Grande come la Svizzera ma vario come un universo, il Bhutan concentra una grande varietà di paesaggi: vallate himalayane, foreste di rododendri e una fascia di flora tropicale a segnare il confine con l’India. E’ in questo microcosmo che sopravvive una civiltà rimasta intatta: il Druk Yul, la Terra del Drago Tonante, un luogo incantato da cui si tocca il cielo con il naso.
Testo di Pierpaolo Di Nardo

Se avete visto recentemente il film Lunana del regista bhutanese Pawo Choyning Dorji, candidato agli Oscar come miglior film straniero (2022), avrete certo fatto un salto temporale nel medioevo.
È la storia di un maestro di scuola elementare che dalla “moderna” Thimpu (la Capitale), viene inviato a insegnare in un villaggio sperduto a oltre 4000 metri di altitudine, nel medioevo appunto. Il Bhutan è un po’ ancora così, ma certamente lo era fino agli Anni 80.
Il medioevo fino agli Anni 80

Le prime aperture ai viaggiatori risalgono al periodo in cui il Re Jigme Singye Wangchuck, a partire dal 1974, intraprese un percorso di graduale modernizzazione del Paese, garantendo in quegli anni pochi accessi a selezionati viaggiatori che arrivavano solo via terra: basti pensare che il primo volo atterrato a Paro (quindi in tutto il Bhutan) risale al 1983.
Ma l’isolamento del Bhutan, nel garantire stabilità e tutela dell’identità e delle tradizioni, si evince anche da dettagli apparentemente folcloristici: le trasmissioni radiofoniche sono iniziate nel 1973 e la prima televisione è arrivata nel Paese soltanto nel 1999 insieme a Internet.
La Felicità Interna Lorda
Il livello evolutivo di un paese si misura dal PIL, il prodotto interno lordo, ma non è sempre così. Esiste un altro parametro inventato dai Re del Bhutan negli Anni 70, che risponde al FIL: Felicità Interna Lorda.
Si tratta di un indice di progresso economico e morale che anziché considerare esclusivamente lo sviluppo economico, tiene conto di un insieme di fattori legati alla qualità della vita, come l’istruzione, la salute degli abitanti, la tutela dell’ecosistema, l’intensità dei rapporti sociali.
La Felicità Interna Lorda mira a migliorare la consapevolezza e l’istruzione degli abitanti, a permettere la crescita positiva delle comunità locali e ad incentivare la protezione del sistema sociale. Persegue quindi uno sviluppo temperato da un equilibrio armonioso, che si raggiunge bilanciando le esigenze del corpo con quelle della mente.
I “quattro pilastri” della Felicità Interna Lorda sono la conservazione e la promozione del patrimonio culturale, il buon governo, la tutela dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile. Un approccio di sviluppo che cerca di tutelare l’equilibrio tra esigenze spirituali, emotive e culturali, oltre al benessere material e della società.
Nel più antico codice di leggi del Bhutan, risalente al XVII secolo, periodo dell’unificazione del Regno, si legge che «se il governo non può creare la felicità del suo popolo, allora non c’è alcun motivo per il governo di esistere».
Ancora una volta è l’Asia, con le sue filosofie sempre attuali, a mostrarci la via verso il benessere.
I monasteri bhutanesi: arte e architettura

