Berna offre tanti spunti divertenti anche per chi viaggia in famiglia e con dei bambini: musei, fattorie didattiche e tanta natura dove poter sperimentare attività outdoor divertenti. Saltano i paletti generazionali sul Trenino Verde delle Alpi e a Berna e ci si ritrova tutti insieme appassionatamente uniti nel divertimento, nel gioco, nella cultura. E non manca l’incontro col simbolo della città: gli orsi, ma quelli veri.

È l’approccio ad essere diverso: in Svizzera bambini, ragazzi e famiglie invece di essere un problema sono un’opportunità. E come tali vengono accolti. Dalle cose più semplici ma utili, dai bagni (sempre puliti come sale operatorie, sempre e ovunque) ai fasciatoi, ai menù dedicati ai piccoli in tutte le categorie della ristorazione dai ristoranti di alta gamma ai fast food, alle piattaforme di salita e discesa delle carrozzine sui mezzi pubblici.
Ospitalità a misura di bambino

Nessun fastidio per le richieste, anzi. Spesso nelle strutture turistiche e culturali viene proprio indicato un comunicatore a cui far riferimento per ogni informazione, bisogno, necessità. E non sono solo parole; ad esempio diversi hotel selezionati offrono la gratuità a bambini e ragazzi fino ai 16 anni. Basta inserire la parola chiave, “familiezyt” all’atto della prenotazione.
Soprattutto l’offerta di intrattenimento e svago per ogni componente del nucleo familiare, adulto, bambino o ragazzo che sia, è varia e fruibile da tutti insieme, senza traccia di noia e lamento come spesso accade quando si divertono i ‘grandi’ e non i ‘piccoli’ e viceversa.
Cosa fare a Berna con bambini: il Museo della Comunicazione

Manifesto di questa mentalità, come dire, familistica, è il Museo della Comunicazione, a Berna. Siamo appena al di là del Kirchenfeldbrϋcke, l’altissimo ponte sull’Aare da cui si gode un panorama pazzesco: di là la città vecchia, il Munster che svetta e i potenti bastioni che sorreggono la terrazza-giardino del Duomo, sotto le rapide del fiume più celeste d’Europa.
Impossibile non fermarsi ad ammirare. Il percorso è breve e non è una cattiva idea arrivarci a piedi. Passato il ponte ecco Helvetiaplatz e subito dietro Helvetiastrasse dove ha sede il museo. Alla cassa si può chiedere un audio guida in italiano che conduce passo passo tra un’istallazione e l’altra.

Preparatevi perché è un luogo davvero insolito; l’obiettivo del museo è raccontare la comunicazione di ogni genere dal passato al futuro. Notevole è la modalità scelta per il racconto: colore, giochi, pannelli interattivi, video ovunque, un finto ascensore con racconti diversi secondo il piano selezionato, tecnologie collegate al comunicare: ogni forma e aspetto della comunicazione è coinvolta.
Un’esperienza multisensoriale
Il museo della comunicazione è una completa immersione video sensoriale per ogni categoria di età; si creano messaggi video, si fanno foto, stampano francobolli, cine-karaoke, si tenta di opporsi a un attacco hacker, si chiacchiera e interagisce con esseri virtuali. Un universo colorato e iperstimolante, dove tutto è utilizzabile, manovrabile, toccabile.
Un’esperienza che coinvolge tutti i sensi e le percezioni, da cui si esce shakerati e felici. Tanti gli oggetti da ricordare, dal cellulare satellitare usato dai migranti per contattare un missionario che si occupa di segnalare i profughi in pericolo, alla Fiat Fiorino bianca e bruciata, utilizzata per la grande rapina alle poste centrali di Zurigo. Il motto del museo è “vietato non toccare”.
Piacerà molto a bambini e ragazzi, ma anche gli adulti trovano grandi momenti di interesse e stupore. Non a caso il Consiglio d’Europa nel 2019 lo ha nominato “Museo dell’anno”. Prima di uscire ricordarsi di ritirare la propria foto scattata all’entrata: un vero spasso.
Informazioni sul Museo della Comunicazione
Orari e tariffe del Museo della Comunicazione
La fabbrica dell’Emmental

