North Dakota, quel profondo legame con l’Ucraina

Alla scoperta della storica comunità ucraina in un viaggio nell’ovest dello Stato del North Dakota.

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North Dakota Ukrainian Dance Association, una danzatrice ucraina e la sua bimba ©North Dakota Tourism

In questi giorni l’Ucraina è al centro dell’attenzione mondiale a causa della guerra scoppiata con la Russia che sta minando la stabilità in Europa. Un conflitto che, si spera, non si allarghi ma che avrà riflessi sugli equilibri geopolitici internazionali.

Sono molti i cittadini ucraini che lavorano in Italia. Persone con il cuore devastato per quanto sta accadendo in Patria. Forse non tutti sanno che anche oltreoceano c’è uno Stato americano che ospita una grande comunità ucraina: il North Dakota.

La storia dell’arrivo dei primi ucraini

Molti i motivi che spinsero i primi ucraini a lasciare il loro Paese. Tra questi la fame e le questioni religiose. Gli abitanti delle regioni orientali, convertiti alla fede protestante, furono perseguitati dalla Chiesa ortodossa e dall’Impero.

Dopo il 1861, quando in Ucraina la schiavitù fu abolita, milioni di contadini rimasero senza terra e lavoro. Non possedevano nulla al punto che le famiglie non erano in grado di nutrire i figli o fornire loro una casa.

Tra il 1870 e il 1914 centinaia di migliaia di persone abbandonarono le aree della Bukovyna e Nad Dniprianshchyna, nell’Ucraina centrale, e giunsero nel North Dakota nel 1896 attraverso l’Europa, il Canada e alcuni dagli Stati Uniti orientali.

Gli emigranti furono attratti nello Stato nordamericano dall‘Homestead Act del 1867. Legge grazie alla quale ottennero 160 acri di terra. Con un unico obbligo: entro 5 anni, 40 acri dovevano essere coltivati, in modo da non perdere la fattoria.

Il lavoro era tanto ma grande era anche la volontà di portarlo a termine.

E così si lanciarono nella nuova avventura, aiutandosi a vicenda. Lavorare la terra, spesso senza un cavallo, non era un compito facile. Gli agricoltori furono costretti a compiere tutto il lavoro contando solo sulle proprie forze.

Oggi queste famiglie possiedono buona parte del Western North Dakota. Le terre, che si estendono a perdita d’occhio, sono belle, coltivate con girasoli, grano, canola, e altro ancora.

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Ragazze di discendenza ucraina in North Dakota durante gli Ukrainian Days

La svolta ci fu nel 1950 quando venne scoperto il petrolio. Da quel momento, quella terra così difficile da lavorare, ha reso la vita della comunità ucraina decisamente più semplice. Le persone posseggono diritti minerari grazie ai quali continuano a mantenere le proprie famiglie e la loro comunità.

Questa è l’America. La terra del North Dakota è stata coltivata, curata e amata dagli immigrati dall’Ucraina. Questa è oggi la loro bat’kiwshchyna (Patria), con l’Ucraina che, seppur lontana, resta nei loro cuori.

Un legame profondo

Solo cento anni fa il North Dakota era uno degli Stati più etnicamente e culturalmente diversi del Paese. Oltre tre quarti della sua popolazione erano immigrati o figli di immigrati. E queste persone vivevano al fianco dei nativi americani. Diverse culture, religioni, forme d’arte e costumi sociali sono stati condivisi tra le comunità.

Gli ucraini sono solitamente indicati come Westerners perché le più grandi colonie di immigrati si sono insediate a ovest del fiume Missouri, in particolare a nord di Belfield, dove una volta esisteva un villaggio chiamato Ukraina.

Nella contea di Pembina c’è uno degli esempi del legame tra ucraini e North Dakota: la chiesa ortodossa di S. Giovanni. Questo luogo di culto è stato restaurato ed ora è incluso nel Registro nazionale dei luoghi storici.

