
Castiglione della Pescaia, per molti anni luogo di vacanza marittima, ma non solo. Qui, in questa parte di Toscana dove le province di Grosseto e Livorno si fondono, io e Cate abbiamo trovato, per diversi anni, il piacere di unire ai bagni e al riposo anche quello di interessanti escursioni nei dintorni. Un lembo di regione anticamente etrusco, quindi romano e oggi intensamente toscano.
Castiglione, non solo villeggiatura

Impensabile vedere in una giornata l’intera Maremma. Un pezzo al giorno è al contrario possibile.
I centri vicini a Castiglione della Pescaia presentano tutti reali motivi di interesse; il segreto è molto semplice, per me e Cate. Abbiamo, è vero, alcuni appunti su ciò che ci proponiamo di visitare, ma alla fine il nostro diventa un girovagare solo in parte programmato, perché lo completiamo con piccole deviazioni o approfondimenti ogni qual volta troviamo case o monumenti o paesaggi che rimandano a precedenti visioni o se ne staccano per l’originalità; quindi, una specie di turismo aggiunto che ci piace molto.
Cominciando per esempio proprio da Castiglione, che di notevole ha il Castello, una fortificazione il cui nucleo originario risale al X secolo; una semplice torre d’avvistamento fatta costruire dai pisani, ampliata nel XV secolo dagli aragonesi fino a diventare una vera e propria fortezza; bello anche dall’esterno, il Castello, dato che dentro non si può visitare, essendo di proprietà privata.
Ma di gradevole Castiglione non ha solo il Castello; essendo località ricca di storia, possiede altre testimonianze architettoniche del passato;ad esempio il medievale Palazzo Pretorio, situato nel centro storico del paese, un tempo sede della pretura e delle carceri, poi divenuto edificio abitativo; oppure Palazzo Camaiori che nel 1767 ha ospitato il granduca Pietro Leopoldo d’Asburgo-Lorena.
Interessanti gli edifici di via Porto Canale: l’imponente Palazzo della Dogana, costruito dai Lorena nella seconda metà del XVIII secolo, per controllare le merci in entrata e in uscita dal porto e il Casello idraulico che aveva il compito di regolamentare l’afflusso delle acque alla foce del canale, utilizzato anche come deposito del sale.
Un luogo frequentato spesso da me e Cate era il mercato del pesce, con l’arrivo delle barche all’alba e le relative aste di vendita del pescato.
Canali, “paduli” ed entroterra

Il territorio che si apre all’interno di Castiglione è vario: inizialmente una vasta pianura rigata dai vari canali e da terre coltivate e da allevamento del bestiame; questa è la zona degli antichi paduli, zone umide e un tempo malsane in seguito bonificate. Sulle alture delle colline ecco l’area archeologica di Vetulonia, con il Castello di Casallia, imponente fortezza medievale che risale all’anno mille, appartenuta ai vescovi di Lucca.
Nella riserva naturale di Diaccia Botrona è invece notevole la Casa Rossa Ximenes, o fabbrica delle cataratte; il complesso aveva il compito di controllare il flusso delle acque tra la vasta area palustre dell’antico lago Prile e il mar Tirreno.
Nel borgo di Buriano visitiamo la Rocca Aldobrandesca, fortezza costruita dagli Aldobrandeschi a partire dal X secolo, passata nel 1332 ai senesi, quindi ai pisani e nel 1398 conquistata dagli Appiani del principato di Piombino; modificata nel corso degli anni, è oggi un rudere ben conservato.
Il capoluogo, Grosseto, è stato più volte visitato per diverse ragioni: perché qui avevo un amico, Roberto Ferretti, storico locale e grande studioso delle tradizioni popolari maremmane, col quale era gradevole confrontarsi; peccato sia morto prematuramente in un incidente stradale in Giordania; avrebbe potuto scrivere altre importanti opere.
Ancora: perché nei dintorni c’era una località dove si allevavano cavalli e il proprietario, che si faceva chiamare l’Armeno, sapeva tutto dei bellissimi quadrupedi; perché ancora un altro amico che si occupava di acquacoltura ed era soprannominato il cinghialotto per l’aspetto irsuto, partecipava periodicamente alle battute di caccia al cinghiale nelle zone collinari e mi invitava come giornalista “testimonial” che doveva guardare, stare zitto e restare immobile.
Grosseto, capoluogo bello e tranquillo, dall’attività giornaliera pacata e coinvolgente; un luogo in particolare, per noi, caratterizzava tale vocazione: le Mura Medicee tappezzate di arbusti colmi di capperi.
Dalla Maremma all’Etruria

