In queste terre scolpite dal faticoso lavoro dell’uomo vive una civiltà del vino di antica tradizione. Se il Prosecco è ormai uno dei vini di maggior successo in tutto il mondo, qui si produce il meglio, certificato dalla DOCG. Ma soprattutto si offre all’ospite un’accoglienza genuina, paesaggi dolci, piccoli borghi sulle strade orlate dalle viti tra Valdobbiadene e Conegliano. Per un viaggio di piacere e conoscenza, degustando, assaporando, scoprendo storia e arte.
È disegnata da colli che raggiungono in alcuni casi pendenze del 70% e formano piccole valli la terra in cui regna il grande Prosecco, a 50 chilometri da Venezia e un centinaio dalle Dolomiti. Terra spesso difficile da coltivare, ci sono voluti secoli di impegno e fatica per arrivare al giardino di Bacco che oggi vediamo. E ancora sui pendii più scoscesi, le Rive, tutto deve essere fatto a mano. Un lavoro “eroico”, dalla potatura fino alla vendemmia.

L’Unesco ha voluto premiare un paesaggio, definito a mosaico, in cui dominano nella tradizione tecniche agricole sagge e rispettose, con i terrazzamenti mantenuti a prato tra gli stretti filari delle vigne e tratti di bosco, allo stesso tempo regolatori di microclima e preziosi elementi di biodiversità.
L’area ufficialmente riconosciuta Patrimonio dell’Umanità Unesco, ovvero “Le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene”, comprende la fascia collinare che da Valdobbiadene si estende verso est fino al Comune di Vittorio Veneto. Di fatto copre una discreta fetta del paesaggio viticolo dove si produce il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG. Insomma quello che sta ai vertici della impressionante produzione conosciuta e diffusa ormai a ogni latitudine.

Un piccolo universo di altissima qualità, garantita dal Consorzio di Tutela, e dall’autentica passione di viticoltori e vinificatori, palpabile appena entrati in una delle cantine che punteggiano il territorio.
Muoversi lenti nelle terre del miglior Prosecco
Andarci a piedi. In fondo, si sa, non c’è modo migliore per fare esperienza di luoghi e atmosfere. E allora il Cammino delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene assembla allo scopo cinquanta chilometri da percorrere, tra Vidor e Vittorio Veneto.
Un viaggio di quattro giorni scoprendo colline, abbazie, roccaforti medievali e vigneti. Paesaggio, natura, tradizioni e il ricordo di episodi cruciali della nostra storia, laddove le truppe italiane durante la Grande Guerra si dispiegarono verso l’ultima decisiva battaglia del Piave. Sul tragitto cantine, osterie, bed and breakfast, hotel a formare una rete di punti d’accoglienza in grado di ristorare anche il più prostrato dei camminanti.

Ma naturalmente le modalità per visitare i colli Unesco di Valdobbiadene Conegliano sono molteplici, anche se le più interessanti, oltre alla classica auto, sono certamente la bici e l’intramontabile Vespa. Un’organizzazione efficiente garantisce noleggi e supporto per questi mezzi, con un occhio di riguardo alle biciclette a pedalata assistita, indispensabili per i meno atletici. Perché in quanto a salite qui non si scherza e, com’è noto, per guadagnarsi bellezza a volte un poco bisogna faticare.
A Conegliano, nobile città del vino
Entriamo nel vivo e snoccioliamo almeno alcune delle tante attrazioni della zona, da mettere in carnet preparando il viaggio. Partiamo da Conegliano, centro principale dell’area vinicola DOCG e fra i più importanti della Marca Trevigiana.

La parte storica è particolarmente gradevole. I portici sovrastati da antichi palazzi le conferiscono un’aurea nobiliare che echeggia fasti veneziani, pur nelle successive modificazioni architettoniche. Lungo la via XX Settembre s’incontra il Duomo, di fatto occultato dall’attiguo edificio trecentesco della Scuola dei Battuti.
Il complesso merita una visita per ammirare, all’interno del Duomo, la Madonna in trono col Bambino tra Angeli e Santi del pittore Cima da Conegliano (1459-1518), considerato uno dei maestri del Rinascimento.

