L’altipiano dell’Alpago, nelle Prealpi Bellunesi, è un luogo magico caratterizzato da una natura mozzafiato eppure fuori dai tradizionali circuiti turistici. Un luogo ancora abitato dai Cimbri che ospita la foresta del Cansiglio, da cui Venezia traeva risorse per la sua flotta.
Testo Gabriele Laganà foto di Lucio Rossi

È un territorio davvero particolare e sorprendente l’Alpago, angolo dalla natura incontaminata situato all’estremità sud-orientale della provincia di Belluno. Lago, montagna, altipiano e foresta si alternano regalando paesaggi sempre diversi ma tutti incantevoli. Il blu intenso dei bacini lacustri si fonde con il vivace verde di prati e boschi.
Uno spettacolo di colori che raggiunge il suo apice in autunno quando tutto il territorio si copre di incredibili tonalità che vanno dal giallo ocra al rosso fuoco.
La presenza dell’uomo qui è limitata. Le casette che formano i piccoli borghi non stonano con l’ambiente circostante. Tutto appare in un equilibrio perfetto dove la natura è l’unica protagonista.
Eppure non siamo lontani da Belluno. L’Alpago è una conca che si estende poco lontano dal centro storico della città. Questo territorio è un susseguirsi di prati e boschi, colline e pendii che dal lago di Santa Croce, famoso per le sue acque verdi-azzurre e per essere un luogo dove pescare e praticare sport come windsurf, kytesurf e vela, si innalzano verso la foresta del Cansiglio, dove domina un silenzio profondo interrotto solo dal bramito dei cervi.
Il fascino del Cansiglio

Le montagne circostanti e le colline custodiscono gelosamente numerosi altri itinerari escursionistici tra cui spiccano i percorsi delle Alte Vie di Patèra e dei Silenzi. Il patrimonio ambientale è un tesoro da difendere. Basti pensare al Cansiglio, la seconda foresta più grande in Italia con i suoi 5000 ettari di boschi di faggi e abeti.
Una vasta area che ospita una fauna molto ricca che va dal cervo al gallo cedrone, dall’aquila reale al picchio rosso, e una flora eccezionale composta soprattutto da felci, anemoni dei boschi, elleboro verde e acetosella.
Siamo a circa mille metri di quota, e qui si riesce a percepire una sensazione di immensa pace che avvolge e dona sollievo.
Il territorio

Un’area, quella del Cansiglio, ancora fuori dai grandi circuiti turistici classici. E a torto, vista la magia che emana questo territorio che ha assunto il valore di un vero e proprio patrimonio naturale, storico e culturale del Veneto.
Il Cansiglio si presenta come una vasta conca dal fondo ricoperto da una prateria di origine naturale dovuta alle particolari caratteristiche climatiche.
Una riserva naturale protetta, ricca di biodiversità dove non solo non è consentita la caccia ma anche il taglio del legname è limitato e controllato dal corpo forestale dello Stato.
La bellezza della sua foresta è caratterizzata soprattutto dai faggi che variano di colore con il lento mutare delle stagioni e sono casa per molte specie di animali. Ma non solo.
Il territorio è decisamente vario: si va dalle imponenti cime come quella del Cavallo e Pizzoc, alla foresta all’altopiano. Proprio questa grande diversità di ambienti rende l’area perfetta per quanti desiderano praticare attività all’aperto ed escursioni che si possono compiere sia in estate che in inverno.
Escursioni e avventure