Da Castiglione verso nord, costeggiando il mare; un insieme di piccoli centri ciascuno con gradevoli individualità. Il primo luogo che si incontra lasciata Castiglione è Roccamare, località con belle ville e una bella pineta frequentata da noti personaggi della politica e della cultura.
Subito dopo, ecco la rinomata spiaggia delle Rocchette e il Forte, costruito come torre di avvistamento nel corso del XII secolo, ampliato nel XVI secolo per volere di Cosimo I de’ Medici e quindi trasformato in faro, attivo fino alla prima metà del secolo scorso.
Altra spiaggia rinomata e frequentata è Cala Violina, già nel comune di Scarlino; bagni meravigliosi, grazie all’amico detto “il cinghialotto” che ci ha fatto scoprire quest’angolo di paradiso. Punta Ala è troppo nota per essere descritta: porto frequentatissimo, bellissime ville e complessi vacanze edificati sulle colline che scendono a mare; ma anche qui c’è un Castello, noto come Torre di Troia Nuova, edificato nel 1561 per volere di Cosimo I de’ Medici in sostituzione della più antica Torre di Troia Vecchia, i cui resti sono ancora oggi visibili sul prospiciente isolotto dello Sparviero.
Proseguendo, si costeggia l’ampio golfo nel cui centro c’è Follonica, città balneare di collegamento con i centri interni dell’alta provincia di Grosseto. Alla fine Piombino, che oltre ad avere una spiaggia rinomata, quella di Torre Mozza, è riconosciuto centro portuale, siderurgico; ciò non toglie che l’abitato, col suo raccolto centro storico, sia oltremodo affascinante.
La magia di Populonia, sul golfo di Baratti

L’antico abitato di Populonia si trova in posizione dominante su uno dei promontori che formano il golfo di Baratti e conserva fortificazioni del XV secolo fatte erigere dai Signori di Piombino, gli Appiani, come testimoniato dal dragone simbolo della casata posto all’ingresso del borgo.
Populonia, antico insediamento etrusco chiamato Fufluna (da Fufluns, dio etrusco del vino e dell’ebbrezza) era con Volterra uno dei centri di maggiore attività mineraria e dell’industria metallurgica degli Etruschi. Per tutto il periodo etrusco e all’inizio del controllo romano (fino al I secolo a.C.) l’economia di Populonia si basava sui commerci marittimi e sulle produzioni siderurgiche.
Anni di prosperità, con il periodo di massimo splendore attorno al VI secolo a.C.; il centro ospitava migliaia di residenti, aveva un’acropoli e una necropoli, diversi quartieri portuali e industriali localizzati nella marina, sul golfo di Baratti. La città era difesa da un’imponente cinta muraria.
Per lunghi anni il centro è stato alleato di Rona e le architetture dell’epoca lo testimoniano: templi, ville, terme. Il declino del centro sul golfo di Baratti risale alle guerre romane intestine fra Mario e Silla; Populonia, parteggiando per Mario che alla fine verrà sconfitto, subisce la distruzione per opera di Silla.
Nel periodo di massimo splendore, la città aveva intensi rapporti con vari paesi del Mediterraneo: Grecia, Libia, Magna Grecia, penisola iberica. Il borgo di Populonia come lo vediamo oggi risale al XV secolo. Faceva parte del Principato di Piombino, retto dalla famiglia degli Appiani, di origine pisana.
A loro si deve l’impianto medievale del borgo, oltre alla torre e alle fortificazioni. Tra le pendici del promontorio di Piombino e il Golfo di Baratti si racchiude una memoria millenaria che racconta la storia di un grande popolo della Toscana:gli Etruschi e Populonia, l’unica loro città costruita direttamente sul mare. Non è difficile, per me e Cate, convenire che questo è un luogo di grande fascino, immerso in un paesaggio naturale davvero unico.
Libertas Dicendi n°381 del ‘Columnist’ Federico Formignani |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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