Dal cortile, tramite una ripida scala in pietra si accede alla splendida Sala dei Battuti, in cui si riuniva la potente confraternita. Una serie di affreschi ornano le pareti, raffigurando scene dei vangeli con grande suggestione, ad opera del Pozzoserrato, anche autore dell’affrescatura esterna, e Francesco da Milano.
La scuola di viticoltura più antica d’Italia
In città da visitare la Casa di Cima e il Cimitero ebraico. Mentre una piacevole sgambata dal centro conduce alla Spianata di Castelvecchio, con il maniero posto al culmine del colle di Giano, presidio strategico e ottimo punto panoramico su tutto il territorio, dalle Prealpi al mare.
Dal medioevo fino al 700, Conegliano sviluppa la sua vocazione per la coltivazione della vite e dell’ulivo, ma è nell’800 che diventa una delle capitali italiane del vino, con l’introduzione prima delle tecniche agricole francesi, in epoca napoleonica, e poi con la fondazione, nel 1876, della Regia Scuola di Viticoltura.

Insieme alla Bottega del Vino del 1927, realizzata su progetto dell’ingegnere Bernardo Carpené, e al Museo Manzoni, si tratta di luoghi dove anche i meno appassionati possono comprendere quanto impegno e ricerca ci siano voluti per raggiungere questi grandi risultati in campo enologico. Per i Wine lovers, invece, un doveroso pellegrinaggio.
Le vigne, l’arte e il piccolo mulino incantato
Per nulla sazi d’arte, attirati da quella che molti critici definiscono come una delle opere più riuscite del Cima, eccoci a San Fior. Nella cattedrale neogotica è custodito il polittico di San Giovanni Battista, grande pala d’altare suddivisa in otto scomparti.
La strada ci chiama per raggiungere Refrontolo e cercare una piccola testimonianza dell’antico mondo contadino e dei suoi mestieri. Nella valle del Lierza si trova il suggestivo Molinetto della Croda, un vero mulino ad acqua la cui fondazione risale al XVII secolo. Oggi ospita mostre ed eventi, ma la ruota ancora funziona e ci riporta in epoche lontane, quando la farina e il pane per molti erano quasi un lusso. Nel comune si produce un prezioso passito Valdobbiadene DOCG.
L’affresco monitore sulla strada del vino
Rimandiamo l’assaggio a malincuore ma dobbiamo essere sobri per arrivare alla Pieve di San Pietro di Feletto. Risale al 1100 e si trova in posizione panoramica con la facciata rivolta a ovest, su cui campeggiano affreschi di gusto popolare tra i quali, raro e molto interessante, un Cristo della domenica.

Mostrando attrezzi da lavoro e altre figure esplicite, serviva a ricordare ai fedeli tutto ciò che era vietato fare nel giorno dedicato alla preghiera per non recare sofferenza al Signore. Lavorare, ovviamente, ma anche eccedere con cibo, vino e… accoppiarsi! Altri interessanti affreschi di vario stile si trovano all’interno.
A questo punto se ci interessa approfondire le tradizioni contadine che connotano la Marca, con una deviazione si può visitare il Museo dell’uomo di Susegana, che custodisce una stimolante raccolta etnografica. La direttrice principale da seguire è senz’altro la strada panoramica, per diversi tratti coincidente con la Strada Storica del Conegliano Valdobbiadene, la prima istituita in Italia, nel 1966.

Passando da Pieve di Soligo il pensiero corre al grande poeta Andrea Zanzotto, cantore delle colline trevigiane, che nel paese trascorse gran parte della vita. Incoronato da floridi vigneti troviamo Farra di Soligo. Qui un’istituzione: oltre a produrre ottimo Prosecco vi si coltivano fragole e asparagi, celebrati con affollate feste primaverili.
Valdobbiadene, regno del Cartizze

Sempre accompagnati dalle pennellate delle vigne, a tratti simili a onde di un mare verde, si raggiunge Valdobbiadene. Cittadina di antiche origini, ricca di interessanti architetture religiose e ville venete. Da non perdere la chiesa parrocchiale di Guia, attribuita al Canova e la chiesa quattrocentesca di San Gregorio. Villa Piva, detta anche Villa dei Cedri, è un ottocentesco edificio liberty al centro di un parco pubblico.
L’ex opificio attiguo è stato recentemente ristrutturato e ospita importanti eventi. Attualmente e fino all’8 ottobre 2022, è in cartellone la mostra “A disegnar le vigne” del fotografo Lorenzo Cicconi Massi, con immagini efficaci e poetiche del paesaggio e della gente di queste colline.

