
Certi fine settimana nascono durante i giorni di lavoro che li precedono. Si decide allora, io e Cate, tra un articolo da scrivere e un appartamento da arredare, di trascorrere un sabato e una domenica a scorrazzare (itinerario studiato a tavolino) nelle pianure della Lomellina, visitando in scioltezza e curiosità i molti storici Castelli qui edificati e indissolubilmente legati alla storia e al paesaggio di queste terre lombarde comprese tra Sesia, Ticino e Po.
Un territorio ricco di acque e di storia
Come zona di confine di grande importanza strategica, la Lomellina è sempre stata terra di contrasti militari sin dall’antichità. Confini a dividere antichi imperi, ma la Lomellina è anche terra fertile, ricca di acque, al punto d’aver rappresentato, dal XIV secolo in poi, il granaio del Ducato di Milano e dal dominio degli Sforza in avanti anche terra di infinite risaie.
Vocazione agricola accompagnata da luoghi di riposo e di svago; palazzi e castelli ad ospitare il soggiorno delizioso della nobiltà del tempo. Testimonianza di tutto questo sono i numerosi castelli esistenti. Partendo da Pavia, ecco il nostro girotondo nella Lomellina con ultima tappa Vigevano, prima del ritorno nel capoluogo lombardo.
Pavia, Scaldasole, Valeggio

La sosta del caffè del mattino coincide con la visita al Castello Visconteo di Pavia; un castello che conosciamo bene ma che è sempre piacevole rivisitare. Il castello di Pavia è stato edificato da Galeazzo II Visconti a partire dall’anno 1360; una costruzione veloce per l’epoca: solo cinque anni di lavori!
Il Visconteo, più che un castello militare di difesa, è stato concepito come una raffinata residenza di corte. Si presenta infatti ricco di bifore e trifore in cotto, di pregevoli decorazioni nei cortili e l’intero complesso è impreziosito da grandi cicli affrescati con battaglie, scene di caccia e di vita cortese nelle sale, porticati e logge.
Notevole la Sala Azzurra, splendida di ori e lapislazzuli, e quella del piano superiore della medesima torre, forse sede della rinomata biblioteca viscontea ricca di mille codici e per questo affidata a Francesco Petrarca.
A un paio di chilometri da Sannazzaro de’Burgondi c’è il Castello di Scaldasole, il più organico e maestoso complesso fortilizio della zona, già definito “magnifico” nel XV secolo, quando venne riedificato attorno al mastio di età longobarda. Si presenta in muratura di laterizio a vista, ed è composto da un castello e da un ricetto, tipologia edilizia tipica del Piemonte.
L’ingresso alla fortificazione avviene attraverso la torre del ricetto, un tempo con ponte levatoio e passaggio pedonale. Il complesso edilizio è caratterizzato da sette torri medioevali, le volte e i camini rinascimentali, alcune sale ottocentesche, l’elegante portico dalle linee bramantesche inserito in epoca rinascimentale sul lato settentrionale, la loggia, i lunghi spalti merlati del ricetto e, da ultimo, la cappella del XVI secolo.
Breve tratto di strada ed eccoci al Castello di Valeggio, che vanta un trascorso storico di rilievo: ha dato ospitalità a Pico della Mirandola, padre del Rinascimento italiano, nel periodo dei suoi studi giovanili. Per quanto riguarda la forma, il castello non presenta la solita pianta quadrangolare, ma è di forma vagamente trapezoidale.
Tipica costruzione edificata per difesa, ha ben otto torri distribuite regolarmente lungo il perimetro esterno. Le cascine, realizzate nel 1500, seguono le stesse linee architettoniche dei disegni della “Cascina Perfetta” di Leonardo da Vinci, forse presente in zona all’atto della loro costruzione.
Lomello, Mede, Tortorolo, Frascarolo, Sartirana

