Una valle incantata ai piedi del Pelmo e del Civetta, due giganti tra i meno celebrati delle vette dolomitiche, dove la natura si esalta ed è l’unica grande protagonista. Dagli sport invernali alle passeggiate nei boschi fino alla semplice contemplazione del paesaggio: sono alcune delle opportunità che la Val di Zoldo offre per vivere la montagna in inverno.
Testo e foto di Gisella Motta

Inverno, tempo di vacanze in montagna all’insegna dello sport. Luogo tra i più affascinanti per praticare attività all’aria aperta in scenari di assoluta magia è la Val di Zoldo, raccolta ai piedi delle montagne considerate tra le più belle del mondo, tra Pelmo e Civetta.
Un territorio fiabesco abbracciato da cime imponenti e semisconosciute, dove ancora oggi tradizioni antiche sono custodite gelosamente dagli abitanti.
È qui che la natura si esalta e la bellezza diviene poesia che riscalda il cuore ed esalta gli animi. Del resto non potrebbe essere altrimenti visto che siamo sulle Dolomiti, Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
L’avventura sulla neve

Il viaggio ha inizio sul piazzale degli impianti dove affittiamo gli sci, al Live Civetta Ski Center. È solo il primo passo di un lungo cammino sul sentiero che ci condurrà a vivere un’avventura indimenticabile. Presi gli attrezzi saliamo sull’ovovia della Val di Zoldo Ski Area, una dei tanti impianti presenti nella zona.
In pochi minuti si sale fino al ristoro di Pian del Crep. Siamo i primi ad affrontare la pista nera “Foppe” che, insieme a quella rossa “Cristelin“, si sviluppano lungo 5 chilometri di percorsi completamente illuminati.
È sera. A farci compagnia ci sono solo la luna e le stelle che splendono in cielo. L’atmosfera è decisamente suggestiva. Ogni cosa intorno a noi è ammantata da un silenzio struggente. Il momento per sciare è finalmente arrivato.
La pista è appena stata “lavorata” dal gatto delle nevi e siamo noi a disegnare i primi solchi sul soffice manto bianco. Si parte. Sci ai piedi ci lanciamo lungo il percorso fino a ritornare al piazzale.
Adrenalina pura. Ma è solo un assaggio. Sappiamo che la tradizione sportiva più antica in valle è sicuramente quella legata allo sci nordico.
In località Palafavera l’anello di fondo si snoda per 7,5 km tra abeti e scorci incantevoli, con l’imponente monte Pelmo che si mette in bella vista proprio dalla partenza del Centro Fondo.
L’emozione del biathlon
Un’appassionata di montagna come me non poteva fare a meno di sperimentare il vero fiore all’occhiello di questa struttura unica in tutto il Veneto: il biathlon. Dal 2014 nel poligono che sorge in quest’area si ospitano gare, allenamenti e ritiri di squadre nazionali.
Con una pazienza certosina il nostro istruttore Arcangelo ci spiega sia la tecnica che la posizione da tenere per centrare il bersaglio che dista ben 50 metri. Non diventeremo professionisti di questa disciplina ma saperne ci aiuterà a divertirci.

A differenza dei miei compagni di avventura, per me è abbastanza facile mirare il bersaglio in condizione di riposo. Così decido di provare solo dopo aver aumentato la difficoltà. Dopo un paio di chilometri di passo alternato, infatti, mi sdraio a terra e cerco di sparare. Ecco la sorpresa. Il respiro, diventato affannoso, non mi permette di stare perfettamente ferma. Devo aspettare un attimo per rallentare i battiti del cuore prima di andare al tiro. Poi il rito si compie.
Un’esperienza davvero emozionante da provare con il nostro “Arcangelo” custode che, oltre a fornirci utili suggerimenti, ci racconta qualche aneddoto sui campioni che vengono ad allenarsi qui.
Come degna conclusione di questa bella giornata ci fermiamo per una sosta rigenerante a Pecol dalla signora Wally della gelateria “Al Soler” per assaggiare l’eccezionale gelato alla cannella, sua specialità.
Recuperate le energie ci rimettiamo in marcia proseguendo verso la meta successiva: la piccola chiesa di San Valentino a Mareson-Pecol. Consacrata nel 1492, questo luogo di culto è oggiuna vera perla architettonica situata nel centro del paese.
I borghi della Val di Zoldo
Tappa successiva della nostra avventura sono i caratteristici borghi situati nella Val di Zoldo.

Ognuno di questi piccoli centri abitati ha una preziosa storia da raccontare e tanti tesori storico-architettonici da mostrare ai visitatori.
Passo dopo passo arriviamo al minuscolo borgo di Coi situato a circa 1500 metri. Il paesino è tra i più affascinanti e suggestivi centri abitati della valle. La sua posizione è semplicemente perfetta: dal borgo si possono godere di viste incredibili del monte Pelmo e della catena del Civetta. A Coi tutto è rimasto come un tempo: le atmosfere del passato sono esaltate dai vicoletti e dalle abitazioni antiche.
Nel borgo merita una visita casa Rizzardini, edificio imponente in un villaggio costituito soprattutto da rustici. Uno degli affreschi dell’esterno risale al 1713. Coi è, inoltre, costellato di vecchi fienili, detti anche tabià, costruiti in legno e muratura.
Quasi tutte queste strutture sono state restaurate ai primi del Novecento a causa di una serie di incendi. Lungo la strada che da Coi conduce a Mareson sorgono i due mulini Rizzardini, antecedenti al 1634 e ancora in funzione nel 1946.
Di grande interesse è anche il mulino Piva con la grande ruota di legno. Una esperienza da provare è quella di svegliarsi all’alba per ammirare le cime delle montagne che si colorano prima di rosso e poi di un giallo sempre più brillante grazie ai raggi del sole nascente.
Lo sguardo si abbassa poi verso la frazione di Costa, un minuscolo borgo formato da 13 case, tutte ancora abitate, da cui si snoda un facile sentiero che costeggia la montagna. Percorrendolo, in una quindicina di minuti, si giunge ad uno dei più antichi fienili della valle: il Mas de Sabe.