A un tiro di schioppo s’incontra la zona cru del Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG: l’area del Cartizze. Un fazzoletto di solo 108 ettari di vigneto, che dà il nome al celebre spumante. Viene prodotto tra le colline più ripide di Santo Stefano, Saccol e San Pietro di Barbozza, dove ha sede anche la Confraternita del Prosecco. C’è aria di dolomiti e ci muoviamo verso est per chiudere il cerchio.
La cittadella fortificata
Follina venne fondata dai monaci. L’edificio religioso più importante è l’abbazia di Santa Maria, edificata dai benedettini e passata poi ai cistercensi e ai camaldolesi. Ragguardevole il chiostro, dal disegno particolarmente elegante.
Ancora una breve deviazione per Cison di Valmarino, ai piedi delle Prealpi trevigiane. Fa parte dei Borghi più belli d’Italia ed è bandiera Arancione TCI; se ne capisce subito il motivo guardando la splendida cittadella fortificata di Castelbrando, adagiata su uno sperone di roccia.
L’antica storia della cittadella si può conoscere durante la visita guidata attraverso due percorsi. In paese nel centro storico si trovano la Parrocchiale tardobarocca, il teatro La Loggia, il particolare Museo della radio d’epoca e il palazzo municipale. Suggestiva la passeggiata fra boschi e vigne lungo la Via dell’Acqua che sale la collina costeggiando il torrente Rujo.
I produttori del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, tradizione e passione
Se fra queste contrade della Marca Trevigiana possiamo godere tuttora di un paesaggio straordinario e di una produzione vinicola d’eccellenza molto si deve al Consorzio di Tutela Del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg. L’idea di un consorzio di tutela nacque già nel 1962, grazie all’iniziativa di 11 produttori. Oggi raggruppa ben 182 tra viticoltori, vinificatori, imbottigliatori del territorio.

Il Consorzio opera costantemente per migliorare la tecnica in vigneto e in cantina, fornendo servizi di assistenza e formazione. Inoltre segue tutte le fasi di produzione dall’impianto alla potatura, fino alla scelta dell’epoca di vendemmia e al controllo delle pratiche di vinificazione. Un progresso continuo nella qualità del vino e nella tutela dell’ambiente, che si traduce ad esempio nell’eliminazione di fitofarmaci rischiosi come il glifosato.

Per questo quando si entra in una delle tante cantine consorziate si percepisce sempre l’entusiasmo per un prodotto che viene dal cuore e – diciamolo – spesso colpisce al cuore chi lo degusta. Qualcuna l’abbiamo visitata, proprio nel clou della vendemmia. Trovando un patrimonio di conoscenze e sentimenti che si trasmette di padre in figlio.
Giovani folgorati dalla magia del vino
È un vero piacere incontrare tre sorelle, le tre ragazze dinamiche ed entusiaste che proseguono l’opera iniziata dal bisnonno oltre due secoli fa. L’azienda Nani Rizzi di Valdobbiadene porta tuttora il suo nome, o meglio, soprannome (Nani, da Giovanni). Affiancando il padre Denis Spagnol producono in particolare Prosecco DOCG mietendo riconoscimenti in patria e all’estero.

Nella modernissima cantina, un terrazzo dal design raffinato sospeso sui vigneti, i visitatori possono assaggiare i vini della casa in totale relax, accuditi spesso da Elena, tanto graziosa quanto competente. Nella produzione, tutta di qualità elevata, spiccano il Cartizze e, per originalità, l’extra dry Ergi, con una curiosa storia alle spalle, e il bianco definito “tranquillo” dedicato alla mitica nonna Ida.
Info Nani Rizzi – http://www.nanirizzi.it/
La ventata di gioventù ci avvolge come i grappoli dorati attorno a questa azienda vitivinicola a conduzione famigliare sulle colline di Refrontolo. Si definisce contadino e deve al nonno l’attrazione fatale per la vigna e il vino.

Andrea Dotta vive in simbiosi con questi filari e nonostante la giovane età ha le idee chiare. Inserita nell’ambito dei vignaioli indipendenti, l’Azienda Agricola Dotta produce ovviamente Prosecco DOCG cercando di esprimere la forza e la spontaneità della natura. Ottimi calici, tra cui un particolare Rosato Extra Brut Incrocio Manzoni.
Info Azienda Agricola Dotta – http://www.cantinadotta.it/
Nella casetta fra le vigne e i rossi che sorprendono
A Colbertaldo di Vidor la cantina Adami è attiva dal 1933. Oggi Adriano Adami continua l’opera del padre e fondatore, Abele, coadiuvato dai figli Armando e Franco. Parlando con il vulcanico Adriano è impossibile non percepire l’emozione nel descrivere il suo lavoro e la sua terra.

