I tesori della piccola Polonia

Incastonata nel sud del Paese, al confine con la Slovacchia, la Malopolska è uno scrigno di meraviglie. Arte, natura incontaminata, folklore e gastronomia: ecco i suoi gioielli più preziosi.

Testo Sonja Vietto Ramus Foto S. Vietto Ramus e Massimo Valentini

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Polonia, Cracovia @Shutterstock

Bella da togliere il fiato. La Malopolska (il nome significa “piccola Polonia”) custodisce un tesoro sorprendente. Estesa fra i monti Tatra e la valle della Vistola, questa storica regione polacca è la più ricca del Paese: per i siti Patrimonio Unesco, i paesaggi naturali che alternano montagne maestose a dolci colline, le denominazioni Igp e Dop di prodotti tipici.

Castelli, chiese, parchi e riserve ne fanno una terra dove gustare cibo genuino e perdersi fra le viuzze di villaggi rurali dove il tempo sembra essersi fermato.

Il drago di Cracovia

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Piazza Grande a Cracovia @Sonja Vietto Ramus

È Anna Urbaniak-Kacprzak, laurea in filologia polacca all’università di Lublin e italiano perfetto, a raccontarci dell’antica capitale della Polonia, città fondata, si narra, dal principe Krak che, grazie all’astuzia del calzolaio Skuba, sconfisse il drago malvagio che dimorava sulle alture di Wawel riempiendo di zolfo la pelle di una pecora.

Come andò a finire? Che, dopo averla divorata, il drago corse al fiume Wisla per dissetarsi, bevendo così tanta acqua da scoppiare.

Su quella collina sorge il castello reale, residenza di sovrani polacchi per cinque secoli, ancora oggi sa di Rinascimento italiano grazie ai servigi di grandi artisti del tempo arrivati a corte come dote di Bona Sforza per le nozze con il re Sigismondo Jagellone. Gli interni sono un tripudio di soffitti lignei, arredi preziosi, collezioni di armi e arazzi.

Anche la vicina cattedrale di San Venceslao e San Stanislao Vescovo, gotica all’esterno e barocca dentro, è uno scrigno di tesori con splendidi tessuti decorati e 18 cappelle funerarie fra cui quella di San Sigismondo I il Vecchio, considerata il più alto esempio di arte rinascimentale italiana in Polonia.

Da Wawel, una piacevole passeggiata a piedi porta sino in Piazza Grande, Rynek Główny: quadrangolare, con i lati di circa 200 metri, è fra le più grandi piazze medievali d’Europa.

Qui sorge l’edificio più antico della città, la Torre del Municipio con 110 gradini da salire per raggiungerne la cima. Anche il Sukiennice, il Mercato coperto dei Tessuti, ricostruito in mattoni (in origine era in legno), è opera di architetti italiani.

Il trombettiere di Santa Maria

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La Sinagoga di Cracovia @Sonja Vietto Ramus

All’angolo nordorientale di Rynek Główny, la chiesa gotica di Santa Maria, XIV secolo, è affiancata da due torri. La più alta (82 metri), culmina con una cuspide ornata da una freccia a ricordo del 1241 quando una sentinella venne trafitta alla gola da un dardo mentre avvisava la sua gente dell’imminente attacco dei Tartari.

Oggi un trombettiere-vigile del fuoco scandisce ogni ora della giornata con squilli melodici in omaggio a quell’episodio.

Distrutta dall’invasione, a difesa di Cracovia venne innalzata una poderosa fortificazione di cui rimangono solo alcuni tratti di mura turrite e la Porta Florianska.

A pochi passi da quest’ultima, la pinacoteca del Museo dei Principi Czartoryski custodisce, accanto a dipinti di artisti fiamminghi, olandesi e italiani, uno dei capolavori di Leonardo da Vinci: la “Dama con l’ermellino“.

Il Collegium Maius, l’edificio più antico dell’Università Jagellonica, accoglie nelle sue sale il Globo d’oro, primo documento cartografico in cui compare l’America.

La Cracovia di oggi è anche un viaggio nella memoria più dolorosa, quella delle persecuzioni. Nonostante il quartiere ebraico di Kazimierz sia un susseguirsi di gallerie d’arte, negozi vintage e locali dall’aria bohémienne, il pensiero torna al passato. Per comprenderlo appieno si può visitare la sinagoga (con cimitero) del rabbino Remuh.

