Un viaggio emozionante alla scoperta di una terra ricca di contrasti ed armonie. Tra antichi luoghi di culto e bellezze artistiche, parchi didattici e borghi di pietra, ulivi secolari e vigneti fino alle tante tipicità gastronomiche
La Pedemontana del Cansiglio è quella fetta di terra che si distende nella parte nord orientale della provincia di Treviso, nell’Alta Marca, a metà cammino tra le Dolomiti e la Laguna di Venezia, fino a lambire Pordenone ed il Friuli Venezia Giulia.
A settentrione è presidiata dalla Foresta del Cansiglio, un enorme polmone verde di circa 7.000 ettari con alberi secolari, faggi altissimi ed abeti. Un tempo era nota come la “Gran Foresta da Reme di San Marco” ed anche come “Antico Bosco dei Dogi”, in quanto riserva privilegiata di legname per la Repubblica di Venezia, in special modo il faggio, utilizzato nell’Arsenale per la costruzione dei remi delle navi della Serenissima.

Oggi è una meta di grande interesse naturalistico al pari della zona circostante. Molto apprezzata dagli escursionisti per i tanti sentieri, da percorrere in estate a piedi ed in bici e d’inverno perfetti per le racchette da neve.
Il Consorzio Pro Loco della Pedemontana del Cansiglio
Per cercare di valorizzare nel migliore dei modi tale territorio, sei delle otto Pro Loco associate nel Consorzio Pro Loco della Pedemontana del Cansiglio (cioè Cappella Maggiore, Colle Umberto, Cordignano, Fregona, Sarmede e Vittorio Veneto), hanno deciso di mettere in rete le loro tante peculiarità.
Il risultato è un progetto di valorizzazione turistica di ampio respiro, dove natura incontaminata, bellezze artistiche ed architettoniche, parchi didattici, borghi di pietra ed i tanti segni lasciati dall’uomo nel corso dei secoli si intrecciano alla perfezione con ulivi secolari e delizie enogastronomiche, per dare vita a suggestive proposte green ed enoturistiche, adatte a tutti e fruibili in ogni momento dell’anno.
Questo infatti è un territorio ricco di contrasti ed armonie, che vuole essere scoperto con calma, rispetto e senza fretta. In modo slow come si dice adesso, per cogliere ed apprezzare tutti quegli aspetti, ambientali, culturali, artistici e gastronomici che danno spessore alla sua identità territoriale che, per fortuna, la modernizzazione non è riuscita a scalfire.

Cinque parole e tre colori
“Provare per credere” sosteneva una volta una famosa pubblicità. Ed allora in linea con tale fortunato claim si può dare il via al tour di scoperta. Il bello del viaggio – che si può sintetizzare con cinque parole (natura, storia, saperi, gusto e fantasia) vere highlight del territorio e tre colori (oro, verde e rosso), quelli dei colli fra Cordignano e Vittorio Veneto – è che non ci sono punti di partenza e di arrivo predefiniti.
Si può tranquillamente partire da qualunque località e poi costruire “cammin facendo” il proprio itinerario, per andare alla scoperta delle altre. I percorsi possono essere distribuiti anche in più giornate grazie alla presenza nel comprensorio di strutture alberghiere, ristoranti ed esercizi commerciali che rendono ancora più gradevole la visita.
Fregona: un paese da vivere e gustare
Partiamo da Fregona, una accogliente cittadina situata a sette chilometri da Vittorio Veneto, a ridosso della falda meridionale del Monte Pizzoc, nota da sempre per il suo clima.
Nel centro cittadino di particolare interesse è l’imponente torre campanaria in stile neogotico, con i doccioni a forma di teste di drago e di leone. Nelle vicinanze, precisamente in località Breda, non può mancare una visita al Parco delle Grotte del Caglieron uno scrigno di biodiversità, visitato annualmente da circa 70mila persone.

