Alla scoperta del maestoso palazzo madrileno che fu completato e inaugurato da Carlo di Borbone, già committente delle regge di Capodimonte e Portici e soprattutto della reggia di Caserta.

Il Palazzo Reale di Madrid è ancora oggi utilizzato dalla famiglia reale spagnola per cerimonie ufficiali e ricevimenti. Sorge sul luogo dove nel IX secolo venne costruita l’Alcazar musulmana, ai tempi della dominazione araba della Penisola Iberica.
La residenza reale spagnola venne costruita nel XVI secolo, ma fu distrutta da un rovinoso incendio nel 1734, sotto il regno di Filippo V che ne ordinò la ricostruzione poco tempo dopo.
Egli dispose che il nuovo palazzo fosse costruito interamente in pietra, e che gli unici elementi in legno fossero gli arredi, per scongiurare nuovi incendi.
L’ascesa al trono di Carlo III di Borbone

Filippo V non ebbe il tempo di inaugurare la nuova residenza perché morì nel 1746, mentre i lavori erano ancora in corso. Gli succedette il figlio Ferdinando VI che morì nel 1759 senza figli. Così, inaspettatamente in quanto terzo nella linea dinastica, il successore fu Carlo, già re delle Due Sicilie e capostipite della dinastia dei Borbone.
Perciò Carlo si trasferì da Napoli a Madrid, lasciando il regno delle Due Sicilie al figlio Ferdinando e assumendo il titolo di Carlo III di Spagna. Carlo si trovò a completare il Palazzo Reale di Madrid, che inaugurò nel 1764.
A Napoli si era già occupato di ampliare il Palazzo Reale e di costruire le regge di Capodimonte e di Portici. Ma soprattutto, Carlo fu il committente della reggia di Caserta e, nella sua esperienza madrilena, egli trasferì alcuni concetti ed elementi stilistici che aveva maturato durante la costruzione di quest’opera meravigliosa.
I punti in comune con la reggia di Caserta

Sebbene ci siano alcuni punti in comune con la reggia di Caserta, c’è da dire che il Palazzo Reale di Madrid appare molto più ridondante, in linea con il gusto locale. A Caserta, ad esempio, molte decorazioni parietali e dei soffitti sono ispirate alle pitture di Pompei ed Ercolano che si stavano scoprendo in quegli anni.
Esse sono caratterizzate da linee sottili e disegni leggeri, spesso con motivi floreali. A Madrid c’è solo una sala con decorazioni di ispirazione pompeiana ed è il Gabinetto degli Stucchi, ordinato dalla regina Maria Luisa di Parma nel 1791: in esso sono raffigurati candelieri accanto a coppie di geni che portano le insegne di Maria Luisa.
Questa è un’eccezione di leggerezza rispetto al trionfo rococò della maggior parte delle sale. L’elemento che probabilmente, più di tutti, ricorda la reggia di Caserta è lo scalone d’onore, che ne ricalca la forma ma in dimensioni più ridotte.
Un altro punto in comune con Caserta è il lavoro degli artisti napoletani, che Carlo reclutò per decorare alcune parti della reggia madrilena. Così Luca Giordano è l’autore dei dipinti della Sala degli Alabardieri, mentre Mattia Gasparri è l’autore delle decorazioni degli appartamenti di Carlo III. Anche i mobili rococò della Sala del Trono sono di manifattura napoletana.

Così come a Caserta, Carlo volle valorizzare anche le manifatture locali. Perciò, ad esempio, molti degli arazzi che si trovano nelle varie sale sono opera della locale Fabrica de Tapices. Dopo aver fondato a Napoli la Real Fabbrica di Capodimonte, Carlo III portò a Madrid alcune decine di maestranze napoletane per dare vita alla Real Fabrica de Porcelana del Buen Retiro, specializzata in porcellane artistiche. Una delle opere più alte di questa impresa sono le pareti e il soffitto della Sala della Porcellana del Palazzo Reale.
La celebrazione di Carlo III nel Palazzo Reale di Madrid
Una caratteristica costante delle residenze reali è la celebrazione, in maniera esplicita o simbolica, del sovrano e, più in generale, della monarchia locale. Carlo III a Madrid si autocelebra in svariati modi, a cominciare dalla statua che lo ritrae, nello scalone d’onore, abbigliato come un imperatore romano.

Nella Sala degli Alabardieri e nella Sala del Trono, i soffitti affrescati dal Tiepolo sono anch’essi celebrazioni di Carlo e del suo regno. In particolare, l’affresco della Sala degli Alabardieri rappresenta l’apoteosi di Enea: Venere che accompagna Enea al Tempio dell’Immortalità vuole ricordare Elisabetta Farnese che promuove la gloria del figlio Carlo.
Nella Sala del Trono, le pitture rappresentano la grandezza e il potere della monarchia spagnola sotto Carlo III. La loro funzione era di simboleggiare la legittimità del sovrano e, più in generale, la grandezza della monarchia spagnola.
Dopo la morte del re, il suo successore, Carlo IV, ne onorò la memoria con alcuni gesti simbolici. In particolare, la Stanza da Letto, dove Carlo III morì nel 1788, venne completamente ridecorata con riferimenti all’Ordine fondato dal sovrano.
Al ritratto di Carlo III con le vesti del suo ordine, realizzato prima della sua morte, venne affiancato un affresco sulla fondazione dell’Ordine, opera di Vincente Lopez. La gloria dell’Ordine di Carlo III è rimasta intatta, e così questa istituzione esiste ancora ed è presieduta dall’attuale re Filippo VI.
I nostri blogger in viaggio
Maria Ilaria Mura

Nata in Sardegna, vive a Londra da sei anni. Dopo la laurea in Lettere e molti anni di lavoro nel marketing ha deciso di dedicare la fase matura della sua vita alle cose che ama di più: i viaggi. Nel 2008 ha fondato e diretto Prama Turismo, il DMC di riferimento per il turismo culturale in Sardegna. Ha coordinato il progetto delle audioguide di Cagliari sul sito cagliariturismo.it. Ora va alla ricerca di posti insoliti in tutto il mondo, costruisce percorsi e racconta ciò che scopre su magazine di viaggi e cultura.
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