Barcelona, con una sola elle (alla catalana) è raggiungibile in molti modi. Uno dei più popolari, per chi arriva dall’Italia, è via nave: da Genova o da Civitavecchia. C’è chi sbarca e si ferma qualche giorno e chi al contrario sosta, dalle cinque alle sei ore, per ritornare poi a bordo e intraprendere il tragitto di ritorno. Una Barcellona “mordi e fuggi” per immergersi nella bolgia fantastica delle Ramblas.

Rambla, molto più che un semplice viale
Diciamo subito che la celeberrima e lunga via è una Rambla dai molti nomi. Dalla Plaça Portal de la Pau, quella che ospita la colonna dalla cui sommità vigila la statua di Cristoforo Colombo, il grande navigatore genovese – che gli spagnoli continuano a reclamarne la nascita, dandone per scontata la cittadinanza – si imbocca la Rambla de Santa Monica che poi diviene Rambla des Caputxins, quindi de Sant Josep, del Estudis, per terminare con la Rambla de Canaletes; alla fine, ecco la grande Plaça de Catalunya.
Ciutat Vella

È risaputo che l’area delle Ramblas è un continuo viavai di barcellonesi e di turisti, che invadono (con gioia fanciullesca, bisogna dirlo) i marciapiedi e lo spazio centrale delle ramblas. Negozi, bar, ristoranti, bancarelle, tavolini all’aperto, panchine per riposare per via dell’incessante andare in su e in giù. Sulle ramblas, c’è spazio per tutti.
Non si esagera dicendo che questo è uno dei luoghi a più alta densità abitativa del mondo! Per chi desidera sottrarsi, seppure per poco, al fiume umano a corrente alternata (chi sale, chi scende), non mancano le attrattive di zone vicine.
Ad esempio, a sinistra della Rambla des Caputxins, c’è la Ciutat Vella (città vecchia) con le sue case alte e grigie, le stradine in penombra, i localini caratteristici per bere e mangiare; sembra quasi di trovarsi nel bel mezzo dei carrugi genovesi.
Sul lato destro di questo tratto di rambla, percorsa la corta Calle de Colom, si sfocia nella bellissima Plaça Reial: ampia, luminosa, rettangolare, circondata da palazzi con portici, occupati dagli immancabili tavolini dei bar.
Una targa ricorda come la piazza sia gemellata dal 1988 con quella dedicata a Garibaldi, che si trova a Città del Messico. La Plaça Reial dispone di una grande fontana centrale, contornata da una trentina di grandi palme ed è illuminata da imponenti lampioni in ferro a due luci. Qui, per certi versi, pare di essere a Parigi; sarà l’effetto che procurano gli imponenti palazzi che nobilitano l’intero perimetro della piazza.
Mercat de la Boqueria

Via ancora, lungo la trafficatissima Rambla, ma per poco. Altra deviazione, di nuovo a sinistra, all’altezza del tratto Sant Josep. Attraverso la Calle de la Petxina si giunge nel famoso Mercat de la Boqueria.
Sarà perché c’è più spazio vitale rispetto alle ramblas, sarà perché i colori, i profumi e, perché no, gli “odori” che lo caratterizzano, ma il Mercat è un vero luogo di delizie. Vi si trova di tutto, sotto la grande struttura che fronteggia altre grandi case d’abitazione con portici e colonne.
Alimentari (carni, pesci, pollame, uova esposte a piramide) frutta – compresa quella esotica –verdura in abbondanza; poi box che producono e vendono gelati, granite e angurie glassate offerte al taglio, dolciumi.
Non mancano naturalmente spezie di tutti i tipi e delle più varie provenienze, salumi, selvaggina e infine, articoli vari: vestiario, scarpe, borse e valigie; insomma, di tutto e tutto permeato, avvolto direi, dalle voci di richiamo dei venditori, dal cicaleccio delle donne che acquistano, immersi in un piacevole universo di tinte contrastanti e di effluvi sempre nuovi, man mano che ci si sposta da un negozio all’altro, godendo di questo piccolo mondo, unico e caratteristico, delle vie laterali alla famosa Rambla di Barcellona.
Partenze e ritorni

Le atmosfere della capitale catalana sono uniche ed immensa è la popolarità in Europa e nel mondo di questa splendida città. Non è un caso che sia tra le mete più gettonate del pianeta e in diretta concorrenza con le città turistiche più rinomate.
La realtà è che un viaggio a Barcellona (io ne ho fatti tanti, per fortuna!) riempie l’animo di allegria e piacere; quelli di percorrere vie e piazze e incontrare gente che potrebbe essere quella della città o del paese in cui viviamo.
Personalmente, mi sono stupito più volte di come potessi rivedere – in una forma di immedesimazione con il luogo spinta all’eccesso – lo spettacolo tragico e insieme normale del grande Gaudì che veniva travolto dal passaggio di un tram cittadino
Libertas Dicendi n°397 del ‘Columnist’ Federico Formignani |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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