Socotra – L’isola del sangue di drago

Fin dai tempi antichi, Socotra ha catturato la curiosità di un numero ridotto di persone, mentre la gran parte della popolazione mondiale, di quest’isola yemenita che sorge dall’Oceano Indiano, non ne aveva nemmeno mai sentito parlare. A tutt’oggi, di Socotra, si seguita quasi a ignorarne l’esistenza, e questo è solamente uno dei tanti paradossi che la circondano di un alone di mistero.

Testo e foto di Emanuela Colombo

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Esemplari di Dracaena Cinnabari, noto come l’albero del sangue di drago a causa della sua resina rosso intenso ©Emanuela Colombo

Abbandonato tra la Somalia e lo Yemen, dove si incontrano Mar Arabico e Oceano Indiano, l’arcipelago di Socotra è uno dei frammenti continentali più isolati della terra.

L’isola di Socotra fa parte dell’arcipelago a cui ha dato il nome assieme a tre isole minori. Flagellata in ogni direzione da venti fortissimi, che per secoli hanno reso estremamente arduo, se non impossibile, il tentativo di attracco da parte delle navi, fin dall’antichità Socotra è stata circondata dalla leggenda.

Un’isola avvolta dai misteri

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Dune di Hayf e Zahek, colossali dune di sabbia formate dai venti di Socotra. Le dune si estendono per 10 km quadrati e si spostano continuamente col vento ©Emanuela Colombo

Gli affascinanti racconti dei pochi viaggiatori che l’anno visitata nel corso dei secoli parlano di unisola magica, misteriosa, ricca di incenso e mirra e abitata da stregoni capaci addirittura di renderla invisibile con un incantesimo.

Luogo magico, santuario botanico e zoologico, habitat alieno e paradisiaco, scrigno di misteri, leggende. Laboratorio della natura a cielo aperto, l’isola di Socotra oltre ad essere stata designata nel 2003 del titolo di Riserva Umana e della Biosfera, è stata inserita nel 2008 nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco.

Abitata da una popolazione indigena araba e dai discendenti degli africani portati sull’isola negli ultimi secoli, a Socotra si parla il socotrino, una lingua esclusivamente orale che esiste solo qui.

Scrigno di biodiversità

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Alberi di Adenium Socotranum, noto come rosa del deserto di Socotra. Questa specie è diffusa in Africa e in Arabia dove è conosciuta per i suoi bellissimi fiori rosa. È una delle numerose piante di Socotra che hanno tronchi rigonfi. A differenza degli altri è molto velenoso e non viene mai mangiato dagli animali ©Emanuela Colombo

Quello che l’ha resa una leggenda per la scienza però, è soprattutto la sua abbondanza di specie endemiche vegetali e animali. A Socotra, grazie all’isolamento e all’assenza di grandi erbivori, sono sopravvissute molte specie risalenti al Terziario altrove estinte.

Sul suo territorio sono molte le tracce di antiche civiltà che sono passate e di altre di cui ancora oggi non si conoscono le origini esatte.

Sembra che addirittura Aristotele abbia suggerito ad Alessandro Magno di conquistarla per controllare il mercato dell’aloe, dell’incenso, della mirra e del cinabro, la resina rossa estratta dall’albero simbolo dell’isola (Dracaena Cinnabari) e conosciuto come “albero sangue di drago”, usata fin dall’antichità come medicamento, per la cura di ustioni e dissenteria, ma anche come pigmento per colorare pietre preziose, vetro, marmo e persino il legno usato per la produzione dei violini italiani.

Le popolazioni locali raccolgono ancora questa sostanza per curare disturbi intestinali, tingere la lana, incollare e decorare la ceramica, usarla come balsamo per le vie respiratorie e rossetto per le labbra.

L’economia dell’isola è molto fragile e precaria, basata sulla pastorizia nomade e sulla pesca. La flora, la fauna e l’habitat di Socotra si sono salvati nel tempo anche grazie ai suoi abitanti che hanno vissuto in sintonia con lisola e con le sue risorse naturali fino ai giorni nostri, permettendone la sopravvivenza e la continuità nel tempo.

Oggi le cose stanno cambiando

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Area protetta di Dihamri. Tutta la zona è ricchissima di barriere coralline e pesci di ogni tipo. I pescatori sono rientrati dalla pesca notturna e i ragazzi dividono il pescato tra tutte le famiglie del villaggio ©Emanuela Colombo

Il mondo moderno sta facendo irruzione sull’isola e nei suoi mari. La pesca intensiva fa strage indiscriminata di pesce, i pastori lasciano le montagne per trasferirsi ad Hadibo, l’unica città, alla ricerca di una vita più comoda, il turismo ha fatto la sua comparsa e, non ultimo, il cambiamento climatico fa sentire qui più che altrove i suoi effetti.

Ad oggi, l’unico modo per raggiungere l’isola di Socotra è il volo charter umanitario che parte da Abu Dhabi ogni martedì da circa inizio ottobre a fine maggio. È un volo che ha come obiettivo primario portare aiuti umanitari e equipaggiamenti sull’isola anche se di fatto vengono autorizzati 90 turisti a settimana.