Altra esperienza forte e piacevole per famiglie, ma anche per solitari e coppie, è la visita alla Emmentaler Schaukäserei, caseificio dell’Emmental. Questa volta si va fuori città verso la zona di produzione del celebre formaggio con i buchi. Il viaggio dura circa un’ora, in parte via treno dalla stazione Centrale di Berna fino ad Hansle-Rϋegsau e poi con un bus, il 471 che porta davanti alla fattoria.
La Valle dell’Emmental è un luogo di rara bellezza, ovunque lo sguardo si aggira tra colline erbose, campi, boschi e villaggi da cartolina. Un paesaggio dolcissimo che genera quiete. Siamo al caseificio di Affoltern im Emmental che offre un’esperienza unica: assistere e partecipare alla creazione di una forma di formaggio.
Ecco come nasce l’emmental

Tutti i giorni alle 14, gli ospiti possono vedere come nasce il formaggio con i buchi e partecipare a produrlo. Dall’inizio alla fine. Hans Remϋnd è il nostro Virgilio che ci guida nel mondo dell’Emmental. Hans è uno dei 7 casari che mettono la propria arte al servizio del pubblico. Ha una velocità, una perizia e una capacità divulgativa notevoli.
Inizia tutto nella cascina del vaccaro, la vecchia struttura del 1741 con le pareti affumicate dal fumo. In un grande paiolo in rame si inizia con il latte, poi dopo vari passaggi, inserimento del caglio, degli enzimi, dei batteri, il paiolo viene spostato sul fuoco, tutto manualmente e secondo tradizione.
Hans racconta, descrive, difende la via tradizionale priva di chimica e additivi e tra un passaggio e l’altro, mette grembiuli ai visitatori che devono mescolare, sudando sotto la legna che arde, fino a vedere le prime coagulazioni in fiocchi di formaggio via via più fini e numerosi.
Dal latte al formaggio

Dopo vari dragaggi con uno strumento di acciaio dal lungo manico e poi con un mestolo in legno, il procedimento arriva alla sua conclusione. Ecco il momento più emozionante: il “pescaggio” con grandi teli del formaggio in formazione dall’interno del paiolo. Procedura delicata a cui il casaro fa partecipare un ragazzo e poi il genitore.
Il telo ripieno e pesante viene depositato nelle forme; con mosse abili e decise Hans “obbliga” il formaggio caldo a restare nella forma di legno poi pressata con un peso. Gli aiutanti appaiono orgogliosi e soddisfatti soprattutto quando inseriscono con appositi numeri mobili la data di produzione sulla ‘loro’ forma.
Per i cittadini è davvero strabiliante vedere la trasformazione dal latte alla forma finale, dal liquido al celebre formaggio con la crosta gialla e la scritta a lettere scarlatte. Questa fattoria, diciamo didattica, ha un suo percorso educativo detto Kӧnigsweg, cartoni animati e narrazione coinvolgente, e rivolto soprattutto ai bambini; per ora non è ancora disponibile in italiano ma si stanno organizzando.
Il caseificio moderno

Da grandi vetrate è possibile osservare la produzione moderna del caseificio che giornalmente trasforma 8000 litri di latte di alta qualità in formaggio. Nel reparto produttivo la produzione è in parte meccanizzata – nelle grandi vasche il latte è mescolato da macchinari – ma sempre naturale, senza additivi né prodotti chimici.
Nelle camere di maturazione si vedono centinaia delle celebri forme rotonde e schiacciate ai vari stadi di evoluzione. C’è anche uno spaccio con i prodotti della fattoria e un punto di ristorazione sulla verde aia del caseificio.
Informazioni sulla Fattoria dell’Emmental
Gurten, il parco cittadino di Berna