Il percorso ad anello, che si sviluppa nella forra, anche a mezzo di passerelle sospese, presenta una serie di cavità: alcune nate dall’erosione millenaria del torrente Caglieron, altre scavate dall’uomo per estrarre la celebre piera dolza (pietra tenera), utilizzata per contornare porte e finestre e costruire stipiti ed architravi, che si possono ancora vedere in molte vecchie case del territorio.
Lungo il tragitto si incontrano anche cascate e microambienti di notevole interesse botanico e zoologico. Nella parte iniziale c’è una grotta, dedicata a San Lucio, utilizzata per l’affinamento dell’ottimo formaggio di grotta (per massimo 90 giorni) del Caseificio artigianale AgriCansiglio.
Il sentiero attrezzato conduce dapprima ad un antico mulino (oggi rinomato ristorante) e poi al Mulinetto, una struttura storica sviluppata su due piani, oggi utilizzata per mostre fotografiche ed eventi ma anche aperta al pubblico per la semplice visita.
Torchiato di Fregona un grande passito di nicchia
Il parco è aperto 365 giorni l’anno (dalle 10 alle 17 e prezzo del biglietto d’ingresso 3,50 euro) grazie alla Pro Loco di Fregona che gestisce anche il vicino centro visite dove si possono acquistare una serie di prodotti del territorio tra cui il Torchiato di Fregona Docg, un passito composto principalmente da tre vitigni autoctoni – Glera, Verdiso e Boschera – dislocati nei territori di Fregona, Sarmede e Cappella Maggiore.
Un vino di nicchia prodotto in 20mila bottiglie l’anno e celebrato annualmente con la Mostra del Torchiato di Fregona Docg e dei vini Colli di Conegliano Docg: l’iniziativa, giunta alla 47^ edizione, è in programma quest’anno dal 12 al 28 maggio nella sede della Cantina Produttori di Fregona. In tale occasione verrà presentato in anteprima il Torchiato “10 anni Piera Dolza 2013”.

Colle Umberto: tra natura, storia e ciclismo
Seconda tappa a Colle Umberto un territorio da scoprire e riscoprire. È adagiato, assieme alla frazione di San Martino, su lievi pendii collinari a 150 metri sul livello del mare. Due corsi d’acqua ne delimitano il territorio: il torrente Mellarè ed il Meschio che nella sua corsa verso il Livenza, lambisce borghi e vecchi mulini, case coloniche e ville tra cui Villa Castello Lucheschi, uno degli edifici più rappresentativi del comune e di inestimabile valore storico per il patrimonio culturale del Veneto.
In località Col de Manza c’è Villa Fabris del XVI secolo, nota come Casa del Tiziano, perché il grande pittore cadorino se la fece costruire a parziale pagamento per i quadri che realizzò per il Castello di Roganzuolo. Vi soggiornò molte volte e si dice che per alcuni suoi quadri abbia preso spunto dallo splendido panorama circostante.
Imperdibile anche la Chiesa Arcipretale di San Martino che svetta assieme al campanile nel punto più alto del colle Calvario. È immediatamente riconoscibile per il sontuoso ingresso porticato con cinque robuste arcate a tutto sesto in cui è possibile ammirare stupendi affreschi di Francesco Pagani, raffiguranti scene della vita di Gesù.

Ottavio Bottecchia: campione ciclistico collumbertese
La cittadina offre una fitta rete di sentieri che si intrecciano nel territorio e si inoltrano nella campagna consentendo piacevoli passeggiate ed escursioni in bici, circondati da panorami che riportano alla vita di un tempo, in armonia con la natura ed i ritmi delle stagioni. Questo è anche il luogo di nascita del grande ciclista Ottavio Bottecchia, primo italiano a vincere il Tour de France nel 1924 (indossando la maglia gialla dalla prima all’ultima tappa), bissando il successo l’anno successivo. L’anno prima, cioè nel 1923, pur essendo un semplice gregario riuscì a salire sul secondo gradino del podio. Una via ed un monumento ricordano il campione collumbertese. Per celebrare le sue imprese la carovana del Giro d’Italia 2023 passerà il 25 maggio da Colle Umberto nel corso della 18^ tappa Oderzo Val di Zoldo.
In via Mazzini c’è la sua “casa nativa“, un edificio da lungo tempo disabitato che, nelle intenzioni del Comune, potrebbe diventare un museo storico del ciclismo, punto di riferimento per i tanti appassionati delle due ruote.
Cappella Maggiore e l’olio della Serenissima
Ad una manciata di chilometri da Colle Umberto, al confine tra Veneto e Friuli, si trova un piccolo paese, lambito dalle acque del torrente Frida e del fiume Meschio, e circondato da una infinità di colline punteggiate da vigneti su cui troneggiano palazzi e fortilizi millenari. È Cappella Maggiore, un luogo con un interessante panorama archeologico, culturale e ambientale che aspetta solo di essere scoperto ed esplorato.

