La mostra “Nero: the man behind the myth” del British Museum dedicata a Nerone ripercorre la vita dell’imperatore attraverso più di 200 manufatti di grande valore artistico e storico.

Gli appassionati di storia e archeologia romana di passaggio a Londra non possono assolutamente mancare la mostra dedicata all’imperatore romano Nerone, aperta fino al 24 ottobre al British Museum.
Il perché della mostra su Nerone

Il titolo dell’evento, “Nero: the man behind the myth” (Nerone, l’uomo dietro il mito) suggerisce la chiave di lettura del percorso: ciò che conosciamo del famigerato imperatore è il frutto della narrativa costruita dal senato e da storiografi come Svetonio, Tacito e Cassio Dione per screditare la sua figura dopo la sua morte.
La realtà è però più complessa e viene riesaminata alla luce di recenti scoperte archeologiche. La rilettura investe la vita di Nerone, la sua politica e della società del suo tempo. Ci vengono poste delle domande rispetto alle quali possiamo scegliere di stare dalla parte della storiografia ufficiale o sposare le scelte spesso discutibili dell’imperatore, dettate talora da circostanze al di fuori di ogni controllo.
Oppure si può assumere una posizione intermedia, quella del “Nerone ha fatto anche cose buone”. In ogni caso, il percorso offre numerosi spunti di riflessione e l’occasione di vedere più di 200 manufatti straordinari presentati in un elegante allestimento che ne valorizza l’enorme pregio artistico.
L’impero di Nerone fra congiure e repressioni

Nerone è stato il quinto imperatore romano. Ha governato per quattordici anni, fra il 54 e il 68 d.C., salendo al potere quando aveva solo sedici anni. Data la sua giovane età, nei primi anni dell’impero fu retto dalla madre Agrippina, dal suo precettore Seneca e dal prefetto del pretorio Sesto Afranio Burro.
Dopo un inizio promettente, cominciò a vedere cospirazioni contro di lui ovunque e ad essere inviso al senato. Per questo commissionò i delitti di Agrippina, della prima e forse della seconda moglie e di Afranio Burro; inoltre impose l’allontanamento a Seneca , successivamente costretto al suicidio.
Nel 65 venne scoperta la congiura dei Pisoni, tramite la quale si sarebbe dovuto uccidere Nerone al Circo Massimo durante i giochi a lui dedicati. Si sarebbe quindi insediato al potere Gaio Calpurnio Pisone, sostenuto da un nutrito gruppo di senatori, cavalieri, militari e letterati, fra cui lo stesso Seneca. La conseguenza fu un periodo di repressioni e di terrore.

Tutti questi avvenimenti sono stati riportati dalla storiografia dell’epoca, ma talvolta con esagerazioni, ad esempio attribuendo all’imperatore anche delitti non commissionati da lui. È innegabile che Nerone si sia sbarazzato di molti nemici, anche solo sospetti, con un uso disinvolto delle esecuzioni, ma ciò era molto comune anche fra i suoi predecessori.
Nel 68, dopo che alcuni comandanti di legioni e i pretoriani negarono la sua autorità, Nerone si trovò da solo. Si suicidò con l’aiuto del suo segretario Epafrodito, citato in un’iscrizione esposta. Il senato si affrettò a cancellare o diffamare la sua memoria, ad esempio con la distruzione del suo arco di trionfo a Roma e l’eliminazione dei suoi ritratti sparsi per l’impero. Per questo uno dei pezzi più importanti della mostra è una rara testa di bronzo, solo recentemente attribuita a Nerone, trovata casualmente più di un secolo fa nel letto del fiume Alde nel Suffolk.
Ciononostante, l’imperatore continuò per lungo tempo a riscuotere gli omaggi da parte dei ceti sociali popolari che avevano ricevuto i maggiori benefici dalle sue politiche, soprattutto attraverso elargizioni di cibo e sussidi economici.
Gli spettacoli e le opere pubbliche di Nerone in mostra

