A pochi chilometri dalla famosa riviera adriatica c’è un mondo fatto di filari, colline, piadine, monumenti e esperienze uniche. Nota per il festival canoro, sconosciuta per le bellezze rare, Castrocaro Terme e Terra del Sole, una cittadina con due centri e un solo Municipio, equidistante. Merita di essere scelta per una vacanza all’insegna della natura, del buon cibo, del vino, dei tartufi, degli itinerari bike, delle terme e del Grand Hotel.

Il mare è da qualche parte, là in fondo. Nelle giornate limpide lo si vede facilmente anche dalla Rocca di Castrocaro. Per questa volta lasciamolo alle sue brezze e all’eco dei villeggianti fra gli stabilimenti e gli alberghi chiusi.
Dove stiamo andando c’è tanto di bello e interessante da fare e vedere. Anche quando le brume d’inizio inverno ammantano boschi e filari, circondano le pievi, corteggiano ponti di pietra e accarezzano torrenti selvatici.
Siamo nel territorio situato nella fascia pedemontana dell’entroterra romagnolo. Fino dal Quattrocento era periferia della Repubblica Fiorentina, e poi dominio del Granducato di Toscana. Con l’Unità d’Italia sarà attribuito alla provincia di Firenze, contando ben 13 comuni.
Ma nel 1923 Mussolini Benito da Predappio ne decretò l’annessione alla provincia di Forlì. In questo modo le sorgenti del Tevere, il “sacro fiume” di Roma, che sgorgano dal Monte Fumaiolo, furono ricomprese nella sua terra natia.
Castrocaro Terme, acque miracolose, mondanità e una storia antica

Ma oggi quel che conta davvero è conoscere la Rumâgna tuschèna i suoi prodotti e le sue genti in un viaggio slow, sempre l’idea migliore. Partendo da Castrocaro Terme Terra del Sole, il comune più importante e famoso, nato dall’unione amministrativa dei due centri.
E poi a briglia sciolta fra colli, tortuose valli e monti dell’Appennino. Sulle orme di Dante fuggiasco, incontri fatali, cibi, vini, esperienze, natura, arte e storia.
La notorietà di Castrocaro in tempi moderni si deve soprattutto al Festival delle Voci Nuove, manifestazione musicale prestigiosa, per tanti giovani talenti vero trampolino di lancio verso il successo. Di antichissima origine invece la fama delle sue acque termali, già apprezzate dagli Etruschi e poi dai Romani.
Il centro storico è cinto da tre giri di mura, con edifici e palazzi di architettura medievale e rinascimentale, dominato dall’imponente Fortezza, una delle più importanti di Romagna.
Un presidio strategico di Firenze

Incastonata in una rupe quasi fosse un’appendice dell’ambiente naturale, è composta da tre distinte opere architettoniche e difensive: il Girone, la Rocca e gli Arsenali medicei. La Fortezza venne infatti costruita progressivamente in epoche diverse.
Il primo nucleo risale al 961 d.C., gli ampliamenti più significativi sono stati realizzati tra il 1200 e il 1300, ma il ruolo strategico per il controllo del territorio prese maggior consistenza con l’arrivo dei Fiorentini.
Castrocaro divenne sede del Capitanato e la Fortezza sede del capo di giustizia, inviato da Firenze. Uno di questi fu Niccolò Macchiavelli, spregiudicato maestro d’arguzia.
Vale davvero la pena di visitarla, a partire dal Museo storico del Castello e della Città. Qui armi, arredi, dipinti, maioliche medievali e rinascimentali raccontano la millenaria storia della Fortezza e del suo intorno.
Se oggi possiamo calarci nell’atmosfera di questo lungo tempo dobbiamo ringraziare Elio Caruso, che nel 1999 venne incaricato di allestire il museo, e ancora si spende con grande passione per accompagnare i visitatori nei diversi ambienti della Fortezza.

Particolarmente impressionanti per l’ingegnosità dell’edificazione sono gli Arsenali Medicei. Nella corte esterna un’assoluta rarità botanica: la pianta di ulivo del sec. XVII dal genoma estinto.
Quindi la delicata chiesetta di Santa Barbara e la Torre delle Segrete e dei Tormenti. Di cui è facile intuire l’antica funzione, ma ormai utilizzata solo per godere di un panorama eccezionale.