Degna di nota, la Chiesa della Santissima Trinità, detta anche “della Mattarella” (dal nome dell’antico proprietario dei terreni su cui sorse). Un vero e proprio gioiello, realizzato oltre un millennio fa, con uno spettacolare quanto antico ciclo di affreschi che adorna l’unica navata, da cui emergono la splendida scena dell’Ultima Cena della prima metà del XIV secolo ed un ciclo pittorico incentrato sul tema cristologico in perfetta integrazione tra Nuovo e Vecchio Testamento.
Il Parco tematico dell’ulivo
Il paese è anche conosciuto per la coltivazione dell’ulivo che lungo i rilievi della pedemontana trevigiana ha origini e tradizioni millenarie. Fa parte delle Città dell’Olio e si è dotato di un “Parco tematico dell’ulivo” che comprende anche due uliveti, uno didattico e l’altro sperimentale seguito dall’Università degli Studi di Padova. C’è anche una sala per conferenze a scopo didattico o turistico, per guidare grandi e piccini alla conoscenza dell’olio extravergine di oliva. Se rimane tempo si può tappa anche al frantoio cittadino: quello della cooperativa Reitia, che associa i produttori locali di olio EVO. Si trova in via Cal Alta e la sua particolarità è quella di essere l’impianto per la molitura e la frangitura delle olive più a nord del mondo.

Sarmede è il paese delle fiabe
Sarmede è una piccola oasi alle pendici della foresta del Cansiglio dove ogni angolo è magico e fiabesco. Già il nome, “paese delle fiabe” – coniato da Štepán Zavrel un artista cecoslovacco che dalla natia Praga si trasferì a Sarmede dove visse e lavorò negli ultimi anni della sua vita – riporta ad un angolo di mondo dove le storie per l’infanzia si intrecciano con i murales per dare vita al Parco della Fantasia.
Un percorso sempre nuovo dove i piccoli scoprono, e i grandi riscoprono, tutta la bellezza del sognare a occhi aperti. Un luogo magico, dove la Mostra Internazionale d’Illustrazione per l’infanzia (nata per elogiare la fraternità profonda fra i fanciulli di tutto il mondo), l’annessa Scuola (punto di riferimento per gli illustratori per ragazzi e non solo) e le Fiere del Teatro offrono da decenni un calendario annuale densissimo, fatto di corsi e laboratori didattici e performance di artisti internazionali.
A ciò si aggiunge un percorso che si sviluppa per le strade ed i vicoli del paese per accompagnare il visitatore alla scoperta di oltre 70 tra affreschi, murales e strane architetture, opera di Zavrel e di altri pittori di assoluto livello tra cui Linda Wolfsgruber e Jozef Wilkon.

Per scoprire il patrimonio culturale di Sarmede la Fondazione Mostra ha studiato itinerari guidati per adulti, bambini e famiglie. Le visite portano alla scoperta dei posti dove è sorta la Mostra d’Illustrazione per l’Infanzia, fondata nel 1983 da Stepan Zavrel, luoghi da cui il grande artista ha tratto ispirazione per molte delle sue opere, per buona parte oggi raccolte nel Museo a lui dedicato che si trova nel centro di Sarmede.
Cordignano: il campanile ed il Parco degli ex Carbonai
Il territorio di Cordignano si estende dalla pianura ai boschi montani del Cansiglio, abbracciando le dolci colline della pedemontana. Simbolo riconosciuto del paese è il suo campanile, che si ispira a quello veneziano di San Marco. Grazie ai suoi 70 metri è uno dei più alti d’Italia.
La grande varietà di ambienti e tradizioni presenti nel territorio, offre innumerevoli possibilità per chi vuole andare alla scoperta delle tante meraviglie che nasconde. L’attrazione più importante è rappresentata dal Parco degli ex Carbonai, uno dei cinque parchi tematico-didattici dell’Alta Marca Trevigiana.

Si trova nella Foresta del Cansiglio, nella frazione di Villa di Villa, e riproduce esattamente quello che era il campo di lavoro del carbonaio e della sua famiglia. C’è il “cason” cioè la casetta in legno che fungeva da abitazione ed il “pojat”, la carbonaia, il cumulo di legna, foglie e terra necessario alla produzione del carbone (all’epoca indispensabile per fare funzionare fabbriche e treni), attraverso una lentissima combustione. Il parco, recentemente rinnovato, offre anche attività didattiche e spazi ricreativi, inclusa un’area picnic.
Ogni anno, all’inizio di luglio, si svolge la Festa dei Carbonai per mantenere viva la memoria sul duro lavoro del carbonaio che ha rappresentato un’importante opportunità di sopravvivenza per le famiglie del paese. Durante la manifestazione è in funzione una cucina per consentire ai presenti di assaggiare varie tipicità tra cui il frico, una specialità a base di patate e formaggio.
Vittorio Veneto: la città con più centri storici
Da Cordignano a Vittorio Veneto per l’ultima tappa di questo veloce tour tra le Prealpi trevigiane. Da una parte all’altra del territorio della Pedemontana del Cansiglio per visitare questa città conosciuta nel mondo per le vicende storiche legate alla Grande Guerra. Una realtà ricca di tesori e circondata da dolci colline coltivate a vigneto.
Una delle sue particolarità è che non esiste un unico centro storico. Infatti la città è nata dalla fusione di due entità storicamente distinte poste a qualche chilometro di distanza tra loro: si tratta di Serravalle e Ceneda, ciascuna con una sua identità. Il cuore della città è uno scrigno che custodisce tesori e sorprese: palazzi sfarzosi, scorci caratteristici, passeggiate lungofiume, sentieri che dal centro portano alle colline.