Situato in posizione strategica tra Cina e India, il Bhutan è da sempre influenzato dalla cultura buddista himalayana e condivide con Tibet, Ladakh, Mustang la storia dei grandi Lama indiani che a partire dall’VIII secolo si recavano dall’India verso l’Himalaya per diffondere gli insegnamenti della filosofia buddista.
Il più grande monaco di quel tempo, Padmasambawa (Guru Rinpoche), pare fosse passato anche dal Bhutan per edificare i suoi eremi di meditazione e fu accolto da seguaci e discepoli che qui si stabilirono.
A partire dal X secolo troviamo in questa regione himalayana meravigliosi edifici buddisti, che ospitavano monaci e comunità legate al buddismo himalayano delle scuole dei berretti rossi Nyingmapa e Sakyapa.
Tra i tanti imponenti monasteri bhutanesi (Paro, Punakha, Trongsa, Wangde, Gangtey, Thimpu) è d’obbligo citare il più iconico di tutto il Bhutan: il monastero di Taktsang, il Tiger Nest: il nido della tigre.
Situato a 20 minuti a nord di Paro, lasciata l’auto, si raggiunge con una spettacolare quanto impegnativa passeggiata di 90 minuti circa, che parte da 2700 e arriva a 3120 metri di altitudine.
L’escursione è alla portata di tutti, un po’ in piano e parecchio in salita, con scorci panoramici meravigliosi; arrivare al Tiger Nest vi permetterà di vivere un’esperienza di fisicità (sudore) e di spiritualità (introspezione) con la montagna, che ricorderete per sempre come un traguardo di grande felicità e benessere. Un consiglio: fate la passeggiata in silenzio, ascoltate il suono dell’Himalaya, e voi stessi.
Itinerari in Bhutan

Innanzitutto chiariamo il fatto che il Bhutan si trova ai piedi dell’Himalaya (e non sull’Himalaya), quindi la sua altitudine media varia dai 400 metri delle pianure del sud fino ai 2000 metri delle valli di Paro, Thimpu e Punakha (il Bhutan storico), per poi salire verso le pareti della grande catena himalayana tra 3000 e 5000 metri.
Quasi tutti i viaggi in Bhutan cominciano da Paro, l’unico aeroporto internazionale del Paese (cui si accede da Delhi, Kolkata, Kathmandu e Bangkok), anche se è possibile entrare via terra da Phuentsholing (India a sud-ovest) o da Samdrup Jongkhar (India a sud-est).
Partendo da Paro i due itinerari principali sono il tour classico di 6/7 notti che vi porta verso Oriente passando da Thimpu e Punakha fino a Gangtey; oppure il tour etnico di 12/13 notti che vi permette di viaggiare nel medioevo bhutanese e proseguire oltre Punakha verso Bhumtang, Mongar, Trashigang e infine uscire da Samdrup Jongkhar al confine con l’India.
Entrambi gli itinerari sono ricchi di monasteri buddisti, villaggi sperduti, valli isolate e popolazioni locali. Man mano che si procede verso Oriente il viaggio diventa più autentico e coinvolgente dal punto di vista umano: le popolazioni del Bhutan orientale vivono ancora in un parziale isolamento e incontrano pochissimi viaggiatori.
Da tenere in considerazione anche i trekking nelle valli bhutanesi che si estendono fra i 3000/4000 metri di altitudine, senza dimenticare che la vetta più alta del Bhutan, il Gangkhar Puensum, raggiunge i 7570 metri.
Viaggiare nella Terra del Drago tonante

Si dice che “per viaggiare in Bhutan bisogna versare una tassa governativa di 250 dollari al giorno”. Lo diciamo una volta per tutte: è falso.
Esiste sì una tassa da pagare al Governo bhutanese ma questa tassa include dei servizi non da poco: pernottamenti in hotel 3 stelle, pensione completa, trasferimenti con vettura con autista, visite dei monasteri e guide locali professionali parlanti inglese.
La lungimiranza e la visione di futuro dei Re bhutanesi, ha anteposto, ancora una volta, al business la salvaguardia (e la felicità) del Paese: la tassa di 250 dollari è infatti un ottimo filtro per selezionare il viaggiatore motivato a conoscere il paese nel rispetto delle culture locali, che non viaggia per “mettere bandierine” ma che vuole scoprire in punta di piedi, anche perché, ammettiamolo: il turismo è il peggior prodotto d’esportazione dell’Occidente.
È innegabile che i modelli imitativi che portiamo nel mondo, noi “civilizzati del mondo ricco”, non sempre sono modelli ideali cui fare riferimento e la contaminazione di usanze e costumi è il primo passo verso la disintegrazione delle culture.
Di conseguenza i Re del Bhutan hanno da sempre cercato di osteggiare il turismo fai da te o non organizzato (si viaggia in Bhutan solo attraverso i tour operator), per far sì che le meravigliose valli bhutanesi ai piedi dell’Himalaya non diventassero come Kathmandu negli Anni 70.