Natura cittadina

Green Cracovia lo è decisamente. Oltre ai giardini “tasca” creati appositamente per togliere spazio all’urbanizzazione, la città ha un polmone verde: il Parco Planty. Ben 4 chilometri di aiuole e piante secolari che abbracciano lo Stare Miaste, la Città Vecchia.

Di verde ce n’è ovunque. In periferia lungo la riva destra della Vistola, a Podgórze, ghetto ebraico all’epoca nazista, si può salire sul tumulo di Krak: dall’alto dei suoi 16 metri si ha una vista unica sulla città e sulla cava di marmo di Liban, prima campo di lavoro punitivo per polacchi e poi set di Spielberg per Schindler’s List.

Nel quartiere Płaszów, il lago cittadino Bagry (ex cava di ghiaia), è un’oasi di balneazione con spiaggia di sabbia, impianti sportivi e food trucks.

Capolavori di sale

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Il percorso espositivo tra le miniere di sale @Sonja Vietto Ramus

Da Cracovia un “on the road” di 17 chilometri, in direzione sud-est, accompagna alla miniera di sale di Wieliczka, dal 1978 patrimonio Unesco. Sfruttata dal Medioevo, fu la più ricca di tutto l’Impero austro-ungarico sino a quando l’estrazione cominciò a decrescere perché poco conveniente, sino a fermarsi completamente nel 1996.

“Il primo percorso turistico risale al 1790: a quell’epoca solo i minatori potevano accompagnare i visitatori – spiega Adrian Sikora, studente all’università di Cracovia e da 5 anni guida turistica – Da una cinquantina di anni siamo noi guide a raccontare alla gente la storia di questo luogo incredibile che vanta anche record da Guinness dei Primati come quando, nel 2000, un pallone aerostatico riuscì a galleggiare a 2 metri dal pavimento della grotta Stanislaw Staszic, 125 metri sotto terra”.

Dei 300 km di gallerie scavate dai minatori solo l’1% è accessibile al pubblico che può visitarle scegliendo fra il percorso turistico (circa 2 km), religioso (una ventina di cappelle) o in barca (su canali navigabili). C’è persino il tour per imparare a scavare con l’attrezzatura di un tempo.

“Il primo turista delle miniere è stato Niccolò Copernico, poi ci furono sovrani, scrittori e musicisti come Goethe e Chopin”, conclude Adrian.

Gallerie, cunicoli, scale, stanze e 16 laghi caratterizzano la miniera, oltre a un’infinità di opere d’arte, sculture di santi e monarchi nazionali, arredi e bassorilievi: tutto scolpito nel salgemma con una maestria che lascia senza parole (come nella cappella di Santa Kinga, patrona dei minatori).

Fra castelli e chiese

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Zakopane @Archiwum Malopolskiej Organizacji Turystycznej

Da Wieliczka una trentina di km verso est portano al castello barocco-rinascimentale di Nowy Wisnicz immerso fra i boschi del Voivodato della Piccola Polonia, gli stessi che circondano Lipnica Murowana, la cui chiesa gotica, dedicata a San Leonardo, è ancora Patrimonio Unesco.

Protetta da alberi secolari, questo edificio in legno, privo di campanile, ha pareti e soffitto ricoperti da policromie ornamentali e figurative.

Ancora 120 km di strada verso sud, lungo stradine tortuose, e si arriva a Zakopane, alle pendici dei monti Tatra. Località sciistica e per attività outdoor, è conosciuta per gli chalet in legno sulla ulica Kościeliska e il frizzante e vivace centro pedonale.

Trekking nella Riserva Biosfera Unesco

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Trekking sui monti Tatra @Sonja Vietto Ramus

A Zakopane ha sede il Parco Nazionale dei Tatra i cui monti segnano il confine naturale fra Polonia e Slovacchia. Da Kuźnice l’impianto di risalita porta sino a Kasprowy Wierch, a 1.987 metri slm.

La salita in funivia dura una ventina di minuti (con cambio a Myslenickie Turnie, a 1.325 mt.). Raggiunta la cima di Kasprowy, su cui svetta l’osservatorio astronomico, ha inizio una fantastica escursioni.

Si cammina verso la cresta del Beskid (2.012 mt.), oltrepassando il passo Liliowe fino a quello di Świnicka (2.051 mt.), quindi giù per il lago Kurtkowiec, i 2 laghi rossi e un altro passo, il Karb, a 1.853 metri.

Il paesaggio che accompagna è incredibile: granito, rocce calcaree, cime ripide, grotte e torrenti di montagna. Dai 1.800 metri di altitudine il panorama è un susseguirsi di praterie d’alta montagna mentre oltre i 2.300 svetta una fascia di picchi rocciosi.