Un consiglio: prima di avventurarsi sulla ripida stradina che porta alla fortezza merita una sosta per una colazione o un break il Grand caffé ‘900. Punto di riferimento della zona per pasticcini mignon e lievitati (super quello con lievito madre, caffè, gocce di cioccoalto e copertura di cioccolato).
La città-fortezza ideale
A solo 1 km di passeggiata da Castrocaro si trova Terra del Sole. Mirabile e all’epoca inespugnabile città-fortezza, espressione del modello ideale urbanistico rinascimentale. Venne edificata nella seconda metà del Cinquecento ed è protetta all’esterno da una cinta muraria lunga oltre 2 km e alta 13 metri, rafforzata agli angoli da quattro bastioni.

Sorta per volontà di Cosimo I De’ Medici, Granduca di Toscana, per presidiare il confine con lo Stato Pontificio, la prima pietra è datata 8 dicembre 1564.
Al centro del perimetro urbano si trova la Piazza d’Armi, secondo lo schema della “città a misura d’uomo” tracciato da Francesco di Giorgio Martini. Qui specularmente si affacciano i due edifici più importanti: la Chiesa di Santa Reparata e il Palazzo dei Commissari o Palazzo Pretorio. I due poteri cardine dell’ordinato vivere civile si bilanciano in una società armonica. Questo, così pare, il messaggio.
Terra del Sole rivive all’apice la sua storia gloriosa la prima domenica di settembre con il Palio di Santa Reparata. Oltre 300 figuranti delle contrade storiche indossano costumi del ‘500.
Palazzi, torri e bastioni vengono imbandierati, mentre le piazze si popolano di mercanti, imbonitori e guitti. Sfilano i cortei di rappresentanza, i contendenti del tiro alla balestra antica e del tiro alla fune, i musici e gli sbandieratori.
Tempi turbolenti anche per il sommo poeta

Il viaggio si carica di significati. Più ci addentriamo verso l’Appennino, più ci rendiamo conto di seguire le tracce dell’illustre autore della Divina Commedia. Del resto è certo che la Romagna ebbe un ruolo fondamentale nella costruzione del poema, seconda forse solo alla Toscana.
Dante non soltanto dimostra di conoscere bene i luoghi, la società, i personaggi, ma li usa a volte per alimentare la sua irrefrenabile fantasia. Ed è proprio a Ravenna, l’accogliente capitale romagnola, che passerà in serenità gli ultimi anni, esule in quella terra definita “alumna et benefactrice”.

Nella zona appenninica l’Alighieri visitò per certo San Benedetto in Alpe, rimanendo colpito dalle cascate dell’Acquacheta, a cui si ispirò per descrivere quelle del Flegetonte (Inferno, canto XVI). La storia del paese è legata all’Abbazia Benedettina, una delle più antiche dell’Appennino.
Si ha notizia di un nucleo di eremiti già dal X secolo e circa un secolo dopo si fermò San Romualdo prima di fondare Camaldoli. Oggi l’Abbazia mostra i segni di diversi interventi, ma il cuore più antico è ancora visitabile nei sotterranei.
A valle i torrenti s’incrociano, e le cime ammantate di boschi rosseggianti aspettano la prima neve. Tutto è quiete e silenzio. Non è da escludere che proprio qui Dante passò un periodo piuttosto lungo, trovandovi un ambiente congeniale alla sua creatività.
A piedi o in bici: assaporare al meglio il territorio

Mentre ci spostiamo, tra un tornante e l’altro incrociamo molte bici: gli appassionati bikers e mountain bikers hanno a disposizione tantissimi itinerari, per tutti i livelli di difficoltà. Il cicloturismo è decisamente in crescita.
Così come l’escursionismo, alla scoperta di sentieri, piccoli borghi, antiche pievi in una natura fortunatamente integra, a volte selvaggia. E, aspetto non secondario, cibi e vini che non si dimenticano.
All’avvicinarsi della prossima meta intuiamo una certa inquietudine nel poeta che idealmente ci fa da guida. Il motivo è presto chiaro: Portico di Romagna è il paese d’origine dei Portinari, la famiglia della irraggiungibile Beatrice di cui Dante perdutamente si innamorò.
Portico, con la grazia e la gentilezza di Beatrice

