancini dal National, giornale indipendentista scozzese, che paragona l’allenatore italiano a William Wallace (Braveheart) eroe nazionale. “Save us, Roberto, you’re our… final hope” (“Salvaci, Roberto, sei la nostra… ultima speranza”) recita il titolo.
Giustizia (sportiva) è fatta, ma soprattutto il nostro paese ha finalmente una nazionale degna di questo nome, come quelle del 1934, 1938, 1982, 1990, 2006 con un tecnico attento e capace, Roberto Mancini, uno staff dove compare un gigantesco Gianluca Vialli, e una squadra senza star, senza numeri 9 capricciosi o intoccabili, un gruppo che è più forte di tutto e di tutti.

E proprio dalla contrapposizione di queste situazioni troppo si è parlato del fair play britannico in contrasto con la nostra (supposta) incapacità di essere fair player ha scatenato le più feroci prese in giro.
Il tifo di tutta Europa, diviso fra pro Inghilterra e pro Italia … e comunque un plauso ai cugini Spagnoli, eliminati alla stessa maniera, ma molto più onesti e meno rancorosi.
I complottisti hanno gridato al sospetto, viste alcune decisioni arbitrali contro l’Italia e a favore degli Inglesi, che ci potesse essere un “biscotto” a nostro sfavore in finale.

Per fortuna la partita è stata la dimostrazione che esistono anche arbitri onesti e capaci.
Anche la gastronomia è riuscita ad entrare nel loop calcistico con qualche petizione (quella a favore dell’eliminazione dell’ananas dagli ingredienti per la pizza). Anche se sarebbe stata da rivolgere più al popolo americano, i veri autori di questo “crimine” gastronomico. Nulla di strano: in fondo sono pronipoti dei sudditi di Sua Altezza Elisabetta II.

La Brexit è stata un altro campo di battaglia con diverse vedute che hanno incluso anche un simpatico ed innocuo Boris Johnson con una pittoresca capigliatura tricolore.

Nemmeno il Presidente Mattarella e la Regina Elisabetta II stessa sono stati risparmiati, tirati in ballo in un modo, comunque, goliardico…

Un altro fattore importante è stato il tormentone “It’s coming home”. E lì, giocando sulla lettere“H” ed “R” si è trasformato il tutto in “It’s comming Rome” perché chi di spada ferisce…

Ed anche qui fedeli al motto di Decimo Massimo Meridio “al mio segnale scatenate l’inferno”: è stato fatto!
Per finire, un accenno alla gloriosa compagnia aerea britannica e ai loro riveriti passeggeri.

Dal 1966 trasportati orgogliosamente, perdenti, in giro per il mondo. Così che anche stavolta la loro tradizione prosegue, mentre Alitalia almeno la soddisfazione di trasportare la coppa l’ha avuta!

Per questo giro i campioni siamo noi, agli inglesi, auguriamo di esserlo, la prossima volta.
Farewell!
Testo di Massimo Terracina |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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