Uno degli aspetti centrali della politica di Nerone fu la realizzazione di sontuosi spettacoli sportivi e teatrali. Egli stesso, dopo una prima esperienza privata, gareggiava pubblicamente alle corse dei carri e recitava a teatro, sia a Napoli che a Roma. Il senato fu molto critico verso questo comportamento, poiché non si era mai visto un imperatore esibirsi in pubblico.
Un soggetto molto diffuso nell’arte del I sec. d.C. sono le corse di carri, i giochi gladiatori e gli spettacoli teatrali, molto popolari all’epoca. La mostra del British Museum espone alcuni meravigliosi affreschi di questo tipo provenienti dalle ville di Pompei ed Ercolano, in prestito dal Museo Archeologico di Napoli.
Nerone fu molto attivo anche nella costruzione di opere pubbliche: completò il porto di Ostia e costruì il Macellum Magnum di Roma. Intraprese le opere faraoniche dello scavo dell’istmo di Corinto, completato solo nel 1893, e del canale dell’Averno, lungo 237 chilometri, lasciato incompiuto a causa di difficoltà tecniche. Queste sono documentate attraverso l’esposizione delle monete dell’epoca.
Le scarse imprese militari

A differenza di altri imperatori, Nerone limitò le campagne militari allo stretto necessario. Si trovò a risolvere il conflitto in Armenia, ponendo sul trono il re Tiridate I. Questa impresa gli valse il titolo di Imperator Pacator e gli consentì di chiudere la porta del tempio di Giano, che rimaneva aperta mentre c’erano conflitti in corso.
L’altra impresa militare di Nerone fu quella in Britannia per sedare la rivolta di Budicca, regina degli Iceni. Ad essa viene dato un largo spazio nella mostra. Un reperto degno di nota è il Fenwick Treasure, scoperto nel 2014 sotto il pavimento di un negozio della High Street di Colchester. Si tratta di un tesoretto intatto di monete e monili d’oro e d’argento, sepolti per essere messi in salvo dalle scorrerie dei ribelli.
L’incendio di Roma e la costruzione della Domus Aurea

Nel 64, il celebre incendio devasta Roma. Uno dei reperti esposti, la grata di una finestra completamente arsa dal fuoco ritrovata vicino al Circo Massimo, ci fa capire l’entità del disastro. Contrariamente a ciò che afferma la storiografia romana, Nerone non appiccò il fuoco perché in quel momento si trovava ad Anzio.
Si affrettò anzi a tornare nell’Urbe e si prodigò per aiutare la popolazione. Per esempio, offrì rifugio agli sfollati nel suo giardino e sequestrò ingenti quantitativi di derrate ai patrizi per sfamare le classi più disagiate durante l’emergenza.

Tuttavia, uno dei motivi per cui l’imperatore si attirò anche in questa occasione le ire dei suoi nemici politici fu l’edificazione della sua residenza da megalomane, la Domus Aurea, svoltasi in concomitanza con la ricostruzione della città. La mostra ci regala alcuni corredi di suppellettili e frammenti dei suoi affreschi e delle sue fastose decorazioni in materiali preziosi ed esotici.
Nerone nel corso dei secoli è diventato un mito, a differenza di molti altri imperatori romani. Ma, come ci ricorda anche il titolo della mostra, dietro il mito c’è un uomo; sin da giovanissimo ha affrontato le difficoltà e le immense responsabilità connesse al suo ruolo. Il fatto che poi le sue azioni siano state piene di stranezze e contraddizioni non fa che renderlo ancora più affascinante e rafforzare ulteriormente l’immaginario che lo riguarda.
Info utili
“Nero: The man behind the myth” al British Museum fino al 24 ottobre; per ulteriori informazioni, cliccate qui.
Aperto tutti i giorni dalle 10 alle 17:30 (20:30 il venerdì).
Testo e foto di Maria Ilaria Mura |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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Maria Ilaria Mura

Nata in Sardegna, vive a Londra da sei anni. Dopo la laurea in Lettere e molti anni di lavoro nel marketing ha deciso di dedicare la fase matura della sua vita alle cose che ama di più: i viaggi. Nel 2008 ha fondato e diretto Prama Turismo, il DMC di riferimento per il turismo culturale in Sardegna. Ha coordinato il progetto delle audioguide di Cagliari sul sito cagliariturismo.it. Ora va alla ricerca di posti insoliti in tutto il mondo, costruisce percorsi e racconta ciò che scopre su magazine di viaggi e cultura.
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