Il paeseino di Portico è tanto piccolo quanto accogliente. Il nucleo centrale medievale è addossato al torrente Tramazzo. A unire le due sponde è ancora l’originario ponte a schiena d’asino del XIV secolo, perfettamente integro. Da qui passa il Cammino di Assisi, il percorso che San Francesco fece dalla Toscana alla Romagna.
In alternativa, sempre da Portico passa pure il Cammino di Dante, un anello di 400 km tra Firenze e Ravenna, seguendo le peregrinazioni del poeta all’epoca dell’esilio. Basta una mezz’oretta per percorrere le stradine acciottolate, scoprendo qua e là angoli suggestivi e qualche curiosità.

Come la Biblioteca dei libri liberi. In un ex negozio, incustodito e sempre aperto, chiunque può prendere un libro, con la preghiera di restituirlo o sostituirlo con uno proprio. Da vedere anche l’antica Torre Portinari, la chiesa adiacente e il laboratorio di ceramica a due passi dalla piazza.
In prossimità si trova la scuola italiana, molto frequentata d’estate dagli stranieri. I pochi abitanti fanno il possibile per mantenere vivo il paese. Che ha il suo momento clou con il periodo natalizio, quando le vie, gli spazi verdi, le chiese, sono pieni di graziosi e fantasiosi presepi, rinnovati ogni anno.
Come tanti borghi di montagna o un poco marginali, Portico si andava spopolando, solo anziani e sparute coppie di giovani con figli. Da qualche anno però qui hanno trovato casa e lavoro tante donne rifugiate o migranti, e i loro bimbi sciamano felici fra le stradine per andare a scuola o sui campi da gioco, accuditi amorevolmente dai “nonni” del paese.
Nonostante le difficoltà, Portico attira turisti e visitatori per la posizione nel cuore del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e per le diverse esperienze che si possono fare. Un ruolo importante svolge Il Vecchio Convento, albergo diffuso dislocato nel centro antico.
Albergo diffuso, corsi di cucina e alla ricerca dei tartufi

Il Vecchio Convento si articola in un corpo centrale e altre camere e case nel paese, per un soggiorno tranquillo e rilassante, ma con l’opportunità di fare tante attività. Come i corsi di cucina, per carpire fra l’altro, mattarello alla mano, i segreti delle vere sfogline di Romagna, preparando favolosi gnocchi, tagliatelle, ravioli, tortelli etc.
Oppure la caccia al tartufo: l’emozione di seguire gli infallibili lagotti romagnoli, unica vera razza di cane da tartufo, nella loro ricerca, fra boschi di querce, faggi, castagni. Per il prezioso tubero, due le stagioni: bianco d’inverno, nero tutto l’anno.

Questo ben di dio e tanto altro lo si ritrova poi sulla tavola del ristorante Vecchio Convento, insieme ai migliori vini della zona, per mano di Matteo, figlio dei proprietari. Tartufaio e soprattutto chef formatosi alla scuola over the top del Noma di Copenaghen, eppure legatissimo alla tradizione.
Il piccolo mistero del fuoco sul monte e l’ultimo liutaio

Dal minuscolo e poetico vulcano d’iniziative che è Portico, in pochi chilometri si raggiunge un “vero” vulcano mignon. Si trova sul Monte Busca, a 750 m. d’altezza. Da un cumulo di pietre in mezzo a un prato degradante a valle esce una fiammella perenne.
In realtà si tratta di una fonte di metano perpetua, ma alla gente del posto piace darle un lustro da cono eruttivo, detto vulcanino. E bisogna riconoscere che, soprattutto quando la nebbia sale a ovattare la campagna, il fuoco crea effetti coreografici e suggestivi.
L’Appennino Tosco-Romagnolo è un contenitore di incanti, fra natura, tradizioni e architettura. Dove in più non è difficile incontrare personaggi speciali, estroversi e originali.
Sempre nella valle del fiume Montone, tornando verso Castrocaro, ecco Dovadola. Per trovare la bottega di Luigi Foscolo Lombardi, un po’ occultata in un vicolo, basta chiedere.

