Vallese: da Martigny al Passo del Gran San Bernardo

In Vallese, da Martigny al Passo del Gran San Bernardo, fra amici a quattro zampe e ospitalità agostiniana

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In Vallese con i cani San Bernardo ©Sonja Vietto Ramus

“E’ stato il più famoso di tutti i cani di salvataggio del Passo del Gran San Bernardo: mettendo in salvo la vita a più di 40 persone ha contribuito molto al buon nome di questa razza. Anche per questo all’Ospizio c’è sempre un Barry” – raccontano da Barryland, la fondazione che dal 2005 gestisce l’allevamento che da 300 anni si occupa di questi molossoidi.

Siamo a Martigny, cittadina sul gomito del Rodano, nel cantone svizzero del Vallese, al crocevia di importanti strade che portano ai passi del Gran San Bernardo, del Sempione e della Forclaz. Proprio qui, in rue de Levant 34, si trova la Fondation Barry che, rilevato l’allevamento dell’Ospizio del Gran San Bernardo, ne prosegue l’attività al fine di assicurare la sopravvivenza di questi cani leggendari.

“Il nostro compito, oltre a garantire il loro benessere, è far capire all’opinione pubblica che i San Bernardo dell’Ospizio sono sì un bene culturale svizzero ma anche il simbolo dell’amicizia fra cane e uomo, con una preziosa valenza in ambito pedagogico e terapeutico” – assicurano dalla fondazione che ospita, fra l’altro, un interessante museo dedicato alla presenza di questi cani in ogni forma di arte, dai film ai fumetti sino alla pubblicità.

Al piano terra del grande edificio di Barryland, i box e le zone vetrate adibite alla cura dei San Bernardo permettono ai visitatori di osservarli dal vivo durante il gioco, l’addestramento e il riposo.

Ogni anno sono circa 65mila le persone che arrivano a Martigny per visitare la struttura di Barryland, che offre anche un ristorante con specialità di prodotti regionali e uno shop con souvenir che tanto piace ai più piccoli.

L’Hospice du Grand Saint Bernard

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In Vallese con i cani San Bernardo ©Sonja Vietto Ramus

Da Martigny, percorrendo circa 45 km sulla statale 27 che attraversa Sembrancher, Orsières e Liddes, si giunge a l’Hospice du Grand Saint Bernard (www.gsbernard.com), a Bourg Saint Pierre: in inverno all’Ospizio ci si arriva solo con gli sci o le ciaspole per via dell’abbondante neve che ricopre la strada che s’inerpica verso il colle (per chi volesse affrontare questa escursione impegnativa si consiglia di calcolare circa 2 ore e mezza/ tre di cammino partendo dalla piazza di Bourg Saint Bernard).

In estate invece, dall’inizio di giugno a metà ottobre, la strada per il passo è percorribile senza problemi, fatte salve le normali accortezze di transito lungo un percorso di montagna. Al centro di uno splendido massiccio, proprio sul colle al confine fra Svizzera e Italia, a 2473 metri, sorge l’Hospice, un edificio dalle forme semplici e austere, costruito nel Medioevo dai canonici agostiniani, la cui ospitalità, come da tradizione, è leggendaria.

In questa casa religiosa destinata ancora oggi ad accogliere i pellegrini, tutto l’anno sono disponibili posti letto in dormitorio (tariffe da 32 a 67 franchi svizzeri), in camera (da 47 a 80 CHF) e pasti “comunitari”, offerta che in estate viene affiancata da quella dell’Auberge de l’Hospice, situato sull’altro lato della strada e comunicante con l’ospizio tramite un camminamento in muratura e legno.

La visita dell’Ospizio e dei suoi tesori

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La chiesa dell’Hospice dedicata a San Nicola di Bari ©Sonja Vietto Ramus

Raphaël Duchoud è il canonico che accompagna nella visita della chiesa dell’Hospice, dedicata a San Nicola di Bari, un piccolo capolavoro di affreschi, sculture e intarsi negli stalli del coro. E’ lui a spiegare che già nel IX° secolo, ai piedi del colle sul versante svizzero, esisteva il monastero di Mons Iovis, come veniva chiamato un tempo, intitolato a San Pietro.

“Attorno al 1050, San Bernardo di Mentone ne fondò un altro, in cima al passo, per mettere fine alla piaga del brigantaggio di montagna che terrorizzava i viandanti derubati durante il tragitto verso il colle: l’attuale Hospice, che più tardi porterà il nome del santo, e che sostituì il precedente distrutto probabilmente da un’incursione dei Saraceni”spiega il canonico che ricorda anche la tomba del generale Louis Charles Desaix, morto nella battaglia di Marengo e le cui spoglie dal 1805 sono inumate fra le mura dell’Ospizio.

La visita prosegue nella preziosa Sala del Tesoro dove sono esposti alcuni fra gli oggetti sacri più belli, appartenuti alla congregazione di San Bernardo, fra cui reliquiari, croci, paramenti liturgici, libri sacri e l’antico anello, dell’XI° secolo, indossato dal santo.

A passeggio con gli amici a quattro zampe

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In Vallese con i cani San Bernardo ©Sonja Vietto Ramus

Da anni inoltre, grazie alla Fondazione Barry, la tradizione dell’allevamento dei San Bernardo, nata proprio qui, continua: alcuni esemplari di questi “giganti buoni” per antonomasia possono ritornare sulle montagne a trascorrere l’estate in quello che un tempo è stato il loro luogo d’origine.

Durante la visita al “chenil” si possono vedere i cani assistendo anche alla loro toelettatura e alla preparazione in vista della passeggiata in loro compagnia.

Assieme a una guida della fondazione, chi lo desidera può infatti passeggiare e interagire (seguendo precise indicazioni) con gli amici a quattro zampe lungo i sentieri escursionistici che salgono verso le vette: il percorso, adatto a tutti, permette di immergersi nella natura in compagnia dei migliori amici dell’uomo ascoltandone storia e curiosità.

Il canile-museo e un picnic lungo lago

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Barryland ©Iris Kürschner

Al rientro dalla passeggiata, si può infine visitare il canile/museo che racconta con splendide fotografie e audiovideo la storia di questa razza canina e che accompagna poi alla scoperta di flora e fauna, di antichi reperti archeologici e della prima stazione meteorologica qui installata nel 1817 da Francois-Joseph Biselx, i cui dati, per decine di anni vennero accuratamente annotati tre volte al giorno e poi trasmessi agli istituti di meteorologia.

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Cani San Bernardo ©Iris Kürschner

Oggi invece vengono inviati elettronicamente all’ufficio federale di Zurigo. E se le temperature lo consentono, non può mancare un gustoso picnic all’aperto, lungo le sponde del lago del Gran San Bernardo, nella conca di Piano di Giove, con prodotti tipici e lo sguardo rivolto alla natura di questo territorio di confine, un tempo importante punto di passaggio lungo la via delle Gallie, la strada voluta dai Romani per collegare Roma alla valle del Rodano, divenuto in epoca medievale tappa fondamentale della Via Francigena.

Informazioni:sul sito www.vallese.ch

Testo e foto di Sonja Vietto Ramus|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com