All’epoca della Serenissima venne costruita l’elegante Loggia della Comunità, un tempo sede del potere cittadino, dove si riunivano il Maggior e il Minor Consiglio. L’edificio realizzato tra il 1462 e il 1476, presenta in facciata affreschi del XV secolo di Diario da Treviso; sull’adiacente torre campanaria è collocato uno fra i più antichi quadranti d’orologio d’Italia e d’Europa.
Palazzo Minucci De Carlo: arredato con gusto dannunziano
Assolutamente da vedere il maestoso Palazzo Minucci De Carlo, situato lungo via Martiri della Libertà, l’antica strada Cal Granda, arteria principale del centro storico di Serravalle.
Fatto costruire da Minuccio Minucci, diplomatico della Santa Sede e Arcivescovo a Zara, è stato per lungo tempo la residenza di Giacomo Camillo De Carlo (ufficiale di cavalleria, pilota, eroe pluridecorato, agente segreto e diplomatico) che lo ha arredato con gusto dannunziano ed impreziosito con una eclettica collezione di oggetti d’arte da lui raccolti nei suoi innumerevoli viaggi.
Passando per i vari ambienti si viene immediatamente trasportati indietro nel tempo. Infatti basta chiudere gli occhi per sentire il chiacchierio degli ospiti illustri che sono stati presenti nei lussuosi salotti, originalissimi nell’arredo, il tintinnio dei preziosi servizi da tavola nella sala da pranzo e la musica da ballo nel grande salone.

Davanti al palazzo si apre Piazza Minucci un tempo Piazza dei Grani, chiusa a ovest dall’ottocentesca Loggia dei Grani, dove un tempo c’era il mercato coperto dei cereali.
Lungo le via del centro ci sono anche molti negozi “per dedicarsi” allo shopping e ristoranti dove assaggiare la gustosa e variegata cucina veneta.

Passione per la buona cucina
I gusti della gastronomia locale accompagnano il piacere di vivere il territorio con pienezza. I profumi dei cibi aiutano a mantenere una memoria durevole delle esperienze vissute in questi borghi. Spiedo, lumache, vino torchiato, prosecco, olio sono capaci di sottolineare un momento di festa, un’occasione speciale, uno stacco dalla normale cucina quotidiana.

Ad esempio a Cordignano si può fare una sosta golosa per assaggiare i piatti dell’Antica Trattoria Da Coan, da 160 anni il luogo perfetto per gustare i buoni sapori di una volta. Un locale, dominato dal legno e dagli oggetti di una volta che pendono dal soffitto, gestito da oltre 30 anni da Maurizio De Nardi con la moglie Maria Giust ed il fratello di lei Vittorio.
A Sarmede si può apprezzare la cucina dell’agriturismo di charme Da Doro, in via Borgo Rugolo. È aperto nel fine settimana, venerdì e sabato solo a cena e la domenica anche a pranzo. Le sue specialità sono spiedo, carne alla griglia e selvaggina.
Infine a Vittorio Veneto si può fare tappa alla Trattoria La Cerva, un locale tipico in piazza Flaminio che propone vari tipi di cicchetti, baccalà alla vicentina ed altre pietanze della tradizione veneta, rigorosamente fatte in casa con l’oste ben felice di consigliare il vino giusto per ogni abbinamento.
Non ci sono dubbi: questo è un territorio straordinario dove si vive davvero bene. Una terra che aspetta solo di essere esplorata con calma per capirla in tutte le sue sfaccettature che sono tante, sorprendenti ed appaganti.

Dove dormire
A Vittorio Veneto si può provare l’Hotel Ristorante Le Macine, una struttura ricavata dalla ristrutturazione di un antico mulino. Il corpo più antico ospita il Ristorante, mentre le camere si trovano nella grande area centrale. Si affaccia su un’ampia “piazzetta” ricavata da un sapiente recupero del patrimonio archeo-industriale cittadino, garantendo la massima tranquillità e privacy.
Ulteriori info: www.consorzioprealpi.org
Articolo di Tiziano Argazzi. Riproduzione riservata ©Latitudeslife.com.
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