Per apprezzare un viaggio o una vacanza sui monti che vedranno i prossimi Giochi Olimpici del 2026, dagli altipiani innevati alle Dolomiti Patrimonio UNESCO, sarebbe sufficiente la contemplazione. La bellezza di questi luoghi ha nutrito letteratura, cinema, pittura.

Ma naturalmente ciò che attrae sono le tantissime esperienze da vivere, dagli sport invernali al fascino di tradizioni antiche, per territori ancora arricchiti da minoranze linguistiche.
Sono testimonianze di epoche segnate dai grandi conflitti, da conoscere per non dimenticare. Sono cibi e prodotti tipici oggi sempre più valorizzati.
Di seguito qualche suggerimento per trovare fra le mille possibilità qualche spunto stimolante. Il resto è scoperta.
Una notte in rifugio
Anche se a molti sembrerà una tradizione recente, l’idea del rifugio di montagna è nata nell’Ottocento. Nelle montagne del Veneto ci sono tanti di questi luoghi di ospitalità molto caratteristici.
Eccone qualcuno, solo per esemplificare. A quota 2752 m sulla vetta del monte omonimo, si trova Il Rifugio Lagazuoi, da 50 anni un’autentica istituzione.
Domina il passo del Falzarego e gode di una vista strepitosa su Civetta, Tofane e Marmolada. Possiede anche la sauna più alta delle Dolomiti!
Spartano, verace, nato dall’omaggio della scrittrice Giovanna Zangrandi a questi monti, il Rifugio Antelao (quota 1746 m) si trova in comune di Pieve di Cadore. Gli amanti della cucina genuina hanno di che soddisfarsi.
A San Nicolò Comelico, sul monte Zovo fra le Dolomiti Bellunesi, sorge il rifugio De Dòo (dal ladino “di Zovo”). Tutto in legno, green e sostenibile, è ubicato nel cosiddetto ombelico del Comelico, per la straordinaria vista.
Si spazia dalle Crode dei Longerin, alla Cresta Carnica, alle Dolomiti di Santo Stefano, alle Marmarole e alle Crode di Padola.
Sulla slitta con i cani, come nel Klondyke

Forse oggi Jack London non è molto più letto. Ma l’epopea dei cercatori d’oro nelle fredde terre nord americane, fra foreste e vallate, laghi ghiacciati e montagne rimane nell’immaginario di molti.
E così il mezzo utilizzato per spostarsi in quelle immensità. La slitta trainata dai cani è un’emozione da provare almeno una volta nella vita.
Lo sleddog è oggi molto diffuso sulle montagne del Veneto. Diversi centri specializzati propongono escursioni di varia durata. Ed è una pratica adatta anche ai bambini (non piccolissimi).
Che si può imparare abbastanza velocemente con i corsi organizzati dalle scuole, diventando un autentico musher, il conducente che governa la muta.
Sentire vibrare i pattini all’unisono con l’ansimare dei potenti husky e halaskan malamute, immersi nel respiro della natura: happy into the wild!
Cercare le radici di Tiziano

A Pieve di Cadore da vedere la chiesa parrocchiale risalente al ‘700 che conserva al suo interno l’opera “Madonna con il Bambino tra i Santi Andrea e Tiziano” del grande pittore rinascimentale Tiziano Vecellio.
C’è poi la casa in cui passò i suoi primi anni, oggi museo a lui dedicato. Proseguendo, ecco la seicentesca Chiesa intitolata ai Santi Antonio e Lorenzo con altari lignei e begli affreschi, la Chiesa di SS. Crocifisso di Valcalda nella frazione di Sottocastello.
Connessa al Convento dei Padri Carmelitani Scalzi, vi è custodita una pala attribuita a Marco Vecellio, nipote di Tiziano.
Infine la trecentesca Chiesa dedicata a S. Candido, che ospita alcune opere di Cesare Vecellio, anche lui illustre parente del grande pittore.
Partecipare a un carnevale, ma che sia speciale

Il momento più divertente dell’anno è particolarmente sentito a Comelico Superiore. Il grazioso paese a carnevale rinnova la tradizione della “maskarada”.
Un antico rito popolare che si ripete con allegria da secoli nonostante i tentativi di soppressione dopo il concilio di Trento; difatti in altre zone del Comelico e del Cadore la tradizione si è persa.
Nel carnevale qui dominano l’antico rito del travestimento, percorrendo le vie del paese, ballando fino a notte fonda. Una baraonda che sa ancora attirare la gente in strada, muovere anziani e giovani, scatenare l’adrenalina della danza alle prime note della fisarmonica quando il musicista “tira na vecia”, una sorta di polka salterina.
Le maschere multicolori protagoniste della festa, le cui origini si perdono nel lontano passato, sono il lachè e il matazin: maschere guida fondamentali per la formazione del corteo il cui comportamento, ma anche il costume, sono rigidamente fissati dalla tradizione.
Una notte a 360 gradi e un bagno nella botte panoramica

Siamo di fronte a qualcosa di speciale, un soggiorno in montagna per stupirci e stupire. È la Starlight Room Dolomites 360, una stanza realizzata in legno di larice ed abete e dotata di un esclusivo sistema che consente alla struttura di ruotare su sé stessa di 360°.
Con tanto di riscaldamento, salottino e bagno interno, dalle vetrate della zona letto, lati e soffitto, è possibile ammirare il firmamento dal tramonto all’alba, dopo un’ottima cena a base di piatti locali.
In inverno la si raggiunge accompagnati dallo staff del Rifugio Col Gallina, che si trova ai piedi del Lagazuoi e a un passo dalle piste, con l’utilizzo della motoslitta. Più romantico di così…
Un bagno come questo si fa di rado. Il famoso Rifugio Scoiattoli di Cortina offre una botte in legno di abete all’aperto della capienza di 6 persone dove immergersi per godersi un bagno caldo in alta quota di fronte alle meravigliose Cinque Torri.
E dopo? Una cena romantica al rifugio e discesa in slittino, a piedi o in motoslitta.
Una visita al museo più alto d’Europa