A poco più di dieci chilometri, proseguendo verso ovest, si incontra il Castelli di Lomello, un manufatto del XV secolo, affiancato dal complesso pre romanico di Santa Maria Maggiore (secolo XI).
L’edificio, presumibilmente a pianta quadrangolare, ha poi avuto successive integrazioni che ne hanno modificato l’impianto; torre e fossato risalirebbero al 1450, mentre il portico sul lato occidentale, dal quale si accede alla scala, e i locali interni, sono dovuti a successivi rifacimenti.
Il castello, che è di proprietà comunale ed è adibito a sede municipale, è stato oggetto di recenti restauri che ne hanno posto in evidenza il bel paramento murario di mattoni a dente di sega,tipico dei fortilizi dell’area pavese e della Lomellina.
Del Castello Sangiuliani di Mede rimangono solo frammenti sui quali si sono sommati anni di demolizioni, restauri, ricostruzioni. Rimane l’ossatura essenziale dell’alzato e una cortina rossa di mattoni. Il complesso è stato trasformato in albergo.
Sempre nei pressi di Mede, si trova il Castello di Tortorolo, costruzione ben conservata del XIV secolo. Organismo a pianta quadrata, presenta quattro corpi di fabbrica che delimitano un cortile pure quadrato. Sulla facciata dell’unica torre, molto slanciata, spiccano ancora le sedi dei bolzoni del ponte levatoio che scavalcava il fossato.
Il Castello di Frascarolo, al confine con il Piemonte di Valenza Po, risale al Trecento ed è di epoca Viscontea. Edificio a pianta quadrata, mostra evidenti rifacimenti ottocenteschi, anche nelle torri cilindriche sistemate ai quattro angoli dell’edificio. I pregi architettonici che lo contraddistinguono sono rappresentati da una serie di loggette, alternate da balconcini su quali affacciano le finestre.

Tre lati del castello sono così, mentre il lato nord ha un solo alto baluardo che unisce due delle quattro torri. Oggi l’edificio ospita il Museo del Contadino, preziosa raccolta di oggetti, attrezzi da lavoro e ricostruzioni della civiltà agricola del tempo; museo voluto e organizzato dai proprietari avvocati Remo, Anna e Dino Danovi, milanesi.
Risalendo verso nord, a pochi chilometri da Frascarolo, si arriva a Sartirana Lomellina già feudo degli Arborio, dei Dal Verme e degli Sforza; è per volere di Gian Galeazzo Sforza se verso la fine del XIV secolo è stato edificato il Castello di Sartirana residenza nobiliare del casato.
All’interno del complesso architettonico è presente la Pila, struttura del XVII secolo utilizzata nel processo di pilatura, ovvero la pulitura dei chicchi di riso. Oggi il castello è sede della Fondazione Sartirana Arte che allestisce esposizioni museali di pittura, scultura e artigianato.
Castello d’Agogna, Vigevano

Tra i castelli della Lomellina, lungo la via Francigena, il Castello Isimbardi è uno dei meno conosciuti. La fortezza, risalente al XII secolo, sorge a Castello d’Agogna (poco prima di Mortara) ed è stata recentemente restaurata e riaperta al pubblico.
Le cortine esterne sono decorate, nella parte superiore, da un triplice motivo di mattoni disposti a dente di sega, secondo il tipico stilema dei castelli trecenteschi dell’area pavese; il cortile interno è porticato su tre lati, mentre il giardino conserva una micro pila in legno del 1930, impiegata un tempo per la lavorazione del riso.
Alla fine della gita, ecco il castello più conosciuto, il Castello Visconteo di Vigevano, terminato nel 1400 e situato in posizione leggermente sopraelevata rispetto alla splendida piazza Ducale. Al periodo Visconteo risale la famosa strada coperta che conduce alla Rocca, dovuta a Luchino Visconti e agli architetti Giacomo da Cozzo e Giovanni da Ferrara.
Al periodo sforzesco e alla personalità e carisma di Lodovico il Moro si debbono la loggia murata e quella aperta. Le celebri scuderie, la piazza e la torre che domina il complesso sono opera del genio del Bramante. L’ultima visita, prima del ritorno lungo la strada vigevanese, è riservata al Duomo, edificato da Bartolino da Novara nel Trecento, con aggiustamenti barocchi successivi del XVI e XVII secolo.
Libertas Dicendi n°387 del ‘Columnist’ Federico Formignani |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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