Qui di itinerari ce ne sono tanti: ogni gita in questi luoghi permette di scoprire angoli diversi e inaspettati. Ogni stagione è adatta a compiere un certo tipo di escursione. Basta prestare attenzione a seguire i consigli degli esperti.
In inverno si può praticare lo sci di fondo sugli oltre 30 km suddivisi in 4 anelli di varie difficoltà. Tracciati completamente immersi nella natura coperta da un suggestivo velo di candida neve che esalta paesaggi e spegne rumori.
In alternativa si possono indossare le ciaspole e partire per lunghe passeggiate in mezzo ad uno dei boschi più belli d’Italia.
In estate è consigliabile effettuare escursioni, più o meno impegnative, lungo i sentieri ad anello. In questo modo ci si può inoltrare e scoprire vie sempre diverse tra l’altopiano, la foresta e le cime circostanti. Interessante e piuttosto facile è l’anello dei villaggi Cimbri che parte dal Rifugio Casa Vallorch.
Certo, camminare mette appetito. Ma chi ha bisogno di recuperare energie non deve temere. Sparsi nel territorio ci sono numerose aziende locali dove fermarsi per degustare gli eccellenti prodotti del posto.
La zona, però, è anche ammantata da una grande storia. Non è un caso, quindi, che qui si trovino interessanti musei dove apprendere il passato di un territorio segnato dalle fatiche dell’uomo.
Tra i più interessanti vi è il Museo dell’Uomo, situato in località Pian Osteria nel comune di Farra d’Alpago. Questo spazio espositivo racconta una particolarità di questa zona: la presenza, di una comunità Cimbra. Si tratta di una minoranza linguistica di origine tedesca dedita al lavoro del legno.
Al termine del secondo conflitto mondiale i cimbri stanno lasciando questo territorio. Ma la loro impronta resterà per sempre nella storia del Cansiglio.
Dalla Repubblica veneziana ai giorni nostri

Forse non tutti sanno ma per secoli l’altopiano è stato un luogo protetto dalla Repubblica di Venezia. Loro da questa foresta traevano una risorsa fondamentale: il legname
I veneziani usavano il legno dei faggi più alti per costruire i remi delle galere. Gli alberi erano un tesoro per gli antichi. Un bene da difendere a qualsiasi costo.
La zona infatti, a quel tempo, non poteva essere abitata. Per di più i taglialegna che lavoravano per la Serenissima erano gli unici autorizzati ad accedere alla foresta. Tra i pochi fortunati ad avere tale privilegio figuravano proprio i Cimbri, maestri dell’arte del legno.
Il tempo passa e le cose cambiano. Gli stessi Cimbri restano in zona anche quando la Serenissima, nel 1797, crolla. Furono, infatti, loro a fondare i primi villaggi. Quello che cambiarono fu il tipo di lavoro: al posto dei remi iniziarono a realizzare delle scatole di legno, fasce per il formaggio e altri utensili. Beni che, poi, venivano venduti a chi abitava in pianura.
Contestualmente l’area fu in parte abbandonata. In questo periodo la zona subì atti di sciacallaggio, impensabili ai tempi della Serenissima. La svolta arrivò con il Regno d’Italia: nel 1871 le autorità dichiararono il Cansiglio Foresta demaniale inalienabile.
Tracce del passato

Della gloriosa epoca passata sono rimaste alcune importati tracce. Sul Pian del Cansiglio ancora oggi sopravvive una piccola ma significativa isola linguistica cimbra. Non è un caso che nella zona i cognomi più diffusi siano, ad esempio, gli Slaviero e gli Azzalini.
Proprio una Azzalini, di nome Tiziana, è tra le persone più celebri del territorio. La sua fama deriva dal lavoro che intraprende: Tiziana è una casara del Caseificio del Cansiglio. Un lavoro duro ma ricco di soddisfazioni. Sono soprattutto i buongustai ad apprezzarne l’opera.
Retaggio del passato sono anche gli antichi villaggi come Vallorch e Le Rotte situati nel comune di Fregona, nel Trevigiano. Molti di questi piccoli centri sono costituiti da pochi fabbricati e in alcuni casi sono ridotti allo stato di ruderi.
Meraviglie naturali

L’altopiano custodisce anche altri tesori naturali di grande fascino: gli inghiottitoi. Si tratta di profonde voragini di origine carsica scavate dalla lenta ma costante azione dell’acqua nella roccia. La presenza di queste formazioni carsiche spiega il perché l’altopiano, nonostante la pioggia, sia praticamente privo di fiumi.
L’inghiottitoio più famoso è senza dubbio il Bus de la Lum, teatro di eventi drammatici durante la Seconda guerra mondiale. Eppure molti visitatori raggiungono la zona per esplorare il Bus del Buson, una gola che appare quasi sospesa su un fianco della montagna incisa nel corso del tempo dal torrente Ardo e protetta da ruvide pareti di roccia che si innalzano imponenti verso il cielo.
L’incanto del lago