Il cartello informativo riporta: “La datazione è incerta, ma per analogia con rustici similari dovrebbe collocarsi nel XVI secolo”. L’ubicazione all’incrocio dei sentieri che si distendono lungo i versanti fa pensare a un ruolo chiave di collegamento tra i prati di montagna (Col Nero e M. Pònta) e i centri abitati di Costa e Iral.
Altro borgo ammantato di atmosfere romantiche è Brusadaz dove è situato il vecchio mulino Costa, forse tra quelli menzionati in un estimo del 1693. Poco fuori dal centro abitato ci sono i resti delle vecchie miniere di Da Dòf e San Pellegrino.
Colcerver è, forse, un altro dei luoghi più affascinanti della Val di Zoldo. Raggiungibile attraverso una strada molto stretta il borgo conta attualmente un solo abitante che vi risiede tutto l’anno. Lo scenario cambia in estate quando questa località si rianima con l’arrivo dei turisti. Collocato in una posizione panoramica straordinaria, è meta perfetta per quanti cercano relax e adorano ammirare i paesaggi.
Le tradizioni della Val di Zoldo

Ogni anno, nel mese di febbraio, l’associazione culturale “Al Piodech Zoldan” dà appuntamento il primo fine settimana per il tradizionale carnevale della “Gnaga” e la sfilata lungo le vie di Fornesighe.
In concomitanza con la manifestazione si svolge il concorso dei volti lignei che dal 1992 richiama intagliatori da tutta la regione e non solo.
Oggi il Piodech Zoldan (Piodech significa aiuto reciproco con i tuoi simili senza avere un fine di lucro) ha sede in un edificio nella piazza antistante la chiesa dove un tempo vi era la latteria del paese.
Custodisce la collezione delle maschere vincitrici dei concorsi passati, oltre ad ospitare il museo etnografico con i vecchi attrezzi per la lavorazione del latte.
Storia, cultura e tradizioni in questa antica valle offrono molti spunti anche nella stagione estiva. L’associazione Mont de Vie si impegna dal 2012 ad organizzare eventi che attraggano i visitatori a scoprire, oltre alle bellezze del paesaggio, anche un grande passato che fonda le sue radici in uno stretto legame con Venezia.
Infoutili
Informazioni: Consorzio Val di Zoldo Turismo – Val di Zoldo Ski Area – Centro Fondo e Biathlon Palafavera
Come arrivare: In Val di Zoldo non sono numerosi i collegamenti con mezzi pubblici, e la stazione dei treni più vicina è a Longarone (30 km circa). È consigliabile arrivare in valle in automobile per avere una maggiore autonomia.
Da sud si può prendere l’autostrada A27 direzione Cortina prendendo l’uscita a Pian de Vedoia e all’altezza di Longarone proseguire lungo la strada provinciale 251. La Val di Zoldo è inoltre raggiungibile dai passi Cibiana (per chi arriva ad esempio dal Cadore o da Cortina), Duran e Staulanza (per chi arriva dall’Agordino).
Quando andare – Clima: La Val di Zoldo è bella in tutte le stagioni. Anche a fine estate non è insolito svegliarsi con le cime più alte innevate. Per gli amanti dello sci e delle ciaspole l’inverno è solitamente nevoso, l’apertura degli impianti è quasi ogni stagione da dicembre a marzo.
Dove dormire:
Dove mangiare:
Ristorante “Al Lumin”-tel. 0437-789192
Locanda “Tana de l’Ors” tel. 0437-794097
Enoteca Coldai tel. 0437-789126
Suggerimenti: Se siete in valle vale la pena una visita al Museo di Papa Luciani. Il museo di Albino Luciani, MusAL, inaugurato ufficialmente da Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, il 26 agosto 2016 è gestito dalla Fondazione Papa Luciani Onlus, si trova in val del Biois.
Il percorso museale, multimediale, si snoda su quattro piani e racconta l’avventura umana di Giovanni Paolo I.
Testo e foto di Gisella Motta|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
Sfoglia il magazine online con tutte le immagini
Caro lettore,
Latitudes è una testata indipendente, gratis e accessibile a tutti. Ogni giorno produciamo articoli e foto di qualità perché crediamo nel giornalismo come missione. La nostra è una voce libera, ma la scelta di non avere un editore forte cui dare conto comporta che i nostri proventi siano solo quelli della pubblicità, oggi in gravissima crisi. Per questo motivo ti chiediamo di supportarci, con una piccola donazione a partire da 1 euro.
Il tuo gesto ci permetterà di continuare a fare il nostro lavoro con la professionalità che ci ha sempre contraddistinto. E con lo stesso coraggio che ormai da 10 anni ci rende orgogliosi di quello facciamo. Grazie.