Marocco, tracce imperiali

Passato e presente si incontrano in Marocco fondendosi in un unico elemento che regala alle città imperiali Fes, Meknes e Rabat un’atmosfera romantica e suggestiva.

L’inconfondibile profumo del pane caldo colpisce l’olfatto appena oltrepassata la Bab Oudayas, l’imponente porta d’accesso alla Cittadella fortificata di Rabat.

È mattina presto e, insieme al profumo del pane appena sfornato, il vento porta anche l’odore salmastro del mare che, risalendo il Bou Regreg, il fiume all’estuario del quale la Cittadella è edificata, si infrange alla base dei bastioni.

Il forno si trova accanto ad un piccolo cafè sui cui divanetti si rilassano un paio di gatti molto socievoli. Colpisce il lavoro svolto da Hassan, il fornaio, che si muove senza un attimo di sosta in uno spazio angusto ricavato nel sottopavimento.

Alla scoperta di Rabat

La casba degli Oudaïa il quartiere fortificato di Rabat in Marocco ©ph.Vittorio_Sciosia

Risalendo l’arteria principale della Cittadella, la rue Jamaa, dopo qualche centinaio di metri si arriva alla Plateforme du Sémaphore. Da qui si apprezza la veduta su Salè, la città gemella di Rabat, e l’infinito dell’Oceano Atlantico.

Nella piccola spiaggia sottostante qualche surfer aspetta il momento buono per entrare in acqua. Un luogo adatto anche ai romantici: la Casbah des Oudayas è il posto dove venire assolutamente a godere il tramonto, seduti a sorseggiare un tè alla menta al Cafè Maure, poco più sotto, in compagnia dei tanti gatti residenti e degli abituali frequentatori, i gabbiani.

Accompagnare il tè alla menta, che va bevuto rigorosamente bollente e zuccherato, con i dolcetti tipici marocchini, è la giusta ricompensa dopo una giornata a piedi per la città.

Meglio abbandonare ogni remora legata a diete e zuccheri, qui si deve fare come fanno i locali. Un ragazzo con un vassoio ogni tanto passa tra i tavoli per far scegliere il dolcetto del desiderio. Se si perde un passaggio, niente paura, tempo qualche minuto e ricompare. 

Rabat vanta anche altri due gioielli di grande valore che sembrano in antitesi tra loro: una bella medina, abbastanza tranquilla se paragonata a quella di Fes o Marrakech, ideale come “battesimo” per chi è nuovo a questo tipo di esperienza; e una parte “moderna” che rappresenta la città coloniale ereditata dai francesi e nella quale oggi si trovano molte strutture istituzionali, come il Parlamento, il ministero di Giustizia e le sedi delle grandi banche.

L’arteria principale è l’avenue Mohammed V, un nome che ricompare in quasi ogni città e villaggio del Marocco, essendo quello del padre dell’attuale re e sul trono fino alla sua scomparsa, pochi anni fa.

In questo breve ma piacevole tour in Marocco si visiteranno tre delle quattro città Imperiali. Resterà fuori, per motivi di tempo, Marrakech, un po’ più lontana.

In viaggio verso Meknes

Morocco, Meknes ©ph.Vittorio_Sciosia

Da Rabat a Meknes ci sono circa due ore di strada. La porta monumentale più importante è la Bab Mansour: la struttura rappresenta l’accesso ufficiale alla Casbah del Sultano Moulay Ismail ed è una delle attrazioni più importanti della città.

La piazza Lahdim, proprio di fronte alla Porta, è un concentrato di artisti di strada, incantatori di serpenti e imbonitori ed è uno dei punti d’accesso alla medina formata da un dedalo intricato di vicoli e stradine vivaci e colorate.

Assolutamente da non perdere la visita al Mausoleo di Moulay Ismail, un susseguirsi di stanze ricamate, sia all’aperto che al chiuso, che rappresenta una sorta di oasi di pace dal caos esterno e luogo dove trovare riparo dal sole che si fa sentire durante l’estate.

