La vacanza attiva alle Dolomiti Paganella si unisce al “dolce far niente” ed all’enogastronomia con tanti prodotti tipici e vini di qualità. Riflettori puntati su bollicine, rosé e sui nuovi utilizzi del nettare di Bacco in cucina
Dolomiti Paganella è un territorio dalla bellezza autentica, schietta e genuina. E’ un luogo che nel suo piccolo, racchiude la sorprendente natura del Trentino ed è capace di offrire indimenticabili esperienze in ogni momento dell’anno.
Si specchia nelle acque cristalline dei laghi di Molveno e Nembia e spazia dalle Dolomiti di Brenta alla Paganella, la signora delle Dolomiti, bella e risoluta, cantata da poeti, musicisti e scrittori, che l’hanno scelta per il suo fascino.
Enrosadira: le Dolomiti grazie ai raggi del sole assumono un colore rossastro che passa gradatamente al viola
Le Dolomiti e l’enrosadira
Le Dolomiti sono famose per le loro rocce calcaree particolarmente chiare che virano dal bianco al grigio a seconda dei giochi di luce e delle ore del giorno. Per tale motivo sono conosciute anche come i “Monti pallidi“. Il dipinto più bello, però, è quello che si crea all’alba ed anche al tramonto, quando il sole si improvvisa pittore e con i suoi raggi accarezza i picchi tingendoli di rosa e poi di rosso con sfumature via via sempre più tendenti al viola. Il fenomeno naturale è chiamato “enrosadira” e mette in scena uno dei suoi spettacoli più belli proprio sulle Dolomiti del Brenta.
Dolomiti Paganella: una terra genuina
Comprende sei comuni – Andalo, Cavedago, Fai della Paganella, Molveno, Spormaggiore e San Lorenzo Dorsino – e regala uno dei Borghi più Belli d’Italia (San Lorenzo in Banale, nato dalla fusione di sette antichi feudi, che si trova ai piedi della Val d’Ambiez), il Parco del Respiro, l’area faunistica, casa dei grandi carnivori delle Alpi e i caratteristici vigneti e meleti della Piana Rotaliana una delle aree vinicole più rinomate del Trentino e “patria” del Teroldego Rotaliano, vino principe di questa terra, prodotto in un’area limitata riconducibile al “Campo Rotaliano” disteso tra i paesi di Mezzolombardo, Mezzocorona, Grumo San Michele all’Adige e Roveré della Luna.
Parco del Respiro a Fai della Paganella, è un fitto bosco di faggi, abeti rossi e pini. Ph.-T.Pini
Raggiungibile in una ventina di minuti dall’autostrada del Brennero, conserva la genuinità della vita di montagna, dove i prati verdi si alternano ai boschi e ai laghi e dove l’innovazione incontra tradizioni antichissime che si tramandano di generazione in generazione.
A tutto questo si devono aggiungere 400 chilometri di percorsi bike, innumerevoli sentieri per gli appassionati di trekking, alcune decine di parchi gioco, fattorie didattiche e sentieri tematici tra ampi prati e boschi, 50 chilometri di piste da sci, ampie e soleggiate,1500 specie arboree, 125 strutture ricettive, 22 rifugi, oltre 40 cantine ed aziende agricole e ben 8.000 camosci che vivono nel Parco Naturale Adamello Brenta.
Dolomiti Paganella: Enogastronomia d’autore. Ph. Iuri Niccolai
Dolomiti Paganella: enogastronomia d’autore
Questa è una terra ricca di sapori e profumi, collegati alla natura ed alle tradizioni. Tante e diverse sono le anime gastronomiche di un territorio che spazia fra lago e montagna.
Alcune specialità presentano molte vicinanze con piatti in particolare veneti ed austriaci. Il tutto annaffiato con un buon bicchiere di vino trentino: dal Teroldego Rotaliano, il rosso da sempre protagonista dell’enologia trentina, allo spumante metodo classico Trento Doc e molti bianchi di primo livello, tra cui l’autoctona Nosiola.
Trento Doc: le bollicine di montagna sempre più protagoniste
Anche il mondo del vino è in continua evoluzione: nuove proposte, nuove tecniche produttive, nuovi abbinamenti e nuovi utilizzi anche in cucina. A cominciare dal Trento Doc un vino sempre più apprezzato dai palati più raffinati e dal grande pubblico per la sua capacità di scaldare il cuore.
Un vino, primo metodo classico a ottenere la Doc in Italia nel 1993 e tra i primi al mondo, degno ambasciatore della terra dove viene prodotto, il Trentino, di cui racchiude il clima, l’essenza e le altitudini.
Ottenuto da uve coltivate fino a un’altitudine massima di 900 metri sul livello del mare è uno spumante straordinario oggi prodotto da 64 cantine in un’area che si estende dalla Valle dell’Adige alla Val di Cembra, passando per la Vallagarina, la Valle del Sarca, la Valsugana e le Valli Giudicarie.
I rosati: via libera nel rispetto alla tradizione
Continua la crescita, lenta ma continua, dei “rosè”, le cui vendite a livello globale sono passate dal 3,8% del 2019 al 4,4% del 2021 (Fonte: WineOpinions.com).
Dopo aver conquistato gli Stati Uniti, il vino rosato si sta diffondendo capillarmente anche in Italia, Trentino compreso, dove attinge alla tradizione, in particolare dai classici Teroldego e Lagrein, per i quali si sta già assistendo a un incremento delle produzioni.
Il ritorno dei rossi, in particolare Teroldego Rotaliano, Pinot Nero e Lagrein, ma più delicati
Il ritorno dei rossi, ma più delicati
Autunno e inverno sono da sempre stagioni che prediligono i vini rossi, come il Teroldego, il Pinot Nero e il Lagrein, complici anche i piatti della cucina, più saporiti e sostanziosi durante i mesi più freddi. Rispetto al passato, però, si osservano trend diversi: per le uve rosse si va oggi alla ricerca di tannini più delicati e di sensazioni di frutto più marcate, corredate da un contenuto alcolico moderato.
La vinificazione verso un approccio sempre più green
La sostenibilità è essenziale lungo tutta la filiera e in Trentino moltissimi agricoltori si stanno avviando verso una produzione sempre più green e rispettosa dell’ambiente, proponendo vini realizzati a partire da uve biologiche. A influire sulla vinificazione anche i cambiamenti climatici, che hanno portato molti produttori a spostare le proprie vigne: è il caso delle uve bianche, per le quali l’attuale situazione ha portato la coltivazione verso i 500 – 700 metri.
Vino e cucina: tante nuove creazioni, dai gelati, alle salse e, soprattutto, gelée e gelatine di accompagnamento
Vino e cucina: le nuove creazioni
La cucina, soprattutto quella d’autore o gourmet, continua a fare passi da gigante in termini di estrazioni di sapori e cambi di forma, struttura e consistenza dei diversi alimenti. Il vino, così come il mosto, non fa eccezione e viene oggi trasformato in semifreddi, gelati, salse e, soprattutto, gelée e gelatine di accompagnamento, che si pongono ora come un vero e proprio trend per le prossime stagioni.
Nuove tendenze emergono anche degli abbinamenti in particolare quelli che coinvolgono i cocktail a base di vino e a quelli con i cibi primari, come i formaggi di malga, il pesce locale e le carni del territorio, tutti prodotti che permettono accostamenti più riusciti e complessi il cui risultato è sicuramente più soddisfacente e di valore.
Testo di Tiziano Argazzi. Riproduzione riservata ©Latitudeslife.com