Tornati in città si può volgere la prora verso un altro paradiso per famiglie e bambini, il Gurten, la montagna di Berna. Sulla collina di fronte alla città, a 858 metri di altezza, i bernesi si sono inventati il loro parco giochi nella natura. Si raggiunge con un treno locale scendendo alla stazione di Wabern da cui si inerpica una funicolare che guadagna in 5 minuti la cima del Gurten.
Arrivati al culmine c’è solo l’imbarazzo della scelta: una torre di osservazione da cui godersi il panorama, un enorme parco giochi, una discesa vertiginosa ma sicura, una pista per slittini lunga 500 metri, pranzo o merenda nei 3 ristoranti.
Massimo gradimento sembra ottenere la piccola piscina per i bimbi, sicura, poco profonda e a tratti animata da geyser di acqua che incantano i piccini. Per gli amanti del trekking e delle passeggiate, una fitta rete di sentieri si dipana dalla cima del Gurten: ce n’è per tutti i gusti e le difficoltà, da 35 minuti a 1ora e 15 di percorso. Un tuffo immersivo nella natura con un piede ancora in città.
In cerca di orsi

Orsi: sono dappertutto. Strettamente inseriti nella storia e nella narrazione cittadina. Ma dopo bandiere, magliette e zaini eccovi arrivati da quelli veri, vivi e vegeti in piena città. Una meraviglia ipnotizzante questi tre enormi animali bruni che vivono a un passo dal Duomo.
Un racconto a parte meritano gli orsi di Berna, cittadini onorari, ovunque raffigurati, sventolati nell’effige cittadina e sempre presenti in città dal lontano medioevo della fondazione. Naturalmente va detto che si tratta di animali in cattività, per il nostro piacere umano di osservare belve selvatiche senza fatica e a nostro piacimento. Però, che emozione.

Andare in cerca di orsi è una delle 10 esperienze da non perdere se state organizzando un weekend a Berna. Bambini incantati a guardare le rappresentazioni viventi di Yoghi e Winnie Pooh, decisamente meno tranquillizzanti ma tanto più affascinanti. Fino ad alcuni decenni fa, gli orsi vivevano in una fossa circolare invero piuttosto angosciosa, ma attualmente hanno guadagnato il versante intero della collina oltre il Nydeggbrϋcke.
Siamo in una delle zone più panoramiche, sulla punta estrema della penisola in cui sorge la città vecchia. Qui sotto scorre un’ansa splendida e azzurrissima dell’Aare; non che gli orsi godano a osservare la vista a loro riservata, tuttavia hanno ottenuto una piccola foresta dove arrampicare, nascondersi nelle grotte e nuotare in un piccolo stagno.
Una volta al giorno i custodi li attraggono nella vecchia fossa per ripulire la collina e nascondere il cibo fresco tra le frasche. Dover stanare frutta e verdura tiene occupati gli orsi; una sorta di terapia occupazionale per galeotti in semi-libertà.
Qual è l’ora migliore per vedere gli orsi?

Nel loro bosco spesso non sono visibili per questo è preferibile arrivare a mezza mattina quando sono ricondotti nella vecchia fossa. Qui sono perfettamente in vista: si aggirano piuttosto pigri e annoiati e puntano con il muso alle paratie chiuse che sono il passaggio per la collina e la (semi) libertà.
Qui hanno anche una vasca dove è emozionante vederli nuotare e poi uscire con il manto lucido e i lunghi artigli brillanti. Attualmente Berna ne ospita tre: Finn, il più imponente, un maschio finlandese che ama tantissimo i tuffi, la riservata orsa Bjӧrk, danese, e la loro cucciola Ursina avvistata spesso mentre gioca con Finn. Sono bellissimi, grandiosi, e incantano gli umani di tutte le età.
Informazioni su tutte le attività da fare nella città di Berna e nella regione del bernese
Offerte hotel per le famiglie – Bern Welcome
Testo di Lucia Giglio|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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