Molte altre comunità di questo luogo hanno radici ucraine. Persone provenienti dal Paese europeo si stabilirono anche nella parte centrale del North Dakota. Basti pensare a Wilton, circa 40 km a nord di Bismarck, o alla piccola città di Kief, che richiama il nome della capitale ucraina Kiev. Quest’ultima località è stata fondata da immigrati del Paese europeo nel 1908 come stazione lungo la linea ferroviaria.

Gli Stati Uniti si rivelarono un Paese adatto per iniziare una nuova vita. Non va dimenticato che il North Dakota distribuiva la terra a chiunque fosse pronto a stabilirvisi per creare una comunità. Così, diverse famiglie di Kiev lavorarono per creare la propria capitale ucraina negli Stati Uniti.

Costoro hanno potuto pregare nella loro lingua e diventare agricoltori liberi. La popolazione della città inizialmente contava 300 persone. Ora, invece, ce ne sono solo 7. Per questo motivo Kief è soprannominata la “città fantasma”. L’unico ricordo dei fondatori è una vecchia chiesa che apre le sue porte ai parrocchiani una volta alla settimana.

Il lavoro della nonna

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Uova pasquali della comunità ucraina in North Dakota

La famiglia di Agnes Palanuk discende da uno dei primi coloni giunti in North Dakota, da Halychyna, dove il fiume Zbruch incontra il Dnister. La nonna arrivò con il marito e la figlia nel 1897. Lei si chiama Agnes ed è conosciuta affettuosamente come “Uragano Agnes” per i suoi instancabili sforzi nel promuovere la cultura e la storia ucraina.

La donna ha scritto un libro intitolato “Ukrainians in North Dakota; In Their Voices“: si tratta di una raccolta di storie, immagini, ricordi e testimonianze riguardanti il viaggio degli immigrati e le prove e le tribolazioni che li hanno accompagnati nel North Dakota. Tutto messo su nastri audio: questo prezioso materiale è oggi conservato alla State Historical Society del North Dakota.

I suoi sforzi hanno portato alla nascita de “The Badlands Ukrainian Days”, un festival  che si tiene ogni anno a luglio per celebrare la cultura e la storia ucraina nel North Dakota e alla creazione de “The Ukrainian Cultural Institute” a Dickinson.

L’Istituto ospita mostre culturali di arte popolare, mostre religiose ed una biblioteca. In questo luogo sono esposte le “Pysanky” , uova di Pasqua, opere artigianali create individualmente con temi e storie dai colori vivaci.

Tesori ucraini

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Ukrainian Lenten Lunches ©North Dakota Tourism

Capolavori gastronomici sono i Varenyky, meglio conosciuti come “pulsanti di formaggio”: si tratta di piatto unico, tradizionalmente consumato durante il festival annuale, fatto a base di prodotti del North Dakota come la ricotta Cass Clay Creamery, le patate della Red River Valley e la farina di semola Durakota.

Queste delizie sono distribuite nei negozi di tutto il Midwest e possono essere acquistati direttamente nell’istituto ucraino di Dickinson, che li produce. Ogni anno, tra marzo ed aprile, lo stesso istituto organizza dei pranzi tradizionali: gli Ukrainian Lenten Lunches.

Gli eventi estivi che si tengono nella zona sono accompagnati dalle danze tradizionali “Stepovi Dity” dei ballerini ucraini nei loro colorati costumi. Qui esiste la “North Dakota Ukrainian Dance Association” che oltre al sostegno della danza ucraina, lavora anche per organizzare e promuovere tutte ciò che è ucraino nel North Dakota occidentale.

A Belfield, dove si svolge ogni anno il festival The Badlands Ukrainian Days, sorgono anche tre importanti chiese: la St. Demetrius, chiesa cattolica ucraina di Fairfield, la St. John The Baptist a Belfield e la chiesa ortodossa Sts. Peter & Paul, che con il tempo è divenuto un prezioso sito storico .

Informazioni utili:

Per saperne di più si può consultare il sito The Great American West.

Testo di Redazione|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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