Tutti lo conoscono. È il maestro liutaio che intaglia il legno e progetta, costruisce e restaura strumenti musicali a corda, ad arco e a pizzico. Uno degli ultimi rimasti in Italia.
Si muove nel suo disordine organizzato con destrezza, fra parti ed esemplari interi di viole, violini, contrabbassi, etc. Raccontando di tre generazioni di artigiani, a partire dal nonno nel 1876, capaci di cavare musica dal legno.
Nonostante gli anni sulle spalle, ancora sprizza entusiasmo quando descrive le tecniche di lavoro. Un Mastro Geppetto del pentagramma, a cui gli intenditori si affidano per strumenti nuovi e riparazioni, sperando che questa grande tradizione non vada perduta.
Pedalando in Appennino

Parlavamo di bici come soluzione perfetta per scoprire queste terre. Si pedala fra paesaggi magnifici, campi e natura, foreste, vigneti e frutteti. E se la salita preoccupa, si possono noleggiare bici elettriche. La Romagna Toscana offre tantissimi itinerari, piccolo paradiso per i ciclisti che arriva, volendo, fino al mare.
Seguendo ad esempio Dante-Bike, un percorso che segue i passi dell’onnipresente Sommo Poeta, con itinerari percorribili in base a tempo e allenamento. Grazie a partner tecnici in grado di offrire dal noleggio all’assistenza, ogni tappa sarà meravigliosa. Facile è poi fermarsi in strutture fascinose e confortevoli, come l’Agriturismo il Casale, sulle colline di Castrocaro.
Fra lavanda e ulivi

Il Casale è un bell’edifico in pietra del 1400, ristrutturato rispettando al massimo l’architettura originale. Nella tenuta si coltivano con metodo biologico lavanda e olivi. Ci sono poi un grande orto e un frutteto. I proprietari Denise e Luigi sanno trasmettere tutto l’entusiasmo che anni fa li convinse a cambiare radicalmente vita.
Lasciando lei l’insegnamento universitario e lui la paludata Consob, per tornare fra i colli di Romagna. Un’ospitalità gradevolissima, in camere ben arredate e spaziose. Davvero come essere a casa, e di più.

Oggi da una vasta coltivazione di più di 7000 mila piante di lavanda officinale producono l’olio e l’acqua aromatica. E dagli olivi un ottimo Evo biologico. Apprezzato particolarmente dagli stranieri, che spesso hanno lo sguardo più lungo di noi italici, il Casale è un luogo di grande pace dove la natura e il paesaggio dominano.
L’organismo di controllo della Borsa se ne farà una ragione: in cucina Luigi (con l’indispensabile supporto di Denise) sa davvero stupire. Propone piatti della tradizione, con alcune ricette attinte dal grande romagnolo Pellegrino Artusi, a base rigorosamente vegetariana. Vini e prodotti a Km zero, colazioni super.
Le donne del vino

Già con una punta di nostalgia il nostro biker può rimontare in sella. Continuando sulla strada panoramica, si scavalla tra un dosso e un ripido poggio per arrivare presso Frazione Bagnolo all’azienda vitivinicola Marta Valpiani. L’occhio è attratto dalle distese di vigne e coltivi, per fermarsi sui calanchi, coste rocciose profondamente incise dall’erosione tipiche di quest’area.
In ere remote qui sopra c’era il mare; per questo scavando è facile incontrare qualche conchiglia preistorica. Un terreno ricco, ottimo per dare sostanza alle uve.

L’azienda coltiva esclusivamente vitigni autoctoni come il Sangiovese, l’Albana e il Trebbiano, da cui si producono poche e pregiate bottiglie. Marta e la figlia sono l’asse portante di questa realtà declinata al femminile, orgogliosamente rispettosa dei cicli stagionali e lunari e inserita nei circuiti dei vignaioli indipendenti.
Degustazioni nella confortevole sala panoramica con l’accostamento a selezionati prodotti locali, più strepitosi cascioni e piadine fatti in casa.
I fasti del Grand Hotel e le terme benefiche

