A piedi nel deserto dell’Oman, in compagnia di Carla Perrotti, la Signora dei Deserti. Per imparare a conoscere se stessi e a confrontarsi con la difficoltà di sopravvivere in uno degli ambienti più ostili al mondo.
Testo e foto di Anne Conway

Il deserto dell’Oman. Un posto vuoto, dove non c’è nulla – solo sabbia. Nient’altro. Non c’è vita, non ci vive nessuno. Tutti coloro che non ci hanno mai messo piede, lo immaginano così. Invece i deserti sono tutt’altro.
Tutti gli aggettivi dei deserti

Sono dei luoghi maestosi, affascinanti, sorprendenti, misteriosi, imponenti, indomabili, meravigliosi, ma per chi ha paura possono essere anche ostili, pericolosi, incomprensibili, impenetrabili, paurosi… la lista degli aggettivi è lunga. D’altro canto i deserti sono anche la casa di molte varietà di animali, piante e comunità umane. Ogni deserto è diverso e unico. Tutti hanno in comune la capacità di dare ad ognuno la sfida di ascoltare, arricchire e conoscere se stessi.
Rub Al-Khali

Qui siamo nel Rub Al-Khali, uno dei deserti più grandi e meno esplorati al mondo. Il suo nome vuol dire ‘Il Quarto Vuoto‘ (il suo significato in lingua araba indica la ‘quarta parte’, dopo il cielo, la terra e il mare), ed è in effetti la distesa di sabbia più grande sulla pianeta. 650 mila km quadrati di sabbia, una sabbia fine creata 2 milioni di anni fa, da altopiani vulcanici e fondali di mare.
Nell’ Oman, la parte più orientale di questo vuoto, attraversa la frontiera e forma una striscia ‘stretta’ di dune rosse e rosa, alte a volte fino a 300 metri, costruite dal vento, che poi giungono fino al Mar Rosso tra distese piatte e dune bianche.
Carla Perrotti, la Signora dei deserti

È proprio qui che ci porta Carla Perrotti, la Signora dei deserti, che ha dedicato la sua vita ad attraversare deserti in tutti i continenti, a piedi e in solitaria. Scrittrice e documentarista, il primo deserto che ha attraversato era il Tenéré nel centro del Sahara in1981, dove ha accompagnato una carovana di 200 cammelli guidati dai Tuareg, portando il sale dalle miniere del centro del Sahara verso il mondo ‘civilizzato’.
Dopo la sfida personale di attraversare i deserti da sola, spesso la prima donna a farlo, ha poi accompagnato il non-vedente maratoneta Fabio Pasinetti nel deserto bianco egiziano. Hanno camminato 250 km tra le dune alte e le colline di pietre scivolose, e Carla ha capito quanto importante fosse la sensazione di trovarsi nel deserto, di apprezzare il suo silenzio, lo spazio infinito, la sua energia e la sua forza anche per gli altri.
Desert Therapy

Da questa esperienza e nata la Desert Therapy, un concetto di viaggio dove Carla porta dei gruppi a scoprire la sfida di camminare nei deserti per alcuni giorni senza essere trasportati in macchina.
A parte l’esperienza del totale coinvolgimento con l’ambiente, la vera sfida è con se stessi. Per chi non c’è mai stato, si tratta di un grande salto al di fuori della propria ‘comfort zone’ abituale. Un opportunità di abbracciare nuove sensazioni, di camminare nella sabbia, di sentire con i piedi nudi i granelli fini fra le dita, la sua freschezza la sera e l’alta temperatura che arriva fino a scottare di giorno.
Di fare una giornata di fatica intensa, camminando su e giù per le dune, di rendersi conto quanto sono alte, di imparare a camminare con i piedi a 45°, come le anatre, lungo le creste per non sprofondare, e poi arrivare al campo dove prendi la tua tenda e scegli un angolo per poi sdraiarti sulla sabbia, secca e avvolgente.
Cena nel deserto

Poi ci sono le guide locali, che assistono in tutto e preparano da mangiare. Ciò che esce dalle loro mani è una cena miracolosa, enormemente apprezzata, e ti danno l’acqua, che rappresenta un valore immenso, si impara ad apprezzarne ogni goccia. Magari i falchi o i corvi ti inseguono, aspettando la possibilità di mangiare o bere. È sorprendente quante piante si trovano intorno, alberi che sembrano dei ciuffi di rami secchi uscendo dalla sabbia aspettando dell’acqua per poi spuntare foglie e fiori.
I rami ti offrono la possibilità di fare il fuoco alla sera, di fronte al quale si condivideranno il cibo e le storie, e godere il cielo di milioni di stelle. Poi incontri qualche animale, magari una lucertola di strane forme, che sembra un alieno, ma loro si sono solo adatte alla vita nel deserto.
Si può trovare lo scheletro di un cammello che aveva smarrito la via e ha trovato la fine. Ci sono delle fattorie di cammelli, che appartengono ai Beduini locali, e se ti vedono ti offriranno del latte fresco di cammello, e saranno curiosi di sapere di te.
Il valore del silenzio

Si apprezza il profondo silenzio, la distanza dell’infinito, dove l’orizzonte è tremulo a causa delle alte temperature, creando dei miraggi di forme e strutture e l’impressione di acqua, la risorsa più essenziale nel deserto. È facile capire come tante storie parlano di gente persa che sono impazziti immaginando oasi dove non c’erano, e perdendo la propria strada inseguendo i miraggi.
Ma anche senza inseguire i miraggi, una cosa è certa, un viaggio nel deserto ti cambia per sempre.
Testo e foto di Anne Conway

Informazioni Utili
Carla Perrotti organizza viaggi nel deserto per gruppi anche con bambini www.carlaperrotti.com
Il viaggio del reportage di queste pagine è stato organizzato da Al Koor Tourism che propone tour accompagnati nel deserto, ma anche self drive. www.alkoortourism.com
Ministero del Turismo del Sultanato dell’Oman www.experienceoman.om
Covid
per soggiorni brevi, fino a 14 giorni, i cittadini italiani, sono esentati dall’obbligo di visto. Per soggiorni più lunghi, fino a 30 giorni e rinnovabile una sola volta, invece, è possibile richiederlo sul portale della Royal Oman Police.
Come arrivare
Voli da Roma di Qatar e da Milano con Ethiad
Documenti
è necessario il passaporto in corso di validità. Il visto si ottiene all’arrivo.
Lingua
la lingua ufficiale è l’arabo
Religione
Musulmani di rito Sunnita, Induisti 13%
Fuso orario
la differenza fra l’ora solare in Italia e L’Oman è di +3 ore
Valuta
Oman Ryal 1 Ryal=2,4 €
Elettricità
240v è necessario munirsi di adattatore tipo inglese
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