La mostra “Modigliani Up Close” riunisce opere provenienti da collezioni museali, oltre a quelle comprate dal dottor Albert Barnes. Un evento che consente di saperne di più sull’artista e sul suo modo di lavorare.

Siamo volati a Philadelphia per gli ultimi giorni di “Modigliani Up Close”, importante mostra (finissage il 29 gennaio) della Fondazione Barnes che esplora in che modo Amedeo Modigliani creò le sue opere.
Quasi 50 capolavori provenienti da importanti collezioni e organizzate in sezioni tematiche: la mostra è frutto di una enorme ricerca scientifica ed artistica iniziata nel 2017 che rivela, grazie ai raggi X, alla riflettografia a infrarossi ed alla fluorescenza a raggi X spettroscopia (XRF), come Modigliani ha creato le sue opere.
La mostra alla Barnes Foundation

“Modigliani Up Close”, in mostra alla Roberts Gallery dal 16 ottobre 2022, è stata organizzata in occasione del centenario della Barnes Foundation che ha deciso così di condividere nuovi spunti nei metodi di lavoro e nei materiali di Amedeo Modigliani.
Curatori, un team di storici dell’arte e conservatori di livello: Barbara Buckley, senior director of Conservation e Capo conservatore di dipinti alla Barnes, Simonetta Fraquelli, curatrice indipendente e consulente curatore per i Barnes, Nancy Ireson, vicedirettore per le collezioni e le mostre e Gund Family Chief Curator alla Barnes, e Annette King, conservatrice di dipinti alla Tate a Londra.
Questa mostra ha un significato speciale per la Fondazione Barnes: fu proprio il fondatore, Albert C. Barnes, uno dei primi collezionisti di Modigliani negli Stati Uniti. Fu imprescindibile il suo contributo nel plasmare l’accoglienza critica dell’artista oltreoceano.
Con 12 dipinti, una scultura e tre lavori su carta, la fondazione Barnes ospita una delle più importanti collezioni Modigliani nel mondo. La mostra “Up Close” riunisce pezzi importanti provenienti da collezioni museali, oltre a quelle comprate dal dottor Albert Barnes nello stesso periodo in cui fece nascere la Fondazione (un’istituzione culturale ed educativa senza scopo di lucro) per “promuovere il progresso dell’istruzione e l’apprezzamento delle belle arti”.

Barnes era un visionario collezionista ed educatore pionieristico, forte sostenitore dei diritti civili, dell’uguaglianza razziale e della giustizia sociale, attivamente coinvolto nel Rinascimento di Harlem, durante il quale lui collaborò con il filosofo Alain Locke e Charles S. Johnson, per promuovere la consapevolezza del valore artistico dell’arte africana.
Tra i quadri di Modigliani comprati in quel periodo, anche gran parte delle opere del periodo africano, dettaglio che sottolinea il fascino degli oggetti dell’Africa occidentale sull’arte contemporanea francese.
Nei cento anni della nascita della Fondazione, “Modigliani Up Close” è una mostra che ha il merito di farci sentire tutti più vicini all’artista perché ci permette di intravedere la sua mano sotto le superfici del colore.
La figura di Modigliani

Modigliani (1884-1920) è tra gli artisti più celebri del XX secolo. Molte mostre hanno cercato di riunire i suoi dipinti, sculture e disegni ma per la prima volta abbiamo la possibilità di andare oltre ciò che si vede: rappresenta il culmine di anni di ricerca, è un’indagine dettagliata sullo stile unico dell’artista, con un’importante retrospettiva alla Tate Modern, che grazie a specialisti in tutta Europa e negli Stati Uniti getta nuova luce sulle sue opere.
Le scoperte

Mediante gli infrarossi la mostra ci fa scoprire, giusto per fare qualche esempio, che il “Ragazzo in costume da marinaio”, del 1917 era in origine uno dei dipinti nudi. Inoltre nel Ritratto di Jeanne Hébuterne (Olio su tela), Modigliani ha dipinto la Hébuterne nel 1918, quando era incinta della figlia, Giovanna, amplificando il busto e riducendo il rigonfiamento dello stomaco, cosi da fare apparire la Hébuterne meno incinta.
Un attento esame del Ritratto della donna dai capelli rossi, del 1918, rivela come, usando una tecnica bagnato nell’acqua, Modigliani dipinse e poi tolse prontamente una semplice fascia anulare. I resti dell’anello sono visibili lungo il bordo del suo dito. In molte culture, compresa la Russia, le donne indossano gli anelli da matrimonio alla mano destra.
Modigliani arrivò a Parigi nel 1906, a 21 anni, dopo una tradizionale formazione artistica accademica in Italia. In Francia i suoi dipinti divennero esplorazione e sperimentazione. Spesso usava tele di seconda mano, dipingendo su quadri di altri o ridipingendo più volte la stessa tela, utilizzando le trame e i colori sottostanti per migliorare gli aspetti di una composizione finale.
Il periodo della scultura