In centro a Castrocaro si nota subito l’edificio in pure stile Deco del Grand Hotel Castrocaro. Appena superata la porta girevole si entra in un mondo di suggestioni anni ’30. I salottini, la grande hall, la reception, la faraonica scala, le terrazze; tutto riporta indietro nel tempo. Molti degli arredi sono stati recuperati, così come i pavimenti e i lampadari.
Ma è il salone delle feste, dove per altro si teneva il festival della canzone, che svela tutta la magnificenza del luogo. Lampade ispirate a Saturno e maestose luci a serpentina di Venini, affreschi sui soffitti, pavimenti in marmo.
Oltre le grandi vetrate, il parco e la piscina. La sala dei giochi è un piccolo miracolo: togliendo una più recente tappezzeria sono riapparsi intatti i carrè in legno raffiguranti le carte da gioco.

Per ciò che riguarda l’accoglienza il Grand Hotel è un prestigioso 5 stelle, con camere confortevoli ben arredate e diverse soluzioni abitative. Le terme sono il punto di forza, e nell’hotel la Health Spa accoglie gli ospiti per diverse esperienze di benessere.
A cominciare dal caldo avvolgente della piscina con acqua termale salso-bromo-iodica e gradevole estensione open air. Il percorso propone inoltre il bagno romano aromatizzato alla lavanda, il bagno turco nebulizzato all’acqua termale salso-bromo-iodica, le docce emozionali, la bio sauna, la cascata di ghiaccio e le vasche di compensazione.
Massaggi su richiesta. Colazione impeccabile a buffet nella grande sala con arredi d’epoca. il ristorante è la conclusione all formula Long life per un approccio olistico di una migliore qualità della vita.
Cioccolatini d’autore e chef del futuro
La Romagna Toscana è anche terra che sa ispirare l’estro creativo, in tanti campi. Ecco due realtà lanciate alla conquista dei palati più esigenti, quelli sempre pronti a cogliere innovazioni e accostamenti arditi.

Proporre un cioccolato buonissimo non basta. Bisogna andare oltre e creare abbinamenti inediti. Capaci di sorprendere e far ripensare a quanto la delizia ricavata dalla pianta del cacao possa ancora dare alla pasticceria. Questa l’idea di Gardini, cioccolateria artigiana di Forlì, molto nota anche oltre i confini locali.
Con la linea Saperi e Sapori del Territorio – Emilia Romagna Chocolate, Gardini ha inventato accostamenti molto particolari (qualcuno potrebbe definirli spericolati) sfruttando le eccellenze enogastronomiche che costellano il territorio.
Così i cioccolatini accolgono ad esempio Sale dolce di Cervia, Aceto Balsamico di Modena, Olio extra vergine di oliva di Brisighella, formaggio di fossa di Sogliano, Sangiovese passito, mostarda di Cesena. Per un’esperienza sensoriale tutta da vivere.

Se la passione ti cattura, non puoi tenerla a bada, nonostante la giovane età. Andrea Giacchini ha solo 32 anni, ma prestissimo ha sperimentato l’incontro fatale con la cucina. Così, dopo altre esperienze, tra Italia e Francia, finalmente nel 2019 ha aperto il suo Essentia, nel centro storico di Castrocaro.
A disposizione soprattutto le ottime produzioni dell’area romagnola, dagli Appennini al mare, potendo contare su quanto di meglio uno chef possa pretendere per le diverse preparazioni. L’idea portante della cucina di Essentia è raccontare un territorio, anche dimostrando quanto applicando fantasia e creatività alla tradizione sia possibile ampliare gli orizzonti e cercare nuove strade.
Fondamentali la stagionalità e le scelte rigorose, come l’utilizzo del solo pescato. Nel menu invernale troviamo, tanto per citare, Mazzancolla, zucca e i suoi semi fra gli antipasti. Un classico declinato con personalità nei primi sono invece gli Gnudi, corroboranti quanto basta.
A seguire da segnalare il rognone di vitello tonnato con scampi e cardi. E un dolce dai sentori decisamente appenninici: Tiramisù con caffè di cicoria e funghi porcini. Cantina all’altezza, servizio cortese e ineccepibile, per un ristorante che vuole puntare in alto.
Per info: Ufficio Turistico di Castrocaro Terme e Terra del Sole
per itinerari in bici: Mondobici
Testo e Foto di Teresa Scacchi e Gianfranco Podestà | Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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