Dedicato alla Grande Guerra, si trova a quota (2950 m) sul Coston di Serauta penultima tappa della funivia che da Malga Ciapèla conduce a Punta Rocca (3265 m) sul gruppo della Marmolada.
Un percorso emozionante attraverso la storia tragica del primo conflitto mondiale. Anche la prima volta in cui i soldati si scontrarono tra le cime e i ghiacciai delle Alpi, posizioni strategiche fondamentali per il controllo delle valli sottostanti.
Vennero fortificate, attrezzate e armate anche le zone più inaccessibili.
In questo luogo dalla natura straordinaria furono scavati tunnel sotterranei, camminamenti, depositi, casematte, una vera e propria città di ghiaccio.
Il percorso museale, suddiviso in diverse sezioni, permette di conoscere tanti aspetti di un evento cruciale del Novecento, attraverso cimeli, divise, armi, documenti, plastici, filmati, con il privilegio di stare in un luogo unico, in cui sforzo bellico e lotta contro gli elementi si fusero come raramente accade.
Memoria del passato, monito per il futuro.
Assistere a un incontro di hockey su ghiaccio

È uno sport di squadra molto spettacolare. I giocatori non si risparmiano, da tutti i punti di vista. Bardati come armadi semoventi riescono a saettare a grande velocità sui pattini, governando con incredibile maestria il piccolo disco. Molto praticato nelle zone montane del Veneto, le squadre più titolate sono il Cortina, l’Alleghe, l’Asiago. Ma anche quelle minori meritano di essere viste. Grande intensità e tifo al calor bianco, senza aggressività. Pure i più tiepidi finiranno per appassionarsi e a parteggiare per qualche squadra. E dopo l’incontro? Ovviamente terzo tempo: tutti a brindare.
Cercare gli stellati di montagna

La ristorazione di qualità ha casa sulle montagne venete. Il denominatore comune di molti ristoranti, accanto a abilità, fantasia, rigore che sono peculiarità richieste dalla celebre guida, è l’utilizzo di prodotti del territorio. Nel Bellunese gli stellati sono ben cinque.
A Cortina il Tivoli (risalto ai fagioli di Lamon, ai funghi del Cadore, all’agnello dell’Alpago) e il Sanbrite, anche stella green (un occhio di riguardo a carni conservate e ricotte d’alpeggio).
A Vodo di Cadore, Al Capriolo è un’istituzione (carne salada, cervo, cavolo cappuccio di Vinigo). Locanda San Lorenzo è a Puos di Alpago (da non mancare i gustosi fagioli: “gialèt” della Valbelluna, e “mame” dell’Alpago, l’agnello).
A Plois la natura montana alimenta le ricette del Dolada: cortecce e muschi in abbinamenti sorprendenti.
Due nomi anche ad Asiago, perla dell’Altipiano. La Stube Gourmet (non mancano le patate di Rotzo, i mieli, il formaggio e lo speck dei “sette Comuni”) e La Tana Gourmet. Molto spazio alla creatività e grande attenzione alle materie prime.
Provare lo Skitour della Grande Guerra

Fulcro di questo itinerario dedicato allo sci da discesa è il Col di Lana, nell’Alto Agordino, il monte simbolo della Grande Guerra.
Lungo il tragitto si possono ammirare numerosi resti di postazioni militari e gallerie come quelle sul Sass de Stria, sul Lagazuoi, sulle Tofane, sulla Marmolada e sul Padon e un panorama grandioso, al cospetto delle più belle cime delle Dolomiti (Civetta, Pelmo, Cinque Torri, Tofane, Fanis, Sella).
La lunghezza complessiva è di 82,50 km, di cui 31 km con gli sci ai piedi, sfruttando la vasta rete di impianti, e 32 km in bus. Tutto il giro dura 7/8 ore.
Ci vuole un po’ di allenamento ma lo scenario che si attraversa è quanto di più maestoso, evocativo ed emozionante si possa immaginare.
Pedalare con una fat bike

Quella delle bici “ciccione” sta diventando per molti una vera passione. Grazie agli pneumatici molto larghi vanno benissimo sulla neve.
E come la mountain bike consentono di addentrarsi su piste anche poco battute, o addirittura in neve fresca.
Ma pure i meno atletici, grandi e piccoli, possono fare bellissime escursioni utilizzando la fat bike con pedalata assistita: meno fatica, tanto divertimento.
Sulle montagne del Veneto si trovano diversi centri che propongono piste e sentieri adatti, spesso accompagnati da guide esperte.
Fra le aree interessate, ad esempio in Cadore tante opportunità a San Vito e Domegge.
Poi Alleghe, salendo verso malghe e piccole frazioni. La Val di Zoldo, partendo da Pecol. Ottime opportunità sull’Altipiano di Asiago e nell’Ampezzano, con itinerari nei boschi di Fiammes e sul Col Gallina. Pedalatori di tutto il mondo, la neve vi aspetta!
Informazioni sul sito Veneto.eu
Testo Gianfranco Podestà |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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