Per un periodo breve ma intenso, durato solo tre anni (dal 1911), Modigliani si dedicò alla scultura. L’analisi scientifica raccontata in questa mostra ha rivelato somiglianze nel tipo di pietra (il più delle volte un calcare con una superficie irregolare che contiene piccoli fossili) utilizzata nelle sue sculture e quali strumenti sono stati scelto da Modigliani per scolpire i lineamenti androgini delle teste.
Il ruolo di Léopold Zborowski
Verso il 1916 Modigliani ottenne l’appoggio del mercante d’arte polacco Léopold Zborowski: i formati dei suoi dipinti diventarono più coerenti anche grazie alle tele nuove probabilmente fornite da Léopold Zborowski per investire su Modigliani. La maggior parte delle tele utilizzate in questo periodo avevano un fondo grigio-blu, strato di base.
Sebbene alcune prove suggeriscono che abbia applicato questi strati egli stesso, è anche probabile che le tele siano state vendute in questo modo. Modigliani le usò per i suoi nudi del periodo 1916/17, che Zborowski lo incoraggiò a realizzare e per alcuni dei ritratti che fece a Parigi durante l’ultima parte della prima guerra mondiale.
Quando si trasferì nel sud della Francia, nella primavera del 1918 fino al maggio 1919, Modigliani si ritrovò ad avere a che fare con una ridotta disponibilità di materiali e di modelli. Così iniziarono ad entrare nei suoi quadri giovani collaboratrici domestiche e braccianti agricoli che conobbe in quel periodo ma i cui nomi restano a noi ignoti.
Sono opere dall’aspetto luminoso, a vernice diluita, a volte anche tempera. Zborowski iniziò a inviargli da Parigi tele con fondi bianchi, utilizzate verticalmente, sottolineando lo stile allungato della ritrattistica di Modigliani.
La ricerca ha dimostrato come l’artista spesso usasse disegnare i contorni di una figura con la matita a grafite, lasciando le linee tracciate scoperte quando dipingeva il corpo e lo sfondo, per poi rafforzarle con un pennello molto fine.
Lo stile delle ultime opere
Nelle sue ultime opere, Modigliani mostra una maggiore libertà creativa ed anche i formati variano: i contrasti di colore diventano più audaci (come nel ritratto della sua compagna Jeanne Hébuterne, molto incinta e con indosso una canotta), il successo commerciale inizia ad arrivare, la sicurezza aumenta ma non sapremo mai come sarebbe stato il suo percorso a venire: morì a soli 35 anni.
“Questa grande mostra – spiega Thom Collins, direttore esecutivo della famiglia Neubauer e Presidente della Fondazione Barnes – offre un’indagine dettagliata di Modigliani. Grazie a uno sforzo di ricerca globale pluriennale, la ricerca ha unito la comunità artistica internazionale per creare una visione della pratica dell’artista, lasciando un’eredità duratura per la futura borsa di studio Modigliani. La collezione Barnes ospita 16 opere di Modigliani: è uno dei più grandi e importanti gruppi di opere dell’artista nel mondo, e il progetto ha fornito un’opportunità unica per esplorarne appieno il significato. Possiamo dire che, ancora una volta, il dottor Barnes abbia aperto nuovi orizzonti nella storia del collezionismo di arte moderna”.
Informazioni utili:
Approfittate di questi ultimi giorni. Per saperne di più, potete utilizzare Barnes Focus, una guida mobile che funziona su qualsiasi smartphone con un browser web: normalmente è accessibile solo per le opere della Collezione Barnes, ma per la prima volta, in occasione di “Modigliani Up Close”, si può usare per tutte le opere in mostra (basta aprire la guida navigando su barnesfoc.us che, sfruttando anche l’API di Google Translate, traduce automaticamente).
Chi volesse approfittare di questa straordinaria mostra per un viaggio a Philadelphia può visitare il sito Discover Philadelphia
Testo e foto di Anna Maria De Luca|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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