Nuova vita per lo storico treno Arlecchino, eccellenza del parco rotabili Fs fino alla fine degli anni Settanta. Nel suo futuro in programma numerosi altri viaggi che consentiranno di andare alla scoperta degli angoli più suggestivi d’Italia.

Una meraviglia del passato che ritorna in auge nonostante i progressi tecnologici che hanno reso i collegamenti ferroviari in Italia molto più rapidi. Stiamo parlando dell’elettrotreno Arlecchino che lo scorso ottobre è tornato a correre sui binari, alimentando nuove opportunità legate al sempre più apprezzato turismo ferroviario.
A distanza di circa 61 anni, e dopo un lungo lavoro di restauro portato avanti dalla Fondazione Fs, il convoglio divenuto una sorta di simbolo del rilancio economico nel Dopoguerra ha percorso la tratta Bologna-Firenze-Roma.
Un viaggio per certi versi indimenticabile che ha scaldato i cuori sia degli amanti dei treni che delle persone che ripensano ai tempi della propria giovinezza con una certa nostalgia. Non è un caso che i posti disponibili siano andati subito esauriti.
Il treno ha percorso l’ottocentesca ferrovia Porrettana e successivamente la Direttissima a partire da Orte concludendo la corsa alla stazione di Roma Termini.
Gli ETR 250
Gli ETR 250 figurano fra i treni lussuosi dell’epoca, sostanzialmente paragonabili alle Frecce di oggi. Questo modello venne prodotto nel 1960 dalla Ernesto Breda a partire dal più conosciuto Settebello ETR 300, il rapido che collegava la Capitale a Milano.
L’Arlecchino, in sostanza, fu una evoluzione del suo predecessore in quanto ne prende in prestito la foggia, la struttura e la livrea, divenuta leggendaria, grigio nebbia-verde magnolia ma contava solo su 4 carrozze.
Il convoglio garantiva ai passeggeri comodità e anche emozioni: dal belvedere i viaggiatori potevano ammirare lo scorrere veloce dei paesaggi. Un modo particolare ed entusiasmante per trascorrere del tempo mentre si era a bordo.
Sia l’Arlecchino che il Settebello hanno costituito, fino alla fine degli anni Settanta, l’eccellenza del parco rotabili Fs. L’inaugurazione dell’Arlecchino avvenne a Roma il 23 luglio 1960 in occasione delle Olimpiadi di Roma ma il viaggio inaugurale fu quello compiuto tra Bologna a Venezia.
La storia gloriosa di questo treno terminò alla fine degli anni ’90 quando ne fu decretata la demolizione. Sembrava la fine di tutto. Ed invece si era solo chiuso un capitolo.
Il recupero

Un tesoro del genere non poteva cadere nel dimenticatoio. E così nel 2013 la Fondazione FS recuperò il mezzo e lo trasferì al Deposito Rotabili Storici di Pistoia. Qui il convoglio venne stazionato, in attesa di reperire i fondi.
Nel 2016 l’Arlecchino fu trasferito presso un’industria privata in Toscana dove iniziarono i lavori di restauro. L’intervento non è consistito in un semplice ripristino della vecchia struttura ma anche in un ammodernamento del mezzo. A bordo sono stati inseriti un nuovo impianto di illuminazione, l’aria condizionata e un bar coerente con lo stile dell’epoca.
Massima attenzione, come è ovvio che sia è stata data anche alla sicurezza. Il mezzo dispone del Sistema Controllo Marcia Treno (SCMT) che consente di viaggiare su tutte le tratte ferroviarie anche a velocità elevate mantenendo, però, alti standard di sicurezza.
Tutto l’allestimento è stato restaurato in modo fedele al modello tanto che sono stati riprodotti anche quei colori vivaci che hanno reso famoso l’Arlecchino. Il lavoro ha interessato anche le poltrone: queste ultime, pur mantenendo il design e la struttura originali, sono state dotate di nuove imbottiture e tessuti di rivestimento.
Il futuro dell’Arlecchino
L’Arlecchino è il primo treno in Italia a essere stato convertito da treno d’epoca in convoglio storico di lusso per servizi turistici. Dopo il successo conseguito ad ottobre la Fondazione FS Italiane ha annunciato che saranno organizzati nuovi viaggi a bordo del mitico elettrotreno.
Avventure che fanno ritornare alla mente le suggestioni del passato che si aggiungeranno al programma di itinerari a bordo dei treni storici che consentono di scoprire gli angoli più suggestivi d’Italia.
L’Arlecchino non sostituirà altri treni in servizio e non viaggerà su rotte regolari ma seguirà i percorsi più panoramici della rete ferroviaria italiana.
“Questo è un treno unico, e come tale merita di percorrere la più bella, culturalmente rilevante e panoramica delle nostre linee ferroviarie”, ha affermato il Direttore Generale della Fondazione FS Italiane Luigi Cantamessa. “Lo utilizzeremo anche per eventi culturali, così da poter portare gruppi di viaggiatori a festival, mostre e fiere da nord a sud”.
Informazioni utili:
Per conoscere ulteriori dettagli sull’Arlecchino e sugli altri treni storici si può consultare il sito.
Testo di Gabriele Laganà|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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