Sul sentiero, con tratti impegnativi, si procede sino al lago Nero di Gąsienicowa per raggiungere poi il rifugio di montagna Murowaniec e rientrare a Kuźnice.

Un itinerario di quasi 12 km, percorribile in 5-6 ore, con un dislivello di 487 mt. in salita e 1.405 in discesa. Con il bel tempo, ma solo in estate, questo trekking è accessibile alla maggior parte degli escursionisti purché preparati e ben attrezzati.

“La mattina è meglio salire presto al Kasprowy Wierch per evitare lunghe fila e la nebbia che, spesso all’improvviso, compare sulla cima” spiega Marcin Kowalczyk, da oltre 20 anni guida alpina di questo paradiso naturale.

Dalle terme ai… formaggi

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Polonia, la produzione del formaggio oscypek @Sonja Vietto Ramus

Di ritorno dalla camminata sui Tatra, alle terme Chochołowskie, nel villaggio di Chochołow, ci si può ritemprare fra idromassaggi e sauna prima di cenare al ristorante self-service. Dresscode richiesto? Ovviamente il costume da bagno.

L’ultimo saluto alla Malopolska è a Kościelisko, 5 km a ovest di Zakopane, dove i pastori di montagna producono l’oscypek, il formaggio più antico della Polonia, un Dop di latte di pecora a pasta semidura, preparato in grandi calderoni di rame e poi affumicato. Una delizia per il palato.

Infoutili

Informazioni: Per informazioni si consiglia di consultare i siti Polonia Travel e Visitmalopolska.

Come arrivare: Cracovia è servita dall’aeroporto Cracovia Balice-Giovanni Paolo II, situato a 13 km dal centro, e dall’aeroporto Katowice che dista circa 80 km dalla città polacca.

Dai principali aeroporti italiani ci sono voli diretti con le compagnie low cost Wizzair e Ryanair. Chi preferisce viaggiare su strada può raggiungere Cracovia in autobus (partenze dalle stazioni di Roma, Napoli, Milano, Bologna e Venezia Mestre) e in auto: lasciata l’Italia da Udine-Tarvisio si attraversano Austria e Repubblica Ceca (direzione Brno e deviazione per Ostrava) per poi entrare in territorio polacco. Da Katowice si raggiunge Cracovia in 1 ora.

Quando andare: Tutto l’anno, sia per attività culturali che sportive.

Dove dormire: Golden Tulip Krakow City Center Hotel (Lobzowska Street 8), un elegante 4* nel cuore di Cracovia, a due passi dal Parco Planty e dal centro cittadino. Cucina tradizionale e internazionale, colazione a buffet nel luminoso patio vetrato.

A Zakopane, Nosalowy Dwor Resort & SPA (Droga Oswalda Balzera 21d), in stile rustico-chic, con sistemazioni eleganti, 3 ristoranti, piscina coperta e centro wellness.

Dove mangiare: Klimaty Poludnia, wine bar e ristorante di Cracovia (ulica Gertrudy 5), un accogliente locale con dehors e pergolato di viti dove gustare specialità polacche rivisitate in chiave moderna (ottime la zuppa di porro e l’anatra con mele, salsa di vino e purè di patate dolci). All’interno del locale una bella collezione di cavatappi e una fornita selezione di vini.

In Rynek Główny 46, sempre a Cracovia, The Piano Rouge, esclusivo ristorante dall’atmosfera fin-de-siècle ospitato in un vecchio edificio, con le pareti in pietra, di metà XIII secolo. Fra le proposte in menù: gulash e zuppa di segale con salsiccia e uova servita in una ciotola di pane. Il tutto allietato dalle note di melodie jazz.

Alle pendici dei Carpazi, a Rajbrot (Iwkowa 586), Bacówka “Biały Jeleń” dove pierogi (simili ai ravioli) ripieni di patate e ricotta, funghi o carne sono protagonisti indiscussi della cucina casalinga.

A Zakopane, Karczma Przy Młynie (ulica Bulwary Slowackiego 23), locale con architettura e arredi in stile montanaro e elegante al tempo stesso. Alcuni piatti della cucina tradizionale sono preparati su una stufa in cui arde legna di faggio che aggiunge un aroma unico. Da provare le frittelle di patate con funghi di bosco e il filetto di pollo al forno con formaggio.

Testo Sonja Vietto Ramus foto S. Vietto Ramus e Massimo Valentini

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