Oggi parlo di me e dei miei 400 articoli scritti per questa rubrica. Libertà di dire, di scrivere, di informare, di partecipare e mai (ci mancherebbe!) di pontificare o sdottorare.

All’articolo n° 300 informavo d’aver scritto 1 milione e 300 mila battute pari a circa 600 pagine di libro. Oggi le battute sono 1 milione e 800mila (all’incirca) e i libri come l’ultimo pubblicato (Aver Molto Viaggiato, 300 pagine) salirebbero dunque a sei; un capitolo a settimana dal novembre del 2014; a proposito: il 2023 è anche il decimo anno di vita di Libertas Dicendi. Prosit!
Scrivere. Per chi?
Questa è la domanda che mi pongo e che anche chi mi legge si farà (se ne ha voglia). A che scopo scrivere tanti pensieri spezzettati, suddivisi in centinaia di temi differenti, in misura tale da mettere insieme persino sei libri? Risposta: perché è quello che so fare; la mente mette in fila le parole e le dita si muovono sulla tastiera.
Facile far seguire, a questo primo interrogativo, altre parole col punto di domanda: ha senso, oggi, leggere migliaia di pagine di libri vecchi e nuovi? Si (mi rispondo) se le parole lette seguono il giusto percorso interiore e lasciano una traccia di curiosità e di sapere che andrà ad occupare lo spazio dedicato, per essere successivamente riutilizzate in differenti contesti ed occasioni.
Altra domanda: cercando di amalgamare al meglio quello che si scrive affinché generi, di volta in volta in chi legge: riflessione, interesse, piacere, divertimento – ben sapendo che il tutto è rivolto a una limitatissima platea di lettori – non subentra un senso di sconforto o di inutilità per questi esercizi stilistici che soddisfano solo l’autore e magari nemmeno lui?
La risposta, anche in questo caso, è sempre affermativa. Niente viene scritto per essere immortale (ah, che sollievo!) e tutto viene scritto perché venga letto e apprezzato (si spera); se poi allo scritto segue la discussione, la critica costruttiva, il confronto … beh, allora l’impegno e la serietà nel redigere l’articolo (mai tirato giù, tanto per riempire gli spazi) vengono ampiamente ripagati.
Riflessioni personali
Dalle domande alle riflessioni personali. La prima riguarda gli spazi che ospitano i miei scritti. Se fossero destinati, come avveniva un tempo, a settimanali o mensili stampati su carta, non avrei la libertà di scelta che ho ora con le pubblicazioni sul web e probabilmente nemmeno la possibilità di trattare determinati argomenti.
Oggi, ho editori amici che mi fanno scrivere quello che voglio e questa è un’ottima base di partenza. Latitudes è un web-magazine dedicato al turismo che vive di pubblicità; le limitazioni di spazio dei media convenzionali qui non esistono, ma vengono suggeriti piccoli trucchi per rendere il materiale pubblicato più vicino alle esigenze di chi si impegna nella pubblicità; compito dal quale mi escludo automaticamente, non avendo più l’età per preoccuparmi di un simile dettaglio!
Morale: a tutto ci si deve adattare, perché la libertà assoluta non è di questo mondo. Ma avere un giornale “palestra” nel quale fare le ultime corsette di una ormai lunga carriera, mi gratifica non poco, considerando che scrivere mi è necessario come bere acqua e respirare.
Quattrocento, numero magico
Concludo cercando di dare dignità ai miei scritti, nobilitandoli con una svelta cavalcata attraverso i secoli; non tutti, ma solo quelli che testimoniamo dell’importanza del numero 400 attraverso il tempo; un giochino finale di raffronti commemorativi dei periodi prima, dopo Cristo e nel Rinascimento, per finire con la cabala.
Nel Quattrocento avanti Cristo la popolazione della Terra è di circa 150 milioni di persone. Roma è già potente e temuta dappertutto e si picca di mostrare sino a quale grado si consideri democratica; infatti Publio Licinio Calvo Esquilino, da semplice plebeo, viene eletto alla carica di Tribuno del Popolo. Nel nord della penisola arrivano i Celti e nel loro desiderio di espansione si scontrano con i Romani a Clusium (Chiusi).
Passano ottocento anni e arriviamo al Quattrocento dopo Cristo; a questo punto la storia si complica un po’: Attila invade l’Italia, ma a Mantova incontra papa Leone I e cambia idea, ritirandosi oltre il Danubio. Nell’anno 476 finisce l’Impero Romano d’Occidente con la deposizione di Romolo Augusto. Non è finita qui: nasce la società feudale, si verificano lo Scisma d’Oriente, l’ascesa di Carlo Magno, le Crociate e la Pace di Costanza. Non bastasse, gli alchimisti cominciano a ricercare con puntiglio la pietra filosofale.
Altri mille anni e c’è un altro Quattrocento; a dire il vero lo chiamiamo così per convenzione, ma è già il quindicesimo secolo e ha un mille davanti. Secolo, questo, contraddistinto dallo sviluppo del Rinascimento, da una rinascita dell’interesse per gli studi classici (letteratura greca e romana) e per il pensiero filosofico, artistico, scientifico e letterario.
Tra i grandi eventi storici che caratterizzano il XV secolo va senza dubbio citata la riforma protestante e lo scisma causato da Martin Lutero (1483-1546) contro la vendita delle indulgenze da parte della Chiesa romana. La visione diffusa di questo periodo è quella teocentrica (Dio al centro di tutto) cui farà seguito una visione di tipo antropocentrico. Numero di spessore, il 400!
Chiudo con la cabala
Per la cabala, infine, che appare misteriosa ma che diverte per le sue stranezze, il numero 400 simboleggia il duro lavoro, gli sforzi, la responsabilità e la saggezza interiore. Non sono mai propenso a dar credito a statistiche o previsioni del genere; ma se hanno un fondamento di verità, per una volta posso concordare con la cabala; in fondo, scrivendo senza esagerazioni, potrò sempre crogiolarmi nelle parole che stimolano il pensiero e, talvolta, scaldano persino il cuore.
Libertas Dicendi n°400 del ‘Columnist’ Federico Formignani |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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