Operazione riuscita: viaggiando in Bhutan avrete il grande privilegio di attraversare un Paese e una cultura ancora autentica, nonostante gli eccessi della globalizzazione mondiale. Lunga vita quindi alla tassa governativa bhutanese!
Per viaggiare in Bhutan è necessario affidarsi a un tour operator accreditato presso il Governo bhutanese, che si occuperà di tutte le pratiche per ottenere permessi, visti, voli aerei e servizi.
A partire dalle soluzioni standard, garantite dai famosi 250 dollari al giorno, è possibile aggiungere servizi di categoria superiore come, ad esempio, i pernottamenti negli splendidi Boutique Hotel o presso alberghi Super Deluxe di cui il Paese è ricco.
Si tratta, anche in questo caso, di strutture di alto livello ma costruite nel rispetto dell’architettura e degli stili locali, inserite perfettamente nel contesto paesaggistico, e che rispettano tutte le norme di salvaguardia dell’ambiente e della cultura bhutanese. Piccoli gioielli dell’ospitalità!
Infoutili
Informazioni: Department of Tourism, P.O. Box 126 Thimphu, www.tourism.gov.bt.
Come arrivare: Non ci sono collegamenti diretti dall’Italia. Tutte le principali compagnie aeree (Qatar Airways, Emirates, Turkish Airlines, Thai Airways, Air India, Lufthansa, Air France, Klm), volano dall’Europa su Kathmandu, Delhi o Kolkata. Il Bhutan ha una sua linea aerea, la Druk Air, che collega Kathmandu, Delhi e Kolkata alla capitale Thimphu. L’aeroporto dista 53 km dalla città (1 ora e 30 minuti circa).
Quando andare: Clima temperato e secco con inverni freddi ed estati ventilate. Da evitare la stagione dei monsoni da giugno ad agosto. Il periodo migliore per visitare il Bhutan va da aprile a giugno e da settembre a novembre.
Abbigliamento: Primavera e autunno: leggero con strati da sovrapporre; di sera e in montagna le sere e le notti sono fredde, durante il giorno le temperature sono piacevoli attorno ai 20 gradi. In inverno si arriva a minime di –6° con massime di 10-15°.
Documenti: Passaporto valido almeno 6 mesi dalla data di partenza. Non essendo permesso visitare liberamente il Bhutan, le procedure per l’ottenimento del visto vengono gestite dai tour operator.
Viaggio organizzato: Un viaggio unico, nell’autenticità e nella tradizione, a contatto con la montagna e con la spiritualità buddista, che potrete scoprire con i prossimi viaggi di Maldindia Travel Designer (specializzato nel Subcontinente indiano) in partenza ad ottobre 2022, per partecipare ai famosi festival durante i quali i monaci, con maschere e costumi, al suono di cembali e tamburi, celebrano le divinità del pantheon buddista. Partenza di gruppo per il Festival di Thimpu, 9 giorni, dal 5 al 13 ottobre 2022. Info: experience@maldindia.it
Valuta: La moneta locale è il Ngultrum, ma in pratica si usa la rupia indiana.
Fuso orario: 5 ore in più rispetto all’Italia
Lingua e religione: La lingua ufficiale è lo dzongkha, negli alberghi e nei negozi si parla inglese
Elettricità: 220volts AC 50 Hz
Testo di Pierpaolo Di Nardo | Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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