Le meraviglie di Fes

Marocco, Fes – un uomo con una djellaba tradizionale sul belvedere lungo av. des Merinides sulla vecchia medina di Fes El Bali ©ph.Vittorio_Sciosia

Il tempo corre veloce. L’avventura continua in direzione di Fes, la più antica tra le quattro città Imperiali. La città fu capitale del Marocco sotto la dinastia dei Merinidi, dal 1244 e per i successivi 200 anni ed oltre.

Non è un caso, quindi, che la sua architettura rifletta la ricchezza degna di una capitale. Un rifugiato tunisino, poi, vi fondò quella che è conosciuta essere come la più antica Università del Mondo islamico, la al-Qarawiyyin.  

Qui si trova anche Fes-el-Bali, medina patrimonio dell’UNESCO dal 1981 e la più estesa area urbana del mondo dove sia vietato il transito di automobili.

Il dedalo delle stradine interne della città vecchia è una bella sfida per chi vuole fare da solo. A differenza di quello che si pensi, però, la cosa migliore è “perdersi” senza timore nel ventre della città. Non c’è nulla di pericoloso. Girare senza meta ripagherà con la scoperta di suk che vedono zone divise per tipologia di artigiani che vanno dai tintori ai pellai, dai fabbri ai ceramisti. E molto altro.

In caso serva una indicazione, o prima di scattare una foto, basta chiedere con cortesia. Spesso vi chiederanno soldi, ormai è un’abitudine, ma poi ciascuno può fare come vuole. Unica avvertenza: mai sottrarsi alla trattativa,  è il cardine principale di ogni acquisto o pagamento in Marocco.

Uno dei luoghi più interessanti è la Tannerie Chouara, la conceria più famosa della medina. Qui vengono tratte le pelli seguendo un procedimento antico. I conciatori si muovono nelle vasche, spesso riempite di acidi dai colori sgargianti mentre l’odore acre colpisce le narici.

A volte gli stessi conciatori offrono della menta da mettere nelle narici per chi è più debole di stomaco.

Questa conceria si apre in uno slargo in mezzo al tessuto urbano e la cosa migliore è salire sulla terrazza di  uno dei cafè o negozi che affacciano proprio su questo slargo per avere una veduta d’insieme altrimenti impossibile.

Un altro suggestivo suk è quello dei tintori. Un luogo che grazie ai suoi colori è divenuto un soggetto fotografico imperdibile.

Il momento magico giunge sul far della sera. Al calar del sole l’orizzonte di tinge di mille tonalità. È in quel momento della giornata che è quasi d’obbligo raggiungere uno dei tanti punti panoramici che circondano la città per ammirare paesaggi che tolgono il fiato. Se non ci si vuole allontanare troppo dal centro abitato si può raggiungere l’hotel Les Merinides: da qui, infatti, si gode una vista d’insieme sulla città vecchia che lascia senza parole.

Il minareto della al-Qarawiyyin, come un faro, è un prezioso punto di riferimento utile per non perdere l’orientamento. Tutt’intorno spiccano le imponenti mura difensive, retaggio del grande passato della città. Poco lontano una distesa di tombe bianche forma il pittoresco cimitero di Bab Chorfa.  

Non c’è posto migliore per sedersi e aspettare il tramonto, tra i gemiti del vento che si fa largo tra le lapidi. Oppure, più prosaicamente, andate sulla terrazza del lussuoso albergo e aspettate il tramonto davanti ad un drink o, ancora meglio, di fronte a un immancabile tè alla menta. Rigorosamente bollente e ben zuccherato.

Informazioni utili:

Dove dormire:

Rabat-  Hotel de Rabat, 21 Avenue Chellah Hassan 10000

Dove mangiare:

Tour Hassan Hotel Maison Arab- 26, Avenue Chellah BP 14

Meknes

Dove dormire:

Hotel Transatlantique, El Mariniyine

Dove mangiare:

Palais Terrab, 18, Avenue Zerktouni

Fes

Dove dormire:

Palais Shehrazade, 23, Arsat Bennis Douh 30 000 Medina Of Fez

Dove mangiare:

Bab Sahra,  25 Derb Tariana Talaa Lakbira Fès / Fez

 Testo e foto di Vittorio Sciosia|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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