Le Catacombe di Napoli, tra fede, mito e storia

Napoli, città a strati per eccellenza, è uno dei pochi posti al mondo in cui una storia millenaria può essere ripercorsa attraversando i suoi livelli: basta scendere cento scalini per viaggiare nel tempo e scoprire un sottosuolo affascinante, separato solo da pochi metri dalla città moderna.

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Le Catacombe

Il mondo sottoterra a Napoli è il luogo degli antenati. Non solo in termini di resti archeologici, ma anche e soprattutto luogo di sepoltura e d’incontro con i defunti, i santi e le loro anime, in un rapporto quotidiano tra al di qua e aldilà, tra modi di dire, scaramanzie, devozioni e antichi rituali che accompagnano da sempre la vita dei napoletani.

È proprio sottoterra, in un luogo misterioso e incantatore, che sorgono le Catacombe: disposte su due livelli non sovrapposti, con soffitti alti fino a 6 metri caratterizzati da spazi ampissimi grazie alla lavorabilità del tufo, le Catacombe risalgono al II secolo d.C., fungendo inizialmente da sepolcro di una famiglia gentilizia che poi donò gli spazi alla comunità cristiana.

Ad oggi si contano circa tremila sepolture ma si tratta di una stima approssimativa, poiché non tutti gli ambienti sono stati riportati alla luce.

Dalle caratteristiche di queste tombe, è possibile ricavare uno spaccato della società dell’epoca, e in particolare del ceto sociale del defunto: a seconda della sepoltura – le più umili erano scavate a terra o lungo le pareti dei corridoi periferici, mentre i sepolcri dei personaggi più facoltosi erano di forma arcuata e spesso contenevano decorazioni, affreschi o mosaici tra i più antichi del sud Italia – si sottolineava l’importanza e lo status sociale delle famiglie.

Anche per questo motivo, le Catacombe sono un patrimonio dall’inestimabile valore storico, architettonico e pittorico che va dalle preesistenze pagane del II secolo d.C. alle pitture bizantine del X secolo.

La tomba di San Gennaro

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Le Catacombe di San Gennaro ©Shutterstock

Proprio nella Neapolis greca scavata nel tufo, dove la città dei vivi si confonde con quella dei morti,si è andato consolidando nel corso dei secoli lo stretto legame di fede tra i Napoletani e il loro amatissimo patrono Gennaro.

Tra tutte queste tombe, infatti, una sepoltura occupa un posto speciale: la tomba di San Gennaro è stata individuata attraverso lo studio di un’omelia del X secolo, ma già a partire dalV secolo – quando le spoglie del santo furono traslate qui –la catacomba è diventata meta di pellegrinaggio e luogo ambito per la sepoltura.

Prima di arrivare nella loro “casa” definitiva, nel Duomo di Napoli, però, i resti del santohanno avuto una storia lunga e travagliata: il vescovo Gennaro fu arrestato per professione della fede cristiana e decapitato a Pozzuoli nel 305 d.C. e parte del sangue del martire fu conservata in due ampolle mentre le spoglie furono sepolte nell’Agro Marciano e solo successivamente portate nelle Catacombe di Napoli dal vescovo Giovanni I.

I resti, poi, furono trafugati nell’831 d.C. dal principe dei longobardi Sicone I e portati prima a Benevento e poi nel santuario di Montevergine, dove restarono quasi dimenticati per oltre due secoli. Dopo molti anni di trattative con i monaci di Montevergine, le ossa furono restituite alla città di Napoli nel 1497. Da allora, le spoglie del santo sono custodite nel Duomo e venerate insieme al suo sangue, continuamente invocato dal popolo per fermare pestilenze ed eruzioni, chiedere doni e intercessioni e domandare favori.

Cooperativa La Paranza

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Un affresco con motivi religiosi all’interno delle Catacombe di San Gennaro ©Shutterstock

Dal 2006 la Cooperativa La Paranza lavora per la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale del Rione Sanità, quartiere di grandi disuguaglianze ma di enormi risorse nel quale sorgono le Catacombe, riscoperte, valorizzate e aperte al pubblico proprio grazie all’impegno dei giovani della cooperativa.

La riapertura delle Catacombe ha significato l’inizio dei flussi turistici nel Rione e lo sviluppo di un’economia sociale che ha dato lavoro, prospettive e percorsi di auto sviluppo ai giovani della Sanità.

Si tratta di un bell’esempio del connubio tra valorizzazione culturale e artistica e innovazione sociale che punta su cultura, arte e comunità per favorire la rinascita sociale ed economica del territorio in modo moderno e sostenibile.

Oggi, la cooperativa dà lavoro a 34 persone tra guide turistiche, archeologi, restauratori e storici dell’arte, che si occupano dello studio, della supervisione e del restauro degli affreschi e dei mosaici presenti nelle Catacombe.

Finora sono stati recuperati e sottratti all’oblio ben 12mila mq di patrimonio archeologico grazie alla Cooperativa La Paranza.

E grazie alla mano benevola e affettuosa di San Gennaro…si capisce.

Infoutili

Orari: Dal lunedì alla domenica dalle 10:00 alle 17:00 (ultimo ingresso ore 17:00)

Dove: L’ingresso è adiacente alla Basilica del Buon Consiglio, in Via Capodimonte, 13

Biglietti: Intero € 9 (prenotazione obbligatoria)

Prenotazioni: Catacombe di Napoli

Temperatura: La temperatura nelle Catacombe varia tra i 15 e 22 gradi. Si consiglia di indossare scarpe comode e un maglioncino anche nei periodi più caldi.

Testo di Angelo Laudiero |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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