Per questo i vini esprimono una personalità decisa, soprattutto se assaggiati nella piccola e accogliente casa rurale incastonata fra i vigneti in località Soropiana. Proprio da queste uve nasce uno dei vini di punta dell’azienda, il Vigneto Giardino Valdobbiadene DOCG. Insieme al Cartizze, un sorso che non si dimentica.
Info Cantina Adami – https://www.adamispumanti.it/
Le pendenze si fanno più dolci attorno a Conegliano Veneto. In località Ogliano l’azienda Borgo Antico è un punto di riferimento non solo per il Prosecco, ma anche per i rossi, che qui si producono mirando ad una qualità elevata e accettando volentieri nuove sfide, come per il complesso Pinot Noir.

Del resto l’innamoramento di Leonardo Marchesin per il mondo complicato e affascinante dell’enologia lo deve al padre, che fin da bambino seguiva nelle fasi di vinificazione delle uve rosse, di cui era un estimatore. Oggi l’impegno è produrre con la stessa passione e in modo sostenibile (garantita dalla certificazione SQNPI). Dunque rossi di stoffa e alcuni bianchi, tra cui Prosecco Conegliano Valdobbiadene DOCG in diverse versioni e una rarità, l’autoctono bianco Verdiso, tutti da conoscere.
Info Borgo Antico – https://borgo-antico.storeden.com/
Mangiare & Dormire
Seda Ristorante – Via Manzana 4, Vittorio Veneto (TV)
Viene da una famiglia di pasticceri Alessandro Favrin, ma lui ha preferito ampliare il repertorio iniziando una carriera di chef perfezionata a Cortina. Ma il richiamo della sua terra era forte e allora ecco oggi Seda, dal dialettale di “seta”, ricavato da una tradizionale casa rurale fra i colli di Vittorio Veneto. E infatti cura e leggerezza sono cavalli di battaglia, quindi pesce dell’Adriatico, come ad esempio un delicato branzino, ma anche la montagna, con un cervo ai sapori di sottobosco. Dolci chiaramente ottimi e cantina con etichette di pregio.

Ristorante Locanda da Condo – Via Fontana 134, Col San Martino (TV)
Si respira aria di casa in questa locanda, in realtà ristorante molto conosciuto e frequentato dalla gente del posto. Diverse sale a tema e un bel pergolato esterno accolgono gli ospiti. Cucina schietta e accurata con ingredienti sempre freschi.

L’autentica cucina trevigiana esce dalle mani sapienti di Enrico Canel – coadiuvato in sala dalla moglie Beatrice De Mori – che ha deciso di continuare la tradizione di famiglia nonostante i genitori lo volessero medico. Per nostra fortuna. Fra i piatti Zuppa di radicchio e zucca, petto di faraona con salsa peverada, tortelli di patate e luganega, salame fresco all’aceto e cipolla, risi e bisi, oca arrosta col sedano. In stagione risotti con funghi, porcini e ovuli. Buoni dolci e vini schietti del territorio.

Ristorante Cafe Al Salisà – Via XX settembre 2/4, Conegliano (TV)
Situato in posizione strategica nel centro di Conegliano unisce eleganza a convivialità, proponendo piatti tipici del territorio cucinati con maestria e originalità. Interessanti anche le preparazioni a base di pesce dell’Adriatico con il mercato ittico di Chioggia a non molti chilometri.

Le carni sono scelte accuratamente tra produttori locali. Non mancano piatti un poco estrosi, accanto a tipicità come le lumache. Ricca carta dei vini, con molte proposte della DOCG Conegliano Valdobbiadene, e dolci all’altezza.
Agriturismo Althea – Via Confin 57, Vittorio Veneto (TV)
Un antico casolare contadino di metà del 1700 attentamente ristrutturato che riserva all’ospite la possibilità di sperimentare l’effetto terapeutico del paesaggio viticolo. Immerso nei filari, con un panorama grandioso, offre camere spaziose e confortevoli, gustosa cucina del territorio, e un’oasi di pace e relax. La base ideale per esplorare i colli UNESCO.
Best Western Canon d’Oro – Via XX Settembre 131, Conegliano (TV)
In una casa d’epoca ristrutturata nella centralissima via XX Settembre, questo hotel è un indirizzo sicuro per visitare la città e il territorio. Varie tipologie di camere e ottimi servizi, e un occhio di riguardo per i cicloturisti. Si tratta infatti di un bike hotel certificato, membro del Club di Prodotto “Treviso la provincia dello Sport”, un marchio che unisce le strutture alberghiere della Provincia che offrono servizi dedicati a chi pratica il ciclismo e altre attività sportive.
Info utili: Consorzio di Tutela Del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg
Info turismo: Strada del Prosecco e vini dei colli Conegliano Valdobbiadene
Testo e foto di Gianfranco Podestà |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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