Sembra però che dagli Emirati Arabi siano intenzionati ad aggiungere collegamenti con l’isola: è pronta Socotra ad un flusso turistico maggiore? I suoi abitanti sono in grado di affrontare un più forte afflusso di stranieri preservando la biodiversità, la cultura e le tradizioni socotrine?

La cultura locale è in pericolo

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Dixam Plateau, Parco Nazionale Fermhin. Albero del sangue di drago. Questo albero si trova solo a Socotra ed è conosciuto come Dragon’s Blood Tree perché produce una resina rosso brillante che viene usata come colorante ©Emanuela Colombo

In più, già da tempo l’ingombrante presenza Yemenita e araba sta soppiantando la fragile cultura socotrina, le antiche tradizioni scompaiono, la religione è diventata quella araba insegnata nelle scuole coraniche costruite in gran numero col sostegno degli Emirati, la lingua socotrina si mescola con la lingua araba tanto che i giovani non sono più in grado di utilizzarle distintamente.

E allora basteranno tutte le meraviglie di Socotra; le pozze verde smeraldo di Wadi Kalissan nascoste in fondo a un sentiero che scende in un canyon affacciato sull’Oceano Indiano, scavate a morbidi gradoni dalle piogge stagionali, con il loro verde smeraldo irreale; la riserva marina di Di-Hamri dove il corallo cresce indisturbato e una moltitudine straordinaria di pesci, tartarughe e piccoli squali abita tra le sue rocce bianche e rosse; le dune di Arher immense e di color madreperla, appoggiate su scogliere cupe, che sprofondano con pareti verticali di 300 metri sulla spiaggia, miracolo dei venti che soffiano da nord e che spostano la sabbia della spiaggia contro la parete naturale di limestone; laltopiano di Diksam e la riserva naturale di Fermhin, dove migliaia di alberi di sangue di drago crescono indisturbati da secoli in un silenzio assordante e irreale, a mantenere intatta la magia che da secoli permea quest’isola leggendaria, dove draghi e giganteschi elefanti si scontrarono facendo germinare dal loro sangue versato alberi mitologici e dove la Fenice trovò rifugio nutrendosi di incenso e mirra?

Infoutili Socotra

Il Paese:

Nonostante sia più vicina alle coste della Somalia, Socotra appartiene alla Repubblica dello Yemen. L’isola si trova infatti nell’Oceano Indiano, a soli 250 km da Capo Guardafui, punta del Corno d’Africa e capo più orientale del continente africano.

Il punto della penisola arabica più vicino a Socotra è Ras Fartaq, circa 350 km a nord dell’isola; a più di 500 km in direzione nord ovest si trova la città di Mukalla. La giurisdizione sull’isola è passata dal governatorato di Aden a quello di Mukalla.

Con una lunghezza di 135 km da est a ovest, e una larghezza massima di 42 km, Soqotra è grande quanto due terzi la Corsica. Una dorsale montuosa, con cime che superano i 1500 metri, divide l’isola nel senso della lunghezza; le coste, orlate da dune di sabbia bianca, terminano in un  mare che definire semplicemente azzurro sarebbe riduttivo. 

Clima:

Socotra sorge proprio dove la fascia tropicale settentrionale si incontra con la fascia sub-tropicale. In generale il clima di Socotra è molto caldo e secco, caratterizzato da temperature medie che vanno dai 25°C di gennaio ai 35°C di luglio, e può quindi essere definito tropicale.

Periodo migliore:

L’elemento che più contraddistingue il clima di Socotra è la presenza dei monsoni: durante i mesi di luglio e agosto l’isola è interessata dal monsone di sud-ovest, caratterizzato da forti venti e ridotte precipitazioni; a settembre si verifica l’inversione del monsone, si interpone cioè il monsone indiano da est, che porta pioggia nei mesi di ottobre e novembre.

Le piogge favoriscono una straordinaria fioritura nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio che sono quindi i più indicati per visitare l’isola. I mesi successivi, fino alla metà del mese di maggio, sono caldi e secchi e la vegetazione di conseguenza più scarsa. Giugno è solitamente un mese molto caldo e privo di vento, la classica quiete prima della tempesta, e quindi poco indicato per  un’esplorazione dell’isola.

Fuso orario: 

Meno due ore rispetto all’Italia.

Valuta:

La valuta yemenita è il Ryal. Il dollaro è abbastanza diffuso in tutte le città dello Yemen continentale; non tanto sull’isola di Socotra, è quindi consigliabile, per evitare cambi approssimativi e poco vantaggiosi, cambiare il denaro in moneta locale.

Documenti:

Per recarsi in Yemen è necessario essere in possesso del passaporto con almeno sei mesi di validità, munito di visto da richiedere all’Ambasciata yemenita di Roma.

Lingua:

In tutto lo Yemen e quindi a Socotra si parla l’arabo ma è più diffuso il dialetto locale, definito “socotrino”, che presenta marcate differenze dall’arabo. Anche l’inglese comincia a essere parlato da larga parte della popolazione, in particolar modo tra coloro che hanno a che fare con i visitatori stranieri.

Vaccinazioni:

Non sono necessarie vaccinazioni

Testo e foto di Emanuela Colombo|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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