Nella zona c’è anche un’altra meraviglia: il Lago di Santa Croce, un bacino lacustre di grande fascino dalle acque sempre turchesi e circonda da una natura straordinaria.
Il lago, il secondo del Veneto, si è formato a seguito di una frana che ha chiuso la Val Lapisina. Uno specchio d’acqua che riflette sulle sue acque cristalline i monti dell’Alpago e il Nevegal.
Ma il lago ha anche un’altra particolarità: sulle proprie sponde ospita l’Oasi di Sbarai, uno dei principali siti naturalistici della provincia di Belluno vasto oltre 30 ettari. Una zona umida che presenta una serie di ambienti diversi, legati alle variazioni di livello delle acque del bacino lacustre.
Oltre al fascino della natura, il lago è luogo dove rilassarsi o praticare sport come windsurf e kite grazie a un vento costante che in autunno e primavera attira chi desidera svolgere attività all’aperto. Un modo divertente per concludere un viaggio nell’Alpago, lì dove le meraviglie del Creato si manifestano in tutta la loro bellezza.

Infoutili
Informazioni: sul sito del Consorzio Alpago Cansiglio
Come arrivare: Il Cansiglio sorge a cavallo delle provincie di Belluno, Treviso e Pordenone. Gli aeroporti più vicini sono quelli di Venezia- Marco Polo e Treviso. In auto seguire autostrada da Venezia-Treviso: A27 direzione Belluno- uscita Fadalto, indicazioni per Alpago-Cansiglio. Oppure Da Belluno indicazioni per Alpago-Cansiglio. In treno linea Conegliano-Belluno con fermata “Stazione per L’Alpago”.
Clima: Il clima è temperato freddo con estati fresche. Per il caratteristico fenomeno dell’inversione termica la temperatura diminuisce procedendo dai rilievi circostanti alle zone centrali più basse. Le precipitazioni medie annue sono di circa 1800 mm.
Dove dormire:
Casere Luxury Lodges: dalla ristrutturazione di vecchie case contadine sull’altopiano dell’Aplago nascono degli alloggi esclusivi riuniti sotto il marchio di Casere Luxury Lodges
Locanda San Lorenzo, Via General Cantore 2, Puos d’Alpago, info@locandasanlorenzo.it; anche la cucina della Locanda merita una segnalazione, sempre legata al territorio e alla stagionalità, tanto che la prestigiosa guida Michelin gli ha attribuito una stella.
Dove mangiare: Locanda Al Capriolo, Pian Osteria 5, Tambre, Tel. 335 7850393 – 0437 472026
Sul Nevegal bisogna provare la cucina dell’Agriturismo Faverghera solo con prenotazione al numero tel. 340.4832284
Pasticceria Gaggion, a Puos d’Alpago; di proprietà della Famiglia Gaggion, vede all’opera Cristiano, designato Maestro Artigiano dalla Regione Veneto, le sue creazioni non vi faranno pentire di esservi fermati.
Osteria al Fogher, Loc. Spert 88, 32016 Alpago, Tel. 0437 472008
Testo Gabriele Laganà foto di Lucio Rossi |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
Caro lettore,
Latitudes è una testata indipendente, gratis e accessibile a tutti. Ogni giorno produciamo articoli e foto di qualità perché crediamo nel giornalismo come missione. La nostra è una voce libera, ma la scelta di non avere un editore forte cui dare conto comporta che i nostri proventi siano solo quelli della pubblicità, oggi in gravissima crisi. Per questo motivo ti chiediamo di supportarci, con una piccola donazione a partire da 1 euro.
Il tuo gesto ci permetterà di continuare a fare il nostro lavoro con la professionalità che ci ha sempre contraddistinto. E con lo stesso coraggio che ormai da 10 anni ci rende orgogliosi di quello facciamo. Grazie.